Mal d'Egitto

Vittorie e sconfitte delle donne egiziane

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hayaty
view post Posted on 14/11/2006, 14:09




Egitto più sicuro: il passaparola degli attivisti corre sul web

14/11/2006

IL CAIRO. «Contribuisci a rendere le strade dell'Egitto più sicure per tutti: partecipa alla manifestazione di protesta che si svolgerà oggi al Cairo, davanti al Metro Movie Theatre». È questo l'sms che da ieri, in Egitto, ha cominciato a circolare sui cellulari di centinaia di persone. Il messaggio ricorda a tutti - attivisti, rappresentanti della società civile, esponenti delle organizzazioni per i diritti umani e giornalisti -, l'appuntamento di oggi per protestare contro le molestie sessuali di cui alcune donne sono state vittima per le strade del centro della capitale egiziana.

Il tam-tam sui cellulari e via e-mail è diventato, in Egitto, il mezzo preferito dagli attivisti per comunicare ora e luogo degli eventi organizzati. Un passaparola che corre sul web e attraverso brevi messaggi di testo, nel tentativo di mantenere le autorità all'oscuro dei dettagli organizzativi. Nel paese, infatti, le leggi d'emergenza, in vigore da oltre 25 anni, proibiscono assembramenti nei luoghi pubblici per motivi di sicurezza.

La precauzione, adottata dagli attivisti, non riesce comunque a eludere le maglie della polizia per la Sicurezza dello Stato, sempre presente con numerose camionette di agenti in assetto antisommossa ad ogni manifestazione. La dimostrazione odierna, che si svolge a pochi giorni da quella organizzata davanti al sindacato dei giornalisti al Cairo, intende ribadire che «nessuno terrorizzerà le donne egiziana e che le strade sono anche nostre», secondo quanto dichiara il comitato femminile delle attiviste che hanno organizzato la protesta.

Le aggressioni subite da decine di ragazze per le strade del centro del Cairo durante l'Eid al Fitr, festa di fine Ramadan, e documentate dai blogger locali, hanno suscitato una vasta eco nell'universo dei movimenti di opposizione egiziani, che accusano il governo di aver dato inizio alle violenze contro le donne in occasione delle manifestazioni del maggio 2005 contro il referendum costituzionale.«Ogni volta il ministro dell'interno smentisce, dicendo che non è successo nulla.

E ogni volta si sollevano voci di biasimo contro le donne, considerate le vere colpevoli delle aggressiono per il modo in cui vestono o si comportano, o solo per il fatto di essere in uno spazio pubblico», riferisce un comunicato diffuso dal movimento civile «Donne egiziane per il cambiamento». «Con la manifestazione di oggi intendiamo ribadire il nostro diritto a esserci e a partecipare alla vita pubblica - conclude il comunicato - e che nessuno ci isolerà nel nostro stesso paese».

La Stampa Web
 
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manu.79
view post Posted on 16/11/2006, 10:48




oddio!!! sono abbastanza scioccata..ma com'è possibile...violenza di massa e per di piu' neanche uno straccio di notizia... :angry: questo mondo è sempre piu' malato e pericoloso!
 
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tom61
view post Posted on 25/11/2006, 22:33




Oggi se non erro è stata la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. E' giusta la mia affermazione?
Giusto oggi personalmente ho dovuto trattare una situazione di violenza contro donne ed in particolar modo contro minore. La cosa farebbe inorridire tutti per ciò che accade anche qui in Italia anche se i personaggi non sono italiani
 
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Cleopatra79
view post Posted on 7/2/2007, 23:43




Egitto: si apre alle donne la presidenza della Repubblica

Il Cairo, 5 feb (Velino) - Il muftì d’Egitto, la maggiore autorità religiosa del paese, ha emesso un editto che autorizza la nomina di una donna alla presidenza della Repubblica, cioè alla più alta carica dello Stato. Lo sceicco Ali Gomma, il giureconsulto più autorevole del paese, ha giustificato questa decisione "rivoluzionaria" con il fatto che sono ormai decaduti tutti gli impedimenti per l’assegnazione di questo incarico a una donna, data l’abrogazione del titolo di Califfo e la caduta dell'impero Ottomano avvenuta molti anni fa. Secondo lui, non vi è alcuna incompatibilità fra la giurisdizione islamica e la scelta di una donna alla guida dell’Egitto giacché le mansioni attualmente legate alla carica sono molto diverse rispetto a quelle precedentemente previste ( il comando dell’esercito islamico, la guida nella preghiera, ecc ). Lo nota studiosa islamica Suad Saleh dell’Università sunnita al-Azhar del Cairo ha salutato la fatwa dicendo che originariamente la religione musulmana sanciva l’uguaglianza fra l’uomo e la donna in materia di diritti e doveri. “Ciò che conta - ha osservato - è la capacità delle persone al vertice dello Stato, a prescindere del sesso. Al popolo spetta di decidere”. Prendendo spunto dalla visita del cancelliere tedesco Angela Merkel, in questi giorni impegnata in un lungo tour in Medio Oriente, la professoressa Saleh ha concluso dicendo: "Il fatto che Merkel sia una donna non le ha impedito di svolgere appieno il suo ruolo".

