Mal d'Egitto

Copti e musulmani

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hayaty
view post Posted on 29/4/2007, 08:16




I cristiani copti in Egitto: una comunità assediata

News del 28-04-2007

In Egitto, la Chiesa copta ortodossa mantiene alto il livello d'allerta; per le strade di Alessandria e del Cairo, i cristiani vengono quotidianamente offesi dai loro connazionali, influenzati dall'ondata di fondamentalismo islamico.

Negli ultimi mesi, i Fratelli musulmani hanno infatti dato dimostrazioni di forza. Lo scorso novembre, hanno esibito il proprio braccio armato all'Università islamica di al-Azhar.
Poche settimana fa, inoltre, Mohammed Mahdi Akef, leader del gruppo religioso, ha ribadito che i copti dovrebbero essere trattati come dhimmi, non musulmani sotto protezione, e pertanto obbligati a pagare una tassa per continuare a vivere in Egitto.

Il governo del Cairo sta provando a mettere la museruola agli esponenti più fanatici tra i Fratelli musulmani, numerosi anche gli arresti, sembra però rimanere inerme quando si tratta di difendere la comunità copta.
Il regime continua a mantenere in vigore una legge restrittiva del 1934 per la costruzione di chiese. Secondo la normativa, infatti, un luogo di culto cristiano deve essere costruito a più di cento metri da una moschea, mentre quest'ultima può anche essere edificata davanti a una chiesa.

Inoltre, la comunità copta deve richiedere il permesso agli abitanti musulmani del luogo e all'ingegnere progettista dell'area, prima di presentare la domanda di costruzione.
Le difficoltà, però, non sono terminate.
In Egitto, infatti, è ancora in vigore il decreto Hamayonico, risalente all'impero Ottomano, secondo il quale è il presidente della Repubblica che deve rilasciare un permesso scritto per poter costruire una chiesa.

«È una legge mantenuta per impedire ai cristiani il diritto di culto - sostiene Adly Abadir Appare, pertanto, assurdo che si continui a rispettare una legge contro i diritti universali dell'Uomo».

A causa delle restrizioni legislative, il numero di chiese in Egitto non è pertanto proporzi onato alla popolazione copta. I fedeli cristiani sono quindi costretti a percorrere diversi chilometri per trovare un luogo di culto cristiano in cui pregare.
Anche durante l'ultima Pasqua le famiglie copte che, a causa della dilagante povertà non hanno un mezzo di trasporto, hanno dovuto affrontato viaggi estenuanti parte in autobus e parte a piedi per raggiungere la chiesa più vicina.

Il governo è accusato di lasciare i cristiani senza chiese, in modo che questi questi abbandonino la propria fede e le nuove generazioni abbraccino l'islam. Abadir, inoltre, spiega che ci vogliono dai tre ai cinque anni per ottenere un permesso dal presidente.
«Noi, però, non abbiamo mai perso la speranza - racconta l'attivista egiziano, che è stato in prigione per rivendicare i diritti dei cristiani - Anche quando le nostre domande sono state respinte non ci siamo arresi». Le privazioni a cui sono sottoposti i copti hanno reso la comunità più unita e più forte.
Nonostante, preti e suore siano stati feriti e uccisi e le chiese bruciate, i fedeli hanno continuato a compilare domande su domande per ricostruire i propri luoghi di culto.

I cristiani hanno eretto le chiese, a volte, con le loro stesse mani. Dopo i violenti scontri ad Alessandria nel 2005 contro la comunità cristiana, numerosi copti sono tornati dagli Stati Uniti per dare sostegno materiale ed economico.
Le banche, infatti, controllate dal regime, bloccano i finanziamenti dall'estero per la costruzione di chiese.

I fedeli cristiani, inoltre, continuano a subire quotidianamente umiliazioni, da parte di alcuni esponenti del governo. «Fino a qualche anno fa, dovevamo chiedere la firma del presidente anche per aggiustare una finestra di una chiesa - dice un fedele copto - Dal 2005, invece, il permesso ci può essere rilasciato da un governatore provinciale.
Le difficoltà, però, non sono diminuite». Lo Stato, infatti, non sembra intenzionato ad alleviare le discriminazioni. Ci sono stati casi di chiese che hanno dovuto at tendere quattro anni, per poter riparare anche un gabinetto. Nei quotidiani locali, inoltre, vengono pubblicati, con il beneplacito delle autorità, annunci di lavoro, in cui si specifica che «non si vogliono cristiani».

