Mal d'Egitto

L'Egitto e l'ambiente

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O t t a
view post Posted on 13/1/2011, 16:20




Aggiornamento

Egitto, dall’Italia una proposta per lo sviluppo sostenibile dell'oasi di Siwa

Mercoledì 12 Gennaio 2011 18:43

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Arriva dall’Italia una proposta per lo sviluppo sostenibile dell’oasi millenaria di Siwa, in Egitto. Il sito, nel nord del paese africano, rischia di perdere per sempre il suo cuore urbano originario: il millenario quartiere di Shali, costruito con un materiale salino chiamato “kershef”. La pioggia, anche se rara, e l’acqua che affiora quotidianamente dal sottosuolo ne stanno infatti provocando lo scioglimento.

Precedenti progetti di restauro con materiali moderni non naturali, incoraggiati dal costo eccessivo del ‘kershef’, rappresentano una seria minaccia per un luogo che è stato candidato ad essere incluso nella lista dei siti Patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Da qui l’Italia è entrata in campo con il progetto “Diarcheo, proposta per uno sviluppo sostenibile dell'Oasi di Siwa”. L’iniziativa fa parte del complesso programma di sostegno alla cooperazione regionale finanziato dalla direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs) della Farnesina e dal ministero dello Sviluppo economico. Il progetto, coordinato dalla Regione Puglia in partenariato con la Regione Molise, ha visto la realizzazione di uno studio condotto dal Politecnico di Bari, che propone il recupero dell’utilizzo del kershef per la ricostruzione del centro storico, introducendo però alcuni elementi strutturali innovativi che ne migliorerebbero la resistenza. “È l'unico modo, a nostro avviso, di mantenere il valore di un bene culturale che rischia altrimenti di andare perduto”, ha affermato durante la presentazione l’architetto Attilio Petruccioli. Sul valore economico dell’oasi, invece, si è soffermato l'economista Valerio Tuccini dell'Unimed di Roma, evidenziando come la salvaguardia dell’identità culturale del luogo può trasformarsi in una importante risorsa per lo sviluppo locale. Al seminario sono intervenuti anche il sindaco di Siwa, Samir Belal, che ha accolto con favore la proposta italiana, sottolineando la difficile situazione dell’oasi soprattutto per quel che riguarda l’agricoltura ostacolata dall’acqua salina, e la dottoressa Maria Grazia Rando del Coordinamento della Cooperazione decentrata della Dgcs. Il centro urbano di Shali risale presumibilmente al primo periodo di stanzialità dei berberi. Siwa si trovava al punto di svolta della via della seta, della via del tè e delle vie carovaniere che provenivano dal centro Africa, dirette verso il Mediterraneo e la penisola iberica. Si tratta, dunque, di un punto unico di riferimento geografico e antropologico che ha resistito per millenni e che rischia di scomparire entro una ventina d'anni se dovessero prevalere le esigenze dell'immediato sfruttamento economico.

Focus mo
 
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hayaty
view post Posted on 19/1/2011, 17:59




EGITTO, PIANI PER PRODURRE 2, 6 GW DALL'EOLICO

18 GEN 2011

Il ministro egiziano dell'Elettricita' e dell'Energia, Hassan Younes, ha dichiarato ai media locali che il suo Paese, con il concorso di imprese pubbliche e private, realizzera' impianti eolici in grado di produrre 2,6 GW di energia elettrica. Il ministro ha aggiunto che nei finanziamenti dei progetti saranno coinvolti diversi protagonisti della finanza internazionale, tra cui la German Delevopment Bank, la Banca europea degli Investimenti e i governi spagnolo e giapponese. Attualmente l'Egitto produce annualmente soltanto 500MW dall'eolico, soprattutto da impianti situati nella zona di Zaafarana, nel golfo di Suez.


AGI
 
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hayaty
view post Posted on 25/1/2011, 17:37




Energie rinnovabili: nuova cooperazione India – Egitto

Martedì, 25 Gennaio 2011.