Diversa è la posizione della stragrande maggioranza dell’opinione pubblica araba, che guarda alla donna come a un essere inferiore e immondo. La sentenza è infatti destinata a provocare un vespaio di polemiche in un paese sunnita e conservatore come l’Egitto. Già il sito di al-Jazeera è pieno di insulti contro il mutftì e contro quello che molti lettori chiamano “il clero colluso con il governo”, accusato di obbedire nell’interpretazione del Corano alle richieste del potere politico. In realtà, altri paesi islamici hanno da tempo preceduto la teocrazia sunnita araba. Paesi come il Pakistan, l’Indonesia, il Bangladesh, più all'avanguardia in materia di emancipazione femminile, sono stati governati da primi ministri e presidenti in gonnella. Eppure nei paesi arabi i fondamentalisti islamici sono irremovibili sul fatto che l’unico posto della donna sia il focolare domestico. Visione che l’èlite araba solitamente non è in grado di contrastare con azioni e scelte a favore delle donne.

(Ibrahim Refat)
5 feb 15:17

Fonte: http://www.ilvelino.it/

 
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Cleopatra79
view post Posted on 17/3/2007, 17:25




Egitto: 31 donne nominate giudici, è la prima volta
Dopo vent’anni di battaglie femministe, anche l’Egitto ha da oggi i primi giudici donna.


15 marzo 2007


Secondo le tv satellitare al Jazeera, il Consiglio Supremo Giudiziario del Cairo ha nominato oggi 31 egiziane alla carica di giudice. “Le donne sono state scelte per gli ottimi voti ottenuti negli esami scritti e orali tenuti dal Consiglio”, ha dichiarato alla stampa il presidente dell’organismo, Mokbel Shaker. “Oltre cento donne avevano partecipato agli esami”, ha continuato Shaker, “e trentuno fra di loro sono state scelte”. Ora “il potere giudiziario egiziano entra in una nuova era, nonostante le forti resistenze di gran parte dei movimenti islamisti”, ha concluso Shaker. Per un periodo di prova però le 31 donne lavoreranno sotto la supervisione di altri giudici e potranno presiedere soltanto processi legati al diritto familiare, civile ed economico.

È a loro è ancora precluso l’incarico di giudice presso la procura generale. L’Egitto è stato il primo paese arabo a concedere diritti politici alle donne nel 1956, ma il potere giudiziario è stato sempre nelle mani degli uomini a differenza di altri stati come Sudan, Marocco e Tunisia. Questo soprattutto a causa di resistenze di tipo religioso, ma ostilità sono state indebolite dalle recenti dichiarazioni di due figure di spicco egiziane, il gran mufti della Repubblica Alii Gomaa e lo sceicco di al Azhar Mohammed Sayyed Tantawi. Il primo all’inizio dell’anno ha emesso una fatwa (editto religioso) per cui le donne hanno diritto di diventare capi di stato, mentre il secondo qualche settimana fa ha dichiarato che non esistono ostacoli nel Corano a che una donna divenga giudice.

Fonte: http://www.repubblica.it/
 
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falak
view post Posted on 12/4/2007, 18:35




Approfondimento:

