Mal d'Egitto

La seconda rivoluzione

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hayaty
view post Posted on 3/7/2013, 16:12




Egitto, carri armati vicino alla tv di Stato
Evacuato lo staff non necessario alle dirette

Scade l'ultimatum dell'esercito a Morsi. Il presidente apre a un governo di coalizione. Martedì 23 morti negli scontri al Cairo

03/07/2013


Mercoledì mattina veicoli blindati e carri armati dell'esercito egiziano si sono schierati intorno alla sede della televisione di Stato, la Ertu. Contemporaneamente è scaduto l'ultimatum dato al presidente Mohamed Morsi. Altri tank si trovano alla sede del palazzo presidenziale, e in altri punti strategici della città. È una giornata di tensione altissima nel centro del Cairo, dopo le reiterate proteste iniziate domenica, primo anniversario dall'insediamento di Morsi. Per la seconda volta in due anni l'esercito appare intenzionato a scardinare le istituzioni che controllano il Paese. Solo che Morsi è anche il primo presidente eletto democraticamente nella storia dell'Egitto.

NIENTE DIMISSIONI - A pochi minuti dalla deadline la presidenza egiziana ha diffuso su Facebook un comunicato nel quale ribadisce che «violare la legittimità costituzionale minaccia la pratica della democrazia», apre ad un governo di coalizione per arrivare alle prossime elezioni, e alla formazione di un commissione indipendente per la modifica della Costituzione (rinnovata a dicembre scorso) da sottoporre al nuovo parlamento. Ma che Morsi non si dimette.

«DIFENDO LA DEMOCRAZIA CON LA VITA» - Già martedì Morsi aveva respinto con fermezza le imposizioni dei militari, che si erano detti pronti a ripristinare l'ordine nelle istituzioni del Paese. Il presidente islamista in serata, in un drammatico discorso in televisione, si era detto «pronto a difendere la democrazia anche con la vita». Il concetto è stato ribadito mercoledì da un portavoce del presidente a Al Arabiya: «per Morsi sarebbe meglio morire difendendo la democrazia, piuttosto che essere giudicato come un colpevole dai posteri».

L'ESERCITO E L'OPPOSIZIONE - Intanto il comandante generale delle Forze armate egiziane, Abdel Fattah al-Sissi, sta incontrando diverse autorità religiose, nazionali, politiche (tra queste Mohamed el Baradei, leader del Fronte di salvezza nazionale di opposizione egiziana) e della gioventù egiziana e dovrebbe diramare un comunicato a breve. All'incontro non stanno prendendo parte i Fratelli Musulmani.

MILITARI IN REDAZIONE - Per quanto riguarda Ertu, tutto lo staff non necessario per le attività in diretta ha lasciato l'edificio, e un operatore ha spiegato alla Bbc che l'evacuazione è avvenuta su invito di un ufficiale. I soldati sono rimasti in redazione e controllano le attività di produzione ma, riferisce sempre lo staff, non stanno al momento interferendo con le notizie. L'Egitto sta attraversando la sua crisi politica peggiore dal momento della caduta del regime di Hosni Mubarak, nel febbraio 2011. Secondo il responsabile dell'emittente, Shoukry Abu Amira, i soldati sarebbero però presenti da giorni per proteggere l'edificio, e gli studi non sarebbero mai stati evacuati. I veicoli blindati sarebbero, invece, solo di pattuglia nelle strade vicino al palazzo.

LA FATWA SALAFITA CONTRO L'OPPOSIZIONE - Sempre mercoledì Mohamed al-Zawahiri, fratello del leader di al-Qaeda Ayman al-Zawahiri, ha emesso una fatwa, una sentenza che autorizza i suoi seguaci a cambattere contro l'opposizione egiziana. «Non abbiate paura, né esitazione - ha spiegato al-Zawahiri, che guida la corrente jihadista salafita, ad al-Masry al-Youm - annunciamo ai nostri fratelli musulmani che alla fine non saremo noi i vinti, ma sarà il contrario». L'esponente islamico egiziano assicura di non volere «caos, disordine e sedizione», ma afferma la necessità di contrastare il «complotto ordito dagli Stati Uniti d'america e i loro agenti».


Corriere della Sera
 
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hayaty
view post Posted on 3/7/2013, 16:39




Secondo Al Hayat, Mohamed Morsi sarebbe stato arrestato dalle forze di sicurezza egiziane

3 LUGLIO 2013

Egitto sull’orlo dell’abisso o all’alba di un nuovo giorno. Iniziato lo show down al Cairo. Spinte contrarie mettono il grande Paese mediterraneo di fronte al bivio tra islamismo radicale e lotta per una democrazia autoctona che possa far convivere tradizione religiosa e rispetto per le differenze, valori antichi, spinte verso la modernità e parità giuridica di genere

Secondo l’emittente egiziana Alhayat TV Mohamed Morsi sarebbe stato arrestatto e posto agli arresti domiciliari.

L’esercito da mezz’ora ha circondato la sede della televisione di Stato. Si attende il comunicato dello Stato Maggiore, pochi minuti dopo la scadenza dell’ultimatum, alle 16.30 ora italiana.

Voci di arresti di islamisti in tutto il Paese, si teme la reazione violenta dei Fratelli Musulmani. La reazione del popolo egiziano, a favore della laicità e della tolleranza costituiscono la vera Primavera Araba e danno ragione a Francis Fukuyama: lo stato liberale è l’unica forma possibile per coniugare diritti individuali e sicurezza collettiva.