In materia di energie rinnovabili, sono state discusse alcune nuove forme di collaborazione tra India ed Egitto, grazie ad un incontro tra i Ministri competenti avvenuto durante una visita ufficiale di Farouq Abdullah, Ministro per le Energie rinnovabili dell’India, alla sua controparte egiziana Hassan Yunis, avvenuta pochi giorni fa al Cairo, all’interno di una serie di eventi in precedenza organizzati per favorire i contatti tra le due nazioni.


Ecoo
 
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ely1981
view post Posted on 18/5/2011, 18:00




Petizione per fermare la pesca a Ras Mohammed

Il governatore del Sud Sinai Mohamed Abdel Fadeel Shousha ha dato il via libera per la pesca all'interno del Parco Nazionale di Ras Mohammed nel mese di giugno, quando ha inizio la stagione riproduttiva dell' Emperor Fish.
Una decisione assurda dal punto di vista ambientale che andrebbe ad impoverire uno dei siti di immersione più belli al mondo. Una decisione che ha mosso il CDWS, che ha chiesto al Ministro del Turismo e al Ministro di Stato per l'Ambiente di adottare misure immediate per fermare questa decisione del governatore del Sinai del Sud.

All'interno del Parco Nazionale di Ras Mohammed ci sono tra i siti di immersione più belli e visitati al mondo, come ad esempio Shark Reef. La pesca indiscriminata è stata citata come uno dei fattori che hanno portato al attacchi di squali senza precedenti a Sharm el Sheikh lo scorso anno.

La decisione di autorizzare la pesca commerciale nel Parco Nazionale di Ras Mohammed ha suscitato rabbia tra la comunità subacquea, e è stata avviata on-line una petizione da parte della comunità sub:

www.thepetitionsite.com/2/stop-fish...-national-park/


www.ilmare24ore.com/it/fonte.asp?id=scubaportal_30

Edited by Minea 313 - 18/5/2011, 20:12
 
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Minea 313
view post Posted on 18/5/2011, 19:12




:GRAZIE: :GRAZIE: :GRAZIE: per aver postato questa notizia...ce l'avevo in inglese e rimandavo sempre per la mancanza di tempo per la traduzione!

Dal sito dell'HEPCA su Facebook potete vedere in queste foto lo scempio! :angry:


https://www.facebook.com/media/set/?set=a....100000871331185
 
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ely1981
view post Posted on 18/5/2011, 20:16




Ma figurati cara...purtroppo qui stiamo tornando indietro invece di andare avanti....
 
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hayaty
view post Posted on 26/7/2011, 15:02




Tecnologie ENEA nel nuovo impianto solare termodinamico in Egitto

25-07-2011

Nell’arco di 42 mesi e per un valore complessivo di circa 22 milioni di euro, di cui 12,5 stanziati dalla Commissione Europea nell’ambito del 7° Programma Quadro, il progetto MATS intende realizzare un impianto in grado di produrre elettricità, calore, raffreddamento e acqua dissalata, utilizzando l’energia solare integrata con altre fonti energetiche localmente disponibili.

La tecnologia di riferimento sviluppata dall’ENEA, già utilizzata nell’impianto Archimede dell’Enel a Priolo Gargallo (SR), prevede l’utilizzo di sali fusi alla temperatura massima di 550°C, quale fluido di processo, e di un sistema di accumulo termico che permette di distribuire energia anche in assenza di fonte solare. Inoltre, l’integrazione dell’impianto solare con generatori alimentati a combustibili alternativi (preferenzialmente biomasse) rende l’intero sistema ancora più flessibile, garantendo una maggiore continuità nella produzione di energia.

Il progetto MATS si articola in tre fasi: nella prima, ogni singolo componente dell’impianto viene sviluppato mediante sperimentazione e modellazione numerica; nella seconda si provvederà alla costruzione dell’impianto completo all’interno del Campus universitario della Città della Scienza e Tecnologia di Borg-el-Arab, vicino Alessandria d’Egitto. L’ultima fase del progetto sarà dedicata alla dimostrazione sperimentale dell’impianto, che avrà la capacità di co-generare 1 MW di energia elettrica e 4 MW di energia termica per alimentare apparecchiature di climatizzazione di edifici e un dissalatore da 250 metri cubi al giorno.