Diritti umani: nominate 30 giudici donne

E’ la giustizia il nuovo settore sociale nel quale le donne arabe cercano affermazioni: ieri in Egitto, per la prima volta, 30 donne hanno giurato come giudici, mentre in Bahrein l'ordine degli avvocati ha eletto - anche qui è una svolta storica - un presidente donna.
Oscurate in parte dalle notizie provenienti dall'Iraq, dove un'attentatrice suicida ha provocato 16 morti e 32 feriti, le informazioni dall'Egitto e dal Bahrein suonano anche in contraddizione con quanto succede a Islamabad. Ieri un tribunale islamico creato illegalmente da un gruppo denominato Moschea Rossa ha lanciato una 'fatwa' (avviso religioso) che esigeva le dimissioni del ministro del turismo donna, Nilofar Bakthiar, accusata di aver posato "in modo osceno" in foto con paracadutisti francesi.
Lontane da queste realtà sembra quella egiziana, nella quale il presidente di tribunale Moqbil Shaker ha commentato il giuramento delle 30 magistrate come "un punto di svolta nella storia del paese", rilevando che la legge coranica (sharia) e la costituzione egiziana non proibiscono la nomina di donne alla carica di giudice. Le trenta donne hanno infatti superato regolari esami orali e scritti prima che il Consiglio Supremo Giudiziario desse l'approvazione alla loro designazione ed il presidente della repubblica, Hosni Mubarak, aveva emanato decreti che autorizzavano la nomina di 31 giudici donne. Una di queste, però, ha comunicato di non poter assumere la carica. Altrettanto positivo l'annuncio dell'elezione, con oltre il 90 per cento delle preferenze, di Jamila Salman a presidente dell'ordine degli avvocati del piccolo emirato del Bahrein. Insieme a lei nel consiglio d'amministrazione dell'ordine è stata eletta Shahzalan Khamis, che presiederà la commissione affari professionali. Da non dimenticare, peraltro, che un'altra donna bahreinita, Sheykha Haya Al Khalifa, è dal settembre scorso al vertice dell'Assemblea generale dell'Onu. Senza ignorare, tuttavia, che il governo dello stesso Bahrein ha respinto come incostituzionale la proposta di introdurre una 'quota rosa' per favorire la partecipazione femminile alla vita politica.


12-04-2007

Fonte:Il Denaro
 
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manu.79
view post Posted on 13/4/2007, 09:01




finalmente.... image speriamo sia un buon inizio!!
 
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falak
view post Posted on 19/4/2007, 21:31




Egitto: di nuovo in pericolo la scrittrice Nawal El Saadawi

lunedì 16 aprile 2007.


“Un ponte per…” rilancia l’invito a sottosrivere l’appello del comitato promotore di Medlink (www.medlinknet.org) in solidarietà con la scrittrice egiziana Nawal El Saadawi, che aveva partecipato al meeting svoltosi nel novembre scorso a Roma.

Nawal al Sa’dawi è donna simbolo del movimento femminista egiziano: psichiatra e scrittrice, da più di trenta anni subisce attacchi dalle autorità religiose egiziane.

Il suo primo libro (“Woman and Sex” del 1972) è un atto di denuncia contro l’infibulazione femminile, e le costa la cacciata dal Ministero della Sanità. L’episodio non la ferma nella sua lotta per il riconoscimento dei diritti delle donne arabe: la sua produzione letteraria si lega sempre più alla lotta sociale.

Nel 1981 viene incarcerata senza processo assieme ad altri 1600 esponenti politici e intellettuali egiziani “scomodi”. Anche il marito viene arrestato, e recluso per tredici anni nel carcere di massima sicurezza del Cairo. In prigione Nawal al Sa’dawi scrive l’opera che diventerà poi così famosa da essere tradotta in dodici lingue: "Memorie dal carcere delle donne"; lo scrive con una matita kajal per occhi su fogli di carta igienica, perché si rifiutano di fornirle carta e penna. Rilasciata nello stesso anno, nel 1992 è costretta all’esilio in Olanda, perché il suo nome compare nella lista della morte di un gruppo fondamentalista. Rientrata in patria, nel 2001 una grande mobilitazione internazionale riesce ad evitarle un processo per apostasia ed un divorzio forzato dal marito.

Oggi, Nawal El Saadawi rischia nuovamente di essere processata o di essere uccisa da estremisti religiosi. Le autorità dell’universita al Azhar del Cairo hanno montato una campagna politica e religiosa accusandola di apostasia e di mancanza di rispetto dei principi dell’Islam per una sua commedia teatrale intitolata “Dio rassegna le dimissioni all’incontro al vertice”, pubblicata lo scorso gennaio 2007 nella capitale egiziana. Sulla scomodità e sul valore della sua opera si può anche leggere un recente intervento di Giancarla Codrignani in www.women.it.

fonte: ilpaesedelledonne


 
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hayaty
view post Posted on 28/4/2007, 06:54




"...non ci posso credere!!! :o: Hay"