Horse Moon Post
 
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hayaty
view post Posted on 3/7/2013, 17:08




Egitto, “Morsi agli arresti domiciliari”.
Il governo: in corso un golpe militare


03/07/2013

L’Egitto precipita nel caos dopo che oggi è scaduto l’ultimatum dell’esercito al presidente. Mentre gli elicotteri militari sorvolano piazza Tahrir, la tv indipendente el Hayat ha diffuso la notizia - che, al momento, non trova ancora conferme ufficiali - secondo cui il presidente Mohamed Morsi è stato posto agli arresti domiciliari dai militari nella sede della guardia repubblicana al Cairo. Le forze di sicurezza egiziane hanno imposto il divieto di espatrio al numero uno dei Fratelli Musulmani. il suo consigliere della sicurezza nazionale ha detto che il golpe militare è iniziato e che si attende che l’esercito e la polizia ricorreranno alla violenza per deporre Morsi. Anche la polizia ha fatto sapere di essere accanto all’esercito, di sostenere la legittimità del popolo, e che proteggerà i manifestanti pacifici e non permetterà nessun sopruso.


La Stampa
 
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hayaty
view post Posted on 3/7/2013, 21:11




Egitto, sospesa la Costituzione
«Il presidente Morsi è stato destituito»

Esplode piazza Tahrir. Carri armati al palazzo presidenziale. El Baradei: «Ora conciliazione». Morsi forse agli arresti

03/07/2013


Morsi non è più presidente dell'Egitto. È golpe in Egitto, dove la Costituzione è stata sospesa e il presidente della Corte Costituzionale è stato nominato presidente ad interim, con l'incarico di adottare «dichiarazioni costituzionali» durante il periodo di transizione. A darne l'annuncio è stato Abdel Fattah al-Sissi, capo delle forze armate egiziane, in un discorso trasmesso in diretta tv. Il tutto dopo che Mohamed Morsi è stato informato dai militari di non essere più presidente dell'Egitto in seguito al fallimento dei negoziati con i militari per lasciare il potere.

FUOCHI D'ARTIFICIO IN PIAZZA TAHRIR - La notizia della caduta di Morsi e della road map è stata accolta con un boato da piazza Tahrir, dove sono esplosi fuochi d'artificio. «Il popolo e l'esercito sono una sola mano», lo slogan intonato dagli oppositori del presidente Morsi. L'esercito ha inoltre annunciato che si terranno elezioni anticipate in una data che verrà stabilita dal governo provvisorio.In giornata elicotteri militari avevano sorvolato piazza Tahrir circa un'ora dopo lo scadere dell'ultimatum imposto dai militari e scaduto intorno alle 17.30 locali, le 16.30 italiane. Le forze di sicurezza egiziane hanno disposto il divieto di espatrio per il presidente del Paese, che si era insediato un anno fa. Stessa sorte per molti leader del partito dei Fratelli musulmani. Morsi inoltre sarebbe stato posto agli arresti domiciliari dai militari nella sede della Guardia repubblicana.

PANE GIUSTIZIA E DIGNITA' - Ed è il premio Nobel per la pace Mohamed el Baradei, l'uomo che sta gestendo, per conto di tutte le opposizioni egiziane, i negoziati per definire il dopo Morsi. El Baradei ha annunciato la road map per la transizione, un piano che garantisce elezioni presidenziali anticipate, risponde alle domande del popolo, realizza «una vera conciliazione» e rimette in marcia il processo della rivoluzione del 2011. «L'Egitto è la patria di tutti, nessuno escluso. Continuiamo la nostra rivoluzione per pane, libertà e dignità umana», gli ha fatto eco Mahmoud Badr, portavoce del movimento dei Ribelli Tamarod.


Il Corriere della Sera
 
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hayaty
view post Posted on 5/7/2013, 17:49




Egitto, Mansour presidente ad interim
Quindici morti negli scontri dopo il golpe.
Il giudice giura, oggi i Fratelli musulmani in piazza.
Per il deposto Morsi scatta il divieto d'espatrio

04/07/2013


Meno di 24 ore dopo l'inizio del golpe che ha portato alla deposizione del presidente egiziano Mohamed Morsi il presidente della Corte costituzionale egiziana, il giudice Adly Mansour, ha giurato come capo dello Stato ad interim. Mansour si è insediato al palazzo presidenziale di Ittahadeya per prendere possesso del suo nuovo incarico. Secondo varie fonti il nuovo governo tecnico previsto dalla road map potrebbe essere pronto già da venerdì. Per il presidente deposto c'è anche l'umiliazione del divieto d'espatrio, disposizione decisa (anche per altri 8 dirigenti della Fratellanza) da un magistrato inquirente. La tensione intanto sale: e i morti, in queste ore incandescenti del dopo-golpe, ammontano almeno a 15. Per venerdì i ribelli di Tamarod hanno indetto una manifestazione per proteggere gli esiti della rivoluzione. I pro Morsi ne hanno convocata un'altra «contro il colpo di stato militare».

L'APPELLO DELL'ESERCITO - L'esercito in serata ha lanciato un appello «al'unità e alla riconciliazione» assicurando che non ci saranno «misure eccezionali o arbitrarie contro qualsiasi fazione e corrente politica» e ricordando che l'abuso del diritto di protesta potrebbe trasformarsi in una minaccia «alla pace sociale, agli interessi nazionali e all'economia». L'annuncio della manifestazione degli islamici contro il golpe dà però l'idea che la contrapposizione dura non è finita e che solo l'avvicinarsi del Ramadan, il mese sacro per i musulmani, che comincia mercoledì prossimo, può alleviare le tensioni palpabili anche sotto la sbornia di entusiasmo che ha travolto l'Egitto dopo l'annuncio dell'estromissione di Morsi. Le parole di Mohamed el Beltagy, uno dei dirigenti più conosciuti della Fratellanza, sono un campanello d'allarme, quando afferma che la Fratellanza non imbraccerà le armi, ma che altri non meglio precisati gruppi potranno essere portati alla resistenza violenta.

