Mal d'Egitto

Vittorie e sconfitte delle donne egiziane

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hayaty
view post Posted on 27/3/2008, 23:37




EGITTO: FENOMENO LETTERARIO, 3 BLOGGER DONNE AUTRICI DI 3 LIBRI
Seccesso senza precedenti in librerie, critica maschile le boccia

27 mar. - Sono tre blogger egiziane e devono essersi ispirate a Rajaa, l'autrice saudita del libro "Ragazze di Riad" che ha avuto un grande successo internazionale: le tre donne, insieme, hanno pensato di raccogliere le loro esperienze su internet, in altrettanti libri che stanno avendo un successo senza precedenti nel più grande Paese arabo, l'Egitto.

"Riso allo Yougurt per due persone"; "Voglio sposarmi"; "Questo è il mio ballo" sono i titoli delle fatiche di - rispettivamente - Rihab Bassam, Ghada Abdulal e Ghada Mohammed Mahmoud. Le polemiche sono all'ordine del giorno. I critici 'maschi' bollano le opere come "sgrammaticate, con linguaggio da sms", mentre per le scrittrici affermate sono viste come "ricche di talento".

La tv satellitare al Arabiya, per dare un'idea della "portata del nuovo fenomeno letterario", riferisce nelle librerie del Cairo le prime edizioni sono già esaurite: cinquemila copia ciascuno di "tutti e tre i libri" editi in contemporanea nel gennaio scorso dalla stessa casa editrice, "Dar al Shirouq".

Per il recensore dell'emittente araba, nei tre libri si raffigura "una visione originale e alternativa al mondo", attraverso "concetti diversi su famiglia, potere e corpo femminile". Non è così per il critico Ezzat al Qamhawi che scrive: "Testi sgrammaticate che ricorrono a nomi in codice per non assumersi la responsabilità di autocensura". A turbare la critica ufficiale è insomma il massiccio ricorso "al gergo, al linguaggio dell'sms e ai termini stranieri seguiti solo dai giovani".

L'unico critico donna trova invece che sono "tre scrittrici ricche di talento che hanno allargato gli orizzonti letterari portando una ventata di freschezza e gioventù", come ha commentato alla tv araba la scrittrice egiziana Sahr al Mouji.

"Ragazze di Riad", edito anche dalla Mondadori è stato il primo successo a livello internazionale di una blogger araba. L'autrice, Rajaa al Sanie, è una 24enne saudita che porta lo hijab. Il suo libro raccoglie in un romanzo le e-mail che si scambiano quattro ragazze che vivono nella capitale saudita parlando degli uomini, della società e dei loro sogni.

Notizie Virgilio Alice
 
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hayaty
view post Posted on 15/5/2008, 23:18




EGITTO: AUTRICE DI LIBRO "DIO SI E' DIMESSO" SALVA CITTADINANZA
Tribunale respinge causa intentata contro di lei

Roma, 14 mag.
- La libera espressione di un'opinione, anche se provocatoria, non comporta la perdita della cittadinanza. Ha così stabilito ieri una corte egiziana, respingendo una richiesta di ritiro della cittadinanza nei confronti della nota scrittrice Nawal al Sadawi, autrice del libro "Dio s'è dimesso". Lo rende noto oggi la Tv satellitare al Arabiya.

"Esprimere un opinione, anche se tocca la divinità, non costituisce un reato perseguibile con il ritiro della cittadinanza", ha stabilito il Tribunale amministrativo del Cairo.

Al Sadawi, nota per le sue attività per i diritti delle donne, era stata citata in tribunale per "palese blasfemia". A offendere gli integralisti una serie di sue pubblicazioni, non ultima "Dio s'è dimesso", nel quale tra l'altro denunciava il fatto che Allah sia identificato da tutti come "maschio e non femmina".

La causa era stata intentata da un avvocato, che accusava la scrittrice di avere "offeso le religioni e i dettami della Shariya islamica con una serie di pubblicazioni provocatorie capaci ad innescare una sedizione sociale".

