Mal d'Egitto

Fatti di Cronaca

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O t t a
view post Posted on 30/1/2014, 16:05




30 gennaio 2014

Alessandria d’Egitto, tre anni dopo Mubarak

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O t t a
view post Posted on 30/1/2014, 23:57




Saadi Gheddafi, vendetta. “Finanzia attentati terroristici in Egitto e Tunisia”

Pubblicato il 30 gennaio 2014 - 18.44

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Saadi al Gheddafi



Saadi Gheddafi, il figlio del dittatore libico noto in Italia per aver giocato con il Perugia, starebbe finanziando degli attentati terroristici in Tunisia, Libia ed Egitto contro i ribelli che cacciarono il padre. Lo sostengono la televisione qatariota Al Jazeera e il quotidiano tunisino Akher Khabar, riferisce Enrico Ventura su Libero.

Secondo Al Jazeera Saadi Gheddafi, rifugiatosi in Niger dopo la rivolta in Libia, starebbe finanziando diversi gruppi terroristici per degli attentati da compiere in Tunisia il 17 febbraio prossimo, anniversario dell’inizio della rivolta in Libia contro il regime di Gheddafi. Altri obiettivi possibili sono le ambasciate libiche all’estero, in particolare in Egitto e Tunisia.

Secondo gli stessi media ci sarebbero i sostenitori di Gheddafi anche dietro l’attentato che mercoledì 29 gennaio a Tripoli, in Libia, ha colpito il ministro dell’Interno libico Siddiq Abdel Karim, rivoluzionario della prima ora. La sua auto è stata investita da una raffica di colpi d’arma da fuoco.

Blitz Quotidiano
 
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O t t a
view post Posted on 3/2/2014, 18:28




3 febbraio 2014

Discoteche, cocktail e sogni democratici
La vita parallela dei giovani egiziani


Il Paese rimane ostaggio dello scontro esercito-islamisti. Nel privato i ragazzi della rivoluzione tradita vivono la modernità che tutti chiedono alla politica

Francesca Paci

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Sono settimane tormentate per l’Egitto che, nonostante due rivoluzioni e sei elezioni in tre anni, si ritrova intrappolato nell’antica fatale contrapposizione fra esercito e islamisti. Mentre il paese aspetta di conoscere la data del nuovo voto, quello che probabilmente incoronerà presidente il ministro della difesa el Sisi (lui non ha ancora sciolto le riserve ma sembra che ormai sia imminentissima la sua candidatura), interrogatori e paure si moltiplicano. Si aprirà un periodo di fascismo militare? Si tornerà alla stagione degli attentati jihadisti degli anni ’90? I sostenitori dei Fratelli Musulmani resteranno in piazza alzando il livello dello scontro con le forze dell’ordine? L’economia collasserà? Tra i numerosi pessimi segnali degli ultimi giorni, marchati dall’inasprimento della repressione e del controllo sul dissenso, occhieggia qualche raggio di sole, come la notizia del proscioglimento di diversi oppositori (compreso un cameramen di al Jazeera), il ritorno sullo schermo del comico Bassem Youssef (il cui show era stato chiuso perché critico di el Sisi), la possibilità per i civili di fare ricorso a una speciale Corte contro le sentenze emesse dai tribunali militari. Resta fortissimo il controllo su chiunque alzi la voce contro il governo tenuto per mano dall’esercito, resta in carcere l’intera leadership dei Fratelli insieme migliaia di membri, molti attivisti, resta congelato il sogno democratico sbocciato a Tahrir nel 2011. Ma la domanda vera, sotterranea, silenziosa, a questo punto determinante, è se emergerà un terzo Egitto, né con i militari nè con gli islamisti, una società consapevole di doversi a un certo punto emancipare dal padre-padrone e fare i conti con la modernità che i suoi figli vivono già nel privato.