IL GOLPE - Lunedì l'esercito egiziano aveva lanciato un ultimatum a Morsi, eletto appena un anno prima, affinché mettesse fine allo stallo politico nel Paese, oppure si dimettesse. Da domenica migliaia di persone erano radunate per protestare contro la presidenza in piazza Tahrir al Cairo e in numerose altre città egiziane per protestare contro la leadership. L'ultimatum era stato respinto con sdegno da Morsi e il presidente si era detto disposto a «difendere la democrazia con la vita».

ARRESTATA LA GUIDA SPIRITUALE DEI FRATELLI - Mercoledì è così arrivata la deposizione del presidente, che è ai domiciliari ed è stato portato dalla caserma della Guardia repubblicana al ministero della Difesa, oltre agli arresti di numerosi esponenti dei Fratelli musulmani e di altri consiglieri (tra questi Saad el-Katatni, capo del partito Libertà e giustizia, la guida spirituale della Fratellanza Mohamed Badie e il suo vice Khairat el Shater). La svolta è arrivata alle 21, quando il capo delle forze armate Abdel-Fattah el-Sissi ha annunciato la sospensione della Costituzione e l'imminente nomina di Mansour, diventato presidente della Corte il 1 luglio, che terrà l'incarico fino alle prossime elezioni.

IL GIURAMENTO - Il giuramento del 67enne è arrivato giovedì mattina, preceduto da quello - necessario - a Capo della Consulta. Dopo le promesse di proteggere gli interessi dell'Egitto, Mansour ha aggiunto: «I manifestanti hanno unito il popolo egiziano correggendo la strada della sua gloriosa rivoluzione». Le forze armate hanno promesso a breve la formazione di un governo di tecnici che non escluderà «nessuno o nessun movimento».

LE REAZIONI - Sulla scena internazionale le reazioni sono molto diverse. Cauti gli Stati Uniti, con il presidente Barack Obama che sottolinea «non sosterremo particolari individui o gruppi politici» e che riconosce «le legittime lamentele del popolo egiziano» pur notando la «legittimità dell'elezione di Morsi». Anche Emma Bonino, ministro degli Esteri italiano, commenta: «In Egitto la situazione è in assoluto movimento. La prudenza è la linea migliore che possiamo seguire senza precipitarci in giudizi o affermazioni su situazioni complesse». Entusiasta, invece, la Gran Bretagna che «è pronta a riconoscere la nuova amministrazione in Egitto e a collaborare», ha sottolineato il ministro degli Esteri britannico, William Hague. Di parere opposto il suo omologo tedesco Guido Westerwelle, però, ritiene che la destituzione di Morsi costituisca «Un grave fallimento per la democrazia in Egitto. È urgente che il Paese torni quanto prima a un ordine costituzionale». Sulla stessa lunghezza d'onda il portavoce Ue per gli Affari esteri Michael Mann: «La cosa più importante è che tutte le parti stiano calme e che si ritorni al processo democratico il più presto possibile». L'Unione africana dovrebbe, invece, sspendere il Paese. Lo rivela l'agenzia Reuters.

LA POSIZIONE SIRIANA - Il presidente siriano Bashar Assad, che da due anni fronteggia una feroce ribellione che ha portato alla guerra civile nel paese, ha lodato le proteste di massa del Cairo, sottolineando in un'intervista al quotidiano Al-Thawra, che il colpo di Stato segna «la fine dell'islam politico». Riguardo alla sua situazione, invece, ha assicurato che l'opposizione «ha ormai esaurito i mezzi». Martedì il ministro degli Esteri di Damasco Omran al-Zoubi, prima ancora che iniziasse il golpe, aveva esortato gli egiziani alla rivolta «contro il terrorismo dei Fratelli musulmani».

VITTIME - Nuovo scontri nelle piazze, con 15 vittime: sale così ad almeno 48 il bilancio di vittime da domenica, visto che già prima del golpe non erano mancati scontri tra sostenitori e oppositori di Morsi e del partito islamista dei Fratelli musulmani, con una quarantina di vittime - in particolare a Giza, il sobborgo del Cairo famoso per le Piramidi e la Sfinge. Nella notte di mercoledì la polizia ha ucciso a colpi di arma da fuoco sei islamisti che avevano sparato contro la sede della polizia a Marsa Matrouh, nell'ovest del Paese. Altre tre vittime si registrano a Minya e incidenti senza vittime nelle vicine Deir Mawas e Assiut (sud della Valle del Nilo), roccaforti degli islamisti.

I MEDIA - Mercoledì l'esercito aveva preso il controllo della tv di Stato, poi, nelle ore successive alla scadenza dell'ultimatum, ha oscurato tutte le televisioni legate ai Fratelli musulmani e ha fatto irruzione nello studio di al-Jazeera Mubasher (il canale live senza commenti che trasmette sia dal Qatar che dal Cairo), arrestando lo staff.


Il Corriere della Sera
 
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hayaty
view post Posted on 5/7/2013, 17:59




Egitto, chi è Adly Mansour
Un ritratto del nuovo presidente ad interim egiziano

Scritto da: Guido Del Duca - giovedì 4 luglio 2013


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Deposto con la forza Mohamed Morsi, il presidente democraticamente eletto lo scorso anno, l’Egitto ora attende di conoscere la road map che porterà il paese ad avere nuove elezioni, un nuovo governo e probabilmente una nuova costituzione. Al momento è difficile prevedere come si svilupperanno gli eventi, e se la coalizione tra militari e opposizione laica reggerà: quel che è certo è che stamattina si è insediato il presidente ad interim che ha il non facile e poco invidiabile compito di guidare la transizione egiziana, Adly Mansour.

