Mal d'Egitto

La seconda rivoluzione

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O t t a
view post Posted on 16/5/2013, 08:06




Egitto: 2 milioni di firme per cacciare Morsi e indire nuove elezioni

14 Maggio 2013 - 11:38

Il Cairo - La petizione lanciata online due settimane fa dal gruppo 'Tamarod' (ribelli) che chiede la sfiducia del presidente Mohamed Morsi e la convocazione di nuove elezioni presidenziali ha raggiunto due milioni di firme. Lo hanno comunicato oggi gli stessi organizzatori.

''La campagna e' stata lanciata perche' il presidente non e' piu' in grado di gestire il paese'', ha affermato all'Afp il portavoce Mahmoud Badr.

''Dal 1 maggio abbiamo raccolto oltre due milioni di firme per ritirare la fiducia a Morsi, il che dimostra che la gente sta soffrendo la crisi politica ed economica in cui versa l'Egitto'', ha aggiunto.

Pronta la replica del Partito Giustizia e Liberta', il braccio politico dei Fratelli Musulmani: ''Il solo meccanismo democratico riconosciuto e' il voto. Tutti devono rispettare i risultati delle urne a prescindere da quali essi siano'', ha ribattuto Ahmed Rami.

ASCA-AFP
 
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O t t a
view post Posted on 22/6/2013, 09:09




22 giugno 2013 - 09:43

Egitto, “I Ribelli” vincono la campagna da 15 milioni di firme per cacciare Mohamed Morsi
La petizione verrà presentata il prossimo 30 giugno alla Corte Suprema. Se sarà accolta si andrà ad elezioni presidenziali anticipate. I Fratelli Musulmani temono il successo inaspettato dell’iniziativa e organizzano manifestazioni di piazza e una contro-petizione a favore del presidente. Pericolo per possibili scontri.


Il Cairo - Il gruppo laico liberale "I Ribelli" sfonda il muro delle 15 milioni di firme per sfiduciare il governo di Mohamed Morsi. Lo ha annunciato ieri Mahmoud Badr, co-fondatore dell'iniziativa, in occasione della conferenza per il lancio della "Rebels Week", settimana di manifestazioni contro il governo dei Fratelli Musulmani che si concluderà il 30 giugno. Intanto i sostenitori di Morsi hanno lanciato una contro-campagna in cui affermano di aver raccolto già dieci milioni di firme a sostegno del presidente; ieri pomeriggio migliaia di persone si sono radunate al termine della preghiera del venerdì, manifestando solidarietà al capo dello Stato. Essi chiedono di rispettare "il volere del popolo" e annunciano altri sit-in di protesta pacifica in varie città egiziane. Per questo polizia ed esercito hanno lanciato l'allarme, in merito a possibili scontri fra manifestanti di opposte fazioni.

Lanciata a metà maggio, la campagna 'The Rebel' ha raccolto sempre più consensi fra gli egiziani. Per un mese i giovani hanno viaggiato in tutto il Paese raccogliendo porta a porta le firme necessarie alla petizione di sfiducia, che nel caso venisse accolta dalla Corte suprema potrebbe portare ad elezioni presidenziali anticipate.

I giovani hanno anche chiesto all'Onu di fare da garante imparziale, per verificare l'autenticità del materiale. Per aderire, ogni persona ha dovuto scrivere accanto alla firma il numero della Carta di Identità e apporre la propria impronta digitale.

Al momento l'iniziativa ha raccolto più adesioni dei 13,2 milioni di consensi ottenuti dal presidente Morsi alle elezioni del 2012. Secondo gli analisti, il sentimento anti-islamista è cresciuto rapidamente dal gennaio 2013 a causa della crescente islamizzazione della politica, che ha portato i membri dei Fratelli Musulmani a controllare ormai ogni angolo delle istituzioni non elettive, dalla magistratura ai funzionari delle amministrazioni locali. A ciò si aggiunge la pesante recessione economica e la disoccupazione giovanile, ancora lontane dall'essere risolte nonostante i proclami dell'establishment islamista.

