Mal d'Egitto

Economia in Egitto

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hayaty
view post Posted on 6/10/2007, 19:06




Egitto: Orascon e Etilsat in gara

04/10/2007 17:19

L'egiziana Orascom Telecom e l'emiratina Etisalat sono in gara per l'assegnazione della seconda licenza di telefonia fissa in Egitto, che sarà operativa all'inizio del 2009.

Secondo la testata “Daily News Egypt”, la gara aumenterà la concorrenza del settore della telefonia fissa, costringendo l’operatore Telecom Egypt a rendere i suoi servizi più appetibili e a porre fine al suo attuale monopolio.

Il presidente di Orascom Naguib Sawiris ha affermato che la gara d'appalto "è una svolta per l'industria delle telecomunicazioni" e porterà a un mercato aperto che farà bene a Telecom Egypt e ai consumatori".

Da Telecom Egypt fanno sapere che "l'introduzione di una seconda licenza incoraggerà l'azienda a fare ancora meglio, anche se negli ultimi anni l'obiettivo è stato sempre quello di un costante miglioramento".

Quo Media
 
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falak
view post Posted on 14/10/2007, 13:53




Il rapporto DOING BUSINESS 2008 incorona l'Egitto come top reformers dell'anno

Il Cairo, 13 ott. - Si è tenuto martedì sera al Cairo un incontro per illustrare il rapporto della Banca Mondiale “Doing Business 2008”, stilato in associazione con la IFC (Società Finanziaria Internazionale), che ha posto l’Egitto al primo posto per il numero di riforme implementate.
Consapevole delle critiche ricevute da molti governi Klein ha specificato come il rapporto escluda delle variabili fondamentali, non volendo offrire una panoramica generale di ogni paese ma, bensì, un’analisi concreta di quanto possa essere complesso e costoso investire in una determinata nazione.
Tuttavia, per il 2009, verranno introdotte nuove misurazioni come: livello di difficoltà di effettuare pagamenti, infrastrutture esistenti e ruolo delle donne all’interno del mondo del lavoro.

L’Egitto, secondo il rapporto Doing Business 2008, è passato dal 175 al 126 posto nella classifica generale dei paesi dove investire; questo risultato è stato possibile grazie all’implementazione di alcune fondamentali riforme, grazie alle quali ha ottenuto il titolo di “Top Reformers” per l’anno in corso.
Hanno meritato una citazione particolare per il loro impegno sulla strada delle riforme anche Croazia, Macedonia, Giorgia, Ghana ed Arabia Saudita, che insieme all’Egitto ha innalzato la performance generale dell’area mediorientale.
Nonostante questo miglioramento, tuttavia, l’Egitto rimane al di sotto della media dei paesi MENA (Middle East and North Africa), mentre il dato per l’interno Medio Oriente sottolinea come il 58.8 dei paesi abbia implementato almeno una riforma positiva.
Le riforme segnalate per quanto riguarda l’Egitto sono cinque: tempi e costi per iniziare una nuova attività, trattamento delle licenze, costi per la registrazione dell’attività, accesso al credito e commercio transfrontraliero.

Nella discussione del rapporto sono stati affrontati anche i campi dove l’Egitto mostra ancora gravi ritardi, come nel campo delle condizioni dei lavoratori e della capacità di concludere contratti.
In conclusione del suo intervento Klein ha spiegato come vi sia una relazione diretta tra l’implementazione di riforme tese a migliorare le modalità di investimento e il numero di IDE (Investimenti Diretti Esteri) in entrata in ogni paese, a cui si aggiunge un numero sempre maggiore di forza lavoro impiegata nel settore privato rispetto a quello pubblico.

L’incontro si è concluso con l’intervento del Ministro degli Investimenti, Mahmoud Mohieldin, che ha espresso la volontà del governo di intervenire in quei campi dove permangono ancora problemi, assicurando il pieno supporto del primo Ministro Ahmed Nazif ad un azione in tal senso.
Il Ministro ha espresso soddisfazione anche per come tali risultati sono stati percepiti dalla stampa estera, citando a tal punto un titolo del Wall Street Journal che parlava di “modello Egitto”, riferendosi alla capacità di attrarre investimenti e alle recenti riforme economiche.
Questo risultato lusinghiero, secondo Mohieldin, è stato reso possibile grazie al duro lavoro di coordinamento intrapreso tra gli uffici centrali e le autorità locali nel paese, che hanno permesso alle riforme varate di mettere radici nel sistema economico e finanziario egiziano.
Nonostante i risultati nel campo macroeconomico, è stata promessa una maggiore attenzione per lo sviluppo delle piccole e medie imprese nel paese, oltre ad un riguardo particolare per alleviare la situazione delle persone a reddito basso o senza reddito.

Dalla lettura del rapporto e da una breve osservazione delle variabili microeconomiche si evince la natura dualistica dell’attuale congiuntura economica egiziana: da una parte ottimi risultati nell’attrarre investimenti e nello sviluppo di nuovi impianti industriali di grandi dimensioni, dall’altra, tuttavia, l’incapacità di creare le condizioni tali per cui si diffonda un certo benessere anche tra i ceti più poveri della società, che ne sono ancora del tutto esclusi.