EGITTO: SONDAGGIO, IL 72 %DELLE EGIZIANE NON VORREBBE UN PRESIDENTE DONNA

Il Cairo, 27 apr. - (Aki) - Il 72 per cento delle donne egiziane non gradirebbe avere una donna alla guida del paese: e' quanto emerge da un sondaggio del centro informazioni del parlamento del Cairo, secondo cui la maggior parte degli intervistati, oltre mille persone tra uomini e donne dai 18 anni in su, avrebbe dichiarato di preferire "che le donne stiano in casa, a badare all'economia domestica".
L'82 per cento degli uomini e il 72 per cento delle donne si sono comunque detti convinti della necessità che le donne completino gli studi, compresi quelli universitari, ma non approverebbe una donna alla presidenza della repubblica o nel ruolo di primo ministro. Oltre il 50 per cento degli intervistati, inoltre, ha motivato la scelta, affermando di non ritenere le donne abbastanza forti nell'affrontare le difficoltà che i ruoli in questione comportano.
Il 46 per cento delle donne si è detta contraria ad una donna presidente della Camera o del Senato, mentre il 65 per cento degli uomini non vedrebbe di buon occhio un premier del gentil sesso.
La meta' degli intervistati, infine, non si fiderebbe di un giudice donna, perché ''incapace di mantenere il giusto distacco dalle situazioni che le si presentano davanti''.
L'Egitto è stato il primo paese arabo a concedere diritti politici alle donne, nel 1956, ma la loro rappresentanza e influenza nella società è andata via via diminuendo nel corso degli anni. Questo soprattutto a causa di resistenze di tipo religioso, contrastate dalle recenti dichiarazioni di due figure di spicco egiziane, il gran mufti della Repubblica Alii Gomaa e lo sceicco di al Azhar, Mohammed Sayyed Tantawi. Il primo all'inizio dell'anno ha emesso una fatwa (editto religioso) che sancisce il diritto delle donne a diventare capi di stato, mentre il secondo ha dichiarato che non esistono ostacoli nel Corano alla nomina di una donna giudice. Nel marzo scorso, e per la prima volta nella storia del paese, il Consiglio Supremo Giudiziario del Cairo ha nominato 31 egiziane alla carica di giudice.

Adnkronos International
 
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•Miky•
view post Posted on 7/9/2007, 23:33




Video egiziano contro la prostituzione e l'Aids.
Il parallelismo tra la donna e la canna da zucchero, spremuta dal venditore fino ad esaurimento per ottenerne il succo, non è male.

guarda il video
 
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hayaty
view post Posted on 22/12/2007, 23:17




Egitto, la rivolta delle donne dei Fratelli musulmani: ''Vogliamo contare anche noi''

Il Cairo, 18 dic. - Per la prima volta nella storia del più importante movimento politico del mondo islamico, quello egiziano dei Fratelli musulmani, le donne hanno deciso di alzare la testa per avere un peso all'interno dell'organizzazione. Un gruppo di esponenti della sezione femminile del movimento egiziano ha infatti invocato il diritto di candidarsi alla carica di membro del Consiglio direttivo "per risolvere i problemi interni all'organizzazione, avere un ruolo più importante e partecipare alla vita politica fino a poter eleggere la guida generale". Queste richieste sono state scritte nero su bianco e pubblicate sul sito Internet dei Fratelli musulmani.

Nella missiva, indirizzata al leader del movimento, Muhammad Mahdi Akif, le donne si lamentano di essere ostacolate e che le loro riunioni vengono considerate "riunioni di casalinghe durante le quali si deve parlare solo dei figli e della verdura". Dal 1928, anno di fondazione del movimento, è la prima volta che avviene una cosa del genere. Per questo la guida generale ha chiesto di incontrare una di queste passionarie islamiche, Risha Ahmad, che insegna nella facoltà di medicina in una delle università del Paese.

"Caro padre - ha scritto la docente nella sua lettera pubblicata sul forum dei Fratelli Musulmani e indirizzata ad Akif - io sono una delle migliaia di tue figlie e sorelle che si onorano di far parte di questa formazione, ho 35 anni. Conosciamo i problemi che interessano il movimento e abbiamo anche avanzato delle proposte senza però ricevere delle risposte. Allora mi chiedo: ma Allah non ha forse parlato alla donna così come ha parlato all'uomo? Allora perché al nostro interno ci sono delle cose per uomini e delle cose per donne? Mi rendo conto che ci sono delle cose che possono fare solo le donne, ma non credo che sia giusto ciò che sta avvenendo ora".

