Mal d'Egitto

Le proteste contro il governo Morsi

« Older   Newer »
  Share  
O t t a
view post Posted on 29/11/2012, 10:57




Egitto. Oggi discorso di Morsi alla nazione sul decreto presidenziale

29 novembre 2012 - 05:55

Ancora una notte di manifestazioni in Egitto, alla vigilia dell’intervento di Mohamed Morsi. Oggi il Presidente egiziano terrà un discorso alla nazione per difendere la ragioni del decreto all’origine di una settimana di proteste e scontri costati la vita a due persone e che hanno causato centinaia di feriti.

Un discorso pronunciato nello stesso giorno in cui l’assemblea costituente dovrebbe votare il testo della nuova carta fondamentale.

Una tempistica che l’opposizione laica e liberale del Paese legge come una prova di forza da parte del Capo dello Stato appoggiato dalla maggioranza dei Fratelli Musulmani.

E mentre sono continuati gli scontri al Cairo che hanno avuto come controcanto delle manifestazioni pro-Morsi ad Alessandria, i Fratelli Musulmani e diversi gruppi salafiti hanno lanciato un appello per una nuova, grande manifestazione in sostegno del Presidente per sabato.

Il decreto presidenziale sancisce l’inappellabilità delle decisione del Capo dello Stato e limita i poteri della magistratura, mobilitata contro la misura voluta da Morsi.

Euronews
 
Top
O t t a
view post Posted on 1/12/2012, 15:37




Egitto, in migliaia in piazza a sostegno del presidente

Pubblicato il 1 dicembre 2012

Il Cairo - Migliaia di persone, che sventolano bandiere e immagini del presidente egiziano Mohammed Morsi, stanno dimostrando in tutto l'Egitto in suo favore. L'associazione Fratelli Musulmani, da cui proviene il presidente, spera che la partecipazione alle manifestazioni di oggi possa contrastare le proteste di ieri da parte dell'opposizione. Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza due volte questa settimana contro i decreti voluti da Morsi con i quali avrà più ampi poteri, ponendosi così al di sopra della legge.

Morsi ha detto di aver agito in tal modo per evitare che la magistratura, guidata dagli strascichi del regime precedente, possa sciogliere l'Assemblea, rallentando la transizione verso la democrazia. "La gente sostiene la decisione del presidente", grida la folla fuori dall'Università del Cairo, dove diverse migliaia di persone si sono radunate. Le manifestazioni di oggi hanno l'obiettivo di mostrare il favore al progetto di Costituzione approvato ieri mattina dalla Assemblea a guida islamista.

image


LaPresse/AP
 
Top
O t t a
view post Posted on 1/12/2012, 23:41




sabato, 01 dicembre 2012

Morsi convoca il referendum e si "riprende" la piazza

Appello al dialogo del presidente, ma El Baradei lo incalza: "E' come se il regime non fosse mai stato rovesciato". L'opposizione attacca i Fratelli musulmani per aver adottato "misure liberticide".


IL CAIRO - Non sarà stata piazza Tahrir, ma il presidente egiziano, da giorni sotto accusa per avere adottato misure liberticide, secondo le opposizioni liberali e laiche, si è riconquistato la "piazza" egiziana: decine di migliaia di persone hanno aderito alla manifestazioni indette dai fratelli musulmani e dai movimenti salafiti per rispondere alla protesta di Tahrir al grido di "Il Corano è la nostra legge". Mentre la piazza si schierava con lui, grazie all'imponente capacità organizzativa soprattutto dei Fratelli musulmani, il presidente egiziano ha indetto il referendum costituzionale per il 15 dicembre, facendo appello al dialogo nazionale e rivolgendosi direttamente agli oppositori per aiutarlo nelle sue responsabilità. Un appello caduto nel vuoto. Mohamed el Baradei ha subito risposto dicendo che Morsi ha convocato un referendum su una "Costituzione che viola diritti e libertà" e che quindi è come "se il regime non fosse mai stato rovesciato".