Paolo Bersan

La voce d'Italia

 
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hayaty
view post Posted on 26/10/2007, 23:16




Egitto: entro il 2007 il primo pozzo petrolifero con i partner cinesi

26-10-2007

Sarà pronto per fine anno il primo impianto in Egitto di trivellazione petrolifera della compagnia Egyptian-Chinese. Lo ha annunciato il ministro del petrolio egiziano, Sameh Fahmy, alla Conferenza e Mostra di tecnologia di trivellazione del Medioriente, che si è tenuta lo scorso lunedì. Entro il 2011 dovrebbero essere attivi sul territorio circa 20 impianti. In un solo anno i pozzi di petrolio in Egitto sono passati da 447 a 564 - riporta il giornale indipendente inglese Daily News Egypt. L'Egitto punta ora all'auto-sufficienza nella produzione del petrolio. Oggi sono già operanti nel paese più di 75 compagnie internazionali, in grado di offrire gli ultimi ritovati tecnologici di estrazione e sfruttamento di petrolio e gas, in particolar modo nel Mar Mediterraneo, nel Deserto Occidentale, nel Golfo di Suez e nell'Alto Egitto. Le riserve di petrolio greggio hanno raggiunto i 4 miliardi di barili e lo stock di gas è arrivato al volume di 72,3 miliardi di miliardo di piedi cubici. La realizzazione dell'impianto di trivellazione comporterà una spesa di circa 30 milioni di dollari, che verranno ripartiti in maniera equa tra le compagnie Enppi, Petrojet, Tharwa e HH Chinese Company. I lavori sono iniziati nell'aprile del corrente anno. Tre impianti di trivellazione saranno relizzati entro la fine del 2007 e la produzione aumenterà gradualmente a seconda del piano di lavoro della compagnia.

Il Denaro
 
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hayaty
view post Posted on 28/11/2007, 22:43




Bank of Alexandria (Intesa SanPaolo) e Sace hanno firmato un accordo per aiuti alle Pmi egiziane

28-11-2007

Bank of Alexandria (Gruppo Intesa Sanpaolo) e SACE, hanno firmato al Cairo un accordo per la creazione di una Joint Credit Facility da 50 milioni di euro. L’intesa dà vita ad una linea di credito a medio e lungo termine per le piccole e medie imprese egiziane intenzionate ad acquistare tecnologia proveniente dall’Italia. Bank of Alexandria mette a disposizione delle aziende egiziane, in una fase iniziale, una linea di credito pari a 50 milioni di euro per l’acquisizione o il rifinanziamento di impianti e macchinari di produzione italiana. SACE coprirà il 50% del rischio relativo ad ogni operazione finanziata da Bank of Alexandria nell’ambito del programma.
Promos, azienda per l’internazionalizzazione della Camera di Commercio di Milano, ed Intesa Sanpaolo collaboreranno nell’attività di promozione e di assistenza alle imprese per sostenere il più ampio utilizzo della nuova facility finanziaria.
La Joint Credit Facility rappresenta uno strumento innovativo in grado di favorire le relazioni commerciali tra le Pmi egiziane ed italiane su un mercato in crescita quale quello egiziano.
E’ stato inoltre perfezionato un Memorandum of Understanding tra il ‘National Committee for Robbikki Leather City’, guidato dal Ministero egiziano del Commercio e dell’Industria, Bank of Alexandria e Banca OPI del Gruppo Intesa Sanpaolo con competenze specialistiche nel Public Finance. Il Memorandum of Understanding è finalizzato a creare ed emettere strumenti obbligazionari innovativi per il finanziamento delle infrastrutture che saranno realizzate nel distretto industriale di Robbikki.
Il distretto conciario in via di realizzazione nell’area di Robbikki, a circa 50 km dal Cairo, rappresenta il primo esempio egiziano di creazione ex-novo di un distretto industriale che al contempo è in grado di attrarre investimenti e tecnologie dall’estero.
La firma dei due accordi è avvenuta alla presenza del Ministro per il Commercio Estero e per gli Affari Europei Emma Bonino, del Ministro delle Relazioni Internazionali egiziano Fayza Abu El-Naga, dell’amministratore delegato di Banca OPI e Banca Intesa Infrastrutture e Sviluppo Mario Ciaccia, del presidente di Bank of Alexandria Mahmoud Abdel Latif (nella foto) e dell’Ambasciatore d’Italia in Egitto Claudio Pacifico.

Eurofinanza
 
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hayaty
view post Posted on 5/12/2007, 23:51




Egitto: un nuovo stock exchange per le piccole e medie imprese

Secondo le stime della World Bank il tasso di disoccupazione in Egitto è del 10.3%. In un tessuto produttivo in cui il 70% del P.I.L. scaturisce dalle piccole e medie imprese che, notoriamente, faticano ad ottenere finanziamenti privati, il governo de Il Cairo sta promuovendo la nascita di una borsa alternativa a quella del grande mercato azionario. Nilex, così si chiama il nuovo stock exchange per piccole e medie imprese. Obiettivi di lungo termine: dare linfa al tessuto economico e aumentare l’occupazione.

Nicola Filizola
05 dicembre 2007



Finanziare il rischio

Non è un mistero la riluttanza del settore bancario al finanziamento delle piccole e medie imprese, e l’Egitto non è una eccezione a questo universale teorema. Per questo motivo, e anche per attrarre nuovi investimenti esteri, ha cominciato i suoi lavori, sul finire di Ottobre la nuova Borsa de Il Cairo denominata Nilex. Il progetto ha visto la luce dopo un percorso durato cinque anni ed è fermamente appoggiato dal Governo che, in questa maniera, cerca di ulteriormente procedere nella svolta riformista della propria politica economica. Artefice dell’opera è il direttore della Borsa di Alessandria e Cairo (CASE), Maged Shawky, già collaboratore del Ministero dell’Economia.