Nota in tutto il mondo arabo, al Sadawi è anche medico ed è autrice di vari libri-denuncia sulle condizioni delle donne nella società araba e musulmana. Una sua opera teatrale dal titolo "La caduta di Dio in un summit arabo", tratta dal suo "Dio s'è dimesso", ha suscitato l'indignazione della massima autorità religiosa del paese, l'università al Azhar che ha chiesto di censurare entrambe le opere. Censura e ritiro dalle edicole si sono puntualmente verificate.

Virgilio Alice Notizie
 
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hayaty
view post Posted on 27/6/2008, 08:27




Unione europea lancia telefilm in Egitto

26/06/2008 11:42

Se in occidente le serie tv dettano la moda, nei Paesi arabi detteranno i valori: per far riflettere le donne egiziane su discriminazione, diritti, violenza domestica e pari opportunità, l'Unione europea ha scelto un telefilm, Coiffeur Ashwaq, che per venti minuti al giorno mette il vastissimo pubblico femminile di fronte ai problemi che troppo spesso sottovaluta o ignora. La sit-com, dunque una commedia, è ambientata nella sala d'aspetto di un salone di bellezza.

Protagonista è la proprietaria del salone - la nota attrice egiziana Mimi Gamal - che tutti i giorni ha a che fare con donne di diverse classi sociali, spunto per le numerose situazioni comiche. Ma dietro il divertimento, usato come specchietto delle allodole per stessa ammissione degli sceneggiatori, si nascondono i temi più caldi che riguardano la donna e il suo ruolo nella società araba: violenza domestica, matrimoni forzati, sessismo, molestie, divorzi.

Assenti invece le questioni politiche e religiose, per evitare che qualche signora spenga la tv sentendo offesa la sua fede. Contemporaneamente alla messa in onda di Coiffeur Ashwaq, i produttori hanno aperto anche un forum di discussione on line, frequentatissimo dalle appassionate della serie che si scambiano commenti sulle puntate, ma anche esperienze e consigli.


Quo Media
 
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hayaty
view post Posted on 18/7/2008, 23:19




Studio egiziano: il velo non salva dalle molestie sessuali

In Egitto ben l'83% delle donne subisce assalti verbali o fisici. Indipendentemente dall'abbigliamento

17/7/2008

Che il velo non sia un'orrida imposizione maschilista ma un prezioso custode della modestia femminile, in grado di tenere a bada i bollenti spiriti maschili e suscitare un'immediato e duraturo moto di rispetto reverenziale verso chi l'indossa è un vecchio cavallo di battaglia degli islamici/isti.
Pecccato che ora una ricerca del Centro Egiziano per i Diritti delle Donne (Ecwr) sembri smontare la tesi. Almeno nel caso specifico dell'Egitto, dove, stando a questa indagine, l’83 per cento delle donne egiziane subisce quasi ogni giorno molestie sessuali per strada e sui mezzi pubblici. Molestie a tutto campo che vanno dagli inviti verbali "pesanti", alle occhiate insistenti, fino ai palpeggiamenti. Ora, la percentuale, in verità cospicua, comprende in pefetta par condicio donne velate e non.
La direttrice del Centro, Nihad Abul Qumsan, spiega che lo studio è stato condotto su un campione di 2120 soggetti - 1010 donne egiziane, 1010 uomini egiziani, 100 straniere - attraverso la diffusione di questionari. La conclusione è semplice ma non lascia spazio a dubbi: «Non è vero che le molestie arrivino perchè le donne provocano con il loro modo di vestire», sostiene Qumsan, che racconta l'esemplare caso di una donna incinta di nove mesi fatta bersaglio di oscenità e inviti a salire in auto mentre passeggiava nel quartiere periferico di Maadi, al Cairo «È difficile pensare - osserva la direttrice dell’Ecwr - che in quello stato una donna possa essere condannata per abbigliamenti provocanti. La verità è che succede assolutamente a tutte».
«Le donne che portano l’hijab, il velo che copre i capelli, o il niqab, che lascia scoperti solo gli occhi, vengono molestate altrettanto quanto le donne senza velo o le straniere», testimonia Angie Ghozian, laureata all’università del Cairo e vittima prediletta dai molestatori in metropolitana o sugli autobus.