LE PROTESTE A PIAZZA TAHRIR. E a piazza Tahrir il discorso del presidente è stato accolto con levate di scarpe e con le grida: "Nullo, nullo". Nel suo discorso, trasmesso in diretta tv, Morsi ha invitato tutti gli egiziani a partecipare al referendum che ha definito "la prima pietra della democrazia" e ha rinnovato il suo appello a un dialogo nazionale per uscire dalla transizione e affrontare le sfide "interne ed esterne" che si prospettano in futuro. Morsi con molto probabilità guarda al referendum sulla Costituzione anche come a un test su se stesso e la scommessa del primo presidente islamico democraticamente eletto in Egitto è che prevalga negli elettori la voglia di stabilità e di voltare pagina rispetto a un periodo di incertezza e tensione. Dopo avere messo da parte l'idea iniziale di manifestare a piazza Tahrir, territorio ormai da giorni delle opposizioni, gli organizzatori hanno ripiegato sulla piazza antistante l'università del Cairo.

VERSO IL REFERENDUM. Le migliaia di manifestanti, molte delle quali visibilmente venuti dalle zone rurali, hanno inneggiato per tutto il giorno all'applicazione della sharia di Dio. Molte bandiere egiziane, poche, rispetto ad altre occasioni, quelle verdi saudite e quelle nere della jihad islamica, molto più polizia accolta con il pollice alzato dai manifestanti, rispetto a piazza Tahrir dove non si vede da mesi. Le manifestazioni hanno reso ancor più evidente che l'Egitto è spaccato nel suo sostegno alle forze di ispirazione religiosa e nel suo desiderio di porre fine alla transizione. Secondo un sondaggio condotto dalla catena satellitare al Jazira la stragrande maggioranza degli intervistati dice che voterà sì al referendum.

Tg1
 
Top
O t t a
view post Posted on 2/12/2012, 23:20




Giudici Egitto: "Boicottare referendum"

2 dicembre 2012 - 22.10

L’associazione che raccoglie buona parte dei magistrati egiziani ha chiesto ai suoi membri di boicottare il referendum sulla nuova Costituzione, indetto dal presidente Morsi per il 15 dicembre.
Lo annuncia il presidente dell’associazione, Ahmed El Zend. La richiesta non è comunque vincolante.
Se i giudici rifiuteranno di supervisionare le operazioni di voto, sarà difficile che il referendum possa tenersi regolarmente.

Studio Consulenza Romano
 
Top
hayaty
view post Posted on 3/12/2012, 18:31




EGITTO, INFURIA LA PROTESTA. ALTA TENSIONE TRA GIUDICI E MORSI
Sciopero ad oltranza dell'Alta corte dopo che ieri i sostenitori del presidente hanno impedito ai giudici di decidere sulla legittimità della Costituente. Opposizione in piazza domani contro il referendum indetto da Morsi.
Egitto

IL CAIRO - lunedì, 03 dicembre 2012


I giudici egiziani non monitoreranno lo svolgimento del referendum sulla bozza di Costituzione fissato dal presidente Mohammed Mursi per il prossimo 15 dicembre. Lo ha annunciato il sindacato dei giudici, mentre la decisione di boicottare il referendum aumentano le già alte tensioni tra la Corte suprema e i sostenitori islamici di Mursi. Ieri l'Alta corte è stata assediata dai sostenitori di Morsi e ai giudici, che dovevano esaminare la legittimità della Commissione che ha scritto la costituzione, è stato impedito di entrare. I giudici hanno così annunciato uno sciopero illimitato. ''Abbiamo deciso di boicottare la supervisione del referendum sulla Costituzione previsto per il 15 dicembre 2012'', ha annunciato il presidente del sindacato dei giudici Ahmed al-Zind, spiegando che ''questa protesta è una risposta a quello che è stato chiamato un 'decreto costituzionale' e (durerà, ndr) fino a quando il decreto verrà rescisso''.

OPPOSIZIONE IN PIAZZA. L'opposizione egiziana al presidente Mohammed Morsi ha organizzato per domani una protesta di massa contro il referendum. Secondo gli organizzatori, Morsi ha disatteso la promessa di indire un referendum che avesse il consenso nazionale. ''Il Fronte di salvezza nazionale condanna l'atto irresponsabile del presidente della Repubblica di convocare un referendum su una Costituzione illegittima che viene respinta da una grande parte del suo popolo'', scrive un'alleanza dei gruppi di opposizione in un comunicato. L'opposizione denuncia quindi che la bozza della Costituzione redatta dall'Assemblea costituente mina le libertà basilari.