67 anni, padre di tre figli, Mansour è il presidente della Suprema Corte Costituzionale egiziana, e proprio per questo è stato chiamato al delicato compito. La Suprema Corte Costituzionale è il potere giudiziario più alto in Egitto, istituita dalla costituzione del 1970 ed entrata però in vigore solo nel 1979 sotto Sadat. Ironia della sorte, Mansour è stato nominato capo della Suprema Corte proprio da Morsi lo scorso maggio, ma ha assunto l’incarico solo il 1 luglio, in tempo per i moti di piazza.

Adly Mansour, dopo essersi laureato in giurisprudenza all’Università del Cairo ha proseguito gli studi a Parigi. Tornato in Egitto, Mansour ha cominciato la carriera di giudice sotto Mubarak, esercitando sia in tribunali religiosi che in corti civili e penali.

Nel 1992 è stato nominato giudice della Suprema Corte Costituzionale, dove ha continuato a esercitare sia sotto Mubarak sia dopo la destituzione del presidente. Non ha mai fatto politica e il suo nome non è mai figurato tra quelli dei possibili candidati sia per il dopo-Mubarak che, ora, per il dopo-Morsi.


Polis Blog
 
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hayaty
view post Posted on 5/7/2013, 18:07




Egitto, manifestazioni pro Morsi
Mansour scioglie il Parlamento

L'esercito nega di avere ucciso tre uomini del corteo al Cairo
La folla verso il luogo dove è custodito il presidente deposto

05/07/2013


Piazze infiammate in Egitto. Sono in corso grandi manifestazione organizzate dagli islamisti sostenitori del presidente destituito, Mohamed Morsi, nel venerdì della rabbia dei Fratelli Musulmani. Il popolo pro Morsi è sceso in piazza al Cairo e in altre città per manifestare la propria rabbia dopo il golpe che ha portato all'insediamento di Adly Mansour a presidente ad interim, che nel pomeriggio di venerdì ha sciolto il Parlamento e nominato il nuovo capo dell'intelligence. Dal palco di fronte alla folla il numero due della Fratellanza musulmana ha lanciato un messaggio: «A coloro che hanno rovesciato la legittimità diciamo "siate saggi". Rimarremo qui fino a quando Morsi non sarà rilasciato». Presente anche il leader supremo e guida spirituale della frangia pro Morsi, Mohammed Badie. Giovedì si era sparsa la notizia che era stato arrestato. «Non sono in fuga, non mi hanno arrestato», ha urlato alla folla, «A tutti gli egiziani dico: Morsi è il vostro presidente». E Rivolgendosi agli elicotteri militari che sorvolano la piazza, Badie ha detto «l'esercito torni agli egiziani».

PRIMO ATTO DEL NEO PRESIDENTE - Con un decreto Mansour ha sciolto il Parlamento (di fatto solo il Consiglio della Shura, la Camera alta, l'unico ramo rimasto attivo dopo lo scioglimento della Camera ad opera della giunta militare lo scorso anno) guidato dalla maggioranza islamista dei Fratelli musulmani (Partito libertà e giustizia) e dei salafiti (al Nour) e ha nominato il nuovo capo dei servizi segreti Mohamed Ahmed Farid al posto di Mohamed Raafat Shehat, voluto da Morsi. Shehat è stato nominato consigliere del presidente, incarico esclusivamente onorifico.

TRE MORTI - Il clima di tensione è alle stelle, tanto che alcuni gruppi pro e anti Morsi si sono affrontati a colpi di arma da fuoco vicino all'università del Cairo dove si stavano radunando i supporter dell'ex presidente egiziano: tre le vittime tra i sostenitori di Morsi. Testimoni hanno accusato i soldati di aver sparato pallini da caccia ad altezza d'uomo, ma l'esercito ha assicurato che i suoi uomini hanno usato solo colpi a salve e lacrimogeni. Un altro morto è segnalato anche nella zona di Luxor, dove a causa del cambio dell'esecutivo, si sono riaccesi gli scontri tra musulmani e cristiani. I primi hanno dato alle fiamme alcune case della città nell'Egitto del sud.

IN MARCIA - Un gruppo di manifestanti si sta dirigendo verso il quartier generale della Guardia repubblicana al Cairo, dove sarebbe trattenuto l'ormai ex presidente. È quanto si legge sul sito web dei Fratelli musulmani d'Egitto, in cui si precisa che la folla è partita dalla zona del raduno dei sostenitori del movimento nei pressi dell'Università del Cairo, a Giza.

L'ESERCITO - In mattinata almeno una decina di caccia militari hanno sorvolato a bassa quota il Cairo, chiaro gesto intimidatorio dell'esercito. Una dichiarazione della Fratellanza musulmana letta dai sostenitori nei pressi della moschea ha confermato «il rifiuto completo del colpo di stato militare contro un presidente eletto e contro la volontà della nazione»; e annunciato il rifiuto «a partecipare a qualsiasi attività con le autorità usurpanti».

CONDANNA TURCA - Il premier turco Recep Erdogan ha definito «antidemocratica» la deposizione del presidente egiziano Morsi sottolineando che i «colpi di stato sono chiaramente in contrasto con la democrazia». E punta il dito sui Paesi occidentali che «hanno mancato una prova di sincerità» nel non considerare l'intervento dell'esercito egiziano come «un colpo di stato». «Coloro che si affidano alle armi, al potere dei media non possono costruire la democrazia» che nasce solo «dalle urne», ha aggiunto.


Il Corriere della Sera
 
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hayaty
view post Posted on 5/7/2013, 18:11




Egitto, parla un militare: "Non è un golpe"
Ecco come i soldati e le loro famiglie difendono il "non colpo di stato"

05-07-2013 - 10:11


"Ma quale golpe, non si tratta di un colpo di stato". Parola di Mostafa, egiziano, militare di professione. E non uno qualsiasi: lui è un ufficiale in prima linea oggi come ieri, ai tempi di Moubarack, l'ex presidente costretto alle dimissioni l'11 febbraio 2011, in seguito alla cosiddetta "primavera araba".