Il sondaggio è accompagnato da una raccolta di firme per una petizione che chiede di modificare le attuali leggi contro le molestie sessuali. Leggi che sulla carta non sono nemmeno malaccio: sono previste condanne fino a un anno di reclusione per gli uomini che rivolgono frasi oscene all’indirizzo delle donne. Peccato che la percentuale delle denunce alla polizia sia meno del 2 per cento.


La Stampa
 
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falak
view post Posted on 2/8/2008, 12:06




Approfondimento

Egitto: Molestie e stupri, un tabù da abbattere

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In Egitto le molestie sessuali e gli stupri potrebbero avere presto rilevanza penale, comportando l'arresto, il carcere e pene pecuniarie per chi li commette. Infatti, come riporta l'Ansa, la segretaria generale del Consiglio Nazionale delle Donne, Farkhonda Hassan, ha annunciato la presentazione di una proposta di legge per contrastare un fenomeno che fino a oggi, secondo recenti sondaggi, avrebbe colpito l'83% delle donne egiziane, delle quali solo il 2% avrebbe avuto il coraggio di denunciarlo.

''Qualsiasi persona che molesta sessualmente un'altra del sesso opposto sarà condannata a rimanere in prigione - ha detto Hassan al quotidiano 'Masri El Youm' - per un periodo non superiore ad un anno e a una multa non superiore alle 1.000 lire egiziane (120 euro), se questa persona abusa della propria autorità dando ordini o con comportamenti che possono essere definiti di abuso sessuale, con parole, toccamenti o telefonate e messaggi'', o ''inviti'' e insulti per strada.

'Finalmente si sta cominciando a superare il tabù che impediva di parlarne (reati sessuali ndr), tanto tra la gente comune quando nei circoli accademici e nei media''. Lo rileva un commento del Centro Egiziano per i Diritti delle Donne (Ecwr), nel suo sito internet, che ha diffuso lo studio intitolato ''Nuvole sull'Egitto''.

Dalla ricerca risultava il dato decisamente anomalo delle molestie enormemente diffuse e assolutamente prive di qualsiasi controllo. ''Non è questione di come andiamo in giro vestite, velate o no, con vestiti provocanti o con le tuniche che molte di noi indossano normalmente'', denunciava su un altro sito una studentessa interpellata dai ricercatori. ''Il problema è che non c'è la cultura del rispetto della donna''. ''Se ci rivolgiamo alla polizia o alle autorità - testimoniava una donna che chiedeva l'anonimato su un altro sito -, nove volte su dieci rischiamo di essere prese in giro, se non addirittura di suscitare interessi poco opportuni in chi dovrebbe invece intervenire per proteggerci''.

Farkhonda Hassan definisce nel progetto molestia sessuale qualsiasi comportamento che miri ad atti sessuali contrariamente alla volontà di chi lo subisce, aggiungendo che questi comportamenti possono essere attuati tanto da uomini che da donne in posizione di comando rispetto alla vittima.

giovedì 31 luglio 2008

AgenziaRadicale
 
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falak
view post Posted on 2/8/2008, 12:42




CITAZIONE (falak @ 29/2/2008, 20:32)
EGITTO: PER PRIMA VOLTA DONNA REGISTRA NOZZE E DIVORZI

Approfondimento:

AMAL SOLIMAN / EGITTO AL FEMMINILE

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Le donne possono cambiare il mondo.

In Egitto Amal Soliman è diventata la prima donna "maazun",cioè una specie di notaio islamico,abilitata a celebrare i matrimoni.