Solo il tempo potrà dare una risposta. Ma nel paese ci sono già i semi di una vita parallela rispetto a quella politica vagheggiata nel 2011 e persa nei mesi successivi (o lasciata svanire o scippata o tradita...). C’è per esempio una fioritura di giornali, canali televisivi privati, associazioni, gruppi musicali e teatrali, che moltiplicano di fatto il pluralismo dribblando la pur severa censura con gli strumenti delle nuove tecnologie. Ci sono le ragazze riunite nelle “Tahrir Bodyguard” che, diversamente dal passato, hanno reagito alle pesantissime molestie sessuali contro le donne denunciando in tv le violenze e organizzando corsi di autodifesa. Ci sono gli artisti che producono lavori a getto continuo (alcuni interessanti altri meno) tanto da indurre un veterano della Biennale di Venezia e del mercato internazionale come Khaled Hafez a mettere su una specie di accademia per aiutare i più capaci e inesperti a crearsi il proprio brand. Ci sono scrittori come il trentenne Ahmed Mourad, popolare autore di gialli tradotti anche in Italia nonché fotografo ufficiale della Presidenza, che ha deciso di far rivivere l’un tempo mitico cinema egiziano (ha trovato 60 milioni di pound egiziani da tre produttori locali e ha cominciato a girare il suo film). Ci sono le lunghe notti del Cairo che i giovani sconfitti in piazza (per ora) ma non nel cuore trascorrono a discutere di politica (anche piangendosi addosso), bere birra, ballare.

Sì, ballare. Anche di giovedì e venerdì sera, vigilia e day after del giorno della preghiera, quando decine di ragazzi s’infilano in un vicolo buio di Downtown - spazzatura in terra, strada sterrata, poveracci che trascinano carretti di cartoni da riciclare - e vengono ingoiati da un condominio malmesso, mille finestroni ciechi, umidità, un groviglio di case popolari da cui piano piano e poi sempre più forte arriva una musica dance. E’ l’After Eight, locale storico frequentato già dai genitori e forse dai nonni dei nuovi avventori. Dentro è un altro mondo: luci basse, arredo underground e atmosfera da proibizionismo americano. Si bevono cocktail, vino, birra (prezzo medio sui 5/6 euro ma per l’Egitto bisogna poterselo permettere), si chiacchiera seduti ai tavoli, si balla in pista. Alla consolle c’è una donna sui 50, sigaretta in bocca, torcia in una mano per selezionare i cd e con l’altra il controllo maestro del mixer fluttuante dal pop anni ’80 alla musica araba tradizionale a super hit delle discoteche di tutto il mondo. Alza lo sguardo dalla musica solo per ammiccare a quelli che vengono qui per lei e indipendentemente dal lavoro del mattino dopo restano fino alle 3, anche alle 4. Lei, dicono tutti, è una leggenda. Sposata, divorziata, artista, dj, amante di uomini e donne, serena nell’essere moglie, single e poi anche altro. E’ il terzo Egitto? Di sicuro all’After Eight non c’è nulla della dicotomia avvelenata militari-islamisti ma c’è tantissimo di quanto c’era all’inizio in piazza Tahrir. E’ poco rappresentativo, riparato seppure non nascosto, velleitario. Ma c’è, è tangibile, respira e merita di essere scoperto e raccontato.

La Stampa
 
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O t t a
view post Posted on 4/2/2014, 09:42




Egitto: blitz dei militari in Sinai, 30 morti

Nella penisola stillicido di attacchi, 70 vittime da gennaio. Al Cairo rinviato a giudizio leader Fratelli Musulmani. Ministro degli Esteri egiziano in visita in Italia


04 febbraio 2014

AL ARISH (SINAI) - E' di "30 terroristi uccisi e altri 14 feriti" il bilancio di una offensiva dell'esercito egiziano in Nord Sinai. Nel blitz, a Rafah e a Cheikh Zowayyed, sono state distrutte 12 abitazioni dove "si nascondevano i terroristi".

Sale ad almeno 70 il totale dall'inizio di gennaio nella regione al confine con Israele: le forze egiziane sono schierate sul campo, a migliaia, da mesi, in uno stillicidio di attacchi, raid aerei, attentati, attacchi e controguerriglia

L'offensiva militare si concentra soprattutto a Rafah e sheikh Zowaeed, teatro ieri di un raid con elicotteri Apache che ha causato la morte di 13 terroristi.