STAMPA IN SCIOPERO CONTRO "DITTATORE" MORSI. Dura protesta della stampa egiziana contro Morsi, con diversi giornali indipendenti che domani non andranno in edicola per contestare la bozza di costituzione approvata la settimana scorsa dall'assemblea costituente dominata dai Fratelli musulmani e dai salafiti. Molti quotidiani hanno aperto con il titolo "No alla dittatura", puntando il dito contro "una costituzione che cancella i diritti e impedisce le liberta'". Allo sciopero hanno aderito, tra gli altri importanti testate come Al Watan e Al Masry al Youm. Domenica era stato il Club dei giudici, organo che rappresenta la magistratura egiziana, ad annunciare il boicottaggio del referendum del 15 dicembre per approvare la costituzione.


TG1 Online
 
Top
O t t a
view post Posted on 5/12/2012, 08:42




Egitto, non si ferma la protesta. In centinaia al sit in notturno

ultimo aggiornamento: 05 dicembre 2012- ore 08:25

Il Cairo - I manifestanti hanno trascorso la notte accampati di fronte al palazzo presidenziale del Cairo, portando avanti la protesta cominciata ieri contro il presidente Mohamed Mors
i.

Centinaia di manifestanti hanno trascorso la notte accampati di fronte al palazzo presidenziale del Cairo, portando avanti la protesta cominciata ieri contro il presidente Mohamed Morsi. La manifestazione di ieri ha avuto momenti di tensione quando parte dei manifestanti ha superato il cordone della polizia intorno al palazzo e alcuni di loro sono rimasti intossicati dai lacrimogeni lanciati dagli agenti. In serata Morsi ha lasciato l'edificio, riparando verso la sua residenza privata.

Adnkronos
 
Top
O t t a
view post Posted on 6/12/2012, 09:00




Egitto, 6 i morti negli scontri al Cairo. Carri armati davanti al palazzo presidenziale

ultimo aggiornamento: 06 dicembre 2012 - ore 08:34

Il Cairo - Violenti gli scontri tra i sostenitori del presidente e l'opposizione che contesta la dichiarazione costituzionale con cui Morsi ha esteso i suoi poteri


Sei persone sono rimaste uccise e oltre trecento ferite al Cairo negli scontri seguiti alle manifestazioni tra sostenitori e oppositori del presidente Mohammed Morsi, scesi in piazza per difendere o contestare la dichiarazione costituzionale e la bozza di Costituzione. Lo riferisce il ministero della Salute egiziano.

Da stamattina, intanto, l'esercito ha schierato tre carri armati davanti al palazzo presidenziale al Cairo, secondo quanro riferisconto testimoni alla Bbc.

Violenti scontri sono scoppiati ieri quando esponenti dei Fratelli Musulmani si sono scontrati con membri dell'opposizione che erano accampati da martedì fuori dal palazzo presidenziale al Cairo.

Le due parti si sono lanciate pietre e bombe molotov, ferendo circa 350 persone, come riferisce il ministero della Salute citato dall'emittente al-Jazeera. Almeno 32 persone sono invece state arrestate dalle forze di polizia schierate per limitare i disordini, come spiega il ministero degli Interni.

Questa mattina nelle strade della capitale e' ritornata la calma, ma la tensione resta alta in vista del referendum sulla bozza di Costituzione previsto per il 15 dicembre e per la dichiarazione costituzionale con cui Morsi ha esteso i suoi poteri.

Adnkronos/Aki

----------------------------------------------------------------------------------------------------------

Egitto,carriarmati fuori da palazzo presidenziale,strade tranquille


giovedì 6 dicembre 2012 - 08:31

IL CAIRO - Almeno quattro carri armati stazionano oggi fuori dal palazzo presidenziale del Cairo lungo una strada in cui all'alba ci sono stati scontri tra sostenitori e oppositori del presidente Mohamed Morsi. E' quanto hanno riferito alcuni testimoni Reuters.

Oltre ai carri armati, fuori del palazzo ci sono anche tre mezzi blindati per il trasporto dei soldati tuttavia attualmente le strade - teatro di episodi di violenza da mercoledì a stamani - sono calme.

Sulle targhette identificative dei militari si legge che sono membri della Guardia repubblicana, deputata alla tutela della presidenza.

Intanto le auto percorrono le strade ricoperte di pietre lanciate durante gli scontri. Centinaia di sostenitori di Morsi si trovano ancora nella zona, molti dei quali avvolti nelle coperte e alcuni impegnati a leggere il Corano.