"Sono semplicemente una casalinga che vuole lavorare vicino casa per meglio accudire i figli"-dice di sè.

La sua storia è finita infatti su tutti i giornali,provocando una reazione"forte" dell'Islam radicale, secondo il quale le donne sono inadatte a svolgere certe professioni.

Di opposto parere gli esperti coranici più aperti per i quali questa è una grande opportunità per le donne e il mondo arabo.Un'opportunità che va accettata.

L'innovazione, decisa dal governo egiziano, ha un grande valore simbolico e si colloca sulla stessa strada di quelle prudenti riforme che, lo scorso anno, avevano consentito la nomina di donne giudici.

Secondo Amal Soliman la presenza di una donna maazun può essere assai utile nel riconoscere e contrastare i matrimoni forzati.

In attesa di ricevere i documenti ufficiali dal ministero della Giustizia, sono già tante le coppie che, ogni giorno, la contattano, perchè il loro matrimonio sia celebrato da lei.

E questo è molto bello in un Paese dove,lo sappiamo bene, "l' altra metà del cielo", a tutt'oggi, si vede ancora riconosciuti pochissimi diritti e molti doveri. Per storia, cultura,usi e costumi.

A CURA DI MARIANNA MICHELUZZI

27/07/08 ore 08:11

marianna06.blog -lastampa



 
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falak
view post Posted on 26/8/2008, 13:33




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I maschi non entrano... ok al bikini per le islamiche

Il "burkini", il costume islamico che copre integralmente la figura femminile (disegnato – forse qualcuno lo ricorda - da un'intraprendente donna d'affari australiana ma di origine libanese), risulta scomodo e ingombrante. Parola di chi l'ha indossato. E così le musulmane osservanti oggi preferiscono godersi la spiaggia sdraiate all'ombra di resort esclusivi come La Femme (dal francese "la donna") dove l'ingresso è riservato alle sole donne. Qui, perfettamente a loro agio perché lontane dagli sguardi maschili, si liberano di abiti e hijab (velo islamico), e restano, in alcuni casi, soltanto in bikini. Consapevoli che gli sheikh (esperti islamici) fondamentalisti non avranno in questo modo nulla da ridire. "Segregate" all'interno di questi rifugi, mantengono la capacità di osservare un comportamento modesto, cioè di non provocare gli uomini mostrando il loro corpo, senza rinunciare ad un bagno di sole.

Frequentata soprattutto dalla ricca borghesia egiziana che può permettersi di pagare un ingresso di 14 dollari (9 euro) nei giorni feriali e 16 nei week-end, La Femme (situata nei pressi della località balneare di Marina, un centinaio di chilometri ad ovest di Alessandria d'Egitto), non è l'unica spiaggia per sole donne dell'Egitto. Nel 2004 Yachmak ha inaugurato quello che oggi è diventato un trend che ha il potenziale di un enorme business (se a frequentare questi luoghi arriveranno anche le ricche principesse del Golfo). Il direttore di Yachmak, l'uomo d'affari egiziano Walid Mustafa, aveva dichiarato in occasione dell'apertura del resort: "Dopo tutto apparteniamo ad una società conservatrice (quella islamica, ndr). Non possiamo dimenticarlo". E aveva poi aggiunto: "Dobbiamo rispondere alle necessità della comunità". Su queste spiagge le guardie all'ingresso impediscono l'accesso ai bagnanti di sesso maschile e frugano nelle borse delle clienti in cerca di videocamere; inoltre, ingombranti paravento bloccano la visuale sui lati del bagnasciuga, fino a raggiungere il mare.