La comunità internazionale, però, sembra ignorare la richiesta d'aiuto dei cristiani in Egitto. La sicurezza dei copti, infatti, è spesso sacrificata alle ragioni di Stato.
«Il governo ha anche smesso di fare censimenti - spiega Abadir - Le autorità sostengono che i copti sono quattro milioni. In realtà, costituiamo circa il 20 per cento della popolazione».

Lo Stato è interessato a dichiarare un numero inferiore di copti per impedire la costruzione di chiese.
Se, infatti, la percentuale di cristiani non è sufficiente in un'area, il governo può negare il permesso di edificare un luogo di culto.
I copti, però, non hanno smesso di tatuarsi la croce sul polso, di sfidare le restrizioni delle autorità e le offese da parte degli islamici.
La comunità, infatti, ha già inviato altre richieste per la costruzione di più chiese.

Anna Mahjar Barducci

Nuova Agenzia Radicale
 
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hayaty
view post Posted on 29/4/2007, 08:34




EGITTO: NIENTE CARTA D'IDENTITA' PER COPTI 'RICONVERTITI' A CRISTIANESIMO

Il Cairo, 26 apr. - (Aki) - Resteranno musulmani, almeno sulla carta, 10 cittadini egiziani copti che, dopo essersi convertiti all'Islam, hanno rinnegato la fede musulmana per tornare al cristianesimo. Lo ha stabilito un tribunale del Cairo che ha affermato di non poter obbligare il ministero degli Interni egiziano ad emettere per loro nuovi documenti d'identità.
In un paese come l'Egitto la questione riveste un carattere amministrativo, oltre che spirituale, dato che sulla carta d'identità di ogni egiziano è riportata obbligatoriamente anche la sua appartenenza religiosa. Per questo una decina di copti convertiti, dopo aver abiurato la fede islamica ed essere ritornati al cristianesimo, con tanto di professione di fede pronunciata di fronte alle autorità copte, hanno richiesto al ministero degli Interni di fornirli di nuovi documenti di identità.
Ma il dicastero si è rifiutato, adducendo l'impossibilità di abiurare la fede islamica, secondo i dettami della sharia. In base alla legge coranica, infatti, l'Islam vieta ai suoi fedeli di passare ad un altro credo religioso e chi pronuncia la "shahada" o professione di fede, sarà considerato per sempre musulmano.
La sentenza, emessa dal tribunale del Cairo, spiega che "il tribunale non può accogliere la richiesta dei cittadini", che chiedevano alla magistratura di obbligare il ministero ad emettere nuovi documenti, poiché "né questo, né altri tribunali sono in grado di vedere nel profondo del cuore di un uomo, dove solo Dio può arrivare". La comunità copta d’Egitto, circa 9 milioni di persone, costituisce il 10 per cento della popolazione egiziana, a maggioranza musulmana.

26-Apr-07 12:55

Adnkronos International



 
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falak
view post Posted on 11/5/2007, 19:26




EGITTO: SCONTRI TRA CRISTIANI E MUSULMANI VICINO IL CAIRO, 9 FERITI

(ASCA-AFP) - Il Cairo, 11 mag - Nove persone sono rimaste
ferite oggi in scontri tra musulmani e cristiani a sud de Il
Cairo.
I disordini, avvenuti nel villaggio di Bahma, circa 25 km
dalla capitale, sono stati provocati dalla rabbia dei
musulmani per i piani per ampliare una chiesa in una striscia
di terra contesa tra la chiesa e una moschea.
Dopo le preghiere del venerdi', i fedeli hanno cominciato
a distribuire nella principale moschea del villaggio
volantini in cui era scritto: ''Condanniamo la costruzione di
chiese nella nostra bella citta'''.
''Un residente locale copto ha trovato uno di questi
volantini, ha radunato altri cristiani, recandosi poi insieme
a loro alla moschea'', ha raccontato all'Afp un responsabile
della sicurezza.
Copti e musulmani si sono lanciati gli uni contro gli
altri pietre e bastoni, provocando il ferimento di nove
persone.

Fonte:ASCA

 
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falak
view post Posted on 12/5/2007, 20:18




Egitto: Rivolta Per Chiesa, Polizia Arresta 59 Musulmani

(AGI) - Il Cairo, 12 mag . - La polizia egiziana ha arrestato 59 militanti islamici accusati di aver incendiato 25 case e 5 negozi di cristiani copti per protestare contro la costruzione di una chiesa in un villaggio a sud del Cairo. Gli arrestati saranno incriminati per incendio doloso e incitamento alla violenza settaria. Gli scontri, in cui sono rimasti feriti 11 cristiani, sono avvenuti a Behma, 60 chilometri a sud della capitale egiziana, gia' teatro di un'analoga rivolta nel febbraio 2006. Dopo gli accesi sermoni contro la nuova chiesa pronunciati nelle moschee del villaggio durante la preghiera del venerdi', centinaia di fedeli delle due religioni si sono affrontati nelle strade con bastoni e bottiglie incendiarie. I copti, i cristiani d'Egitto, rappresentano il 10 per cento della popolazione e contestano l'obbligo di dover chiedere l'autorizzazione per costruire le chiese, a differenza di quanto avviene per le moschee.