La scorsa settimana i qaedisti hanno annunciato l'abbattimento proprio di un elicottero, ma i militari hanno smentito.

In Italia intanto visita del ministro degli Esteri egiziano Nabil Fahmy, prima tappa del tour
europeo, che ha avuto un colloquio di oltre un'ora, alla Farnesina, con il ministro degli Esteri Emma Bonino: "E' stato un incontro molto costruttivo", ha detto Fahmy. Italia e Ue sono "preoccupate per un approccio troppo focalizzato sulle questioni di sicurezza che escluda i gruppi dell'opposizione dal processo politico" in Egitto: ha detto Emma Bonino nel corso dell'incontro "ha inoltre incoraggiato le autorità egiziane a concentrarsi sulle riforme economiche e finanziarie necessarie, promettendo il contributo italiano alla crescita" con progetti di cooperazione soprattutto nel sociale.

Al Cairo il leader dei Fratelli musulmani, Mohammed Badie, è stato rinviato a giudizio con altre 50 persone con l'accusa di aver incitato i manifestanti a opporre resistenza alle forze di sicurezza, durante l'operazione contro il sit-in dei sostenitori del presidente deposto Mohammed Morsi ad agosto scorso al Cairo. Lo ha fatto sapere la procura egiziana. I sostenitori di Morsi erano rimasti accampati nella zona est del Cairo per quasi due mesi prima dell'intervento della polizia, in cui furono uccise almeno 600 persone. Morsi, Badie e altri esponenti della Fratellanza erano già stati incriminati per altre accuse, molte delle quali prevedono la pena di morte. I processi fanno parte di una campagna lanciata dalle autorità contro il gruppo islamico, definito recentemente un'organizzazione terroristica.

Repubblica
 
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tom61
view post Posted on 16/2/2014, 14:39




Esplosione su un autobus di turisti a Taba al ritorno dal Monastero di Santa Caterina
 
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hayaty
view post Posted on 20/2/2014, 15:12




Egitto: esplosione su bus turisti, "ci sono vittime"
L'incidente è avvenuto sul versante egiziano del valico di Taba

17 febbraio, 10:17


Una forte esplosione ha investito un bus di turisti sul versante egiziano del valico di Taba (Mar Rosso), al confine fra Egitto ed Israele. Stando a fonti della sicurezza egiziana i morti sarebbero quattro e sarebbero tutti di nazionalità coreana. Almeno 29 invece i feriti, 15 dei quali in gravi condizioni. Sull'autobus viaggiavano circa trenta turisti.

Intanto continuano a susseguirsi notizie contrastanti sia sulle modalità dell'attentato sia sulla direzione dell'autobus sul quale sono morti i turisti. Secondo alcune fonti della sicurezza egiziana, il mezzo proveniva dal monastero di Santa Caterina, nel sud del Sinai, per rientrare in Israele. Altre fonti sostengono che l'autobus provenisse da Israele ed avesse appena attraversato la frontiera di Taba, apparentemente diretto verso il monastero. Divergenti anche le versioni di come sia avvenuta l'esplosione. Per alcune fonti il mezzo potrebbe essere stato oggetto di un attentatore suicida che si è fatto esplodere. Resti umani sono stati infatti trovati tra i rottami. Altra ipotesi è quella di un missile sparato non si sa da quale direzione oppure una bomba posta sulla strada, fatta esplodere con un comando a distanza. Sul posto si trovano tecnici della sicurezza e dell'esercito per accertare questi dati.

Al momento non risulterebbe nessuna vittima italiana nell'esplosione del bus turistico nei pressi di Taba nel Mar Rosso. E' quanto si precisa alla Farnesina sottolineando però che le verifiche sull'eventuale coinvolgimento di connazionali è ancora in corso.

La polizia israeliana ha comunque confermato che è stata dovuta a un "attacco terroristico" l'esplosione avvenuta al valico di Taba, fra Egitto ed Israele.

Per rimarcare la gravità dell'incidente, per la prima volta dalla firma del trattato di pace tra Egitto ed Israele, nel 1978, i due governi hanno deciso di chiudere la frontiera di Taba dopo il grave attentato di oggi contro l'autobus di turisti.