Allora piazza Tahrir, al Cairo, divenne luogo simbolo della rivolta contro quello che era il raìs egiziano che per trent'anni ha tenuto le redini del Paese. L'annuncio delle sue dimissioni, dato dal vicepresidente Sulayman, fu accolto da urla di giubilo. Oggi piazza Tahrir è invece piena di mezzi militari, divise, ma anche donne e bambini, "che ogni giorno vi si recano solo per celebrare le proprie forze armate" spiega Amal, moglie di Mohamed. E proprio qui sta il punto: perchè lo fanno? Perchè festeggiano un colpo di stato, mentre buona parte della comunità internazionale (Usa e Germania soprattutto) mostrano preoccupazione?
"Ma nient'affatto, non si tratta di un golpe" spiega Amal, le cui bambine, nelle ore precedenti alla destituzione dell'ormai ex presidente Morsi, mostravano i loro volti innocenti e sorridenti, mentre tenevano un cartello con il viso dello stesso Morsi con sopra una "X" rossa. Qui non si parla di golpa, ma di rivoluzione civile. Qui in molti pensano che solo ora si stia restituendo democrazia al Paese. Lo dimostrano i cartelli messi a punto in quattro e quattr'otto per spiegare al mondo cosa sta succedendo. Su uno di questi, indirizzato esplicitamente agli americani, si legge: "When terrorist kill you or your beloved ones, don't get angry with them. But rather, be angry with your governmetn which supports them". Insomma, l'obiettivo erano i terroristi, il modo per fermarli è stato quello di fermare il governo che li sosteneva.

Non solo. In rete, con l'hashtag "Not_a_coup" girano altri chiarimenti: "Coup: a sudden, violent and illegal seizure of power from a government. The civilians made a revolution and the army responded". Non un golpe, dunque, ma una rivoluzione partita dal popolo e a cui l'esercito ha dato supporto. La gioia della popolazione Al Cairo, in queste ore, sembrerebbe confermare questo diverso punto di vista, così lontano da quello occidentale che segue l'evolversi della situazione. "Qui, ora, non siamo in pericolo - racconta ancora Amal, incoraggiata dal marito - Sono i media che danno l'idea che noi ci troviamo in una gran brutta situazione, ma non è così".

Da giorni i militari erano pronti ad intervenire. Lunedì, poi, l'ultimatum lanciato a Morsi, con 48 ore di tempo "per rispondere alle richieste del popolo". Poi l'azione, alla quale è seguita una grande festa di piazza. A respingere l'idea che l'Egitto ora si trovi sull'orlo di una guerra civile è anche El Baradei, direttore generale dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) fino al 2009 e leader del partito di opposizione Al Dostour. Lui, che ha sostenuto i principi della Rivoluzione egiziana del 2011, si poi candidato alle presidenziali, perdendo contro Morsi, e da allora guida il Fronte di Salvezza Nazionale contro i decreti dell'ex presidente Morsi. Da martedì 2 luglio è stato indicato come colui che dovrà stendere una road map che deciderà il futuro dell'Egitto: "Non farò il presidente" ha chiarito in queste ore alla Cnn, confermando anche lui che quello avvenuto non è stato un colpo di stato. "La situazione è ciritca, ma milioni di persone sono scese in piazza a protestare, non solo i carri armati" ha detto El Baradei, secondo il quale l'intervento delle forze armate è stato necessario per evitare una guerra civile.

Insomma, la sensazione è che per buona parte della popolazione, e certamente per le forze armate, quella appena accaduta sia una vera e propria dimostrazione. Lo confermano, ancora una volta, le parole di Mostafa: "Ringrazio l'Egitto per aver mostrato al mondo come fare a sbarazzarsi del loro signore delle marionette". Sono in molti a pensare che con Morsi l'Egitto si stesse allontanado dal mondo "occidentale", come dimostrano pagine Facebook come quelle sorte nelle ultime ore e che già contano migliaia di "Like": è il caso di "If you love Egypt support it by visiting it", che elogia l'intervento dei soldati. "Ci stavano e ci siamo impoveriti" conferma Mohamed, un altro militare impegnato nella "rivoluzione civile", che aggiunge: "Stavamo rendendo la vita difficile ai turisti, ovvero la nostra principale fonte di sviluppo economico, per colpa della svolta integralista dei Fratelli musulmani". E ora, cosa succederà? Come reagiranno proprio i Fratelli musulmani? Per ora si attende, ma di certo loro, i militari, sono decisi a non retrocedere di un passo da piazza Tahrir e dal loro "non golpe".


Panorama
 
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hayaty
view post Posted on 6/7/2013, 15:09




Egitto, 25 morti e coprifuoco
La cronaca dalle piazze del Cairo

In Egitto 25 morti (ma potrebbero essere già 30) e oltre 400 feriti negli scontri. Coprifuoco nel Sinai. Cortei per il deposto presidente Morsi. Blindati in piazza Tahrir. Il presidente a interim Mansour scioglie il Parlamento.

5 luglio 2013


Gran caos e tensione sempre altissima in Egitto. Diversi commentatori paventano il rischio di una guerra civile. Dichiarato il coprifuoco nel nord del Sinai. Nel "venerdì della rabbia" è salito ad almeno 25 morti (ma potrebbero essere già una trentina) e 410 feriti il bilancio degli scontri in tutto il Paese. Gli scontri sono fra sostenitori e oppositori dell'ex presidente Mohammed Morsi e con le forze di sicurezza. Scatta il coprifuoco nel nord del Sinai. Arrestato il "numero 2" dei Fratelli musulmani che chiedono alla popolazione di proseguire con la protesta. Al Cairo una folla di pro Morsi ha puntato verso la tv di Stato e in piazza Tahrir ci sono stati nuovi scontri con gli oppositori dell'ex presidente. Interviene l'esercito. Un testimone riferisce di spari e sassaiole. Gli scontri, alcuni anche con la polizia, sono scoppiati anche in città nel sud dell'Egitto, lungo il canale di Suez e nella regione del Delta del Nilo, dove i sostenitori di Morsi hanno marciato su alcune sedi dei governi locali.