Ma in Egitto non è stato sempre così. Oggi circa l'80 per cento delle donne indossa l'hijab – al Cairo c'è pure un caffè per sole donne velate – e il principale gruppo d'opposizione in parlamento sono i Fratelli Musulmani, un movimento islamico conservatore ufficialmente bandito dalle autorità di governo. Un tempo, invece, il paese dei Faraoni era considerato fra i più liberali del mondo arabo, e fu uno fra i primi a concedere il diritto di voto alle donne. E allora, che cosa sta succedendo? Il paese è in preda ad una sorta di "isteria religiosa", concordano gli esperti, e la moda del velo islamico (che non è imposto dalla legge come in Arabia Saudita o in Iran), come pure quella dei ritrovi per sole donne, è solo una nuova forma di "decadenza". Le donne "dovrebbero avere timore di Dio, non degli uomini", insistono invece i giovani arabi.

Sabato 23.08.2008 12:19

Affaritaliani
 
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falak
view post Posted on 12/9/2008, 20:46




Le donne egiziane stanno infrangendo i tabù,ma i problemi rimangono

di Fatma Khafagy

Il ruolo delle donne nella società egiziana sta attraversando una delicata fase di passaggio, sospeso tra la rivendicazione di uguali diritti rispetto agli uomini e la sopravvivenza della struttura sociale tradizionale fondata su una rigida divisione dei ruoli in base ai sessi

Quest’estate, le donne egiziane sono uscite allo scoperto per protestare contro i riti del matrimonio tradizionale e contro l’elevata frequenza e diffusione delle molestie sessuali nel paese. Nonostante le recenti richieste di un maggiore riconoscimento sociale e giuridico, le donne egiziane stanno ricevendo messaggi contraddittori riguardo ai loro diritti, soprattutto per quanto concerne il diritto di famiglia in Egitto.

Le organizzazioni della società civile stanno lanciando campagne di informazione che invitano ad una maggiore uguaglianza di genere e ad una protezione giuridica paritaria per le donne all’interno della struttura familiare. Tuttavia, allo stesso tempo, le istituzioni religiose dicono alle donne che esse già godono di sufficienti diritti all’interno della famiglia in base alle leggi esistenti.

Negli ultimi dieci anni, l’Egitto e altri paesi arabi hanno conosciuto riforme legislative che hanno prodotto emendamenti costituzionali che garantiscono alle donne uguali diritti rispetto agli uomini. Per esempio, le donne egiziane sposate a non egiziani possono ora trasmettere la loro nazionalità ai propri figli. Inoltre, per la prima volta le donne egiziane si sono assicurate il diritto al divorzio, e i mariti non possono più impedire alle loro mogli di viaggiare da sole all’estero. Violentatori e stupratori non possono più, come prima, evitare una condanna penale sposando le donne che avevano violentato, e sono stati istituiti ‘tribunali della famiglia’ per mediare tra i coniugi e per accelerare i procedimenti di divorzio.

Tuttavia, il diritto di famiglia resta invariato. L’odierno codice giuridico risale al 1920 e resta ancorato a principi volti a conservare il tradizionale sistema patriarcale. Fra tali principi vi è quello secondo cui i mariti sono responsabili del mantenimento della famiglia e le donne sono subordinate ai loro mariti. Questa legge sullo statuto personale conferisce agli uomini il diritto incondizionato al divorzio, mentre le donne devono ancora ricorrere all’approvazione del tribunale, che spesso viene concessa solo se le donne rinunciano a tutti i diritti finanziari – inclusa la dote – o se riescono a provare che i loro mariti hanno esercitato abusi o violenze nei loro confronti.

Tuttavia, la realtà di oggi è – ormai da qualche tempo – molto diversa. Molte donne oggi lavorano e contribuiscono al mantenimento delle loro famiglie. Tuttavia, i ruoli familiari non sono ancora stati messi in discussione. Essi sono ancora sostenuti a livello giuridico e avvalorati a livello sociale, impedendo che una trasformazione sociale e culturale importante abbia luogo.
Da più parti si levano inviti al cambiamento. Le organizzazioni della società civile egiziana, specialmente i gruppi femminili, stanno chiedendo di reinterpretare la legge sciaraitica ( un’impostazione della legge basata sui principi islamici ), con un’attenzione ai diritti delle donne.