ANSA
 
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hayaty
view post Posted on 20/2/2014, 15:30




Egitto: al Qaida rivendica attentato Taba
Ieri governo egiziano ha confermato attacco kamikaze

18 febbraio, 08:30

I 'partigiani di Gerusalemme' (Ansar Beit el Maqdis) il gruppo qaedista attivo in Sinai ha rivendicato l'attentato di domenica contro un autobus di turisti a Taba, nel Mar Rosso. Il gruppo ha detto che "uno dei suoi eroi" ha compiuto l'attentato. Ieri il governo egiziano ha confermato che si è trattato di un attacco kamikaze. I qaedisti egiziani sono protagonisti di una fiammata di attacchi, compresi quelli al Cairo del 24 gennaio scorso, i primi nella storia della capitale.


ANSA
 
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O t t a
view post Posted on 22/4/2014, 18:18




Egitto: trovata bomba davanti chiesa al Cairo, evitata strage

22 aprile 2014

Il Cairo - Una bomba fabbricata artigianalmente è stata trovata questa mattina davanti alla chiesa della Vergine Maria al Cairo, nella zona sud-occidentale del 6 Ottobre. Lo riferiscono fonti della sicurezza locale, spiegando che gli artificieri sono immediatamente entrati in azione per disinnescare l'ordigno ed evitare una strage.

Al momento il tentato attacco non è stato rivendicato. Nella stessa zona il 28 gennaio una sparatoria condotta da miliziani islamici vicino alla chiesa ha portato all'uccisione di un poliziotto.

Libero
 
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O t t a
view post Posted on 26/4/2014, 15:44




La notizia sul sito di al Arabiya

Egitto, annullato il campionato di narghilè
Violerebbe l'accordo antitabacco sottoscritto con l'Oms, ha spiegato il ministro della Salute. Secondo uno studio recente la quantità di fumo inalata in un'ora con questa pipa ad acqua equivale a quella di 100 sigarette

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Cairo, fumatore di shisha (foto AP Photo)


25 aprile 2014 - 17,17

L'Egitto ha vietato il "campionato mondiale di shisha" o narghilè, perché "violerebbe l'accordo internazionale antitabacco sottoscritto dall'Egitto con l'Organizzazione mondiale della Sanità".

Lo ha dichiarato il ministro della Salute egiziano Adel Adawi - stando a quanto scrive il sito di al Arabiya - che ha aggiunto che "verranno prese misure legali contro gli organizzatori del campionato" che si sarebbe dovuto tenere in questi giorni al Cairo.

Secondo uno studio dell'Organizzazione mondiale della Sanità, condotto nel 2008, la quantità di fumo inalata in un'ora con questa pipa ad acqua - accompagnato da aromi dolci, come vaniglia, menta e cannella - equivale a quella di oltre 100 sigarette.

rainews
 
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O t t a
view post Posted on 30/4/2014, 15:54




28 aprile 2014

Egitto, condannati a morte 683 Fratelli Musulmani

Il Cairo - Il pugno di ferro contro dissidenti e oppositori prosegue in Egitto. Una nuova raffica di condanne a morte è stata pronunciata ieri dai giudici di un tribunale a sud del Cairo per quasi 700 Fratelli musulmani nell’ambito del processo che vede imputati oltre 1.200 pro-Morsi accusati per le violenze dello scorso 14 agosto.

Le prime critiche internazionali sono immediate: da Amnesty International che parla di processi iniqui e giustizia arbitraria al segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon che teme anche per la stabilità del paese e della regione, passando per la Casa Bianca, che chiede l’annullamento delle sentenze.

In un altro procedimento è stato dichiarato fuorilegge il Movimento 6 Aprile, motore della rivoluzione anti Hosni Mubarak del 2011, accusato di avere diffamato il Paese e di spionaggio. Il tribunale ha chiesto di chiudere i suoi uffici e di vietare tutte le attività politiche, l’organizzazione di dibattiti e manifestazioni.