Coordinato dall’ENEA, il progetto MATS vede la partecipazione di altri enti di ricerca (il francese CEA, il tedesco ISE del centro Fraunhofer e gli egiziani ASRT e NREA), di università (la britannica University of Cranfield) e di partner industriali nazionali (Tecnimont KT, Ronda Group e Archimede Solar Energy) ed egiziani (Orascom Construction Industries e Delft Environment).


Il Sostenibile
 
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O t t a
view post Posted on 27/7/2011, 17:15




Incertezze e rivoluzioni, freno alle rinnovabili in Africa

27 Luglio 2011 - 16:20

Le incertezze sulla nuova formula di incentivi che il governo del Sudafrica sta progettando e le ripercussioni politiche delle rivolte in alcuni paesi settentrionali stanno frenando gli investimenti esteri in Africa nei settori dell'energia idroelettrica, eolica e solare. Secondo il sito Environmental Finance tre associazioni industriali hanno scritto al governo di Pretoria una lettera aperta chiedendo un confronto franco e aperto, e i governi transitori di Egitto e Tunisia sono poco propensi a impegnarsi in progetti a lungo termine, specialmente sul solare a concentrazione. Fermi anche i piani di esportazione di energia rinnovabile che richiedono negoziazioni politiche. Fino all'anno scorso gli investimenti sulle fonti pulite in Africa erano cresciuti, raggiungendo 3,6 miliardi di dollari.

CORRIERE DELLA SERA
 
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hayaty
view post Posted on 27/10/2011, 15:42




Egitto: la Fao progetta un futuro sostenibile

Giovedì 27 Ottobre 2011 14:50

L' incremento demografico in atto ed il crescente degrado del bacino del Nilo rischiano di far aumentare fame e povertà nella regione. Per evitare che questo avvenga è necessaria una pianificazione dello sviluppo più lungimirante e strategica, secondo la FAO. 

L'avvertimento è venuto alla presentazione ai governi dell'area dei risultati di un progetto FAO durato dieci anni e finanziato dall'Italia, mirato a fornire informazioni e strumenti di pianificazione alle autorità addette allo sviluppo e ai gestori delle risorse naturali, nell'intento di innescare un' inversione di tendenza.
Il progetto FAO-Italia "Prodotti informativi per la gestione delle risorse idriche del bacino del Nilo" ha istituito moderni sistemi di monitoraggio idrologico in tutto il bacino del Nilo, ha aiutato le autorità preposte ad armonizzare la raccolta di dati, ed ha prodotto una serie di esaurienti indagini sull'impiego delle risorse idriche e sulla produzione agricola.

"Sino adesso non vi sono stati studi sistematici su come vengono utilizzate - o potrebbero essere usate - in agricoltura le acque del Nilo, e sono mancate informazioni chiave che avrebbero consentito quello che noi chiamiamo "una solida contabilità delle risorse idriche", dice Pasquale Steduto, a capo dell'Unità FAO Sviluppo e gestione delle risorse idriche.

 "I dati che nell'ambito del progetto si sono acquisiti ed i prodotti informativi che si sono realizzati aiuteranno a colmare queste lacune, e consentiranno ai governi dell'area di trarre il massimo vantaggio dalle risorse del fiume", ha aggiunto.

 

Si prevede che per il 2030 la popolazione del bacino del Nilo -attualmente di circa 200 milioni di persone- aumenterà tra il 61 ed l'82 per cento, secondo un rapporto FAO presentato ad un incontro governativo che si è tenuto oggi a Kigali.

Allo stesso tempo, "degrado ambientale, siccità, istituzioni deboli, scarse capacità finanziarie, infrastrutture inadeguate e instabilità sociale cospirano a perpetuare una situazione di povertà nella regione", si legge nel rapporto. Alcuni dei dieci paesi che condividono il Nilo - Burundi, Egitto, Eritrea, Etiopia, Kenya, Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Sudan, Tanzania ed Uganda - sono tra i più poveri al mondo.

E sebbene le acque del Nilo potrebbero essere una potente leva di sviluppo economico e sociale, l'alto tasso di crescita demografica e la crescente pressione sulla terra e sulle risorse idriche "assottigliano le possibilità di invertire questo trend negativo nella regione", si legge nello studio della FAO. 