La comunità religiosa, tuttavia, ritiene che le donne abbiano sufficienti diritti all’interno della famiglia. I rappresentanti della legge islamica dicono alle donne che esse hanno il diritto di chiedere ai propri mariti di mantenere loro stesse e i loro figli, di utilizzare il proprio stipendio ed i propri guadagni per il proprio uso personale e di ricevere denaro dai loro mariti quando adempiono alle loro responsabilità materne, ad esempio quando allattano i figli. Le istituzioni religiose stanno così perpetuando una rigida divisione dei ruoli basata sui sessi.

Sfortunatamente, l’accesso ad un sostegno legale per cambiare o sfidare le leggi esistenti è un problema per molte donne povere. Il costo di un avvocato è molto alto, il tempo speso in tribunale per avere un verdetto può essere eccessivo per quelle donne che lavorano sia dentro che fuori casa, e non vi è nessuna garanzia che il verdetto sia poi a loro favore. Spesso, i giudici e gli ufficiali di polizia sono influenzati dalle istituzioni religiose e da una cultura patriarcale che sostiene l’ineguaglianza tra i sessi e rafforza i tradizionali ruoli di genere.

Le cose peggiorano se prendiamo in considerazione gli estremisti religiosi, che ritengono la preservazione dell’attuale ruolo delle donne nella famiglia come una battaglia cruciale nella lotta per sostenere l’etica e la moralità sociale. Le donne, dunque, sono spesso messe sotto pressione affinché indossino l’hijab (il velo che copre i capelli), pratichino la mutilazione genitale femminile e dimostrino la loro verginità. I media e i programmi scolastici giocano anch’essi una parte importante nel conservare i ruoli tradizionali degli uomini e delle donne, ritraendo le donne come deboli, emotive, dipendenti e bisognose di protezione.

Le voci che chiedono il cambiamento, tuttavia, si stanno facendo sempre più forti. Varie istituzioni in Egitto, tra cui il Consiglio Nazionale delle Donne, il Ministero della Giustizia e il Partito Nazionale Democratico, oltre a un consistente numero di ONG femministe, stanno lavorando per riformare sia la legge sullo statuto personale sia quella che regola le procedure dei tribunali per la famiglia.

Invece di farsi dettare i ruoli dei sessi, in questo difficile momento di svolta le donne egiziane stanno dimostrando il coraggio di mettere in discussione questi ruoli, e di cercare una piena partecipazione ed eguali diritti come donne e come cittadini.

Fatma Khafagy è consigliere politico per i diritti delle donne presso la German Technical Assistance in Egitto, ed è membro della direzione dell’ Alliance for Arab Women

12/09/2008

arabnews
 
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falak
view post Posted on 28/10/2008, 22:23




Egitto, Nozze 'officiate' per la prima volta da una donna

Per la prima volta in Egitto una donna è stata autorizzata a celebrare un matrimonio, cosa che viene riservata di regola ai maschi. Ne ha dato notizia il quotidiano egiziano al Masry al Youm con un articolo che definise l'evento con "l'appellativo di 'storico'".

Si chiama Amal la "Mathuna" , ovvero 'autorizzata', che nell'islam indica la figura preposta per celebrare i matrimoni, diventata nell'occasione vera e propria star delle nozze con tanto di "supporters" al seguito.

Le cronache del giornale locale sottolineano che la donna "non ha voluto mettere le mani nelle mani dello sposo" come prevede la 'prassi' islamica. "Sfido chiunque - ha detto Amal - che mi dimostri la necessità di mettere mano nella mano, mathuna, sposa e sposo" durante la cerimonia di nozze. Tuttavia, la donna si è detta "rispettosa delle consuetudine della fede" ed ha annunciato che "la lettura del sermone delle nozze" è stata fatta da un imam uomo.