"Siamo qui per sostenere il presidente Morsi e le sue decisioni. E' lui il presidente eletto dell'Egitto", ha detto Emad Abou Salem, 40 anni, sostenitore del presidente.

Reuters
 
Top
O t t a
view post Posted on 6/12/2012, 09:36




Analisi. L'Egitto è degli egiziani

Analisi di Rosaria Monaco sulle ragioni del conflitto tra il presidente Morsi e l'opposizione laica che sta incendiando l'Egitto di due anni dopo la caduta di Mubarak

giovedì 6 dicembre 2012 - 08:57

di Rosaria Monaco

Il Cairo - Spiegare le dinamiche di quanto sta accadendo in Egitto, richiede un'attenta e cauta analisi che val dal basso verso l'alto e viceversa.

Tutto sembra essere tenuto insieme da un filo sottilissimo, quasi invisibile, e, gli egiziani tutti, islamisti e non, sanno che questo filo potrebbe spezzarsi da un momento all'altro, senza preavviso.

Il nuovo decreto costituzionale, fa del presidente un vero e proprio dittatore, presentando Morsy come un faraone, nessuno avrà il diritto di contraddire le sue scelte, nessun organo giudiziario avrà voce in capitolo.

Non bisogna dimenticare inoltre, che è stata presentata una sorta di legge d'emergenza travestita sotto la dicitura: "per salvaguardare e proteggere la rivoluzione" il presidente potrà fermare qualsiasi persona sembra essere sospetta, in che termini non è specificato. Con ciò, le ultime speranze degli egiziani sono state miseramente spazzate via, e con queste, il sogno di percorrere finalmente la strada della legalità e della libertà.

Cosa ha portato di nuovo gli egiziani ad occupare le strade e le piazze ? Innanzitutto la consapevolezza del popolo di essere un soggetto politico capace di decidere e contribuire alla ricostruzione di un nuovo paese, il totale rifiuto verso il totalitarismo, la voglia di democrazia, il categorico rifiuto di rimanere in silenzio.

Dal punto di vista prettamente politico, la piazza è disomogenea, ma vede la collaborazione dei diversi partiti politici e movimenti giovanili, in nome di un obiettivo comune: far tornare Morsy sui suoi passi, o contrariamente chiederne le dimissioni.

Il fatto preoccupante è che a parte il Fronte Nazionale di Opposizione, troviamo anche i Feloul ( appartenenti al vecchio regime), in piazza per lo stesso motivo. Si deve perciò sperare che l'opposizione sia capace di tenerli a debita distanza, evitando contatti con conseguenze che potrebbero risultare disastrose.

L'Egitto appartiene agli egiziani

Tutte le vicende potrebbero riassumersi in questa breve frase che fa da sfondo alla piazza. Ci troviamo di fronte ad un popolo che rifiuta le etichette religiose, sessiste e sociali. Non importa se musulmano, cristiano, ateo, uomo, donna, borghese, povero. Siamo tutti egiziani e siamo tutti esseri umani pronti a riprenderci i nostri diritti e disposti a morire per la libertà del paese. Il 25 gennaio ha reso gli egiziani consapevoli della forza dell'unione e dell'autorganizzazione, abbattendo un muro di silenzio, vessazioni, manipolazione.

Contrariamente a quanto si pensa ancora in Occidente, di fronte all'Italia, c'è un popolo che non è lontano da noi, un popolo che ha molto da insegnarci e poco da invidiarci.

In questi giorni piazza Tahrir ospita diverse tende. Il partito El .dustur guidato da M. Baradei, Tayar Sha'by guidato da H. Sabbahy, il movimento del 6 aprile, kiffaya, i giovani rivoluzionari, socialisti rivoluzionari. Con molta probabilità il sit in si sposterà davanti al palazzo del presidente se questi non ascolterà le loro richieste. Il dato importante, è che dalla piazza si passerà alla disobbedienza civile.

Secondo quanto dichiarato dal Fronte Nazionale di Opposizione, nei prossimi giorni l'intero Egitto sarà paralizzato da una catena di scioperi senza precedenti.

I giornalisti hanno già scioperato, stampando sui quotidiani una sola pagina con frasi di solidarietà con il popolo, i canali erano invece oscurati. La facoltà di legge, ha chiuso le porte, studenti e professori sono in sciopero, dichiarando che l'Egitto non avrà più bisogno di uomini e donne di legge in quanto nessuno potrà contestare il Presidente e tutte le decisioni verranno prese da quest'ultimo.