Il presidente ad interim Mansour ha sciolto il Parlamento e nominato il capo dell'intelligence, Rafaat Shehata, come suo consigliere per la sicurezza. La tv di Stato non ha fornito dettagli nel dare la notizia.

Un funzionario del ministero della Salute egiziano, Khaled el-Khatib, conferma la morte di una persona e un numero imprecisato di feriti negli scontri al Cairo. Un fotografo di Associated Press ha riferito di avere assistito agli spari da parte dei soldati su decine di migliaia di sostenitori del presidente deposto Mohammed Morsi mentre marciavano verso il quartier generale della Guardia repubblicana per chiedere di riportare Morsi al potere e ha poi riferito di diversi feriti e di un morto. Secondo il quotidiano egiziano Al-Ahram, che cita le agenzie di stampa Afp e Reuters, i morti al Cairo sarebbero invece tre.

Sparatoria fra militari e sostenitori del deposto presidente egiziano Mohammed Morsi nei pressi del quartier generale della Guardia Repubblicana al Cairo. Il bilancio delle vittime non è chiaro ma agenzie di stampa hanno portato il bilancio dei morti a cinque. I Fratelli musulmani hanno indetto manifestazioni in quello che hanno definito “il venerdì della rabbia” e che hanno portato decine di migliaia di persone sono scese in strada al Cairo, in Egitto, a sostegno del presidente destituito Mohammed Morsi, scandendo slogan per chiedere «la caduta del regime militare».

Nella folla molti mostravano copie del Corano e i manifestanti hanno promesso di non andarsene dalla zona vicina alla moschea Rabia al-Adawiya fino a quando a Morsi non sarà restituita la carica di presidente. Un dimostrante, lo studente 18enne Ismail Abdel-Mohsen, ha definito «un fantoccio dei militari» il successore ad interim incaricato dall'esercito a seguito del colpo di Stato, Adly Mansour. I dimostranti si sono poi messi in marcia verso la sede centrale della Guardia repubblicana scandendo lo slogan: «Dopo il tramonto, Morsi sarà di nuovo nel palazzo». Inoltre scontri tra sostenitori di Morsi e l'esercito si sono verificati a Giza, vicino al Cairo.


L'Unità
 
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hayaty
view post Posted on 6/7/2013, 15:27




Egitto: nasce gruppo armato pro Morsi. Ucciso prete copto.
Dopo gli scontri di venerdì, nel Paese si teme una nuova ondata di violenze. Sostenitori dei Fratelli musulmani si organizzano per rispondere alla destituzione dell'ex presidente. Ban Ki-moon: "Chi scende in piazza lo faccia in modo pacifico".

6 luglio 2013


Mentre ancora si contano i morti causati dagli scontri di venerdì tra i sostenitori di Morsi e i militari che hanno destituito il presidente dei Fratelli Musulmani, l’Egitto teme una nuova giornata di violenze e, oggi 6 luglio, è stata annunciata la nascita di un nuovo gruppo islamista armato che vuole rispondere alla destituzione del presidente.

Nasce gruppo islamista armato - Ansar al-Sharia, questo il nome della formazione, ha definito il golpe militare "una dichiarazione di guerra contro l'Islam in Egitto" e ha fatto sapere che sta armando e addestrando i propri militanti. In un comunicato postato su un sito estremista di gruppi che operano nel Sinai e rilevato dal sito di monitoraggio di intelligence Site, la neonata formazione accusa laici, sostenitori di Hosni Mubarak, copti cristiani e militari di voler trasformare il Paese "in un mostro crociato e secolare". Ansar al-Sharia si è detta contro la democrazia e a favore della sharia e ha fatto sapere che aiuterà i musulmani a "a fermare gli attacchi e a difendere la religione".

Prete copto ucciso nel Sinai - E un episodio di violenza si è registato nella città di El Arish, nella provincia del Sinai, dove un prete copto è stato ucciso da da uomini armati. Mina Abud Sharobim è stato colpito da uomini in moto mentre si trovava in macchina davanti alla sua chiesa a el Massaid, nei pressi di al Arish. La penisola da due giorni è interessata da diversi attacchi di miliziani armati islamisti che si ritiene siano seguaci dei Fratelli Musulmani, l'omicidio sarebbe tuttavia il primo delitto a sfondo settario nella regione, dove finora erano state prese di mira solo le autorità civili. Gli integralisti islamici hanno criticato ferocemente il papa copto Tawadros, leader spirituale degli otto milioni di cristiani d'Egitto, per essersi schierato contro Morsi e a favore dei militari golpisti.

L'appello di Ban Ki-Moon - E mentre la tensione sale, arriva l’appello del segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, che ha messo in guardia gli egiziani dal ricorrere a vendette e dall'escludere partiti e comunità dalla vita politica, dopo il colpo di stato tecnico che ha deposto il presidente islamista Mohamed Morsi. Per superare in modo pacifico l'attuale congiuntura "non c'è posto per le rappresaglie o per l'esclusione di importanti partiti o comunità", ha avvertito il numero uno del Palazzo di Vetro, citato dal portavoce dell'Onu, Farhan Haq.
Ban ha spiegato di seguire "con crescente preoccupazione" gli sviluppi della crisi egiziana, da cui arrivano "inquietanti notizie" di arresti e restrizioni della libertà di espressione e "orribili racconti di violenze sessuali". Il segretario generale dell'Onu ha chiesto alle forze di sicurezza di "proteggere i manifestanti e impedire scontri violenti" e ha invitato chi scende in piazza a farlo "in modo pacifico". Per Ban l'Egitto è "a uno snodo critico" e deve pianificare un ritorno pacifico a un governo civile e democratico.