Secondo Shaky “più liquidità c’è sul mercato, maggiore è l’inclinazione al rischio” ed è lo stesso chairman del Cairo Stock exchange che testimonia una ondata di capitali privati nel paese senza precedenti. In questa rinnovato ambiente favorevole, tuttavia, è necessario fornire a questi investors stranieri una percorribile via di uscita. Nel caso in cui l’investitore senta la necessità di abbandonare il mercato è bene fornirlo di un struttura di scambio e vendita affidale. Attività che che non può essere svolta dalla Borsa primaria. La c.d. Exit strategy è da sempre uno dei fattori che più invoglia la liquidità a fare ingresso in un paese. Secondo i piani, il Nilex, dovrebbe appunto fornire questa leva e permettere, in un sol colpo, alle aziende già presenti, di fare delle azioni di ingrossamento del business, e per le joint venture internazionali, di entrare ed uscire dal paese in maniera più agile.

I criteri per l’accesso a Nilex sono estremamente chiari e semplici: ogni azienda che abbia un capitale superiore ai 50,000 LE e inferiore ai 25 milioni di LE è candidata all’ingresso. I costi di adesione al listino sono dello 0.5 per mille del capitale, con un minimo di 500 LE, ed un massimo di 30.000 LE. Non ci saranno dei settori specifici che garantiranno l’accesso, dunque, l’obiettivo è di invogliare tutti i settori senza esclusione alcuna. Potrebbe essere un grave errore concentrare l’interesse soltanto sul settore dell’ IT, come è stato fatto in altre borse mondiali, determinandone così il fallimento. Un’altra caratteristica per entrare a far parte del Nilex, sarà, oltre al capitale sociale, l’impegno a mettere sul mercato, entro un anno dall’ingresso nel listino, almeno un 10% delle azioni sociali.

Due novità: lo sponsor e le chiamate di audizione

I lavori di preparazione all’inaugurazione dell’ambizioso progetto sono stati molto lunghi, ed hanno visto gli artefici di Nilex girare per mezzo mondo ad osservare l’andamento delle altre borse alternative. Oggetto di studio sono state la sudafricana Altx, il Nuovo Mercato Italiano, la coreana KOSDAQ, a Londra la AIM e, naturalmente il NASDAQ che è stato il primo mercato per piccole e medie imprese nel mondo. La nuova borsa Egiziana si contraddistingue per un paio di novità molto importanti e potenzialmente molto interessanti. La prima nuova idea è quella dello ‘sponsor’. Lo sponsor è una azienda autorizzata dal Capital Market Authority (CMA) che, essenzialmente prenderà per mano le PMI interessate al nuovo listino e le guiderà attraverso le necessarie procedure di adesione. Ma non soltanto. Lo sponsor seguirà il nuovo cliente durante tutto il percorso di vita nel nuovo mercato e sarà il riferimento per il CMA rispetto alla impresa che ha fatto il suo ingresso nel listino, sgravando quest’ultima di notevoli costi di gestione.

Lo sponsor può essere un'azienda di venture capital, una banca di investimenti e potrà riservarsi la facoltà di mantenere oppure no delle azioni della azienda che rappresenta. La seconda nuova idea è quella del sistema di call auction. Diversamente dal sistema di compravendita tradizionale utilizzato dal CASE in cui le transazioni sono completate ogni volta che un ordine di offerta e domanda incontrano il prezzo, le transazioni nelle call auction si completano alla fine della sessione completa di compravendita.

Sfide

Molto positive sono state le reazioni del mercato alla novità introdotta e, soprattutto quelle delle piccole e medie imprese che, in questo modo, vedono impennare le loro possibilità di combattere un sistema bancario e commerciale fortemente avverso al rischio, in Egitto, così come nel resto dell’ambiente finanziario mondiale. Tuttavia i rischi rimangono, e non sono soltanto quelli corsi dalle imprese. Fino ad oggi, infatti, soltanto poche borse mondiali di tali dimensioni e carattere sono riuscite a superare la prova del mercato, e sono ancora in attivo. Tra di esse l’AIM di Londra, il KONSDAQ di Seoul, e il TSX-V Canadese. Messe assieme, queste borse raccolgono circa 4.000 aziende e mettono assieme circa 450 listini ogni anno. Dal 1995 ad oggi, lo AIM ha aiutato una crescita stimabile in 80 milioni di dollari l’aumento di capitale delle sue PIM; da parte sua il KOSDQ ha prodotto 26 miliardi di dollari per lo stesso settore nel sud est asiatico.

