ITALIA-EGITTO: 149 MLN DEBITO DIVENTANO 54 PROGETTI SVILUPPO(AGI) - Roma, 8 nov. - Quando il debito si trasforma in profitto. E' questa la filosofia che sta alla base dell'accordo firmato nel 2001 tra Italia ed Egitto, che oggi ha portato non solo alla cancellazione di 149 milioni di euro di debito accumulato dal Paese africano verso l'Italia, ma li ha trasformati in 54 progetti di sviluppo locale nei settori agricolo, dei servizi sociali e della piccola e media impresa. Il risultato del programma quinquennale della riconversione sistematica del debito egiziano in aiuti allo sviluppo e alla cooperazione e' stato illustrato alla Farnesina nella tavola rotonda 'Commercio e sviluppo sostenibile per la riduzione della poverta': l'esperienza dell'Unido nel programma di conversione del debito in Egitto'.
Il piano, realizzato dal ministero degli Esteri in collaborazione con l'organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo industriale (Unido), e' "un accordo virtuoso", come lo ha definito il sottosegretario agli Esteri, Vittorio Craxi, "che supera la concezione del vecchio aiuto inteso come carita' e aiuta a stare sul mercato". "Il commercio sta diventando sempre piu' parte integrante delle strategie di sviluppo", ha sottolineato Craxi nel suo intervento di apertura, "concorre alla riduzione della poverta' e alla crescita sostenibile dei Paesi in via di sviluppo".
La tavola rotonda ha illustrato nel dettaglio un programma di "tracciabilita' dei prodotti agricoli egiziani", che ha portato alla conversione di colture sovvenzionate in colture redditizie e destinate all'esportazione. Il piano, di 6,4 milioni di euro, ha coinvolto 15mila contadini e piccoli produttori egiziani e, come ha spiegato il vice direttore generale della Cooperazione allo Sviluppo, Giuseppe Morabito, "sta contribuendo in maniera significativa al consolidamento delle relazioni tra i due Paesi e al rafforzamento delle capacita' delle organizzazioni locali pubbliche, private e della societa' civile".
Alla giornata di lavori ha partecipato anche il nuovo direttore generale di Unido, Kandeh Yumkella, per la prima volta in Italia. "Per far ripartire le economie dei Paesi poveri", ha rimarcato Yumkella, "bisogna partire dall'agricoltura". E ha aggiunto: "Gli aiuti allo sviluppo non basteranno a risollevare le sorti dell'Africa e dei Paesi poveri: occorre investire nel settore agricolo e creare competitivita'. Questa rimane l'unica via di sviluppo efficace e sensata nell'era della globalizzazione". Per questo occorre al piu' presto "che la comunita' internazionale recuperi il ritardo accumulato in questi anni, investendo di piu' e in progetti di qualita'", ha rilanciato il presidente della commissione Esteri della Camera, Umberto Ranieri, ricordando come "il governo italiano si stia gia' muovendo su questa via", come dimostrano "l'aumento delle risorse destinate alla Cooperazione allo sviluppo nella Finanziaria e iniziative come quella della riconversione del debito egiziano"
NOV 06
Fonte:
Agi