Le donne egiziane stanno infrangendo i tabù,ma i problemi rimangonodi
Fatma Khafagy Il ruolo delle donne nella società egiziana sta attraversando una delicata fase di passaggio, sospeso tra la rivendicazione di uguali diritti rispetto agli uomini e la sopravvivenza della struttura sociale tradizionale fondata su una rigida divisione dei ruoli in base ai sessiQuest’estate, le donne egiziane sono uscite allo scoperto per protestare contro i riti del matrimonio tradizionale e contro l’elevata frequenza e diffusione delle molestie sessuali nel paese. Nonostante le recenti richieste di un maggiore riconoscimento sociale e giuridico, le donne egiziane stanno ricevendo messaggi contraddittori riguardo ai loro diritti, soprattutto per quanto concerne il diritto di famiglia in Egitto.
Le organizzazioni della società civile stanno lanciando campagne di informazione che invitano ad una maggiore uguaglianza di genere e ad una protezione giuridica paritaria per le donne all’interno della struttura familiare. Tuttavia, allo stesso tempo, le istituzioni religiose dicono alle donne che esse già godono di sufficienti diritti all’interno della famiglia in base alle leggi esistenti.
Negli ultimi dieci anni, l’Egitto e altri paesi arabi hanno conosciuto riforme legislative che hanno prodotto emendamenti costituzionali che garantiscono alle donne uguali diritti rispetto agli uomini. Per esempio, le donne egiziane sposate a non egiziani possono ora trasmettere la loro nazionalità ai propri figli. Inoltre, per la prima volta le donne egiziane si sono assicurate il diritto al divorzio, e i mariti non possono più impedire alle loro mogli di viaggiare da sole all’estero. Violentatori e stupratori non possono più, come prima, evitare una condanna penale sposando le donne che avevano violentato, e sono stati istituiti ‘tribunali della famiglia’ per mediare tra i coniugi e per accelerare i procedimenti di divorzio.
Tuttavia, il diritto di famiglia resta invariato. L’odierno codice giuridico risale al 1920 e resta ancorato a principi volti a conservare il tradizionale sistema patriarcale. Fra tali principi vi è quello secondo cui i mariti sono responsabili del mantenimento della famiglia e le donne sono subordinate ai loro mariti. Questa legge sullo statuto personale conferisce agli uomini il diritto incondizionato al divorzio, mentre le donne devono ancora ricorrere all’approvazione del tribunale, che spesso viene concessa solo se le donne rinunciano a tutti i diritti finanziari – inclusa la dote – o se riescono a provare che i loro mariti hanno esercitato abusi o violenze nei loro confronti.
Tuttavia, la realtà di oggi è – ormai da qualche tempo – molto diversa. Molte donne oggi lavorano e contribuiscono al mantenimento delle loro famiglie. Tuttavia, i ruoli familiari non sono ancora stati messi in discussione. Essi sono ancora sostenuti a livello giuridico e avvalorati a livello sociale, impedendo che una trasformazione sociale e culturale importante abbia luogo.
Da più parti si levano inviti al cambiamento. Le organizzazioni della società civile egiziana, specialmente i gruppi femminili, stanno chiedendo di reinterpretare la legge sciaraitica ( un’impostazione della legge basata sui principi islamici ), con un’attenzione ai diritti delle donne.
La comunità religiosa, tuttavia, ritiene che le donne abbiano sufficienti diritti all’interno della famiglia. I rappresentanti della legge islamica dicono alle donne che esse hanno il diritto di chiedere ai propri mariti di mantenere loro stesse e i loro figli, di utilizzare il proprio stipendio ed i propri guadagni per il proprio uso personale e di ricevere denaro dai loro mariti quando adempiono alle loro responsabilità materne, ad esempio quando allattano i figli. Le istituzioni religiose stanno così perpetuando una rigida divisione dei ruoli basata sui sessi.
Sfortunatamente, l’accesso ad un sostegno legale per cambiare o sfidare le leggi esistenti è un problema per molte donne povere. Il costo di un avvocato è molto alto, il tempo speso in tribunale per avere un verdetto può essere eccessivo per quelle donne che lavorano sia dentro che fuori casa, e non vi è nessuna garanzia che il verdetto sia poi a loro favore. Spesso, i giudici e gli ufficiali di polizia sono influenzati dalle istituzioni religiose e da una cultura patriarcale che sostiene l’ineguaglianza tra i sessi e rafforza i tradizionali ruoli di genere.
Le cose peggiorano se prendiamo in considerazione gli estremisti religiosi, che ritengono la preservazione dell’attuale ruolo delle donne nella famiglia come una battaglia cruciale nella lotta per sostenere l’etica e la moralità sociale. Le donne, dunque, sono spesso messe sotto pressione affinché indossino l’hijab (il velo che copre i capelli), pratichino la mutilazione genitale femminile e dimostrino la loro verginità. I media e i programmi scolastici giocano anch’essi una parte importante nel conservare i ruoli tradizionali degli uomini e delle donne, ritraendo le donne come deboli, emotive, dipendenti e bisognose di protezione.
Le voci che chiedono il cambiamento, tuttavia, si stanno facendo sempre più forti. Varie istituzioni in Egitto, tra cui il Consiglio Nazionale delle Donne, il Ministero della Giustizia e il Partito Nazionale Democratico, oltre a un consistente numero di ONG femministe, stanno lavorando per riformare sia la legge sullo statuto personale sia quella che regola le procedure dei tribunali per la famiglia.
Invece di farsi dettare i ruoli dei sessi, in questo difficile momento di svolta le donne egiziane stanno dimostrando il coraggio di mettere in discussione questi ruoli, e di cercare una piena partecipazione ed eguali diritti come donne e come cittadini.
Fatma Khafagy è consigliere politico per i diritti delle donne presso la German Technical Assistance in Egitto, ed è membro della direzione dell’ Alliance for Arab Women12/09/2008
arabnews