Gli scioperi interesseranno poi i trasporti, pubblica istruzione, dottori, operai. La macchina si fermerà, e a questo bisogna aggiungere il rifiuto categorico dei giudici a supervisionare il referendum del 15 dicembre. I sindacalisti hanno infatti affermato che Morsy è soltanto impegnato ad eliminare il vecchio regime per vendetta personale, invece di garantire un salario minimo, condizioni di lavoro accettabili e sicurezza.

A guidare queste voci arrabbiate ancora una volta troviamo Kamal Abu Eta , attivista e leader degli scioperi di Mahalla del 2006 e 2008, più volte arrestato e torturato dal vecchio regime per il suo attivismo. Kamal è presente a Tahrir dal primo giorno di protesta.

Cerchiamo però di ricordare perché si è giunti a questo punto. Dopo la caduta del regime di Mubarak, il Consiglio Supremo delle Forze Armate (SCAF), guidato dal generale Tantawi (11 febbraio 2011), avrebbe dovuto garantire la sicurezza del paese in un delicato momento di transizione. Il risultato è stato un regime sanguinario e di terrore.

Il garante della sicurezza egiziana, ha difeso il popolo ordinando di sparargli addosso, trasformando lo stadio di Port Said in una macelleria. Tantawi è stato addirittura capace di cambiare il nome di via M. Mahmoud in Via degli Occhi della libertà, in memoria di quanti durante gli scontri con lo SCAF hanno perso la vista e la vita. Perché? Perché il popolo chiedeva un leader civile, e la fine del potere militare.

A questo punto si apre il sipario e inizia lo spettacolo dei burattini. Morsi, Fm, Salafiti, Scaf i protagonisti. gli egiziani sono stati chiamati a votare per le parlamentari senza una costituzione, sullo sfondo delle uccisioni ordinate da Tantawi. I più attenti udivano già il bisbigliare dei FM e dei Salafiti che lentamente abbandonavano la piazza prendendo distanza dalle proteste contro lo SCAF, pianificando la vendita dell'Egitto e della rivoluzione.

In modo ridicolo, con giustificazioni che sfiorano il comico, tutti i canditati che godevano di un grande appoggio popolare sono stati buttati fuori dallo Scaf. I Fm e i salafiti hanno ottenuto la maggioranza dei seggi in parlamento. Se questo fosse stato il volere del popolo, sicuramente piazza tahrir non si sarebbe riempita nuovamente, e gli egiziani non avrebbero avuto motivo di marciare fino al palazzo presidenziale per dire : NO!

L'immagine è chiara: ci troviamo di fronte al ritorno di Mubarak, questa volta con la barba.

Il decreto costituzionale ha sbattuto in faccia agli egiziani l'accordo tra lo Scaf e i Fm.

I Fm hanno ottenuto la maggioranza in parlamento e morsi è diventato presidente, Tantawi ha lasciato la scena in modo glorioso, ricevendo gli onori, rimanendo impunito, un assassino dalla pensione d'oro. Morsy vuole un nuovo processo per i responsabili dei martiri della rivoluzione e quindi Mubarak e co., ma non ha menzionato lo SCAF. I Fm inoltre, godono di un importante appoggio finanziario dall Arabia Saudita e molti membri sono importanti uomini d'affari.

Cosa ci si deve aspettare oltre ad un nuovo dittatore pronto a rubare l'Egitto? L'egitto è degli egiziani.

Nena News
 
Top
hayaty
view post Posted on 6/12/2012, 16:13




Egitto, 7 morti e 305 arrestati. Oggi ancora scontri. Morsi parlerà alla nazione
Grande attesa per il discorso. Alla vigilia di un venerdì di nuove proteste contro la svolta autoritaria dei Fratelli musulmani. Anche l'Università Al-Azhar, l'istituzione più prestigiosa del mondo islamico sunnita, ha chiesto al presidente di sospendere il decreto che accresce i suoi poteri

6 dicembre 2012


Grande attesa in Egitto per il discorso alla nazione che il presidente Mohamed Morsi pronuncerà in giornata davanti alle tv, alla vigilia di un venerdì di nuove proteste contro la svolta autoritaria dei Fratelli musulmani. Anche l’Università Al-Azhar, l’istituzione più prestigiosa del mondo islamico sunnita, ha chiesto al presidente di sospendere il decreto che accresce i suoi poteri.