Fonte:Agi
 
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Ghiacciolino!!
view post Posted on 27/5/2007, 20:57




www.copts.com

date un'occhiata a questo sito. I cristiani egiziano si trovano in una situazione di vera e propria discriminazione.
 
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donzy
view post Posted on 28/5/2007, 13:14




è da un bel po di tempo che i cristiani in egitto sono in questa situazione......hanno dovuto subire di tutto nel passato e ancora oggi subiscono....
 
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falak
view post Posted on 15/6/2007, 20:29




Egitto: Scontri Tra Musulmani e Cristiani Copti In Varie Localita'

(ASCA-AFP) - Il Cairo, 15 giu - I giornali egiziani hanno riferito il succedersi di violenti scontri tra la popolazione musulmana e quella cristiana copta, ad Alessandria ed in altre localita' dell'Egitto. Diverse persone sono rimaste ferite nei disordini e la polizia ha arrestato fino ad ora 48 persone appartenenti alle due confessioni religiose .

Ven 15 Giugno, 16.18

Yahoo Notizie

 
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falak
view post Posted on 21/6/2007, 19:09




A mio parere articolo molto interessante...


image Se fossi copto

Se fossi Copto, inonderei l'Egitto e il mondo, dei fatti sul clima generale di pressione che vivono oggi i copti in Egitto Se fossi copto, renderei noto al mondo le ingiustizie causate a molti Copti in Egitto dal 1952 (gli ufficiali della rivoluzione, Free Officers Revolution).

I Copti, infatti, non ottengono posizioni politiche e esecutive di alto livello che invece meritano, per non parlare poi delle loro rare rappresentanze in Parlamento.

Se fossi Copto, creerei una commozione in Egitto e nel mondo, sul fatto che pago tasse con cui lo stato finanzia l'Università Al-Azhar, mentre [Al-Azhar] non consente ai Copti di studiare nei propri istituti".

Se fossi Copto, promuoverei un'agitazione enorme nel mondo, perché le mie tasse finanziano la costruzione di dozzine di moschee, ma dal 1952 lo Stato egiziano non ha partecipato all'edificio di una singola chiesa, salvo la partecipazione del Presidente Gamal Abd Al-Nasser nel finanziamento della costruzione della Cattedrale St. Marc in Al-Abasiyya 40 anni fa...

Se fossi Copto, pubblicherei articoli uno dopo l'altro su come i media [egiziani] ignorano argomenti [che mi riguardano] e [su come non tengono in conto] delle mie festività religiose - come se io e Copti non esistessimo in Egitto.

Se fossi Copto, direi al mondo intero [come] la storia Copta dell'Egitto [è stata manipolata] nel curriculum scolastico egiziano e come il materiale di studio per la lingua araba non [include] più testi letterari, qasidahs, poesia, storie, giochi e leggende, ma [soltanto] testi islamici che [fanno parte] del materiale di studio della religione per le classi di studenti mussulmani.

Se fossi Copto, inonderei il mondo con lamentele per la sofferenza data ai Copti per ottenere una licenza per costruire una chiesa. I Copti devono utilizzare i propri fondi personali [per edificare un luogo di culto cristiano], non hanno accesso ai fondi delle tasse pubbliche, che loro stessi pagano.

Se fossi Copto, metterei il mondo in ginocchio, a causa delle cose terribili che alcuni scrittori musulmani scrivono e disseminano, ad esempio su come ad un Copto non debba essere consentito di diventare Capo dello Stato, su [come un Copto dovrebbe pagare] la jizya [una tassa per proteggere i non-mussulmaniin terre islamiche] e su come i Copti non debbano essere arruolati nelle forze armate ... [come] le dichiarazioni stupide del Dott. Muhammad 'Imara [dell'Università Al-Azhar] - il cui budget proviene dai contribuenti, inclusi i Copti... (2)

Se fossi Copto, condurrei una campagna all'interno dell'Egitto e fuori dal Paese, per abolire sulla carta d'identità egiziana la dichiarazione di religione. Perché qualcuno che avesse una relazione con me, a qualsiasi livello, dovrebbe conoscere il mio credo religioso?

