Mal d'Egitto

Fatti di Politica

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O t t a
view post Posted on 29/12/2013, 08:53





Egitto:Bonino, messa bando Fratelli Musulmani pone problemi

Può avere ricadute estremiste e complica scenari internazionali


27 dicembre 2013 - 17:24

La "messa a bando" in Egitto dei Fratelli Musulmani "può avere ricadute estremiste, rende ancora più difficile la transizione tunisina, pone problemi con la Turchia e pone problemi alla comunità internazionale". Lo ha sottolineato la ministro degli Esteri Emma Bonino a Radio Radicale, evidenziando come il rischio ora è che "i Fratelli musulmani sono terroristi in Egitto ma nostri interlocutori in Tunisia e nel gruppo "Amici della Siria". La decisione del Cairo "complica tutti gli scenari", ha aggiunto Bonino.

ANSAmed
 
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O t t a
view post Posted on 20/1/2014, 18:10




Egitto: Mussa, sosterrò candidatura Sisi

18 Gennaio 2014 - 15:14

(ANSA) - IL CAIRO - Amr Mussa annuncia, in una intervista all'ANSA, il suo sostegno al generale Abdel Fatah Sisi, "se deciderà di candidarsi". L'esito del referendum, afferma l'ex segretario della Lega araba ed ex candidato alle presidenziali, "è incoraggiante per la democrazia in Egitto, perché apre la strada alle prossime fasi della road map del governo provvisorio, che prevede elezioni presidenziali - si terranno entro i prossimi sei mesi - e parlamentari".

Corriere della Sera
 
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O t t a
view post Posted on 26/1/2014, 15:38




Egitto: Bonino, avvenimenti di questi giorni sono segnali preoccupanti

25 Gennaio 2014 - 15:50

''Le bombe e gli avvenimenti sanguinosi di questi giorni in Egitto sono segnali molto preoccupanti, c'è da sperare che non degenerino in una nuova spirale di ulteriori scontri e instabilità endemica nel Paese. Il mio primo pensiero va alle famiglie delle vittime che pagano il prezzo più alto. Faccio appello alle autorità egiziane e ai manifestanti di ogni parte politica ad astenersi da ogni forma di violenza e tenere aperto un canale di dialogo'' Così il ministro Emma Bonino sulle notizie provenienti dal Cairo.

ASCA
 
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O t t a
view post Posted on 4/2/2014, 09:35




Lunedì, 3 Febbraio 2014 - 18:45

ITALIA-EGITTO: BONINO INCONTRA MINISTRO ESTERI EGIZIANO FAHMY

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Crisi regionali e lo stato della transizione egiziana con le sue difficili sfide sono stati i principali temi al centro del colloquio che il Ministro degli Esteri Emma Bonino ha avuto oggi alla Farnesina con l’omologo egiziano Nabil Fahmy. Nello scambio di vedute sulle questioni regionali i due Ministri hanno affrontato la crisi siriana, il processo di pace medio-orientale e la situazione in Libia. La Ministro Bonino ha ribadito al suo omologo l’invito a partecipare alla Conferenza di Roma sulla Libia auspicando che entro marzo vengano fatti passi in avanti nel senso di un dialogo inclusivo tra il governo Zidan , le altre forze politiche e le diverse milizie. Sulla Siria, il Ministro Fahmy ha ricordato l’alto numero di rifugiati siriani ospitati dal Paese – circa 300mila -. Ha poi espresso la disponibilità egiziana per iniziative comuni che possano aiutare ad aprire al piu’ presto corridoi umanitari su tutto il territorio, anche in vista dell’imminente visita del Capo dell’opposizione siriana Jarba in Egitto. Circa il processo di pace in Medio Oriente, tra i due Ministri c’è stata piena concordanza sull’importanza di sostenere la mediazione del Segretario di Stato Kerry quale opportunità difficilmente ripetibile per pervenire ad una soluzione equa, comprensiva e duratura del conflitto israelo-palestinese. Il Ministro Fahmy ha fatto poi un quadro della situazione interna al Paese e dei diversi passi che sono stati intrapresi dall’approvazione della nuova Costituzione, anche in vista delle elezioni presidenziali in primavera e quelle parlamentari prima dell’estate. La titolare della Farnesina ha ricordato le preoccupazioni italiane ed europee per un approccio troppo focalizzato sulle questioni di sicurezza che escluda i gruppi dell’opposizione dal processo politico. Ha inoltre incoraggiato le Autorità egiziane a concentrarsi sulle riforme economiche e finanziarie necessarie per il popolo egiziano, promettendo il contributo italiano alla crescita attraverso progetti di cooperazione allo sviluppo soprattutto nel sociale. La visita del Ministro Fahmy si tiene a poco meno di due settimane dalla missione del Segretario Generale della Farnesina Michele Valensise al Cairo e nell’imminenza del Consiglio Affari Esteri del 10 febbraio che si occuperà anche di Egitto.