Il giornale, svela che "lo storico evento è stato reso possibile" grazie ad una coppia di giornalisti locali che erano andati ad intervistare la donna: In quell'occasione Dalia Samir Abdul Salam (33 anni) e il suo collega Ahmed Mukhtar (25 anni) avrebbero anticipato di un anno le loro nozze e "si sono accordati con Amal, di entrare insieme nella storia".

lunedì 27 ottobre 2008

Agenziaradicale
 
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falak
view post Posted on 18/11/2008, 18:44




Egitto: Prima donna sindaco in un villaggio copto

Per la prima volta in Egitto una donna è diventata sindaco. E' accaduto nel villaggio con popolazione a maggioranza copta, Kambuha Bahri (a 400 chilometri a sud del Cairo) dove Eva, cristiana di 53 anni, è stata nominata sindaco, ereditando la carica dal padre defunto.

La notizia ha avuto grande risalto nei media arabi, visto che nella circostanza una consuetudine consolidata fin dalla costituzione dell'Egitto (vale a dire l'ereditarietà della carica di "Umna, primo cittadino di un villaggio) ha prevalso contro un'altrettanto radicata tradizione che vuole l'uomo ricoprire tale ruolo.

Eva Habil Kirlis è diventata sindaco dopo la morte del padre 85enne, che "ha lasciato vacante il posto nel 2002", con il figlio maschio impossibilitato a succedergli "perché ufficiale dell'Esercito".

Il ministro degli Interni Habib al Adly con un'ordinanza ha confermato la donna nella prestigiosa carica, accolta con favore della popolazione del villaggio "a stragrande maggioranza copta".

Eva, che è nubile e di mestiere fa l'avvocato, appresa la nomina, ha affermato felice: "Ho sempre aiutato mio padre nel suo lavoro, soprattutto dopo il 1990 quando la sua salute peggiorò, e ho sempre desiderato di diventare un giorno Umda come lui".

17 Nov. 2008

Agenziaradicale
 
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hayaty
view post Posted on 24/11/2008, 11:46




Egitto - Parlamento: Mubarak promette aumento seggi per donne

Il Cairo, 23 nov. - Hosni Mubarak ha annunciato che il prossimo anno aumenterà il numero delle donne nel parlamento egiziano.

Il presidente egiziano si è espresso durante una sessione congiunta dei due rami del parlamento e ha promesso di riservare due seggi per provincia alle donne. Al momento, il parlamento ha nove deputati "rosa": quattro eletti e cinque nominati dal presidente. Al momento, non ci sono seggi riservati alle donne.

Alcuni gruppi femminili hanno sostenuto che queste decisioni non faranno molto per la partecipazione politica delle donne in Egitto. Nehad Aboul-Qomsan, del Centro egiziano per i diritti delle donne, ha dichiarato che il Paese ha bisogno di un sistema rappresentativo governativo più proporzionale per garantire un'appropriata presenza femminile.


Tendenze Online
 
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fatma1
view post Posted on 24/11/2008, 12:06




non è scritto su nessun quotidiano,mi è stato raccontato:la sorella avvocato civilista, di un carissimo amico egiziano,che vive a ismailia,sta sostenendo una causa di divorzio,sentite le ragioni della donna e sostiene i diritti di questa donna,all'uscita del suo studio l'avvocato è stata aggredita dai parenti dell'uomo
 
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hayaty
view post Posted on 28/3/2009, 23:48