Se fossi Copto, farei in modo che il mondo capisse che il problema dei Copti in Egitto è uno dei sintomi di una certa mentalità, che si è propagata nella regione, ma tutta l'umanità deve fare pressione [su coloro] con questa mentalità a riconsiderare questo percorso discriminatorio".



(1) Al-Masri Al-Yawm (Egitto), 12 Maggio, 2007.

(2) Il libro del Dott. Muhammad Imara, Fitnat Al-Takfir Bayna Al-Shi'a Wal-Wahhabiyya Wal-Sufiyya ( " Il conflitto civile di Takfir tra Shiismo, Wahhabismo e Sufismo " ), pubblicato nel dicembre 2006 dal Supreme Council for Muslim Affairs del Egyptian Ministry of Religious Endowments, ha accusato i cristiani di eresia e ha permesso l'uccisione dei non mussulmani. Alle polemiche seguite dopo la pubblicazione, Imara si è scusato e ha spiegato di aver solo citato fonti antiche secondo cui è permessa l'uccisione di non mussulmani. Al-Qahira, (Egitto), il 6 febbraio 2007.


Fonte: www.memri.org

Traduzione di Palmira Mancuso, Ass. Arabi

Tratto da: ICN-news
 
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hayaty
view post Posted on 25/7/2007, 22:52




Egitto: Grand Mufti, liberta' per i musulmani di cambiare religione

24 lug 18:00

IL CAIRO - Liberta' per i musulmani di cambiare religione senza essere puniti, poiche' e' un fatto che riguarda solo l'individuo e Dio. Lo ha dichiarato Ali Gomaa, Gran Mufti d'Egitto, nel 'Muslim speak forum' della rivista americana 'Washington Post-Newsweek'. Chi cambia religione compie peccato dal punto di vista dell'Islam e rispondera' a Dio nel giorno del giudizio, ma non puo' essere punito dalla giustizia terrena a meno che questa scelta non rappresenti una minaccia "alle fondamenta della societa'''. In Egitto la religione e' segnalata anche sui documenti d'identita' e piu' volte musulmani che volevano passare al cristianesimo sono stati sottoposti a giudizio per 'oltraggio alla religione'.

Corriere della Sera
 
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hayaty
view post Posted on 27/7/2007, 22:24




APPELLO DELL'IMAM D'EGITTO, SALVIAMO CHIESE CRISTIANE

27 luglio 2007

Dal mondo islamico un appello a difesa delle chiese cristiane cipriote. In un colloquio al Cairo, il grande imam d'Egitto, Mohamed Sayed Tantawi, ha offerto il proprio sostegno all'arcivescovo della chiesa ortodossa di Cipro Chrysostomos II nella tutela delle chiese cristiane che si trovano nella parte nord dell'isola, occupata dall'esercito turco nel 1974 . E' la prima volta che una personalita' del mondo musulmano si pronuncia a favore di una causa portata avanti dalla comunita' cristiana di Cipro. Stando alla 'Cyprus news agency', l'arcivescovo ha riferito al grande imam che nella parte turco-cipriota piu' di 500 chiese rischiano di crollare e necessitano di lavori di ristrutturazione. Tantawi ha promesso di estendere l'appello per salvare le chiese cristiane dell'isola a tutto il mondo musulmano.

AGI
 
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falak
view post Posted on 9/8/2007, 16:04




EGITTO: DUE ATTIVISTI CRISTIANI COPTI ARRESTATI PER ''OFFESE A ISLAM''

Il Cairo, 9 ago - Due attivisti cristiani copti sono stati arrestati in Egitto con l'accusa di aver offeso il Profeta Maometto su un sito web con base in Gran Bretagna. Lo riferiscono il loro avvocato e una fonte giudiziaria.
Secondo quanto riferito all'Afp dall'avvocato Naguib Guebrail, le forze di sicurezza egiziane hanno arrestato ieri il direttore della Associazione Cristiana del Medio Oriente (Meca), Adel Fawzi, 61 anni, e il fotografo dell'associazione, Peter Ezzat, 35 anni.
''Sono stati arrestati a casa a Il Cairo e stamane erano ancora in carcere'', ha detto Guebrail.
''Non ci e' stato detto ufficialmente per quale motivo sono stati arrestati, ma fonti della sicurezza ci hanno comunicato che sono accusati di aver distribuito libri
diffamatori dal punto di vista religioso che incitano allo scontro tra i copti e i musulmani'', ha spiegato.
La fonte giudiziaria ha riferito all'Afp che i due sono stati arrestati per aver offeso l'Islam sul sito web ''Copti Uniti''.