Risha denuncia il fatto che le donne dei Fratelli Musulmani possono prendere parte solo ai lavori di alcune commissioni, mentre ce ne sono altre a loro vietate come quella politica o quella che si occupa di informazione, nonostante ci siano numerose esponenti del movimento specializzate in questi settori.

La missiva è molto lunga perché sono tante le lamentele e le spiegazioni fornite al leader dei Fratelli Musulmani, mentre la richiesta è solo una: "vogliamo poter contare anche noi". In realtà questa lettera era giunta in forma privata ad Akif già diverso tempo fa, seguendo i canali interni del movimento, ma la giovane attivista islamica non aveva avuto alcuna risposta. Dopo aver tentato più volte di far giungere il suo grido di protesta fino al leader massimo del movimento, si è decisa a rendere pubbliche le sue richieste postando il documento sul sito Internet dei Fratelli Musulmani. Essendo la sua organizzazione formalmente fuori legge in Egitto, ha scelto di usare come nome di battaglia quello di Risha Ahmad.

Non si tratta però di una protesta isolata. Dopo questa coraggiosa presa di posizione altre donne sono intervenute sullo stesso sito Internet per sostenere la sua richiesta e per spiegare quale è la riforma interna auspicata dalle donne dei Fratelli Musulmani.

Adnkronos
 
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falak
view post Posted on 15/2/2008, 19:37




Dall'Arabia Saudita centri commerciali per sole donne anche in Egitto

di Federica Zoja

Negozi di abbigliamento, parrucchieri, caffé e ristoranti. E le clienti, libere da condizionalmenti sociali, si rilassano


In principio, un anno fa, si parlava di caffé e saloni da té per sole donne. Lussuosi, alla moda, rilassanti, e soprattutto inaccessibili agli uomini. Un fenomeno sorto nei quartieri borghesi del Cairo come Madinet Nasr e subito salutato dalle clienti con entusiasmo.
Oggi, invece, stanno nascendo i primi centri commerciali riservati al gentil sesso, a imitazione di quanto è regola di vita in Arabia Saudita. Roba che, solo ad immaginarla nell'Egitto laico di vent'anni fa, nessuno ci avrebbe creduto.
Ma le egiziane di oggi, ormai per il 90% velate - e, verrebbe da dire, nonostante questo - non ne possono più delle avances dei loro concittadini, delle pressioni sociali, dei mille ostacoli alla loro libertà. E così desiderano luoghi in cui scoprire il capo, rilassarsi, abbassare la guardia, fare shopping, passare dal parrucchiere, prendere un té e persino fumare una shisha - il narghilé egiziano - senza essere giudicate male.
Due le scuole di pensiero riguardo a questa tendenza emergente. C'è chi grida allo scandalo, puntando il dito contro coloro che spingono per l'islamizzazione del paese, processo apparentemente inarrestabile.
E chi ne è entusiasta: ecco un modo per essere una buona musulmana - perché nei luoghi 'women-friendly' si seguono i dettami del Corano - e godersi comunque momenti di evasione.
Una certezza su tutte: affari d'oro garantiti per i commercianti che si scoprono ferventi musulmani.
E un dubbio: ma a rilassarsi davvero non saranno ancora una volta padri, fidanzati e mariti, rassicurati sull'integrità morale delle proprie amate?


15-02-2008

www.vita.it
 
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falak
view post Posted on 29/2/2008, 19:32




EGITTO: PER PRIMA VOLTA DONNA REGISTRA NOZZE E DIVORZI

Il Cairo, 19:02

Rivolta in Egitto contro la nomina della prima donna 'maadhun', una sorta di avvocato religioso che nel mondo islamico si occupa di registrare i contratti matrimoniali e di divorzio. La Corte di Zagaziq ha deciso di affidare questo incarico - tradizionalmente maschile - a Amal Soliman, 32 anni. Sposata con tre figli, Amal e' stata scelta per le "sue eccellenti qualita'" tra decine di altri candidati uominiperche' l'unica in possesso di una laurea in Legge islamica (sharia). "Saro' in una posizione privilegiata rispetto ai miei colleghi uomini quando si trattera' di ascoltare la donna nelle controversie matrimoniali", ha dichiarato Amal alla tv satellitare al Arabiya, "Ero sicura che non avrei subito nessun tipo di discriminazione di genere perche' l'Islam tratta uomini e donne in modo uguale". Forse proprio il timore che un legale donna possa favorire le ragioni della parte femminile nelle controversie matrimoniali, ha scatenato molte polemiche soprattutto negli ambienti piu' conservatori del mondo musulmano. Le accuse piu' forti sono arrivate da alcuni esperti sauditi. Primo fra tutti, il noto predicatore, Mohammad al Torair, secondo il quale la decisione della corte egiziane e' "sbagliata", perche' le donne, durante il ciclo mestruale, non possono recarsi in moschea o leggere il Corano e, per questo, "il lavoro di una donna 'maadhun' verrebbe fortemente condizionato".