Agenparl
 
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O t t a
view post Posted on 25/4/2014, 07:45




Golfo: è pace dopo crisi appoggio Qatar Fratellanza
In accordo no a attacchi a paesi vicini, più morbida Al Jazeera


24 aprile 2014 - 19:47

di Alessandra Antonelli

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La crisi tra i paesi del golfo, provocata dall'appoggio qatariota ai Fratelli Musulmani, e' una cosa del passato: e' il primo commento ufficiale del Qatar dopo l'annuncio, la settimana scorsa, di un'intesa raggiunta tra il ricco emirato petrolifero e Arabia Saudita, Bahrein ed Emirati Arabi Uniti (Eau) che avevano ritirato i loro rispettivi ambasciatori da Doha in una mossa senza precedenti tra i paesi membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg).

"Il comunicato diffuso a Riad il 17 Aprile e' chiaro... per i fratelli del Ccg la crisi e' una cosa del passato," ha dichiarato il ministro degli affari esteri qatariota Khalid Al Attiyah durante una conferenza stampa con il ministro degli esteri del Kuwait, Sabah Khalid Al Sabah, ieri sera .

Il Kuwait si era offerto come mediatore dopo che all'inizio di marzo, Riad, Manama ed Abu Dhabi avevano sospeso le relazioni diplomatiche con Doha.

L'accordo, per ammissione dello stesso Al Attiyah ha "raggiunto un equilibrio per cui nessuna delle parti fa concessioni". Sostanzialmente il nuovo patto si rifa' all'accordo del novembre scorso quando il Qatar si era impegnato a non interferire nella politica interna dei paesi vicini. La violazione di quel primo accordo aveva portato all'inedita crisi di marzo.

L'interferenza faceva riferimento all'appoggio garantito dal Qatar ai Fratelli musulmani che dal suo territorio ed usando le sue capacita' mediatiche, sferravano attacchi verso Arabia Saudita, Emirati e Bahrein dove invece la Fratellanza e' considerata una organizzazione fuori legge - terroristica in Arabia Saudita - e i simpatizzanti attivisti arrestati e condannati.

Oltre ad episodi individuali, toni e contenuti usati dal canale satellitare Al Jazeera avevano fatto definitivamente perdere le staffe alle tre sorelle petrolifere. La spaccatura si era consumata contro lo scenario dell'Egitto, per l'appoggio del Qatar alla presidenza Morsi prima e per quello offerto dagli altri paesi del Ccg al governo post-Morsi, poi.

Rientreranno dunque i toni dell'emittente, emerge ufficiosamente, mentre ai predicatori non sara' permesso criticare o attaccare le politiche degli altri paesi del Ccg. Il personaggio piu' controverso della vicenda, Yusuf Al Qardawi che con i suoi sermoni televisivi aveva incendiato gli animi dei paesi vicini, non lascera' il paese come sembrava in un primo momento.

Ricordando i suoi forti legami con gli emiri, padre e figlio, e che le sue prediche non hanno mai rappresentato il punto di vista del governo, al Qardawi, 88 anni, da 35 in Qatar, ha dichiarato che sara' sepolto nell'emirato. Le sue apparizioni televisive, tuttavia, sono state sospese gia' a marzo.