09 Agosto 2007 13.27

Fonte:ASCA

 
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hayaty
view post Posted on 28/8/2007, 00:28




Egitto, caccia al convertito «È diventato cristiano e merita di essere ucciso»

Mercoledì 15 agosto 2007, 07:00

Lo ha rovinato una semplice foto, un’immagine che lo raffigura accanto a un poster della Vergine Maria e a un Vangelo, e per questa colpa deve morire. È quello che sta accadendo in Egitto, Paese arabo «moderato», a un ragazzo di 25 anni. Il caso di Mohammed Hegazy sta facendo discutere l’intero Paese. Sono in molti ad accusarlo, per prima l’università-moschea di al Azhar del Cairo, il principale centro religioso dell’ortodossia islamico-sunnita.

I guai di Hegazy sono iniziati nove anni fa, quando decise di abbandonare l’islam per diventare cristiano, più precisamente copto, e cominciò a frequentare la chiesa della sua città, Port Said, lungo il canale di Suez. Da allora la sua vita è stata un inferno. L’Egitto è tra i Paesi a maggioranza musulmana in cui è obbligatorio indicare la voce «religione» nei documenti d’identità. I problemi arrivano quando un musulmano intende cambiare religione. L’islam non prevede l’abbandono e chi lo fa compie il reato di apostasia. In Paesi come l’Arabia Saudita, il Pakistan o l’Iran si è puniti con la condanna a morte. Ieri a Teheran un uomo è stato arrestato e rischia l’impiccagione perché trovato in possesso di una copia del Vangelo.

Non è il caso dell’Egitto, dove però la religione islamica è, per Costituzione, la fonte principale dell’ordinamento giuridico e accanto ai tribunali civili ci sono quelli coranici che applicano la Sharia. A questo si aggiunge un serio problema burocratico: chi si converte e non vuole più essere seguace di Allah si ritrova con i documenti che dichiarano il falso. Bisogna allora scegliere se lasciare le cose come stanno e vivere una vita a metà o tentare una missione impossibile: chiedere il riconoscimento giuridico della conversione. È quello che sta facendo Hegazy, che da anni sta portando avanti una battaglia contro lo Stato egiziano. È la prima volta che nel Paese viene richiesto di aprire una causa legale per questo motivo. La sua volontà non si è fermata né di fronte alle torture inflittegli ogni volta che è stato messo in carcere - la prima quando l’apostasia fu scoperta - né davanti alle fatwa, gli editti religiosi coranici con valore di legge, che chiedono la sua testa. Le ragioni di tanta determinazione le racconta lui stesso: «Voglio essere un esempio per tutti coloro che decidono di abbandonare la religione islamica e hanno paura di dichiararlo pubblicamente - ha spiegato con orgoglio -. E poi voglio sposarmi in chiesa, poter dare a mio figlio un nome cristiano e battezzarlo senza correre i rischio di essere arrestato».

Hegazy tra pochi mesi diventerà papà, sua moglie è al quarto mese di gravidanza, e vorrebbe coronare il sogno d’amore davanti a un sacerdote. Lui e Zeinab sono stati obbligati a sposarsi con rito musulmano perché sui loro documenti così è ancora scritto, pena un matrimonio nullo.

Oggi Hegazy è costretto a nascondersi in un luogo segreto e vivere in clandestinità perché la sua situazione, negli ultimi giorni, si è ulteriormente aggravata. A complicare le cose è stata la fotografia che lo ritrae insieme con la moglie accanto a un manifesto della Vergine Maria e a una copia del Vangelo all’interno di un centro di preghiera copto. L’immagine ha fatto il giro del mondo su internet ed è arrivata anche ai fondamentalisti islamici in patria e all’estero. Immediatamente gli sono piovute addosso minacce di morte e fatwa che chiedono il suo «sangue traditore».

Il verdetto più duro è arrivato dal più importante centro sunnita, l’università-moschea di al Azhar del Cairo, definita il «Vaticano dei musulmani». Così Soad Saleh, il preside della facoltà di Scienze islamiche, ha commentato la vicenda: «Chi rinuncia all’islam è un apostata e merita di essere ucciso - ha detto senza giri di parole -, tanto più se ci si vanta facendosi fotografare con la moglie vicino al Vangelo». Una sentenza di morte senza appello, considerato il seguito che questa istituzione ha nel resto del Paese e del mondo islamico. Una doccia fredda in chi aveva creduto nelle parole del Gran Muftì d’Egitto, Ali Gomaa, che aveva parlato di conversioni come «atto libero e personale». Una sconfitta per la comunità copta d’Egitto, una «minoranza» religiosa di otto milioni di persone.