Asia news
 
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O t t a
view post Posted on 23/6/2013, 15:26




Domenica 23 giugno 2013

Egitto: la guerra civile bussa alle porte del Cairo

di Lamiaa Mahmoud corrispondente da Il Cairo

Lo scenario del conflitto scuote ogni giorno il paese egiziano, che è arrivato al punto di una vera e propria 'ossessione' del potere. Tutti vogliono essere presidenti; ognuno ha in mente solo i suoi interessi personali, nessuno pensa al bene del popolo e al futuro degli egiziani.

Questa terribile situazione riecheggia un pò il passato, precisamente il 1811. In quell'anno vi fu "Il massacro del Castello", un evento molto famoso nella storia egiziana, messo in atto da Mohamed Ali per sbarazzarsi dei Mamelucchi e conquistare il trono.

Ma questa volta, l'Egitto sta vedendo un nuovo e increscioso massacro fra i figli di una stessa patria, ovvero tra i sostenitori e gli oppositori del Presidente Morsi.

Stavolta sarà a livello molto più capillare, e riguarderà tutte le province. E' così che l'Egitto vive i giorni più difficili nella sua storia.

Il conflitto continuerà, dunque, ma quale sarà il destino della manifestazione del 30 giugno? E scorrerà di nuovo il sangue nel paese e si conteranno nuovi martiri? E chi governerà l'Egitto? Interrogativi di difficile soluzione.

Giornale di Puglia
 
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O t t a
view post Posted on 24/6/2013, 08:17




24 giugno 2013 - 7:00

Egitto: esercito pronto a intervento contro minaccia di instabilità

“Pronti a intervenire per fermare il conflitto”: sono pesanti le parole espresse ieri dal generale Abdel-Fattah al-Sisi. Il capo di stato maggiore dell’esercito egiziano ha avvertito in questo modo gli oppositori del presidente Mohammed Morsi che stanno programmando proteste di piazza contro l’attuale governo. egittosisi

Al-Sisi è anche andato oltre sostenendo che l’esercito ha l’obbligo di evitare che l’Egitto sia precipitato in un “tunnel buio”. Secondo il generale “c’è attualmente una situazione di divisione nella società la cui continuazione costituisce un pericolo per lo Stato egiziano”.

Mentre l’opposizione si prepara per manifestazioni che dovrebbero tenersi entro il 30 giugno, anniversario della salita al potere dell’ex presidente Hosni Mubarak, anche i sostenitori di Morsi si sono intanto fatti avanti con manifestazioni tenute lo scorso venerdì.

L’instabilità in cui è sostanzialmente rimasto l’Egitto sta avendo effetti sulla sua economia e sul turismo, settore chiave e fonte di valuta pregiata oltre che di migliaia di posti di lavoro.

Atlasweb
 
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O t t a
view post Posted on 29/6/2013, 19:20




29 giugno 2013 - 10:37

Egitto:calma precaria al Cairo, Delta
Proseguono i sit-in di presidio a piazza Tahrir

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IL CAIRO - Regna una calma precaria al Cairo, ad Alessandria e nel Delta del Nilo dopo che ieri, soprattutto nell nord dell'Egitto, sono esplosi scontri tra oppositori e sostenitori del presidente Mohamed Morsi che hanno provocato tre morti, fra i quali un giovane insegnante americano ad Alessandria. Proseguono i sit-in di presidio a piazza Tahrir e davanti alla moschea di Rabaa El Adaeeya, organizzati dai movimenti islamici.

ANSA
 
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O t t a
view post Posted on 30/6/2013, 15:12




30 giugno 2013

Il presidente egiziano sfida la piazza: "Non me ne vado"

Egitto, in migliaia a piazza Tahrir: "Morsi, vattene"


Sono già migliaia i manifestanti a piazza Tahrir, al Cairo, per la giornata di protesta indetta dal movimento 'Tamarod' (Ribelli) per chiedere le dimissioni del presidente Mohamed Morsi

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Migliaia di oppositori del presidente egiziano, Mohammed Morsi, sono già a piazza Tahrir, al Cairo, sventolando il 'cartellino rosso' per chiederne le dimissioni, proprio nel giorno in cui cade il primo anniversario del suo insediamento; e contemporaneamente i suoi sostenitori islamisti giurano di difendere la legittimità costituzionale. C'è anche un'aria di festa a piazza Tahrir, dove migliaia di persone (uomini, donne, ma anche bambini) sventolano oltre alle bandiere egiziane, il cartellino rosso, soffiano nei fischietti e nelle 'vuvuzelas', scandiscono lo slogan 'Morsi, vattene'.