Per favorire il risultato positivo a lungo termine, il fattore principale sarà senz’altro l’abbassamento dei costi per le aziende immesse nel listino, ma, oltre a ciò, sarà necessario garantire la integrità del mercato per incentivare la continuità dell'investimento anche nei periodi di stallo finanziario e di pericolo internazionale. In questa prospettiva il ruolo politico del governo sarà di fondamentale importanza: esso non potrà prescindere dalla lotta al terrorismo (che altrimenti destabilizzerebbe la stabilità), da un rapporto di ottimo vicinato con tutti i paesi confinanti (incluso Israele. Di qui il non eccessivo coinvolgimento emotivo nella conferenza di Annapolis) e da un continuo e crescente legame con Washington. Seppure non verrano privilegiati dei settori specifici, le stime del mondo finanziario hanno individuato nel settore dell’Information Technology i maggiori vantaggi di un mercato siffatto. A dare coraggio, infine, al neonato Nilex si sono aggiunte anche le più importanti agenzie economiche mondiali. La Banca Mondiale, lo UNCTAD e l’OECD hanno pubblicato delle favorevoli valutazioni e rapporti sul nuovo mercato di Alessandria e Cairo e, di per se, la notizia è positiva ed aiuterà.

Conclusioni

La nuova sfida della Borsa egiziana è un progetto molto ambizioso e che si pone nel più grande solco delle riforme del governo. Le più importanti organizzazioni internazionali economiche hanno bene accolto la neonata iniziativa, ma le vere somme si potranno tirare soltanto tra un paio di anni. Tuttavia, delle considerazioni oggettive possono essere già fatte. L’humus produttivo del Paese, dati alla mano, è composto da piccole imprese. Esse sono, però, delle imprese legate per la maggior parte al piccolo dettaglio (vedi i mercati), risentono di ogni turbolenza regionale, sono legate ad un sol filo al turismo. Seppure costituiscano quasi l’80% del PIL sono imprese di piccolissime dimensioni e non è ancora dato sapersi quale accoglienza riceverebbero nel Nilex. Oltre a ciò, ad una prima lettura del disegno finale, pare che si stia curando il cliente estero piutosto che rendere saldo il comparto egiziano. Anche da questo punto di vista non è difficilissimo pronosticare una sorta di economia del mordi e fuggi da parte degli investors stranieri, che in una regolamentazione siffatta avrebbero ben più di una exit strategy, come si diceva sopra. Sarà interessante osservare anche la regolamentazione negativa oltre al sistema di paracaduti già delineato.

Equilibri
 
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hayaty
view post Posted on 12/12/2007, 23:03




Egitto: Il gruppo francese Lafarge acquisisce divisione cemento di Orascom

12-12-2007

Il gruppo francese Lafarge, numero 1 mondiale del cemento, acquista per 8,8 miliardi di euro la divisione cemento di Orascom Construction Industries, leader del settore in Medio Oriente e nel Mediterraneo, controllata dal magnate egiziano Nassef Sawiris, fratello di Naguib Sawiris della Wind. E' quanto ha annunciato la società in una conferenza stampa a Parigi. Lafarge finanzierà l'acquisizione ricorrendo per 6 miliardi all'indebitamento e procedendo all'emissione di 22,5 milioni di nuove azioni, che saranno acquisite dall'amministratore delegato di Orascom Sawiris, che entrerà nel capitale di Lafarge con una quota dell'11,4%. A Sawiris - ha annunciato Bruno Lafont, presidente esecutivo del gruppo francese - andranno anche due poltrone nel consiglio d'amministrazione. L'acquisizione consentirà a Lafarge di incamerare il 65% del proprio Ebitda dai mercati emergenti entro il 2010. Secondo gli analisti, l'acquisto del polo cemento di Orascom é una buona operazione strategica, che potenzia la posizione del gruppo francese nei Paesi emergenti, nonostante molti ritengano che il prezzo pagato sia troppo alto.

Il Denaro
 
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hayaty
view post Posted on 22/12/2007, 23:12




Microcrediti in Egitto
Completato in Egitto il programma di microcrediti del Rotary Club di Scafati

di Vittorio Ambrosio


21/12/2007

E’ terminato con un grande successo il programma di microcrediti lanciato un anno e mezzo fa dal Rotary Club di Scafati per l’avviamento al lavoro di 160 giovani donne della cittadina di Heliopolis, in Egitto.

Il progetto, denominato “Aiutiamole a crescere”, si prefiggeva di creare le premesse per rendere indipendenti queste donne provenienti da comunità molto povere situate in prossimità di Heliopolis, individuando due strategie di intervento: la prima relativa all’organizzazione di corsi di formazione con l’intento di insegnare alle giovani come scrivere un curriculum vitae, come affrontare un colloquio di lavoro e i vari aspetti legali connessi; la seconda invece si prefiggeva di fornire le conoscenze di base per intraprendere un’attività in proprio attraverso corsi di training e di formazione professionale. La concessione del microcredito poi avrebbe consentito alle donne di intraprendere un’autonoma attività artigianale e avviarsi a un’indipendenza economica che avrebbe loro consentito la restituzione del prestito in piccole rate senza interessi. Il recupero dei fondi erogati consentirà l’avvio di un nuovo programma di formazione con la concessione di nuovi microprestiti, instaurando così un interessante circolo virtuoso.

In Egitto negli ultimi anni si assiste ad una forte crescita della popolazione (1.5 milioni di nuovi nati all’anno, 2.1% della popolazione) che già attualmente crea innumerevoli problemi sia in campo sociale che in quello economico. Secondo alcune stime, nel 2020 la popolazione egiziana dovrebbe arrivare a 100 milioni di persone. In queste condizioni, le maggiori ripercussioni si hanno sugli strati più disagiati della popolazione e soprattutto sulle giovani donne e sui bambini. Infatti nessuna risorsa economica è disponibile per la formazione di conoscenze tali da permettere alle giovani donne di imparare un mestiere e di diventare quindi indipendenti economicamente. Questo porta a matrimoni in età sempre più giovane (16-22 anni) e alla nascita di numerosi figli, in modo da avere un supporto finanziario dai mariti.