"Per ridurre la pressione sul Nilo occorrerà una maggiore efficienza e produttività dell'uso dell'acqua lungo l'intera catena produttiva, dal campo alla tavola, costruire sistemi agricoli più resistenti al cambiamento climatico e rafforzare il commercio dei prodotti agricoli tra i paesi che condividono il bacino", ha affermato Steduto.

 

L'agricoltura nel bacino del Nilo usa già più dell'80 per cento delle risorse idriche rinnovabili, secondo lo studio FAO, e la possibilità di incrementare l'approvvigionamento d'acqua, per esempio drenando le zone paludose o riducendo l'evaporazione, è estremamente limitata.

"E`molto importante che le autorità che gestiscono le risorse abbiano informazioni dettagliate per una buona contabilità dell'acqua, e strumenti per la pianificazione che consentano loro di valutare i costi e i benefici delle loro politiche e delle loro scelte di gestione delle risorse", dice Steduto spiegando la logica dietro al progetto.

Il progetto "Prodotti informativi per la gestione delle risorse idriche del bacino del Nilo" ha consolidato le informazioni spaziali sull'acqua e sull'agricoltura nella regione; ha fatto una previsione dei bisogni alimentari futuri della regione; uno studio dei vari sistemi agricoli praticati lungo il Nilo ed un'analisi dei possibili scenari futuri per una gestione sostenibile delle risorse idriche e per lo sviluppo agricolo.

 Inoltre si sono prodotti e distribuiti 18 manuali tecnici su tecniche e tecnologie per la misurazione dell'acqua. Centinaia di addetti alla gestione delle acque e personale di agenzie agricole hanno ricevuto corsi di formazione, incluso su tecniche di negoziazione.

Sono stati acquisiti un'enorme quantità di dati sulle risorse idriche, sul territorio e sull'agricoltura mediante il Sistema di Informazione geografica (SIG). Dati più accurati hanno consentito la creazione dello Strumento di sostegno decisionale del Nilo (Nile-DST la sigla inglese), un software che dà una mappatura dell'intero sistema del Nilo e consente ai pianificatori di valutare i pro e i contro e le conseguenze dei differenti possibili scenari di sviluppo.

Contemporaneamente, sottolinea Steduto, il progetto ha rafforzato una visione condivisa della gestione delle risorse naturali e di uno sviluppo che sia sostenibile tra i governi che si affacciano sul Nilo. "Solo mediante uno sforzo congiunto dei Paesi rivieraschi si potrà concepire e costruire un futuro sostenibile", ha aggiunto.

Il progetto di 5 milioni di dollari è stato finanziato dal Governo italiano, ed è l'ultimo di tre progetti finanziati nella regione per un totale di 16 milioni di dollari.


Focus MO
 
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hayaty
view post Posted on 12/11/2011, 16:50




Cooperazione tra Egitto e Giordania in materia di energie rinnovabili

11-NOV-11 - 11:54

L'Associazione egiziana per la Qualità ambientale e l'Associazione giordana per l'energia rinnovabile hanno firmato un accordo di cooperazione per lo scambio di esperienze nel campo dell'energia rinnovabile. L'accordo è stato firmato nel corso della prima conferenza che si è svolta a Urgada in Egitto, sul Mar Rosso. Il numero due dell'Associazione egiziana, Gamal Abu Ebeid, ha detto al giornale Youm7 che l'accordo ha l'obiettivo di sviluppare consapevolezza, educazione, benefici reciproci per entrambi i Paesi mettendo a confronto le esperienze e sostituendo le attitudini negativi con delle nuove. Questo potrebbe aiutare le associazioni locali a tutti i livelli e a tutti gli standard, le istituzioni statali e il settore privato ad aumentare la consapevolezza dell'importanza che ha l'energia rinnovabile, ha aggiunto. “L'Istituto arabo di energia rinnovabile, organizzazione no profit della società civile araba, cerca di aumentare la consapevolezza e l'educazione e di attrarre investimenti nel campo dell'energia rinnovabile'', ha detto il general manager dell'Associazione giordana, Mohamed el-Taan. “Questo ci aiuterà a offrire opportunità di lavoro ai giovani arabi'', ha concluso.