Le marce dovrebbero cominciare alle 17 ora italiana e saranno dirette verso il palazzo presidenziale di Ittihadiya, non lontano dal quartiere dove migliaia di sostenitori di Morsi hanno promesso una contro-manifestazione.

"La gente vuole la fine del regime", scandiscono i dimostranti a piazza Tahrir, lo slogan della rivoluzione che nel 2011 segnò la fine del rais, Hosni Mubarak. Proteste anti-Morsi sono già cominciate anche ad Alessandria, nelle città del delta del Nilo (Menuf, Mahalla), in quelle sul Canale di Suez, a Port Said, e anche nella città natale di Morsi, Zagazig. La polizia e i soldati sono schierati vicino ai principali edifici e il ministero della Sanità ha preannunciato che gli ospedali sono in allerta.

Stanno già affluendo al palazzo presidenziale di Ittahadeya centinaia di manifestanti per partecipare alla manifestazione, indetta dal movimento Tamarod (ribelli), per chiedere le dimissioni del presidente egiziano Mohammed Morsi.

Il palazzo è completamente blindato, un muraglione di blocchi di cemento è stato allestito lungo il muro di cinta per tenere lontano i manifestanti, che sopra ci hanno stesso un lunghissimo striscione con l'immagine della guida spirituale della fratellanza barrata con una X.

Morsi sfida la piazza: "Non me ne vado"

Il presidente egiziano Mohamed Morsi sfida la piazza: nel giorno in cui migliaia di egiziani manifestano, respinge l'ipotesi di elezioni anticipate e spiega che non tollererà alcuna deviazione dall'ordine costituzionale, perchè - argomenta- eventuali dimissioni anticipate metterebbero a rischio la legittimita' dei suoi successori, innescando un circolo vizioso. "Se mandassimo a casa qualcuno che ha ricevuto la legittimtà costituzionale, ebbene, ci sarebbero persone contrarie e oppositori anche del nuovo presidente, una settimana o un mese più tardi. E gli chiederebbero di farsi da parte", ha dichiarato in un'intervista esclusiva al 'Guardian'.

22 milioni di firme contro Morsi

Ieri il gruppo giovanile Tamarod, che guida la campagna contro Morsi, ha annunciato di avere raccolto 22 milioni di firme a sostegno della richiesta di dimissioni del presidente egiziano. I sostenitori di Morsi mettono in dubbio da tempo l'autenticità delle firme raccolte.

Rainews24
 
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O t t a
view post Posted on 30/6/2013, 15:58




30 giugno 2013 - 16:40

Egitto: manifestazioni in corso in tutto il paese
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Migliaia di persone stanno partecipando a manifestazioni contro il presidente Mohamed Morsi in numerose località dell'Egitto. I manifestanti sono in piazza ad Alessandria, Port Said, Sharkiya, Kafr el Sheikh, Gharbiya, Menoufiya, oltre che al Cairo.

Secondo fonti della sicurezza due sedi del partito della Fratellanza musulmana sono state incendiate a Beni Suef, nell'alto Egitto, e una a Daqhaleya. Tafferugli sono scoppiati in mattinata fra pro e anti Morsi a Mahalla el Kobra, nel delta del Nilo, provocando una decina di feriti.

Decine di migliaia sono i manifestanti a piazza Tahrir, la piazza cairota simbolo della rivoluzione anti Mubarak, che oggi chiede le dimissioni del presidente Mohamed Morsi. Vista dall'alto è una distesa di bandiera egiziane. Domina il rosso del cartellino calcistico di espulsione con la scritta 'vattene', che è anche l'unico slogan gridato dalla folla. L'accesso alla piazza è garantito da un servizio d'ordine che controlla le borse. Agli stranieri chiede la nazionalità, prima di consentire l'accesso.

Leggi tutto alla fonte
Bluewin
 
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O t t a
view post Posted on 30/6/2013, 20:46




30 giugno 2013 - 19:58

Egitto: un morto e 7 feriti in scontri
Fra sostenitori e oppositori Morsi, vittima e' un islamico


Un morto, la prima vittima della giornata, e sette feriti e' il bilancio degli scontri fra pro e anti Morsi nella citta' di Beni Suef nell'alto Egitto, dove oggi sono state incendiate due sedi del partito di Fratelli musulmani. Lo riferiscono fonti locali, secondo le quali la vittima e' un islamico.