I leader del gruppo laico, che si oppone al movimento islamico, sono in carcere dopo essere stati condannati con l’accusa di disordini e incitamento alla violenza e per aver violato la legge sulle dimostrazioni. La giustizia egiziana dunque non fa sconti e procede spedita nella sua svolta repressiva.

Con una decisione che ha destato ancora una volta sconcerto e indignazione in tutto il mondo, il tribunale di Minya in Alto Egitto ha condannato a morte in prima istanza 683 pro-Morsi, tra cui la loro guida spirituale Mohamed Badie.

La Corte ha deferito il dossier al Gran Muftì d’Egitto e ha fissato al 21 giugno la data in cui verrà emesso il verdetto finale. Lo stesso tribunale ha poi comminato l’ergastolo a altri 492 pro-Morsi, su un totale di 529 persone condannate già in primo grado alla pena capitale il 24 marzo scorso.

Per i restanti 37 è stata invece confermata la condanna a morte. Ma i loro legali ricorreranno in appello, mentre la procura generale ha annunciato che impugnerà tutte le sentenze pronunciate dalla Corte. La maggior parte degli imputati sono contumaci. Sono accusati di violenze, scontri e partecipazione a manifestazioni non autorizzate a Minya e dintorni lo scorso 14 agosto sulla scia delle sanguinose proteste avvenute lo stesso giorno al Cairo con centinaia di morti.

La Fratellanza è insorta e ha usato parole dure contro la magistratura accusandola di commettere nuovi crimini contro l’umanità, mentre scontri sono esplosi all’Università di Minya, ad Alessandria e ad al Azhar al Cairo tra forze dell’ordine e studenti.

Il processo per gli oltre 1.200 «terroristi» era iniziato il 22 marzo. Le prime 529 condanne al patibolo erano arrivate solo due giorni dopo sollevando già alloro una ondata di proteste a livello internazionale. Il primo aprile il ministro degli Esteri egiziano, Nabil Fahmi, si era difeso all’Europarlamento affermando che le 529 condanne a morte «non erano ancora un verdetto». Fahmi aveva poi cercato di rassicurare sul fatto che per tutti quelli che vengono giudicati «nell’ambito del sistema legale» del suo Paese sono comunque previsti «tre gradi di giudizio».

Il Secolo XIX
 
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O t t a
view post Posted on 30/4/2014, 16:13




Egitto: leader Fratelli musulmani contro condanne a morte, golpe finira'

30 Aprile 2014 - 13:16

Il leader dei Fratelli musulmani Mohamed Badie ha oggi aspramente criticato la sentenza di morte emessa contro di lui e altri 682 membri del gruppo islamista egiziano, insistendo provocatoriamente sul fatto che il ''golpe'' che ha rovesciato il presidente Mohamed Morsi lo scorso luglio, sara' a sua volta sconfitto. Il verdetto emesso dal tribunale egiziano, il secondo nell'arco di due mesi, ha sollevato numerose critiche fra cui quelle degli Stati Uniti che hanno nuovamente chiesto al governo del Cairo di ribaltare la sentenza.

ASCA
 
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O t t a
view post Posted on 1/5/2014, 09:14




USA chiede a Egitto di annullare le 1200 condanne a morte

Scritto da Aurora Scudieri

1 maggio 2014

egitto-condanne


Associazioni in difesa dei diritti dell’uomo si sono già mobilitate per chieder l’annullamento delle condanne a morte di massa e ora anche gli Stati Uniti, inseguito all’ultimo processo che ha visto infliggere la pena capitale a quasi 700 partigiani pro Morsi, ha deciso di intervenire per chieder all’Egitto di annullare le condanne.

La richiesta presentata nei confronti del Cairo è quella di annullare sia queste ultime sentenze che quelle decretate a fine marzo contro altre 500 persone.
Il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, ha infatti denunciato “l’ultimo verdetto come quello del mese scorso” come “una violazione delle regole più elementari della giustizia internazionale” parlando di “un precedente pericoloso”.
Entrambi i processi, infatti, si sono svolti in poche ore e durante questi è stato impedito ai legali degli imputati di presentare la propria linea di difesa.

