Mal d'Egitto

Cattolici e copti

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hayaty
view post Posted on 12/12/2011, 17:05 by: hayaty




Un pensiero per l’Egitto alla cena di Santa Lucia
Antonios Naguib, patriarca copto-cattolico: «Ripartiamo dal fattore umano» Una parte dei fondi è destinata alla popolazione egiziana, per costruire la pace

11 dicembre 2011


Crede che i giovani, e in particolare la loro educazione, siano la chiave di volta per costruire un solido dialogo interreligioso. Antonios Naguib, patriarca copto-cattolico d'Egitto, sposa l'ideale sotteso all’edizione 2011 della cena di santa Lucia, che andrà in scena domani sera al centro congressi papa Luciani di via Forcellini: «Ripartire dal fattore umano».

Parte dei fondi raccolti nel corso della serata saranno destinati ad un progetto che ha come protagonista l'Egitto. Una terra che sta subendo una trasformazione epocale a seguito di una sanguinosa rivolta che ha ricevuto continua linfa dalla componente più giovane della società.

Ora che il regime è decaduto, Sua Eccellenza Naguib chiede «aiuto per costruire una pace duratura».

E' lecito nutrire speranze per un cammino più sereno e democratico per l'Egitto?

«La nostra speranza rimane sempre ferma, nonostante i risultati delle elezioni. L’antica civiltà egiziana ispirerà il nostro popolo a trovare la giusta via per una convivenza pacifica e fraterna. Quindi è lecito nutrire speranza per un cammino verso la vera democrazia, ma sarà necessario tempo. Dopo un lungo periodo di regime, questo cammino potrà essere faticoso e pieno di sfide, ma non è escluso un risultato finale ricco di buoni frutti. Tra i musulmani molti intellettuali e uomini di cultura mirano al bene del Paese, nel quadro di uno stato democratico».

Qual è oggi il ruolo della Chiesa cattolica nella nuova e mutevole situazione egiziana?

«Come ha detto il Santo Padre, la pace non è solo oggetto di negoziazioni e di patti umani, ma è il grande dono di Dio agli uomini. La nostra Chiesa, in questo ultimo periodo, ha organizzato degli incontri con i sacerdoti e con gruppi di laici, per la formazione socio-politica, e per la spiegazione del processo delle elezioni e dei programmi e gli orientamenti dei vari partiti. Abbiamo incoraggiato tutti a compiere il dovere sacro di partecipare alle elezioni, per il bene del nostro amato Paese, in questo momento storico decisivo».

La cena di Santa Lucia propone in questo momento di ripartire dall'educazione dei giovani e del popolo: è possibile che lo sviluppo abbia una strada così «semplice» come quella che prevede di «ripartire dal fattore umano»?

«Questa visione è giusta, poiché è basata sulle forze vive della società. Soprattutto i giovani sono i costruttori del presente e la speranza del futuro. Loro possono essere animatori di gruppi del popolo per un processo di sviluppo sostenibile. Perciò è necessario indirizzare tanti giovani a questa causa: è una vera missione valida per tutti. Anche nel processo socio-polico attuale in Egitto, i giovani hanno avuto il ruolo fondamentale nella rivoluzione del 25 Gennaio 2011. Cercano un futuro migliore, che garantisca loro un lavoro stabile, giustizia, uguaglianza».

Come il mondo occidentale e il popolo italiano possono aiutare l'Egitto e i giovani egiziani a credere in un futuro positivo?

«Siamo consapevoli della difficile situazione mondiale attuale, sia a livello economico, politico che morale. Ma il modello e l’apporto dell’Occidente restano sempre importanti e influenti. In esso possiamo trovare modelli validi di democrazia, basata sui diritti naturali dell’uomo, sulla convivenza e sul rispetto dell’altro. In modo particolare una parte importante e costruttiva dell’Italia cerca di rimanere fedele alle radici e ai valori cristiani. L’esempio di tanti italiani che si impegnano per la formazione e la partecipazione alla vita socio-politica nella società può essere di grande ispirazione ai nostri giovani egiziani».


Il Mattino
 
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