ANSAmed
 
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O t t a
view post Posted on 1/5/2014, 09:19




1 maggio 2014 - ore 06:59

Che imbarazzo, generale Sisi
La condanna alla Fratellanza divide Washington. Prevale il pragmatismo


"Gli Stati Uniti sono molto preoccupati”. L’Amministrazione Obama ha scelto parole di debole banalità per reagire alla sentenza di un tribunale egiziano che ha condannato a morte 683 oppositori del regime militare, prevalentemente membri di quei Fratelli musulmani che fino all’estate scorsa erano alla guida dell’Egitto e che dopo il golpe dei militari – ma a Washington la parola “golpe” è bandita – sono stati uccisi e imprigionati. Un mese fa, gli stessi magistrati hanno condannato altre 500 persone alla pena capitale (le condanne sono state tramutate in ergastoli).

Il Foglio
 
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O t t a
view post Posted on 28/9/2014, 07:47




28-09-2014

L'Islam condanna l'Isis

di Roberto Catalano

Continuano le dichiarazioni del mondo musulmano contro la violenza dell’Isis in Iraq, Siria e, negli ultmissimi giorni, in Algeria. Significativo il documento presentato negli Usa da una decina di leaders religiosi e firmato da circa 120 leaders musulmani


Manifestazione per la pace e contro l'Isis in Indonesia



Più di 120 accademici islamici hanno indirizzato una lettera aperta a coloro che definiscono come "seguaci e combattenti" dello stato islamico denunciandoli come "contrari ai principi dell’Islam". Il messaggio firmato da rappresentanti musulmani di diverse parti del mondo è stato pubblicato da Religion News Service (RNS), che da più di ottanta anni rappresenta una delle fonti più autorevoli d’informazione riguardo alla religione per il mondo di lingua inglese. La rivista può contare su un nutrito numero di corrispondenti in diverse parti del mondo che assicurano una copertura completa su notizie di carattere religioso, anche in collegamento con questioni di cultura e di politica.

Le personalità musulmane che hanno firmato il documento, presentato il 24 settembre scorso, hanno redatto una dichiarazione di diciotto pagine che intende esaminare l’ideologia che sostiene la violenza brutale con la quale i gruppi dell’Isis stanno imponendo e diffondendo il califfato in Medio Oriente, con minacce costanti all’occidente e alle comunità non musulmane della zona. Il testo è stato redatto in arabo e diffuso anche nella traduzione inglese con una presentazione ufficiale da parte di Nihad Awad, direttore esecutivo del Council of American-Islamic Relations, accompagnato da altre dieci personalità, leaders musulmani americani e figure di spicco nell’ambito della difesa dei diritti civili.

La lettera, scritta in lingua araba, attraverso testi religiosi classici individuati e presentati da accademici, intende dimostrare come l’Isis continui a far uso di testi religiosi per attrarre giovani ed indurli a entrare nei suoi quadri. Awad ha dichiarato che la finalità del documento è di offrire un rifiuto comprensivo, punto per punto, della filosofia dello Stato Islamico e della violenza perpetrata per realizzarlo imponendolo a tutti, soprattutto alle minoranze etniche e religiose. Fra i firmatari della lettera figurano personaggi di spicco: lo Sheikh Shawqi Allam, grand mufti d’Egitto, e lo Sheikh Muhammad Ahmad Hussein, mufti di Jerusalem e di tutta la Palestina. Fra i punti salienti si legge anche che “l’Islam proibisce la tortura (…), proibisce di attribuire a Dio atti malvagi (…) e dichiarare come non-Musulmano nessuno fino al momento che tale persona di definisca come un miscredente”.

Non è la prima volta che leaders musulmani scendono in pubblico per condannare di comune accordo lo Stato Islamico. Ne abbiamo parlato anche su Città Nuova a varie riprese nell’ultimo periodo. Tuttavia, il messaggio pubblicato mercoledì si distingue da altri perché i leaders che lo hanno firmato si sono indirizzati personalmente a colui che si è autoproclamato leader del neo-califfato. Fra l’altro, i firmatari del documento hanno rivolto un appello alla gente comune affinché non si faccia più uso della terminologia "stato islamico". “Invitiamo a non definire più questi territori come ‘stato islamico’ – ha affermato Ahmed Bedier, un Musulmano che dirige la United Voices of America, organizzazione non a scopo di lucro che incoraggia i gruppi minoritari a impegnarsi nella vita civile – in quanto tali territori non sono uno stato e non hanno nulla a vedere con la religione”.

Città Nuova
 
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516 replies since 24/5/2006, 01:03   6793 views
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