ANSA
 
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O t t a
view post Posted on 2/7/2013, 00:52




Lunedì, 01 luglio 2013 - 22:05

Egitto, ultimatum dell'esercito: "Soluzione in 48 ore". 20 le vittime

Le forze armate chiedono risposte in tempi brevi alla politica. Sale a venti il numero delle vittime. Cancellata la conferenza stampa del presidente

di Andrea Cortellari

Quarantott'ore per trovare un accordo. La dichiarazione del comandante delle forze armate egiziane, Abdel Fattah el Sissi, ha il sapore di un ultimatum.
Le forze politiche devono trovare un modo per scendere a patti. E per farlo hanno due giorni. Se questo non succederà l'esercito sarà costretto a "presentare una road map la cui applicazione sarà controllata 'direttamente'".

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"Le richieste del popolo devono essere soddisfatte", ha sottolineato l'esercito, che ha anche messo in chiaro che questo non fa delle forze armate "parte dello scontro politico o di potere" e che non accetterà "di uscire dal proprio ruolo nell’ambito del contesto democratico".

Piazza Tahrir, che continua a essere il fulcro della protesta che chiede le dimissioni del presidente Mohamed Morsi, ha accolto con un boato l'annuncio delle forze armate, arrivato al termine di un incontro del Consiglio supremo militare, presieduto dallo stesso el Sissi, anche ministro della Difesa al Cairo. Pochi minuti dopo alcuni elicotteri che sventolavano grandi bandiere egiziane e loghi dell'esercito hanno compiuto diversi passaggi sulla piazza.

Mahmoud Badr, portavoce dell'opposizione, ha apprezzato lo schieramento dell'esercito accanto al popolo. Voci critiche hanno espresso il timore che l'esercito torni al governo, in una riedizione di quanto avvenuto dopo la Primavera. Morsi, che ha già dichiarato nei giorni scorsi di non voler lasciare, si è incontrato con el Sissi. Ha poi cancellato la conferenza stampa che doveva tenere in serata.

Cinque ministri (Turismo, Ambiente, Risorse idriche, Rapporti con il parlamento e Telecomunicazioni) hanno rassegnato le loro dimissioni, in sostegno alle richieste dei manifestanti. Hisham Zaazou, a capo del dicastero del Turismo, aveva già rassegnato le sue dimissioni in precedenza, protestando contro la nomina a governatore di Luxor di un uomo della Gamaa Islamiya, coinvolto in passato in attività terroristiche.

È salito a venti il numero delle vittime causate da giorni di proteste e scontri.

Il Giornale
 
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O t t a
view post Posted on 2/7/2013, 01:10




Pubblicato il 01 luglio 2013

Egitto, è di nuovo primavera, per Morsi la fine è vicina

IL CAIRO - La seconda rivoluzione egiziana (qualcuno la definisce già così), ben piu’ nutrita e partecipata di quella del 25 gennaio 2011, sembra vicina allo stesso risultato: la rimozione di un capo dello stato. Stavolta è il fratello musulmano Mohamed Morsi: pur eletto esattamente un anno fa, con più di 13 milioni di voti e tutti i criteri della democrazia formale, non è riuscito a mantenere quel consenso. Ha provocato invece forti risentimenti in un popolo nel frattempo impoverito, e la richiesta di un cambiamento vero. Così viene interpretata quasi unanimemente la complessa vicenda della quale in queste ore milioni di cittadini egiziani sono protagonisti. Affollano in numero incalcolabile non solo la simbolica piazza Tahrir, nel centro della capitale, ma anche altre piazze, lungonili, strade e luoghi aperti di numerosi centri urbani d’Egitto, dal nord al sud del paese, da Alessandria, ad Assiut, fino a cittadine da sempre regno incontrastato dei Fratelli Musulmani, come Beni Suef.

- Da ieri la grande maggioranza del popolo egiziano grida senza sosta e senza paura, ma con comportamenti di grande civiltà, che questo presidente non la rappresenta e deve andarsene – sottolinea l’ex ministro della Famiglia, Moushira Khattab -. Di questo si deve prendere atto senza esitazione, così come della richiesta insistente di elezioni presidenziali immediate, di nuovi equilibri di governo e di nuove elezioni parlamentari, con la partecipazione di tutte le forze politiche presenti.