Il Tempo
 
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hayaty
view post Posted on 12/11/2011, 17:14




Egitto, attenzione puntata sullo sviluppo dell’eolicoIl governo egiziano sta puntando sullo sviluppo delle rinnovabili per aumentare la produzione di energia elettrica senza emissione di inquinanti

Il Cairo, 11 novembre 2011

Un bando di gara del valore di 1.000 MW è il segno che l’Egitto sta puntando sulle rinnovabili per raggiungere l’ambizioso obiettivo energetico green fissato dal governo. Nel particolare il progetto riguarderà la realizzazione di un nuovo impianto eolico, che andrà ad aumentare la produzione di energia del paese senza rilascio di inquinanti.

Le proposte dei candidati per la costruzione della fattoria del vento sono attualmente in fase di valutazione, ha rivelato il Ministro egiziano dell’Energia Hassan Younis, con la prospettiva che il progetto venga messo in funzione nel 2016. A tal proposito il professor Galal Osman, presidente della egiziana Wind Energy Association, ha ricordato ieri che il contratto verrà asseganto entro la fine dell’anno. La gara rappresenta uno dei progetti di energia eolica destinati a fornire un totale di 7.200 MW di potenza entro la fine del decennio, contro gli attuali solo 550 megawatt, nella speranza che il vento, assieme all’energia solare, riesca a coprire il 20% del fabbisogno energetico del paese entro il 2020.

Le turbine eoliche, rivelano le previsioni, forniranno il 12 per cento del totale della produzione da FER, ha dichiarato il professor Osman, e il governo sta cercando di sfruttare il proprio enorme potenziale.

“Le condizioni del vento in Egitto sono tra le migliori al mondo”, ha detto Stefan Gsänger, il segretario generale della World Wind Energy Association, che ha organizzato la conferenza del Cairo durante la quale è stato annunciato il progetto.


Rinnovabili
 
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O t t a
view post Posted on 14/11/2011, 17:02




Aggiornamento

Egitto: appalto eolico da 200MegaWatt

Lunedì 14 Novembre 2011 - 16:15

Il governo egiziano sta per lanciare la gara d’appalto per la costruzione di un campo eolico da 200MegaWatt nella regione orientale di Zaafarana, vicino al Golfo di Suez. L’annuncio è stato dato dal ministro dell’Energia, Hassan Yunis. Si tratta della seconda fase del progetto sulle energie rinnovabili avviato dall’esecutivo nazionale a luglio.

L’appalto riguarda fornitura, installazione e gestione degli impianti, che dovranno essere operativi entro aprile 2014. L’investimento sarà di 500milioni di dollari, reperiti grazie al sostegno della Banca europea per gli Investimenti (Bei) e dell’Unione europea. Attualmente l’Egitto produce ogni anno 550MW di energia elettrica. L’obiettivo fissato per il 2020 è quello di raggiungere quota 7.200MW.

FocusMO
 
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hayaty
view post Posted on 22/11/2011, 17:14




Pericolo di inondazione per l'Egitto, 1,5 mln di persone a rischio sfollamento

22/11/2011

Tra meno di una settimana 195 Paesi e 17 mila delegati si incontreranno a Durban, in Sudafrica, per l'ultimo round di negoziati sul cambiamento climatico globale. L'Africa è il continente con gli equilibri più fragili e questo a causa della sua vastità, della diversità e della povertà, ormai endemica in vaste aree del suo territorio che lascia pochi margini alla popolazione per far fronte alle emergenze.

La costa egiziana bagnata dal Mar Mediterraneo è a rischio di inondazione. Un rischio che aumenta con il progressivo innalzarsi del livello del mare che ha già sommerso vaste aree depresse invadendo, per permeabilizzazione dal basso, i pozzi di acqua potabile. Il fenomeno, più evidente nel delta del Nilo, sta assumendo dimensioni sempre più ampie tanto che, secondo taluni climatologi, nel giro di pochi anni la città di Alessandria diventerà un'isola che dovrà essere collegata al continente da un ponte.

