30 aprile 2012 - 08:02
WIND JET. IL VENTO NON SOFFIA PIU’…La crisi di
Wind Jet, esplosa con grande fragore immediatamente dopo l’annuncio della firma dell’accordo per l’integrazione con
Alitalia, era risaputa da tutti e da tanto tempo, anche se in pochi si aspettavano che la situazione del vettore – disastrosa – venisse resa nota ai più proprio quando l’intesa con la nostra compagnia di bandiera era stata siglata.
A farne le spese – per primi – oltre 500 dipendenti licenziati in massa, il 90% assunti con contratto a tempo indeterminato. Il licenziamento è arrivato dopo mesi di attesa degli stipendi (mancano all’appello le mensilità di febbraio, marzo, aprile e le tredicesime del 2011).
Tante le motivazioni addotte dall’a.d. Stefano Rantuccio e dal patron della compagnia Antonino Pulvirenti, motivazioni che parlano di crisi del trasporto aereo (nonostante l’operatività di Wind Jet abbia visto un incremento del volato di oltre il 25% negli ultimi 5 anni) e di costi troppo elevati rispetto ai margini tanto esigui “concessi” dal mercato.
A tutto questo si aggiungono le richieste – ovvie e attese – delle banche, che hanno chiesto il rientro delle esposizioni debitorie pur conoscendo l’impossibilità di Wind Jet a fare fronte a questa pretesa.
Ciò che però stupisce – almeno noi – è la “disponibilità” dell’ENAC che, nonostante le enormi perdite della compagnia – 183.000 euro nel 2009, oltre 3 milioni nel 2010 e una stima di oltre 10 milioni per il 2011 – non ha attuato una procedura di verifica per appurare il suo grado di sicurezza economica e finanziaria.
Oggi ci chiediamo, quindi,
quali sicurezze sarà in grado di assicurare Wind Jet ai propri passeggeri: i titoli di viaggio attualmente circolanti verranno regolarmente onorati o, un bel mattino, scopriremo che i biglietti aerei già nelle mani dei consumatori saranno da considerare solo carta straccia?
Riteniamo perfettamente inutile invitare gli agenti di viaggio a considerare con la massima attenzione questo fattore per evitare – ipotesi neppure tanto campata in aria – di venir coinvolti nel futuro della compagnia, che si annuncia disastroso.
Autotutela