I fondi necessari alla realizzazione del progetto, ammontanti a 21.800 dollari, sono stati messi a disposizione dai Rotary Club di Scafati (capofila), Ercolano e Ottaviano. Il locale Rotary Club di Heliopolis ha provveduto alla selezione delle partecipanti e all’attivazione dei corsi di formazione. Il rapporto con i nostri rotariani dei comuni vesuviani afferenti al Club di Scafati è stato molto stretto ed intenso, con continui scambi di informazioni. A conclusione dei corsi di formazione il rappresentante dei club campani partecipanti, l’Ing. Luciano De Santis, si è recato in Egitto per supervisionare i risultati del progetto e concludere l’iter con l’erogazione dei fondi alle donne selezionate.

Napoli.com
 
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falak
view post Posted on 10/1/2008, 21:24




Orange punta a telefonia mobile in Egitto

Spinta dalla continua crescita della popolazione in Egitto, la France Telecom Orange Group punta sul Paese per espandere le proprie operazioni. Con investimenti pari a 8,9 milioni di euro, il gruppo France Telecom ha già inaugurato al Cairo un centro di innovazione tecnologico puntando sempre di più al mercato egiziano per espandersi nel settore.

“La telefonia mobile è cresciuta notevolmente in Egitto, in particolar modo negli ultimi cinque anni. Un paio di anni fa non esistevano cellulari, adesso ce ne sono a milioni e il mercato non è affatto saturo. Anzi, il tasso di penetrazione continuerà a crescere”, ha spiegato Didier Lombard, il capo esecutivo del gruppo.

“L'Ict è un settore che potrebbe portare a un maggiore sviluppo del Paese", ha aggiunto Lombard, "attualmente il mercato di telefonia mobile è molto forte, seguito da quello di internet e quello della linea telefonica fissa ed è destinato a crescere molto velocemente data la presenza di numerosi giovani con un crescente interesse per la tecnologia”.


10/01/2008 13:01

quomedia
 
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edenrose
view post Posted on 17/1/2008, 14:37




Egypt's OT says its Mobinil stake not for sale

Wed Jan 16, 2008 11:35am EST


CAIRO, JAN 16 (REUTERS) - Orascom Telecom ORTE.CA(ORTEq.L: Quote, Profile, Research) said on Wednesday it does not aim to sell its stake in Egyptian Company for Mobile Services EMOB.CA, which operates under the name Mobinil, after market speculation boosted Mobinil's shares.

"I can assure you that our stake in Mobinil is not for sale," Orascom Telecom Investor Relations Director Hatem el-Gammal said.

Market rumours that pan-African mobile provider MTN Group (MTNJ.J: Quote, Profile, Research) would buy all or part of Orascom Telecom's stake in Mobinil pushed Mobinil stock up more than 7 percent on Tuesday, EFG-Hermes broker Ahmed el-Hefnaoui said.

Orascom Telecom, the fourth-largest Arab mobile operator by market value, owns 34.7 percent of Mobinil. France Telecom (FTE.PA: Quote, Profile, Research) is the largest single shareholder, owning 36.3 percent, and 29 percent of the shares are free floating.

Gammal declined to comment on whether Orascom Telecom is in talks with MTN over a possible consolidation.

South African technology Web site ITWeb reported market speculation last week that MTN Group was in talks with Orascom Telecom to purchase the stake or to forge a strategic partnership between the two big firms.

"This is not the only telecom acquisition rumour in the region, especially in Egypt and Kuwait, where people are waiting for big names to come in," EFG-Hermes' Hefnaoui said.

"But if the MTN move was true, it would definitely be positive for Mobinil and OT," he added.

OT said in December it had referred a dispute with France Telecom over the implementation of a Mobinil shareholders' agreement to the International Court of Arbitration at the International Chamber of Commerce.

Shares in Mobinil last traded at 234 pounds on Wednesday, up 0.7 percent while OT was down 1.0 percent at 89.40 pounds. ($1=5.46 Egyptian pounds) (Reporting by Wael Gamal; Editing by Erica Billingham)


fonte: Reuters

Egypt’s Problem and Its Challenge: Bread Corrupts

By MICHAEL SLACKMAN
Published: January 17, 2008


CAIRO — “Get out! Get back! Get back! I am not selling to you!”
Ibrahim Ali Muhammad, a bread seller, is shouting at his customers. His teeth are brown and misshapen from decay, and he says the stress of his 20 years on the job has given him diabetes. He is standing behind bars, jail-like bars, shouting into a crowd that is pushing, punching, thrusting money at him.

“I already sold to you,” he screams, again, this time distracted by a young man in a blue windbreaker who swiveled on his heels and punched the man behind him.

It is hard to make ends meet in Egypt, where about 45 percent of the population survives on just $2 a day. That is one reason trying to buy subsidized bread can be a fierce affair, with fists and elbows flying, men shoving and little children dodging blows to get up to the counter.