Egitto: moglie picchiata rifiuta i cammelli del marito pentito

Sabato 28 marzo 2009 12.13

Se n'è andata di casa dopo essere stata picchiata per l'ennesima volta dal marito per aver preparato la cena in ritardo. Lui, pentito, ha cercato di fare pace offrendo alla giovane beduina gioielli e anche dieci cammelli, ma la donna, irremovibile, ha rifiutato. E' successo nel governatorato egiziano di Marsa Matrouh, 400km a nordest del Cairo. Secondo quanto riporta il quotidiano saudita Asharq Al Awsat, la donna, 25 anni, ha raccontato che non ha nessuna intenzione di tornare con il marito, 47 anni, dal quale ha avuto due figli di 3 e 5 anni, anche se lui le ha offerto 10 cammelli dal valore di 25mila dollari e gioielli per un valore di 5mila dollari. Pare che il marito picchiasse la donna abitualmente, ma questa volta invece delle mani ha usato un portachiavi ferendola in modo grave. Episodi del genere non sono nuovi in Egitto. In base agli ultimi dati forniti dall'ufficio di statistica nazionale Capmas, il 47,5% delle donne egiziane fra i 15 e i 49 anni, sposate, subisce violenze fisiche da parte dei mariti. E ancora, nel primo semestre del 2008 si sono registrati 224 casi di aggressione alle donne e di violenza domestica e la metà delle vittime è rimasta uccisa. Il rapporto si basa sulle informazioni pubblicate sui giornali in quanto la maggior parte delle donne non sporge denuncia.


Unione Sarda
 
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hayaty
view post Posted on 7/4/2009, 15:08




Islam/ Egitto, 10mila infermiere con Niqab rischiano licenziamento
Polemiche per direttiva ministeriale che impone 'divisa unica'

7 apr. (Apcom
) - "Togliete il Niqab, oppure sarete mandate a casa", sono queste parole attribuite al ministro della Salute egiziano, Hatam al Jabaly, rivolte alle infermiere del suo paese che stanno sollevando una estesa protesta degli islamici e nel parlamento del Cairo. Il sito web della tv araba, mette oggi in rilievo una recente circolare ministeriale che impone "una divisa unica" che metterebbe a "rischio licenziamento" 10mila infermiere egiziane che portano il Niqab; il velo islamico che lascia intravede solo gli occhi. L'emittente araba riferisce della tempestosa seduta del parlamento del Cairo che ieri è stato teatro di vivaci polemiche sollevate dai deputati islamici: "Non toccate il Niqab", ha tuonato il parlamentare Jamal Qarani invitando il governo di "pensare ai miseri salari delle infermiere piuttosto che perseguitarle". La tv araba ricorda che le infermiere che portano il Niqab, sono "appena il 10%" del totale di 90mila operatrici sanitarie. La divisa voluta dal ministero, in realtà, rappresenta un compromesso tra laici e religiosi: si tratta di una camicia dotata di un cappuccio legato al collo che "coprendo il capo di chi lo desidera" funge da velo.


Wall Street Italia
 
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hayaty
view post Posted on 8/4/2009, 23:02




17 anni, uccisa a botte dal padre perché aveva fidanzato
Delitti d'onore: ragazzina scoperta al telefono

Il Cairo, 8 apr. (Apcom)
- Una ragazza egiziana di 17 anni è stata ammazzata a botte dal padre, operaio agricolo, furioso perché l'aveva scoperta al telefono con un ragazzo. Lo riferiscono fonti dei servizi di sicurezza egiziani. L'omicidio è avvenuto nella provincia di Kafr el-Sheikh (delta del Nilo). La vittima, Nour, studentessa di agraria, ha dovuto ammettere al padre di avere una storia con un ragazzo perché il giovane l'aveva chiamata sul suo telefono portatile. Furioso, Morsi A., 45 anni, "ha picchiato la figlia con un grosso bastone e poi l'ha uccisa con una scarica elettrica" secondo la polizia. La famiglia ha chiamato un'ambulanza, ma Nour è morta all'ospedale. La casa di cura ha avvertito la polizia, che era già stata allertata anche dai vicini. L'uomo è stato arrestato. Nel maggio 2008, un agricoltore dell'alto Egitto aveva decapitato la figlia dopo aver scoperto che frequentava un uomo.


Wall Street Italia
 
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132 replies since 11/6/2006, 02:57   5085 views
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