In un comunicato, Al-Azhar ha inoltre chiesto a Morsi di avviare un dialogo senza condizioni con i l’opposizione. Gli scontri tra sostenitori e oppositori del presidente sono proseguiti per tutta la notte e il bilancio delle violenze è arrivato a sette morti e 446 feriti. Questa mattina, pero’, gran parte dei manifestanti ha lasciato l’area del palazzo presidenziale, dopo che la Guardia nazionale aveva intimato loro l’evacuazione fissando l’ultimatum alle 14 ora italiana.

La situazione al Cairo è ancora molto confusa. Dopo la notte violente e mentre in città continuavano scontri sporadici, almeno tre carri armati e due blindati si sono posizionati davanti al Palazzo Presidenziale lungo l’arteria principale all’esterno dell’edificio si sono schierate in forze truppe governative. I vertici militari egiziani hanno assicurato che non useranno violenza sui manifestanti, ma di fatto hanno poi lanciato loro l’ultimatum. Il capo dei Fratelli Musulmani al potere, Mohamed Badie, ha lanciato un appello all’unità del popolo egiziano. Le divisioni “sono un beneficio solo per i nemici della Nazione”, ha detto nella sua prima dichiarazione da quando sono esplose le proteste degenerate in violenze. Ma di fatto gli oppositori del ‘faraone’ hanno convocato tre cortei oggi davanti al palazzo presidenziale per “protestare contro gli attacchi dei miliziani dei Fratelli Musulmani”. Bisognerà ora capire come queste intenzioni si legano all’evacuazione della zona in cui si dovrebbero tenere le prossime manifestazioni. Al Jazeera intanto ha riferito che il vicepresidente del Partito Libertà e Giusitizia Rafiq Habib, vicino ai Fratelli Musulmani, si è dimesso. E che Morsi e’ a colloquio il con capo di Stato maggiore Sidki Sobhi e con i ministri del suo governo.

Dopo la giornata di violenze e morte di ieri l’Egitto aveva cominciato a vivere un’altra giornata di tensione. Sostenitori e oppositori del presidente egiziano, duramente contestato nei giorni scorsi per aver accresciuto i suoi poteri facendoli di fatto diventare illimitati e incontrollabili, si sono affrontati con un lancio di sassi davanti al palazzo presidenziale nonostante la presenza dei militari. Il capo della Guardia repubblicana aveva spiegato che le forze armate non avrebbero usato la violenza. Intanto il leader dei Fratelli musulmani ha fatto un appello all’unità affermando: le divisioni “servono solo ai nemici della nazione”. Morsi terrà un discorso alla nazione che dovrebbe lanciare un appello al dialogo con l’opposizione, ma non ha fatto riferimento a particolari proposte.

Ieri dopo le dimissioni di massa di tutti i consiglieri anche il presidente della televisione di Stato egiziana Essam el Amir, ha annunciato di aver presentato le sue dimissioni al ministro dell’informazione Salah Abdel Maksoud, per protestare contro “la gestione del Paese” e in relazione alla crisi politica in corso in Egitto. La bozza di Costituzione, con cui Morsi ha esteso i suoi poteri, il 15 dicembre sarà sottoposta a referendum. “Ho presentato le mie dimissioni al ministro dell’Informazione Salah Abdel Maqsud – ha dichiarato in esclusiva al quotidiano ‘al Watan’ – Nelle circostanze estremamente delicate che sta attraversando l’Egitto rinuncio alla presidenza della televisione egiziana affinché possiate trovare una persona che riteniate adatta a condurre le vostre politiche”. Amir spiega di aver “preso questa decisione domenica scorsa dopo aver assistito alla manifestazione dei Fratelli Musulmani, di cui Morsi è esponente, di fronte all’università del Cairo dove si sono verificati dei tentativi di dividere il Paese e di trascinarlo nella guerra civile” e dopo “aver visto ieri sera le politiche non sagge che hanno portato il Paese a ciò a cui assistiamo, a partire dagli appelli dei Fratelli Musulmani ai giovani di riunirsi davanti alla palazzo presidenziale usandoli come strumento per un conflitto durante il quale è stato versato sangue egiziano di entrambe le parti”. Quanto all’ipotesi che le sue dimissioni siano legate alla politica del ministro dell’Informazione e al modo in cui la televisione di Stato ha seguito gli eventi in corso, il presidente dimissionario ha detto che “questa è una delle ragioni. Anche in considerazione del fatto che la tv di stato ha ignorato gli eventi”.