Il Giornale

 
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hayaty
view post Posted on 28/8/2007, 00:52




In Egitto, tutti in processione per la Madonna, musulmani e copti
Paola Caridi

Giovedi' 23 Agosto 2007

Chissà se poi è vero, che due milioni di fedeli sono andati lassù, all’area dei monasteri di Gabal Durunka, come dicono i giornali egiziani. Su sulla montagna a sud di Assiut, in Egitto, dove si trova uno dei più importanti luoghi di venerazione della Vergine Maria e della Sacra Famiglia. Chissà se sono stati proprio due milioni, durante i quindici giorni di digiuno che ogni anno d’agosto i copti ortodossi (ma anche tutti gli ortodossi in giro per il mondo) rispettano per la festa dell’Assunta. Certo è che, dicono i testimoni, anche quest’anno erano tanti, durante i quindici giorni di digiuno e soprattutto l’altra notte, quando si è conclusa per gli egiziani la festa dell’ascensione al cielo della Madonna.
E non erano solo cristiani. Come sempre è successo per la religiosità popolare egiziana. A venerare Maria, madre di Gesù, c’erano i copti, in una delle ricorrenze più importanti per i circa dieci milioni di cristiani d’Egitto, in gran parte ortodossi, assieme alle minoranze cattolica e protestante. Ma c’erano anche, mescolati in processione, molti musulmani, arrivati a rendere omaggio alla “nostra Signora Maria”, come gli arabi chiamano la Madonna. Mariam, madre del profeta Gesù, Issa in lingua araba. A cui il Corano dedica un’intera Sura, in cui Maria risalta come uno dei modelli femminili da seguire, vergine come per i cristiani, donna a cui un arcangelo dice che un soffio la colpirà perché lei è la prescelta per far nascere il profeta Issa.
Nonostante le frizioni, le tensioni e gli scontri che a intervalli regolari determinano i rapporti tra musulmani e copti in Egitto, ad Assiut d’agosto può accadere anche questo. Proprio ad Assiut, teatro assieme all’altra città di Minya, negli anni Novanta, di uno dei più sanguinosi periodi nei rapporti tra le due comunità. Eppure, d’agosto, musulmani e cristiani vanno insieme in processione, musulmani vendono le immagini di Gesù, della Madonna e di San Giuseppe sulle bancarelle. E come ad Assiut, d’agosto, in tutti i monasteri e le chiese che segnano il pellegrinaggio della Sacra Famiglia in Egitto e poi il suo ritorno in Terrasanta. A poca distanza da Gabal Durunka, sempre nell’area di Assiut, si narra che la Sacra Famiglia ne passò sei, di mesi, dove ora c’è il monastero di Al Muharraq, sulla montagna di Qussqam. La seconda Betlemme, la chiamano con orgoglio gli egiziani, perché lì la Sacra Famiglia in esilio venne finalmente accolta e non scacciata. Perché lì c’è una delle chiese più antiche, a dimostrazione che il cristianesimo non è solo occidentale, ma che a Oriente è nato per poi diventare una fede senza punti cardinali.
La religiosità popolare, in Egitto, è un’altra cosa dalla politica. Segue delle sue regole ben precise, che parlano di devozione, di una fede incrollabile nei miracoli, nei santi e nelle feste. Feste e santi che spingono famiglie intere, in diverse occasioni dell’anno, a partire, stendere i tappeti o le lenzuola per terra sui marciapiedi e sulle piazze davanti al santo, sia esso Hussein al Cairo, o la Madonna a Gabal Durunka. Nelle chiese copte del Cairo, da San Giorgio, soprattutto, le donne musulmane vanno a chiedere la grazia per avere un bambino. E Maria, Mariam, poi, non si tocca.
Se una parte dell’integralismo islamico ha radicalizzato le posizioni, rendendo l’atmosfera più pesante nei rapporti tra copti e musulmani, l’islam politico come quello rappresentato dai Fratelli musulmani egiziani è stato attento a mantenere rapporti buoni con i copti, senza attaccare la fede degli altri. Tanto che uno dei punti nodali del programma politico in fieri della Fratellanza riguarda proprio il ruolo dei copti in Egitto, la comunità più antica del paese. Mentre i copti, che in gran parte hanno sempre appoggiato il regime di Hosni Mubarak, non si nascondono i timori nel caso i Fratelli musulmani avessero più potere.
Questa, però, è politica. La religione è altra cosa. La fede popolare è ancora diversa. In Egitto come in Palestina. Dove, ancor di più, la Madonna non si tocca. Nemmeno in questi tempi così duri. Che magari hanno inciso sul significato stesso di una figura sacra. Una donna palestinese musulmana, che aveva perso il figlio ucciso dagli israeliani, disse pochi mesi fa che Maria è stata la madre del primo martire. E le suore che vivono a Gerusalemme ormai da decenni, ad aiutare la popolazione palestinese di entrambe le fedi, ricordano le processioni del mese mariano, a Betlemme, quando in prima fila c’erano le donne musulmane. Col velo, certo. Come le cristiane e le suore. Bambine musulmane che si chiamano Mariam, musulmani che a Betlemme indossano il saio francescano per devozione, musulmani che vanno alla Natività, a visitare la grotta. Di questo, nel nostro Occidente si sa ben poco. Prima che tutto diventi residuale, e non solo per colpa del radicalismo islamico ma per i conflitti e gli integralismi di casa nostra, forse bisognerebbe curare le trame della cultura popolare.