Anche le aree fertili attraversate dal Nilo sono minacciate; lo sfruttamento del fiume infatti, con la captazione di acqua per l'uso agricolo, ne sta riducendo sensibilmente la portata già comunque soggetta ad una evaporazione sempre più intensa.

Secondo Guy Jobbins, lo scienziato britannico a capo del Canada Research Development Centre che ha messo a punto uno studio sull'adattamento al cambiamento climatico per l'Africa, l'innalzamento del livello del mare, pur essendo costante e valutabile in millimetri nell'arco di un decennio, è tuttavia influenzato dalle grandi tempeste, sempre più frequenti e di forza crecscente, che in quest' ultimo anno hanno devastato la costa egiziana.

Secondo Mohamed El-Raey, professore di fisica ambientale presso l'Università di Alessandria, 1,5 milioni di persone potrebbero essere sfollate dalla sola Alessandria. Altre aree diventeranno impossibili da coltivare a causa della salinizzazione del suolo ed il calore renderà le città invivibili. Secondo Jobbins , l'Egitto vedrà diminuire la sua riserva di acqua dolce dal 30 al 70%.

Un pericolo reale che il governo egiziano, secondo gli scienziati, non affronterebbe in maniera adeguata. Una speranza sembra possa riporsi su una vasta area sottrranea tra Egitto Libia Ciad e Sudan dove dovrebbero trovarsi vastissimi depositi alluvionali di acqua dolce; si è cominciato a sondare il terreno con dei pozzi profondi ma, per ora, non ci sono stati ancora risultati significativi.


Libero News
 
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hayaty
view post Posted on 11/2/2012, 17:26




Ambiente: Egitto 'mercato centrale' per traffico avorio
Rapporto Traffic, maggiori clienti sono i cinesi

10 febbraio 2012 - 17:58

Il contrabbando di avorio verso l'Egitto, malgrado siano state adottate chiare leggi in materia, resta un pericolo per gli elefanti di tutta l'Africa. La denuncia e' contenuta nell'ultimo rapporto della organizzazione non governativa Traffic, che si batte contro il commercio illegale di prodotti derivanti dal bracconaggio. Il rapporto, pubblicato sulla rivista della organizzazione, segnala in Egitto una diminuzione, in volume, dei prodotti di avorio venduti alla luce del sole, per lo piu' nei mercati frequentati da turisti.

Ma il Paese nordafricano rimane ''uno dei maggiori hub per il commercio globale di avorio''.

Una legge del 1999 rende illegale importare e vendere prodotti di avorio senza un apposito permesso che non viene quasi mai concesso. Tuttavia - nota il rapporto - raramente chi viola la legge viene arrestato e di conseguenza il commercio, che passa soprattutto attraverso il Sudan, continua. Ad alimentarlo e' soprattutto l'aumento della presenza al Cairo e in altre citta' egiziane di cinesi, tradizionalmente estimatori delle statue in avorio. Nell'ultimo decennio i cinesi che stabilmente vivono in Egitto sono passati da zero a 60mila e i turisti da zero a 100mila.

Una zanna di elefante puo' valere fino a 360 dollari al chilo. I frammenti di avorio circolano a circa 150 dollari al chilo. Cio' rende molto lucrativo il contrabbando ed alimenta il bracconaggio nei Paesi dell'Africa sub sahariana.


ANSA
 
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O t t a
view post Posted on 8/1/2013, 01:25




EGITTO, DUE NUOVE SCOPERTE DI GAS NEL DELTA DEL NILO

lunedì 7 gennaio 2013 - 11.56

Il Cairo - La compagnia degli EAU, Dana Gas, ha fatto due scoperte di gas nel bacino del Delta del Nilo, in Egitto. Le stime preliminari riferiscono di un quantitativo identificabile tra i 17 e i 95 milioni di barili di petrolio equivalente. Patrick Allman-Ward, il general manager di Dana Gas Egypt - sesta produttrice di gas del paese - ha dichiarato che la compagnia intende sviluppare rapidamente le nuove scoperte.

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49 replies since 19/1/2009, 19:58   1305 views
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