Egypt is a state where corruption is widely viewed as systemic, which is also why the crowd gets aggressive trying to buy up the subsidized bread. Cheap state bread can be resold, often for double the original price.

“What has not changed in Egypt for 50 years, is not going to change now,” Mr. Muhammad said, though it was unclear if he meant the chaos in front of him or the cheap bread cooking behind him.

Much of what ails Egypt seems to converge in the story of subsidized bread. It speaks to a state that is in many ways stuck in the past, struggling to pull itself into the future, unable, or unwilling, to conquer corruption or even to persuade people to care about one another.

How do you take a broken system that somehow helps feed 80 million people and fix it without causing social disorder? That is a challenge for Egypt at large, and for this little bakery where Mr. Muhammad ekes out a living, with a cigarette hanging from his lips and an angry crowd demanding his bread.

Bread, in Egyptian Arabic, is called “aish,” which literally means life, rather than “khobz,” the word that other Arab speakers use. “The word, applied to bread, gives this everyday element an almost mystical quality,” said Hamdy el-Gazzar, author of “Black Magic,” a popular novel recently translated into English. “Egypt’s relationship to bread is not one of freedom, but of necessity.”

Egypt started subsidizing staples like bread, sugar and tea around World War II, and has done so ever since. When it tried to stop subsidizing bread in 1977 there were riots. Egyptians are generally not known as explosive people, but tell them you are raising the price of bread — of life — and beware.

So the bread subsidy continues, costing Cairo about $2.74 billion a year. Over all, the government spends more on subsidies, including gasoline, than it spends on health and education. But it is not just the cost of the subsidy that plagues the government. The subsidy also fuels the kind of rampant corruption that undermines faith in government, discourages investment and reinforces the country’s every-man-for-himself ethos.

“The most corrupt sector in the country is the provisions sector,” said a government inspector who asked not to be identified for fear of punishment. His job is to go to bakeries to ensure they are actually using the cheap government flour to produce cheap bread that is sold at the proper price.

The inspector explained why the system was so open to abuse. The government sells bakeries 25-pound bags of flour for 8 Egyptian pounds, the equivalent of about $1.50. The bakeries are then supposed to sell the flatbread at the subsidized rate, which gives them a profit of about $10 from each sack. Or the baker can simply sell the flour on the black market for $15 a bag.

If the inspector, who said he was paid $42 a month, certifies that after three months the baker has faithfully used the flour to bake bread, the baker gets a refund of about $1 a bag. A baker who goes through 40 sacks a day over the three-month period gets back 18,000 pounds (around $3,300) — a nice sum, this inspector said, which could easily be shared with an underpaid inspector.

“I am someone getting 230 pounds for a salary,” the inspector said. “Say I want to feed my children three times a day and send them to government schools. To do just that, I need 1,000 pounds a month.”

Abdallah Badawy Aboul Magd, the head of the Provisions Administration office in Giza, said corruption had increased lately because of the soaring prices of wheat and other basic foodstuffs. To try to combat the problem, he said, the administrators have begun a pilot project of separating production from distribution, forcing bakers to sell only to distributors, who can be more easily monitored.

It is hard to assess the actual level of corruption because corrupt practices are not regularly reported. In a prominent 2007 survey that ranked 180 countries by their inhabitants’ “perception of corruption,” Egypt fell to 105 from 70 the year before.

The Egyptian economy has been growing at a healthy rate — 7 percent last year — but there has been virtually no trickle down. So instead of making life on the streets more stable, the statistically strong economic performance has only made people more annoyed. A recent study for the World Bank lent credence to those widespread feelings of discontent, concluding that overall poverty in 2004-5 “was back to almost the same level as it was in 1995-1996.”

“In sum, almost 14 million individuals could not obtain their basic food and non-food needs,” the report said.

So they fight for cheap bread. They begin gathering outside the bare one-room bakery at about 11 a.m. every day except Friday, the day of prayer.


Over the course of an hour one recent day, 14-year-old Mahmoud Ahmed managed four trips to the counter. His job, he said, was to ensure a steady stream of bread for a nearby food vendor, who then resold it in sandwiches. It appeared that the baker let him push his way to the front to get bread before others. Was there a deal going? Mahmoud would not say.

Down the road, five blocks away, a 12-year-old, Muhammad Abdul Nabi, was selling bread, the same kind of bread, from a makeshift table for more than double the price at the bakery. But there were no lines.

Nadim Audi contributed reporting.

fonte: NYTimes
 
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edenrose
view post Posted on 17/1/2008, 17:58