29/02/2008

LaRepubblica
 
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edenrose
view post Posted on 3/3/2008, 00:16




Niente velo integrale per le infermiere egiziane
di Federica Zoja ([email protected])
02/03/2008

Il Ministero della Sanità egiziano vieta il niqab, ma riconosce il diritto al velo parziale


A partire da questo mese, le infermiere degli ospedali pubblici egiziani non potranno più indossare il velo integrale, il niqab, secondo quanto stabilito da un decreto del Ministero della Sanità diffuso la scorsa settimana.
La motivazione, come nei casi precedenti, è garantire la sicurezza in un luogo pubblico.
La decisione non è da poco se si pensa che più di una infermiera su dieci porta il niqab – solitamente di color nero, così come i guanti che le ‘monaqabbate' indossano ugualmente – ovvero 9.630 egiziane impiegate nelle strutture pubbliche egiziane.
Il nuovo regolamento prevede l'adozione di una uniforme che non esclude il velo islamico che lascia scoperto il volto, l'hijab, già portato dalla maggior parte delle egiziane.
Una scelta che, secondo numerosi osservatori della scena sociale egiziana, ben rappresenta il cambiamento in corso nell'opinione pubblica: solo fino a poco tempo fa, infatti, il dilemma ‘essere o non essere' riguardava il velo semplice. Ora, invece, si disquisisce di niqab, sbarcato in Egitto sulla scia degli usi sauditi e dell'islamizzazione dei costumi in corso in tutti i paesi a maggioranza musulmana.
Si affermano, dunque, i valori dei gruppi neo-fondamentalisti, alla ricerca di sempre maggiore visibilità.
Nel giugno dello scorso anno, la decisione dell'Università americana del Cairo di vietare il niqab all'interno del proprio campus è stata annullata dall'Alta corte amministrativa egiziana. Quest'ultima sentenza, invece, va nella direzione contraria.
Ancora una volta è la donna, con il suo abbigliamento e il suo ruolo nel mondo del lavoro, la cartina di tornasole di dinamiche sociali ancora non del tutto manifeste.

fonte: vita non profit
 
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edenrose
view post Posted on 25/3/2008, 18:46




ISLAM/ EGITTO: RUOLO NON PREVEDE HIJAB? L'ATTRICE USA PARUCCA
All'epoca dei fatti della telenovela, il velo "non era in voga"


Roma, 25 mar. (Apcom) - Il ruolo non prevede di coprirsi il capo con l'Hijab? Nessun problema, mettiamo una parrucca che non sono capelli veri e così si adegua l'arte di recitare con i dettami della Shariya islamica. Così almeno deve avere pensato la nota attrice egiziana Sabrin che ha iniziato a girare le scene di una nuova telenovela che andrà in onda il prossimo Ramadan.
Interpellata dal quotidiano kuwaitiano al Qubs, sulle polemiche scoppiate a seguito di notizie che anticipavano la sua prossima apparizione televisiva nel ruolo di una donna "svelata", l'attrice si è affrettata a smentire: "Sono tutte voci false - ha detto Sabrin - non è vero che ho tolto il velo. Tutto quello che è successo è che per necessità di scena ho dovuto mettermi due ciuffi di cappelli non miei autentici, che pendono al di sotto di un fazoletto che porto in capo". Dalle precisazioni date dalla nota attrice (non tanto tempo fa aveva dato l'addio alla recitazione "per dedicarsi alla fede, dopo avere messo l'Hijab"), non si capisce bene se la parrucca viene applicata direttamente sulla testa, oppure poggiata sul suo Hijab.
Secondo il giornale kuwaitiano, i fatti della televovela, al Fanar si svolgono durante il conflitto arabo-israeliano del 1956. La storia racconta le vicende di una donna a "volto e capo scoperto" che dopo avere perso il marito in guerra "affronta con dignità e coraggio" la società. All'epoca - fa notare il quotidiano - l'uso del Hijab, non era in voga" come invece è nei giorni nostri.

fonte: notizie alice
 
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132 replies since 11/6/2006, 02:57   5085 views
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