Secondo Khattab, dopo un anno di presidenza Morsi gli egiziani sono terrorizzati dall’idea che i principi affermati dai governanti in carica provochino l’arretramento dell’Egitto, ”con nessuna possibilità reale di ammodernamento e miglioramento degli standard di vita”. Per l’analista politico Hesham Kassem non c’è alcun dubbio:

- Morsi è finito.

Per Kassem, le manifestazioni di massa in corso nell’ultimo anno, e che si sono intensificate in questi giorni, dicono senza equivoci ”noi non vogliamo quest’uomo”.

- E l’esercito ha dato 48 ore di tempo perchè se ne vada – aggiunge -. Se Morsi non dovesse farlo, ci potrebbe veramente essere il rischio di terribili spargimenti di sangue. E’ per evitare tragedie di questo tipo che i militari sono scesi in campo, per garantire l’incolumità di chi protesta.

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Altri osservatori ritengono che l’esercito, rimasto neutrale fino ad oggi, potrebbe ripetere lo scenario di febbraio 2011: convincere Morsi a farsi da parte e nominare un governo ad interim, che duri sei mesi e prepari nuove elezioni presidenziali, che portino ad una scelta differente da quella del 2012. L’obiettivo sarebbe riportare in equilibrio un’economia devastata dalla drammatica contrazione del turismo, degli investimenti, dei posti di lavoro e del livello generale delle condizioni di vita.

La Voce d'Italia.
 
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hayaty
view post Posted on 2/7/2013, 11:14




Egitto, Morsi resiste ai militari.
Obama lo chiama: "Ascolti il popolo"

Il presidente perde in poche ore sei ministri, ma respinge l'ultimatum dell'esercito per un accordo con l'opposizione entro 48 ore: "I militari si facciano da parte". L'aut-aut dell'esercito ha avuto l'avallo di Washington, poi la telefonata del presidente Usa a Morsi: "Si dimostri reattivo alle richieste della gente"

02/07/2013


Mohamed Morsi, "sfiduciato" da una richiesta di dimissioni sottoscritta da milioni e milioni di egiziani, non ci sta a farsi accerchiare, anche se a guidare l'assedio ora è l'esercito più che la piazza, con l'ulteriore pressione della Casa Bianca. La risposta del presidente all'ultimatum postogli dai militari per un accordo con l'opposizione entro 48 ore è stata secca: "Proseguirò nella mia azione di riconciliazione nazionale. I militari devono farsi da parte e non interferire con la vita civile del paese. Le loro richieste non possono essere prese in considerazione".

Morsi, inoltre, ha rilevato nelle parole usate dal capo delle Forze Armate "alcune frasi contenute nell'ultimatum stesso che potrebbero creare confusione". Per sgombrare il campo ogni illazione, l'Fsn, principale coalizione dell'opposizione egiziana, ha affermato in un comunicato di non sostenere l'idea di un colpo di Stato militare, sottolineando che l'ultimatum lanciato dall'esercito al presidente islamista "per soddisfare le rivendicazioni del popolo" non equivale a dire che l'esercito intenda giocare un ruolo politico nella vicenda, come dichiarato dagli stessi vertici militari.

Dagli Usa la conferma di una telefonata di Barack Obama a Mohamed Morsi, assieme alla richiesta di "passi per dimostrare di essere reattivo alle preoccupazioni del popolo e per sottolineare che la crisi può essere risolta solo attraverso un processo politico". Ma un dettaglio niente affatto secondario rivelerebbe in realtà quanto Obama consideri Morsi, abbandonato da sei ministri nelle ultime ore, una pagina da voltare: fonti del Pentagono rivelano che il documento dei militari egiziani ha avuto l'avvallo di Washington, con il capo di Stato maggiore della Difesa Usa, generale Martin Dempsey, che avrebbe parlato con il suo omologo egiziano, il generale Abdel Fattah al-Sisi, prima che questi ponesse l'ultimatum a Morsi.