Turkey starts Egypt's first private industrial park


Wednesday January 16 2008

CAIRO, Jan 16 (Reuters) - Turkish President Abdullah Gul inaugurated on Wednesday Egypt's first private industrial park and Egypt said it hoped the project would attract $4 billion of investments in the next four years.
The Polaris industrial park, which occupies 2 million square metres (500 acres) in Sixth of October City west of Cairo, is a joint venture between the two countries, whose economic relationship has taken off in the past two years.
Rachid Mohamed Rachid, the Egyptian minister of trade and industry, told reporters the move was the outcome of agreements negotiated at length between the two countries. Egypt and Turkey signed a free trade agreement in 2005 and agreed a Strategic Partnership last November.
"The new project will add 300 new Turkish factories, mainly in textiles and garments," Rachid said.
He added that 165 factories have already shown interest and that some of them could be starting production in 2009.
Egypt hopes the new project will quadruple the value of Turkish direct investment in Egypt, now about $1 billion, by the end of 2008.
"We hope it adds about $4 billion of investments in four years time," Rachid added.
Gul, who started an official visit to Egypt on Tuesday, told Reuters that recent economic reforms in the Arab country were behind mounting interest in Egypt among Turkish business people.
"Egypt became very much attractive. That's why the Turkish investors are here. I'm sure that very soon there will be huge economic activity taking place here," he said.
Turkish textile firms are also keen to benefit from the Qualified Industrial Zones (QIZ).
"They want the chance to export to the United States without customs," said Ashraf Dawidar of the Egyptian Industrial Development Authority.
The QIZ agreement between Egypt, Israel and the United States, which came into effect in 2005, allows Egypt to export to the United States free of tariffs and quotas as long as a certain percentage of Israeli goods is used. (Reporting by Wael Gamal; Editing by Rory Channing)

fonte: Guardian

KFAED to grant Egypt $105m loan

Egypt - 17 jan 2008

Kuwait Fund for Arab Economic Development (KFAED) will present Egypt with a loan worth $105m to contribute to the financing of expanding an electricity generating station north of the country, reported KUNA.The fund and the Egyptian government will sign the loan agreement today. KFAED Director General Abdulwahab Al-Bader said that the Fund would also sign an agreement on the implementation arrangements with the West Delta Electricity Production Company which is carrying out the project.

fonte: AmeInfo
 
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edenrose
view post Posted on 5/2/2008, 18:18




Giovedì 31 Gennaio 2008, 16:33

Eni: Nuova Importante Scoperta Gas In Offshore Egitto

(ANSA) - ROMA, 31 GEN - Eni, attraverso la controllata Ieoc (International Egyptian Oil Company), ha effettuato "un'importante scoperta di gas nell'offshore del Delta del Nilo, 50 chilometri a nord di Damietta, in Egitto". Lo rende noto un comunicato del gruppo spiegando che "la scoperta, avvenuta tramite il pozzo esplorativo Satis, è localizzata nella concessione di North El Burg, partecipata da BP (Operatore con la quota del 50%) e Ieoc (50%)".
Si tratta di una scoperta "particolarmente significativa perché avvenuta nell'ambito di giacimenti a elevata pressione e profondità inedite (giacimenti di tipo Oligocene)" prosegue la nota sottolineando che è la "più significativa mai effettuata ad alta temperatura ed elevata pressione nell'ambito di giacimenti di tipo Oligocene".
Sulla base del successo di Satis e delle altre scoperte effettuate nell'area durante gli ultimi due anni, Eni e gli altri partner nello sviluppo del secondo treno dell'impianto Lng di Damietta intendono sancire già nel 2008 l'avvio dello sviluppo del progetto.
"Eni detiene altre partecipazioni in licenze localizzate nel Delta del Nilo e ha programmato per il 2008 ulteriori attività esplorative" conclude la nota ricordando che "con una produzione equity di oltre 235.000 barili di olio equivalente al giorno, Eni è il maggiore produttore di idrocarburi del Paese".(ANSA).

fonte: ANSA
 
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edenrose
view post Posted on 12/2/2008, 13:05




MAIRE TECNIMONT: JOINT VENTURE IN EGITTO CON ECHEM E PETROJET

(ANSA) - ROMA, 11 FEB - Maire Tecnimont (tramite la società operativa Tecnimont) creerà una joint venture con le egiziane Echem (società del ministero del Petrolio) e Petrojet (Petroleum Projects & Technical Consultation). "La nuova società - spiega una nota - fornirà servizi di ingegneria e management per l'implementazione di impianti industriali in Egitto e nei paesi vicini". Una iniziativa che apre al gruppo Maire Tecnimont "le porte verso l'Egitto, dove - spiega il presidente e ad Fabrizio Di Amato - abbiamo intenzione di focalizzare risorse significative. Siamo convinti che la firma di questa joint venture possa rappresentare il primo passo per Echem e Maire Tecnimont per il raggiungimento di importanti risultati in questo mercato". L'accordo è stato siglato oggi tra Tecnimont e Echem (Egyptian Petrochemicals Holding Company). (ANSA).

fonte: Excite Italia
 
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falak
view post Posted on 15/2/2008, 00:40




Il Cairo: "Innovazione e Trasferimento di Tecnologie in Egitto", seminario per internazionalizzazione di impresa


"Innovazione e Trasferimento di Tecnologie in Egitto". Si tratta del seminario organizzato dall'ICE, l'ente pubblico che ha il compito di sviluppare, agevolare e promuovere i rapporti economici e commerciali italiani con l'estero. Lunedì 18 febbraio, presso il Marriot Hotel di Il Cairo, sarà approfondito il concetto di "internazionalizzazione di impresa" legata anche ai Centri di Ricerca e alle Università, con l'obiettivo di creare eventuali contatti con controparti estere interessate ad adottare modelli similari. A tenere il seminario sarà il Dr. Aleardo Furlani.

14 Febbraio 2008

newsitaliapress.

 
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edenrose
view post Posted on 19/2/2008, 12:08




Coface acquisisce in Egitto il leader dell’informazione commerciale

martedì 19 febbraio 2008

Coface annuncia la nascita di Coface Egypt e il rilevamento dell’attività di Fiani Partners, leader egiziano nel settore dell’informazione commerciale e del marketing. Coface rafforza così la sua presenza in un’area dal potenziale economico considerevole.