Lettera 22
 
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hayaty
view post Posted on 1/9/2007, 13:52




CITAZIONE (hayaty @ 28/8/2007, 01:28)
Egitto, caccia al convertito «È diventato cristiano e merita di essere ucciso»
Mercoledì 15 agosto 2007, 07:00
...
Il Giornale

Un approfondimento.
Un articolo che fa riflettere in generale sul pressapochismo e sui pregiudizi nei confronti dell'Islam.
Condivisibile o meno ritengo interessante leggerlo.
Hayaty.



SE TOCCA PURE REPLICARE

Paola Caridi

Sabato 1 Settembre 2007
Chi mi conosce, sa bene che non sono una che si arrabbia facilmente. Sono una buona cuoca e un'ospite accogliente, sono una meridionale, incline alla mediazione, ma nello stesso tempo una di quelle ragazze del Novecento che su alcune cose non transige. Sul rispetto degli altri, sui valori sostanziali, sulla dignità, sulla descrizione della realtà. E' allora, quando si toccano questi pilastri, che il mio aplomb ha uno scossone.
Dopodiché, questo è un mestiere con il quale si appare, con tutti i pro e i contro. Anche i "contro" che la visibilità porta con sé. Se scrivi su di un giornale, è possibile che ti attacchino. Bisogna, insomma, mettere in conto anche questo.
Nessun problema, dunque, ad essere attaccati da Magdi Allam. Io, d'altra parte, avevo nella sostanza svilito la campagna iniziata in Italia sulla conversione di Mohammed Hegazi. Non perché non sappia che ci sono fior di problemi (politici, soprattutto, più che fideistici) tra musulmani e copti in Egitto. Lo so molto bene, avendo amici dell'una e dell'altra fede. Il problema è quando si descrive la realtà sul terreno in maniera diversa (distorta?). Allora, la mia deontologia e la mia curiosità mi impongono una cosa banale: bisogna capire cosa succede, e dare ai lettori (già, esistono ancora i lettori) quello a cui hanno diritto. Una descrizione della realtà che non abbia come puntelli i luoghi comuni, ma "quello che succede".
"Quello che è successo" al Cairo l'ho già scritto nel mio articolo sul Riformista del 22 agosto, che Magdi Allam prova a confutare. Senza, invero, riuscirci tanto. Anzi, conferma che la campagna sui giornali italiani è cominciata su di una indiscrezione di stampa che la stessa protagonista, Suad Saleh, mi ha smentito. Cita, poi, qualche studioso radicale di Al Azhar che ha una posizione dura sull'apostasia. Negli stessi giorni, e sempre sui giornali egiziani, sono comparsi giudizi al contrario moderati sulla conversione dall'islam al cristianesimo, da parte di altri studiosi islamici. L'apostasia è un tema delicatissimo dell'islam. Uno di quelli sui quali, in tempi di ossessivo estremismo imperante da tutte le parti (Occidente compreso), è più facile che il radicalismo islamista giochi le sue carte. Non bisogna, però, rinfocolare la fiamma anche là dove la fiamma non c'è. E non è compito di un giornalista farlo. Né è compito di un giornalista partire da una replica sui fatti e arrivare a offendere gli altri, altri con un nome e un cognome, una storia, una vita.
Il mondo arabo è ben più complesso, vivace, allegro, bello di come lo descrive Magdi Allam. Ed è un mondo, quello che io conosco, di cui non nascondo né le contraddizioni né i lati negativi. Basta solo che i lati negativi non diventino il ritratto di 200 milioni di persone (gli arabi), un miliardo e 200 milioni di persone (i musulmani), e di decine di milioni di persone (i musulmani che vivono nei paesi occidentali). Sono francamente stanca di vedere sui quotidiani italiani la pletora dello "strano ma vero" in versione islamica, ogni giorno, in grande evidenza, come se il mondo arabo e quello musulmano non producessero altro. Sono stanca di leggere il pressapochismo di molti miei colleghi nel descrivere un mondo che è diventato il ricettacolo di tutte le follie, e di cui spesso non conoscono nulla, né i volti degli uomini né l'abc dei loro comportamenti. E mi chiedo che cosa ci sia dietro questa deriva della stampa italiana, e di molta di quella occidentale. Perché c'è bisogno di questo "guardonismo" verso l'islam e gli arabi, di questo non salutare, voyeristico sguardo dal buco della serratura, che fustiga gli altri e perdona noi? Dobbiamo trasformarli nei nostri nemici, sembra. Perché mai? Forse perché così sarà più facile far digerire al pubblico i prossimi conflitti? La Storia, ho imparato quando mi occupavo di storia, va per conto suo. L'informazione, nell'era contemporanea, è stata spesso usata come uno degli arieti del potere. Ma i percorsi storici hanno svoltato per direzioni sempre diverse dalla propaganda, che non regge alle long durèe.