Dopo aver accolto con un boato di giubilo la notizia del aut-aut dei militari a Morsi, il movimento dell'opposizione ha sollecitato i manifestanti a rimanere in piazza Tahrir fino alle dimissioni del presidente, rivolgendo a Morsi l'ulteriore termine: "Tempo fino a domani (oggi, ndr) alle ore 17, per lasciare il potere e consentire alle istituzioni di prepararsi per elezioni presidenziali anticipate. Altrimenti inizieremo una campagna di assoluta disobbedienza civile". Dopo l'ennesima giornata di scontri, il bilancio della nuova protesta in Egitto parla di 16 morti e 781 feriti.


La Repubblica
 
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O t t a
view post Posted on 3/7/2013, 08:34




3 luglio 2013 - 09:08

Morsi alla tv di Stato: “Sono il custode della legittimità, obbligato a rimanere”

di Gabriella Tesoro


Scade oggi alle 17 l'ultimatum di 48 ore emesso lunedì dall'esercito egiziano per chiedere le dimissioni del presidente Mohamed Morsi. Lui, per tutta risposta, interviene alla tv di Stato e respinge la richiesta, ribadendo di essere il "custode della legittimità".

Continuano gli scontri tra oppositori e sostenitori di Morsi.

Nel suo discorso televisivo di 45 minuti, Morsi ha accusato i membri del regime dell'ex presidente Mubarak di voler rovesciare il suo governo e di voler minare la rivoluzione. "La legittimità sarà salvaguardata - ha affermato - sono disposto a donare la mia vita per proteggerla".

Nel suo discorso, Morsi si è appellato più volte all'idea di legittimità, sostenendo di essere il primo presidente egiziano "eletto democraticamente" e come tale era obbligato a mantenere la sua carica. Inoltre, ha esortato i suoi sostenitori a manifestare pacificamente e ha respinto le richieste di alcuni di loro di condurre una "jihad" (guerra santa). Tuttavia, si è detto pronto a "sacrificare" il proprio "sangue" per la stabilità e la sicurezza dell'Egitto. Una frase che, secondo Khaled Daoud, un portavoce del Fronte di Salvezza Nazionale, il più grande blocco d'opposizione, è "un chiaro incitamento alla guerra civile".

Nel frattempo, trapelano dettagli sulla "road map" tracciata dalle forze armate per il periodo di transizione che seguirebbe la deposizione di Morsi: affidare il governo a un Consiglio ad interim, sciogliere il Parlamento, sospendere la Costituzione, modificarla entro pochi mesi e indire elezioni anticipate.

E, finché si è ancora in tempo, si comincia ad abbandonare la nave: anche il ministro degli Esteri, Kamel Amr, ha presentato le sue dimissioni, diventando il sesto ministro ad abbandonare il governo nelle ultime 48 ore. Ieri è giunta la notizia che anche il premier, Hisham Qandil, avrebbe rinunciato al mandato (anche se non ufficialmente), così come ad andarsene sono stati tre portavoce di Morsi.

Infine, la situazione nelle strade del Cairo continua a precipitare: ieri sette persone sono state uccise negli scontri tra sostenitori e oppositori del presidente e un uomo non ben identificato ha aperto il fuoco contro un corteo di manifestanti pro-Morsi. Il bilancio è di 16 morti e 200 feriti.

International Business Times
 
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hayaty
view post Posted on 3/7/2013, 15:00




Egitto: carri armati alla tv di stato Esercito, "nessuna scadenza"

15:53 - 03 LUG 2013

I carri armati egiziani hanno circondato l'edificio della tv di Stato egiziana nel distretto di Mapero al Cairo. Lo staff all'interno del palazzo e' stato evacuato.
Un ufficiale dell'esercito, ha riferito alla Bbc lo staff della tv di Stato egiziana, ha invitato il personale a lasciare l'edificio.

ANCORA SCONTRI AL CAIRO, 18 I MORTI E 619 I FERITI
Almeno 18 persone sono morte e 619 sono rimaste ferite negli scontri delle ultime ore tra sostenitori e oppositori del presidente egiziano Mohamed Morsi. Lo ha riferito il ministero della Sanita' citato dall'agenzia ufficiale Mena. Le 18 persone morte sono rimaste uccise nei dintorni dell'Universita' del Cairo, dove i manifestanti islamisti hanno organizzato ieri una manifestazione in favore del presidente. Dei feriti, 201 sono ancora ricoverati in ospedale. Le persone rimaste ferite al Cairo sono 431 mentre altri 47 feriti si sono contati ad Alessandria, 25 a Beni Suef, a sud del Cairo, 21 ad Al Fayum sempre a sud del Cairo) e 18 a Luxor, nel sud del Paese.