Vertice Bonino-Letta sull'Egitto - Proprio per parlare dell'escalation di violenza in Egitto il premier Enrico Letta ha incontrato il ministro degli Esteri Emma Bonino.
Dopo il faccia a faccia, con riferimento alla situazione in Egitto, Bonino e Letta hanno espresso "grande preoccupazione", precisando che, da parte italiana, si auspicano l'immediata fine di ogni violenza e l'avvio di una transizione rapida e inclusiva.


Sky
 
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O t t a
view post Posted on 7/7/2013, 17:04




7 luglio 2013 - 16:25

Egitto a rischio guerra civile

‘I Fratelli musulmani devono partecipare alla transizione e devono essere integrati nel processo di democratizzazione dell’Egitto’‘. E’ quanto sostiene El Baradei in un un’intervista rilasciata al settimanale tedesco “Der Spiegel” prima che la sua designazione a primo ministro di transizione fosse contestata proprio dalla Fratellanza.

I sostenitori di Morsi assicurano che non cesseranno la mobilitazione fino a quando non si concretizzerà il ritorno al potere del presidente deposto.
Militari e polizia sono schierati in forze per prevenire nuovi disordini. Sulla piazza Tahrir; al Cairo; si sono raggruppati manifestanti anti-Morsi.

“Non è tanto importante se sia El Baradei o qualche altro ad arrivare al governo – ci dice quest’uomo – Quel che è importante è superare questo periodo. Non vogliamo assolutamente arrivare ad una guerra civile. Vogliamo che il Paese superi questo momento pacificamente”

Ma la tensione è alta. Le forze di sicurezza
egiziane sono entrate nella redazione del Cairo di “Al Jazira” . In questo clima continuano i negoziati per nominare un nuovo primo ministro. E c‘è anche chi pensa a El Sisi, il generale che ha destituito Morsi.

Euronews
 
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O t t a
view post Posted on 7/7/2013, 18:52




7 luglio 2013 - 19:10

Egitto: manifestazione anti-Morsi in piazza Tahrir; salafiti, "via Mansour"

Il Cairo - Un fiume di persone si e' riversato nuovamente da ogni parte del Cairo nel cuore della capitale egiziana, in risposta all'ennesimo appello lanciato dal movimento giovanile di protesta 'Tamarrod' (Ribellione, ndr) affinche' fosse garantita la piu' elevata concentrazione possibile di dimostranti anti-islamisti nella centralissima piazza Tahrir e davanti al Palazzo Presidenziale di al-Ittihadiya, con l'obiettivo di "completare la Rivoluzione" del 2011. E' pero' un'iniziativa che rischia di sovrapporsi a quelle, analoghe ma opposte, organizzate dai Fratelli Musulmani, il partito islamista cui fa capo il deposto presidente Mohamed Morsi, per "appoggiare la piena legittimita'" di quest'ultimo e "rigettare il colpo di stato militare" con cui quattro giorni fa e' stato rovesciato. Teatro ne saranno la moschea di Rabaa al-Adawiya, l'Universita' cairota e il quartier generale del corpo di elite della Guardia Repubblicana, situati tutti nel settore est della citta', dove si sospetta che Morsi sia detenuto. Non a caso, con largo anticipo le forze di sicurezza hanno provveduto a chiudere tutti gli accessi alle zone urbane orientali.
Intanto il gruppo salafita al-Gamaa al-Islamiyah e il Partito per la Costruzione e lo Sviluppo, suo braccio politico, entrambi alleati dei Fratelli Musulmani e del deposto capo dello Stato, Mohamed Morsi, hanno sollecitato le dimissioni del neo-presidente egiziano ad interim Adli Mansour, "per evitare che la patria sprofondi in un conflitto amaro". In un comunicato ripreso dall'agenzia di stampa ufficiale 'Mena', le due formazioni radicali affermano che un'uscita di scena di Mansour "aprirebbe la strada a una soluzione corretta per la crisi in atto", ed "eviterebbe che l'Egitto precipiti nel caos". Nella nota si sottolinea che la posizione di Mansour e' "illegittima" e che, trattandosi al contempo del presidente della Suprema Corte Costituzionale, ci sarebbe stato da aspettarsi che non accettasse la nomina da parte delle Forze Armate ne' che "ostacolasse l'attuazione della Costituzione, approvata dal popolo dell'Egitto".

AGI
 
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O t t a
view post Posted on 7/7/2013, 22:11




7 luglio 2013

Egitto, militari nella sede di Al Jazeera
Tv: "Economista Baha Eddin nuovo premier"

Arrestato e poi rilasciato il capo della redazione locale dell'emittente. Agenti schierati in tutto il Paese. L'economista socialdemocratico, Zeyad Baha Eddin, potrebbe essere il nuovo premier ad interim


22:44 - Le forze di sicurezza egiziane sono entrate nella redazione di Al Jazeera a Il Cairo. E' stato anche fermato, e poi rilasciato, il capo della redazione per un interrogatorio. Lo ha riferito la stessa emittente. Intanto i militari sono schierati nella capitale e nel resto dell'Egitto in previsione di nuovi disordini e di violenze fra i manifestanti favorevoli alla deposizione del presidente dei Fratelli Musulmani e i suoi oppositori.
A piazza Tahrir gruppi di manifestanti anti-Morsi si sono riuniti a quelli già accampati. La Fratellanza, dal canto suo, ha promesso che non cesserà la sua mobilitazione fino a quando il presidente deposto dai militari non tornerà al suo posto e ha invitato i suoi seguaci a scendere in piazza "a milioni" contro quello che viene definito lo "stato di polizia" instaurato con il colpo di Stato e contro la nomina del nuovo premier.