Ecco la replica, dovuta, a Magdi Allam.

Grazie a Magdi Allam, che mi ha “onorato” di una citazione in prima pagina sul Corriere della Sera. Un risposta piuttosto lenta, ben dieci giorni, per confermarmi che all’origine della campagna per difendere la conversione dell’egiziano Mohammed Hegazi dall’islam al cristianesimo c’era una notizia di rimbalzo del giornale egiziano Ad-Dustour su quanto Suad Saleh, studiosa di Al Azhar, aveva detto in un dibattito riguardo all’apostasia e alla sharia. Grazie, l’avevo già scritto. Una cosa, però, sono le notizie di rimbalzo. Altra, le notizie. Bastava telefonare a Suad Saleh e chiederle di persona se aveva emesso una fatwa di condanna a morte. Io le ho telefonato, e lei ha smentito di aver emesso un responso giuridico. Né mi consta che sull’argomento sia intervenuto il Grand Imam della moschea di Al Azhar, sheykh Sayyed Tantawi. Dunque, cosa c’è di nuovo? La rassegna stampa (piuttosto striminzita) di Magdi Allam conferma che in Egitto, in queste settimane, giornali, tv e blog hanno dedicato ben poco spazio alla vicenda. Si sono occupati d’altro. Per esempio delle torture da parte delle forze dell’ordine, che le opposizioni – laiche e non – denunciano in aumento.
Per il resto, di imam radicali, come Allam sa bene, è pieno il mondo. Come di integralisti di tutte le fedi. C’è, però, la gran parte degli arabi che vive normalmente, va a spasso, fa l’amore e lavora. Compresi gli arabi musulmani. Di questi, sul Corsera, non v’è traccia, da molto tempo. Perché mai?
Di una cosa non ringrazio Magdi Allam. E cioè della calunnia di negazionismo. Quella se la può tenere. Non ho neanche bisogno di smentirla. La mia storia, passata e presente, è abbastanza solida per difendermi dal maccartismo e dalle accuse infondate.

Lettera 22
 
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hayaty
view post Posted on 18/9/2007, 18:22




Egitto: Gemelli cristiani costretti a diventare musulmani

18 settembre 2007, 07:13:00

In materia di diritti umano-religiosi l'Egitto continua ad imporsi come paese fortemente discriminatore ed oppressivo nei confronti dei cristiani. Vi regna, a tutti gli effetti, una dittatura islamica. Ecco l'ultimo caso: Mario e Andrew Medhat Ramsis sono diventati "automaticamente" musulmani con la conversione del loro genitore all'Islam. (Il genitore musulmano ha difatti facoltà di cambiare la religione dei propri figli sulla carta d'identità). Nel mese di febbraio 2007 la madre dei due ragazzi ha scoperto infatti che i gemelli erano stati iscritti dal padre ad un corso di cultura islamica, sebbene l'uomo, in seguito alla conversione avvenuta nel 2002, avesse persino abbandonato la famiglia e si fosse risposato. Il caso dei due gemelli è balzato all'attenzione dei media quando i due ragazzi, nel mese di maggio del 2007, si sono rifiutati di sostenere un esame di cultura islamica richiesto per essere ammessi ad un grado superiore delle scuole medie. "Sono cristiano", avevano scritto i gemelli sull'esame che consegnarono in bianco.
Il ministro per l'istruzione egiziano ha comunque concesso l'ammissione. Rimane però un altro problema: la madre avrebbe comunque perso la custodia dei figli. Secondo alcune interpretazioni della legge islamica, i figli appartengono al genitore musulmano.

ICN news
 
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239 replies since 29/4/2007, 08:16   8160 views
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