“Gli Stati Uniti sono molto preoccupati delle conseguenze per i processi e alle condanne di massa in Egitto, in particolare per la condanna a morte dei 683 imputati” scrive Carney in un comunicato diffuso alla stampa internazionale.
“Questo verdetto è totalmente incompatibile con il rispetto delle regole dei diritti dell’uomo alle quali l’Egitto deve sottostare. I dirigenti egiziani devono prendere posizione contro queste misure illogiche e riconoscere che la repressione della contestazione pacifica non farà che alimentare l’instabilità e la radicalizzazione che l’Egitto vuole impedire. Chiediamo al governo egiziano di mettere fine ai processi di massa, di annullare le condanne e di fare in modo che ogni cittadino benefici di un processo giusto”.

Il Dipartimento di Stato americano ha anch’esso denunciato queste nuove condanne “insensate” contro i partigiani dei Fratelli musulmani e del presidente Mohamed Morsi.
Con loro il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon il quale si è detto molto preoccupato per queste condanne “che non sembrano rispettare le regole di base di un processo giusto”.

L’ambasciatore egiziano a Washington ha immediatamente risposto a queste dichiarazioni “critiche degli Stati Uniti” affermando l‘indipendenza della giustizia egiziana e ricordando che le condanne potranno essere contestate in un regolare appello.
Anche il ministro egiziano degli affari esteri, Nabil Fahmy, ha parlato di relazioni difficili con gli Stati Uniti se la Casa Bianca non riconosce “l’esistenza di un nuovo Egitto con un popolo forte e esigente che non accetterà pressioni esterne”.

Il Messaggero
 
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O t t a
view post Posted on 1/5/2014, 15:28




Egitto: 21 bambini in carcere, accusati di far parte di Fratelli

30 APRILE 2014 - 15:32

Il Cairo - Il tribunale correzionale di Ismailia, nel nord dell'Egitto, ha condannato 21 minorenni, tutti di eta' inferiore ai 14 anni e accusati di far parte del movimento dei Fratelli musulmani, a pene detentive che variano dai tra i 6 mesi e i due anni. Lo riferiscono fonti giudiziarie ai media di Stato egiziani. Nove dei bambini, secondo la fonte, sono stati condannati in abstentia. Dopo esser stata estromessa dal potere nel luglio del 2013, la Fratellanza musulmana e' stata dichiarata fuori legge dalle autorita' del Cairo nello scorso dicembre.

AGI
 
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O t t a
view post Posted on 2/5/2014, 15:12




Oltre una decina i feriti

Egitto: attacchi kamikaze nel Sinai e al Cairo: almeno due morti
Nella capitale una bomba è esplosa vicino al tribunale. Altri due attentati nel Sinai: il primo in un checkpoint a El-Tur, sulla strada che collega il Cairo con Sharm El-Sheik. Il secondo sulla stessa strada più a sud su un autobus di trasporto locale


02 maggio 2014

Il primo attentato è avvenuto al Cairo, nel quartiere di Heliopolis, dove una bomba artigianale è esplosa in un posto di blocco della polizia vicino al tribunale uccidendo un poliziotto e ferendone altri tre. Altre fonti parlerebbero di due poliziotti morti. Qualche ora prima nel corso di altri due distinti attacchi suicidi nel Sinai un soldato egiziano è morto e nove persone sono rimeste ferite. Il primo è avvenuto in un checkpoint a El-Tur, una città sulla strada che collega il Cairo con la località turistica di Sharm El-Sheik sul Mar Rosso. Un'altra bomba era stata fatta esplodere contro un bus ferendo 5 egiziani che lavorano nel settore turistico.

Gli attacchi in Egitto sono aumentati da quando il presidente dei Fratelli Musulmani Mohamed Mursi è stato deposto lo scorso luglio. Nella maggior parte dei casi nel mirino ci sono le forze dell'esercito del Paese, anche se lo scorso febbraio tre turisti sud coreani sono morti in seguito ad un attacco contro un pullman turistico. L'esercito ha avviato una campagna contro i gruppi armati islamici nel nord del Sinai, la cui influenza è cresciuta dopo le rivolte che nel 2011 hanno rovesciato la presidenza di Mubarak.

Rainews
 
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