Continuano intanto i negoziati sulla sua nomina e sulla formazione del governo di transizione dopo che è circolato il nome del Nobel per la Pace, Mohammed El-Baradei, ex segretario generale dell'Aiea inviso alla Fratellanza, ma che potrebbe non essere l'unica opzione, come trapelato nelle scorse ore.

Tv: indicato nuovo premier - L'economista socialdemocratico, Zeyad Baha Eddin, potrebbe essere il nuovo premier egiziano ad interim. Lo ha annunciato la tv di Stato.

Il ministro degli Esteri italiano: "Stop arresti" - "L'Egitto ha urgente bisogno di ritornare alla normalità evitando arresti arbitrari e assicurando un regolare processo alle persone arrestate". Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Emma Bonino. "Il ritorno alla normalità è necessario anche per risolvere le quotidiane sfide economiche e sociali che più di ogni altra cosa toccano da vicino i comuni bisogni della popolazione", ha ribadito tornando sulla crisi egiziana..

Tgcom24
 
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O t t a
view post Posted on 7/7/2013, 22:32




7 luglio 2013

Egitto: Eddin verso incarico premier

Portavoce presidenza, El Baradei sara' vice presidente


IL CAIRO - L'economista socialdemocratico, Zeyad Baha Eddin, e' stato indicato dalla tv di stato egiziana come il probabile nuovo premier ad interim.
Secondo quanto ha riferito un portavoce della presidenza, il premio Nobel El Baradei, il cui nome era emerso come possibile premier, sara' invece nominato vice presidente ad interim.
Baha Eddin, avvocato laureato a Oxford, ha guidato dell'authority finanziaria negli anni del regime di Hosni Mubarak ma si e' dimesso prima che l'ex rais venisse deposto.

La Gazzetta del Mezzogiorno
 
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hayaty
view post Posted on 8/7/2013, 16:51




Egitto: scontri tra l'esercito e i Fratelli musulmani, i militari sparano.
Manifestazione davanti ad un complesso della Guardia Repubblicana al Cairo

8 luglio 2013 | 17:42


Escalation di violenza in Egitto. Decine di sostenitori del presidente egiziano Mohamed Morsi sarebbero stati uccisi lunedì mattina all'alba dal fuoco dell'esercito contro una manifestazione in corso davanti alla sede della Guardia repubblicana al Cairo. Il portavoce del ministero della Salute egiziano afferma che sono state uccise almeno 42 persone. Ma nel tardo pomeriggio di lunedì arriva il bilancio dei servizi di emergenza egiziani: sarebbero 51 i morti e 435 i feriti delle violenze di questa mattina davanti alla sede della Guardia repubblicana. I servizi di emergenza, in un comunicato, puntano il dito contro un «gruppo terroristico» che ha provato ad assaltare l'edificio. Mentre i Fratelli musulmani, riferiscono che a sparare sono stati i militari e che 77 islamisti sono stati uccisi (tra loro, otto donne e sette bambini, di cui due bebè). L'esercito parla invece di uomini armati che hanno aperto il fuoco quando alcuni manifestanti hanno provato a fare irruzione nell'edificio.

LO SCONTRO
- Nello stesso attacco sarebbe morto anche un ufficiale dell'esercito, mentre altri 40 militari sarebbero rimasti feriti. In precedenza alcuni manifestanti avevano affermato che le forze dell'ordine stavano lanciando lacrimogeni ma anche usando proiettili veri per disperdere il loro sit-in.

SOLLEVAZIONE POPOLARE - La strage di oggi potrebbe portare il Paese sempre più vicino alla guerra civile. Il partito islamico egiziano Libertà e Giustizia del deposto presidente Mohamed Morsi ha infatti fatto appello a una «sollevazione» popolare, dopo il massacro.
Successivamente però un giudice ha ordinato la chiusura della sede centrale del Partito Libertà e Giustizia, braccio politico del movimento religioso dei Fratelli Musulmani, dopo il ritrovamento di armi all'interno dei locali. Lo ha comunicato una fonte della sicurezza, spiegando che la polizia ha trovato «liquido infiammabile, coltelli e armi» che sarebbero state utilizzate «contro i manifestanti scesi in piazza il 30 giugno» per una imponente manifestazione di protesta contro il presidente destituito Mohamed Morsi.

PREMIER - Sul fronte più strettamente politico invece prende corpo la candidatura di Ziad Bahaa El-Din a nuovo premier egiziano. L'economista socialdemocratico è stato indicato dalla tv come il probabile nuovo premier ad interim. Secondo quanto ha riferito un portavoce della presidenza, il premio Nobel El Baradei, il cui nome era emerso come possibile premier, potrebbe invece essere nominato vice presidente ad interim. El-Din, avvocato laureato a Oxford, è stato a capo dell'authority finanziaria egiziana negli anni del regime di Hosni Mubarak durante il periodo di liberalizzazione economica, ma si è dimesso prima che Mubarak venisse deposto. Ma nella notte tra domenica e lunedì è arrivato un nuovo stop dei salafiti che bocciano la proposta di El-Din premier e El Baradei vice-presidente.
Il Nour, secondo partito salafita egiziano, si è successivamente ritirato dai colloqui per la formazione del governo. Al Jazira ha spiegato che la decisione è legata alla strage di manifestanti pro-Morsi davanti alla sede della Guardia repubblicana.


Il Corriere della Sera
 
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123 replies since 16/5/2013, 08:06   1128 views
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