Coface prosegue la sua politica d'espansione nel Mediterraneo orientale e nel Vicino e Medio-Oriente, due regioni economicamente cruciali per il processo di sviluppo del Gruppo: Coface è già presente direttamente a Dubai, in Israele, in Algeria e in Marocco e indirettamente in Oman, in Arabia Saudita, in Giordania e in Kuwait attraverso i partner della rete CreditAlliance.

Coface intende creare in Egitto una piattaforma regionale di servizi di credit management (informazioni commerciali e gestione del credito). Questa piattaforma permetterà a tutte le entità Coface nel mondo di migliorare il servizio alla clientela in questa zona in forte sviluppo. In un secondo tempo, tramite i partner egiziani, Coface proporrà i servizi dell’assicurazione del credito e del factoring ai suoi clienti impiantati in Egitto e alle aziende egiziane.

Coface ha da tempo una partnership con l’assicuratore del credito egiziano Export Credit Garantee of Egypt/ECGE, membro della rete CreditAlliance. Questa rete, creata da Coface nel 1992, riunisce società di assicurazione del credito, di informazione commerciale, compagnie di assicurazione multiramo e società di factoring in oltre 90 Paesi nel mondo, mettendo a loro disposizione l’esperienza di Coface in materia di banca dati, sistemi informatici e valutazioni. Coface punta anche sulla prossimità con il cliente, mantenendo la personalità dei membri della rete CreditAlliance.
L’Egitto diventa il 19° Paese nel quale Coface, che possiede il sistema mondiale Kompass International, sviluppa questa licenza.

«L’Egitto è il primo dei nuovi insediamenti del 2008 di Coface» spiega Jérôme Cazes, Direttore Generale di Coface, «il cui inserimento rientra nella strategia di sviluppo delle nostre 4 linee di business, che ha l’obiettivo di giungere a coprire 80 Paesi entro il 2010».

fonte: Tribuna Economica
 
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edenrose
view post Posted on 19/2/2008, 18:11




EGITTO/ AGITAZIONI SOCIALI, RICOMINCIA STAGIONE SCIOPERI

19/02/2008 13:16

Il Cairo, 19 feb. (Apcom) - Torna a far tremare le autorità lo spettro delle rivendicazioni sociali, che il governo egiziano sperava forse di essersi lasciato alle spalle. Dopo un 2007 caratterizzato da scioperi in tutti i settori produttivi del Paese - tessile, cemento, trasporti, ferrovie, allevamento di pollame, per citarne solo alcuni - in molti al Cairo ritenevano che la spinta dei movimenti sociali avesse ormai toccato il proprio apice e fosse destinata ad esaurirsi. Previsione smentita nell'ultima settimana.

Contro l'inarrestabile decrescita del potere d'acquisto dei salari, è storia di questi giorni, ricominciano a scioperare gli operai di Mahalla El Kubra, più volte protagonisti, nel biennio 2006-2007, di iniziative di protesta. Nell'autunno dello scorso anno, i 27.000 dipendenti del più grande complesso di filatura e tessitura del Nord Africa, hanno tenuto in scacco il governo e ottenuto, almeno sulla carta, incrementi salariali e premi produzione. Ma il costo della vita, in Egitto, continua a crescere, riflettendosi in particolar modo sui beni di prima necessità: farina, latte, uova, zucchero, sale. Gli operai chiedono al governo di prendere misure adeguate e minacciano di coordinarsi con altre realtà industriali per bloccare la produzione nazionale. Puntano a uno stipendio di base di 1200 lire egiziane, pari a 150 euro, riconosciuto a tutti i salariati.

E al pari di Mahalla El Kubra, nel Delta del Nilo, scioperano e organizzano sit-in gli operai tessili di Chebin, i funzionari della società elettrica di Ismailia, le infermiere del Fayoum, i dipendenti del cordonificio di Port Said. In tutto, segnalano le testate giornalistiche indipendenti o facenti capo all'opposizione, sarebbero cinque i governatorati in cui cittadini disperati sono scesi in strada minacciando una "rivolta degli affamati" (espressione utilizzata oggi dal quotidiano ElMasri El Youm, ndr).

Per calmare gli animi, il primo ministro Ahmed Nazif, intervenuto davanti alla Shura (il Senato egiziano, con potere unicamente consultivo) nella giornata di ieri, ha reso noto che le sovvenzioni sociali ai cittadini più svantaggiati non saranno ridotte, come lasciato intendere nelle prime settimane del 2008, ma al contrario rafforzate con un investimento complessivo di 4,7 miliardi di lire egiziane (circa 600 milioni di euro). E si è impegnato a estendere la copertura sanitaria a un milione di famiglie entro la fine dell'anno. In vista anche la costruzione di nuovi quartieri popolari.

Nel frattempo, ai servizi di sicurezza il compito di arginare le manifestazioni nella capitale, dove le segreterie delle associazioni operaie starebbero progettando sit-in di fronte a ministeri e luoghi chiave per il mondo del lavoro. Secondo il quotidiano El Badil, alcuni organizzatori avrebbero già ricevuto minacce e intimidazioni.

copyright @ 2008 APCOM

fonte: Alice Economia
 
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438 replies since 10/4/2006, 00:22   9639 views
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