FORZE ARMATE, NESSUNA SCADENZA PER COMUNICATI O ANNUNCI
Le Forze Armate egiziane hanno smentito le indiscrezioni filtrate in precedenza dagli stessi ambienti militari, precisando che non sono stati fissati orari di sorta per l'emissione di nuovi comunicati ne' per la pronuncia di eventuali annunci ovvero di discorsi alla Nazione. Non vi sara' dunque l'automatica divulgazione di una nota ufficiale dopo la scadenza dell'ultimatum di 48 ore impartito l'altroieri ai gruppi politici, che cadra' intorno alle 16,30.

EGITTO: FRATELLI MUSULMANI DISERTANO COLLOQUIO SISSI-ELBARADEI
Contrariamente a quanto inizialmente annunciato, i Fratelli Musulmani hanno disertato il faccia a faccia in corso al Cairo tra Mohamed ElBaradei, neo-numero uno della Coalizione 30 Giugno, cartello unitario delle forze di opposizione laiche e secolariste, e il generale Abdel Fattah al-Sissi, comandante supremo delle Forze Armate nonche' ministro della Difesa: lo ha precisato Waleed al-Haddad, portavoce del Partito per la Liberta' e la Giustizia, braccio politico del movimento islamista cui fa capo il controverso presidente Mohamed Morsi.
Haddad ha ammesso che i vertici militari avevano invitato anche il suo gruppo ma, ha sottolineato, "noi alle riunioni a invito non andiamo, di chiunque si tratti", perche' "un presidente gia' lo abbiamo, e questo e' quanto".
Presenti invece rappresentanti di 'Nour', il gruppo salafita alleato dei Fratelli Musulmani, e del movimento giovanile di protesta 'Tamarrud' (Ribellione; ndr), come pure il grande sceicco Ahmed al-Tayeb, responsabile dell'Universita' cairota di al-Azhar, il piu' importante centro al mondo d'insegnamento religioso dell'Islam sunnita, e papa Tawadros, capo della chiesa cristiano-copta. Nel corso dell'incontro, hanno riferito fonti oppositrici riservate, ElBaradei "chiedera' alle Forze Armate d'intervenire per fermare il bagno di sangue".


AGI
 
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hayaty
view post Posted on 3/7/2013, 15:17




Egitto: Morsi, meglio morire che essere condannati da storia

16:05 - 03 LUG 2013

Per il presidente egiziano Mohamed Morsi "e' meglio morire" piuttosto che "essere condannato dalla storia e dalle generazioni future": lo ha ribadito Ayman Ali, portavoce del controverso leader islamista del quale le forze di opposizione reclamano le dimissioni. "Per un presidente della Repubblica, che diversamente farebbe ritornare l'Egitto ai giorni della dittatura dai quali Allah e la volonta' del popolo ci hanno invece salvati, e' meglio morire in posizione eretta come quella di un albero", ha sottolineato il portavoce, "piuttosto che essere condannato dalla storia e dalle future generazioni per aver gettato via le speranze degli egiziani d'instaurare una vita democratica". Ali ha quindi ricordato come, nel suo discorso alla Nazione Morsi abbia puntualizzato di non essere attaccato al potere nel proprio esclusivo interesse, e di voler "adempiere le responsabilita' conferitegli quale primo presidente democraticamente eletto nella storia patria" con l'unico obiettivo di "difendere il sistema democratico".
Durante l'intervento in tv, il discusso capo dello Stato aveva avvertito che "il prezzo per preservare la legittimita' costituzionale e' la mia stessa vita".


AGI
 
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hayaty
view post Posted on 3/7/2013, 15:39




3 LUGLIO 2013

Speciale - Caos Egitto, diretta dal Cairo

Scade l'ultimatum che i militari avevano lanciato al presidente Morsi. La tv di Stato diffonderà un comunicato dell'esercito. Il colpo di Stato è ad un passo.
Live dal Cairo, lo speciale di Repubblica Tv.
 
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123 replies since 16/5/2013, 08:06   1128 views
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