Il Fatto Quotidiano
 
Top
O t t a
view post Posted on 6/12/2012, 16:44




Egitto: militari, non useremo violenza contro manifestanti

6 DICEMBRE 2012 - 12:07

Il Cairo - I militari egiziani che hanno posizionato almeno quattro carri armati e tre autoblindo davanti al cancello principale del palazzo presidenziale hanno assicurato che non useranno violenza sui manifestanti. "Le forze armate e la Guardia repubblicana non saranno uno strumento di oppressione contro i manifestanti", ha assicurato il generale Mohammed Zaki, capo della Guardia repubblicana.

thumb1024-700_dettaglio2_Egitto-carri-armati


AGI
 
Top
hayaty
view post Posted on 7/12/2012, 15:31




Egitto: Mursi propone dialogo, opposizione respinge

07/12/10 - 07:17

“Sì alla libertà d’espressione, no al colpo di Stato”: lo ha detto il presidente egiziano, Mohamed Mursi, in un discorso alla Nazione.
Mursi ha anche invitato l’opposizione a sedersi al tavolo, ha proposto un incontro per sabato, e ha confermato che il contestato decreto con il quale ha protetto le proprie decisioni da eventuali interventi dell’autorità giudiziaria prenderà fine non appena la nuova Costituzione sarà stata convalidata dal referendum. Se i cittadini la respingeranno, ha aggiunto, formerà una nuova Costituente.

L’intervento di Mursi era atteso nelle prime ore del pomeriggio, ma è slittato fino alla tarda serata.
Nelle ore precedenti l’opposizione aveva confermato che non intende rispettare il divieto di manifestazioni imposto nelle zone centrali del Cairo, e aveva proclamato un nuovo venerdì di protesta, con manifestazioni anche nella zona off-limits del palazzo presidenziale, dove gli scontri della vigilia avevano causato almeno sette morti.

I manifestanti favorevoli al presidente Mursi in giornata si erano ritirati, allo scadere dell’ultimatum che imponeva il divieto di manifestare. Da parte dell’opposizione si erano invece registrati almeno tre cortei, apparentemente diretti verso il palazzo presidenziale, ma pare si siano sciolti prima di giungervi: appuntamento soltanto rinviato di un giorno. In serata l’opposizione ha detto che “discorso di Mursi chiude la porta al dialogo”.


Euronews
 
Top
hayaty
view post Posted on 7/12/2012, 15:47




Egitto: nuove proteste, e' il 'cartellino rosso' per Morsi

07 DIC 2012 - 08:32


E' altissima la tensione in Egitto in attesa delle nuove manifestazioni dell'opposizione, la cosiddetta giornata del 'cartellino rosso' per il presidente Mohamed Morsi. Secondo al-Arabiya, dopo le preghiere del venerdi' ci saranno oggi 17 cortei che muoveranno verso il palazzo presidenziale in segno di protesta contro il referendum e la dichiarazione costituzionale con cui Morsi si e' attribuito poteri quasi assoluti. All'alba, alcuni manifestanti si erano gia' raggruppati a piazza Tahrir.

Il movimento 6 aprile ha respinto la richiesta di dialogo fatta dal presidente; e il comitato di coordinamento, che raggruppa il variegato fronte di movimenti e partiti anti-Morsi (il Partito della Costituzione, il Movimento Popolare, il Movimento dei Socialisti Rivoluzionari, il Movimento 6 aprile, i liberali del Partito degli Egiziani Liberi, il Partito Democratico Sociale) ha preannunciato un evento "milionario", una sorta di 'ultimatum finale'. Solo al Cairo ci saranno 17 punti diversi da cui partiranno le proteste.

Ieri sera, una folla di manifestanti ha attaccato e dato alle fiamme il quartier generale dei Fratelli musulmani al Cairo. "Duecento scatenati si sono diretti verso gli edifici", ha detto Mahmud Ghozlan, "le guardie non sono riuscite a impedirglielo e sono entrati. Poi hanno dato fuoco a quel che si trovavano davanti". Il fuoco e' stato spento e la polizia ha poi cacciato i manifestanti dall'edificio. L'assalto e' stato scatenato appena dopo l'intervento con cui il presidente della Repubblica, Mohamed Morsi, non ha mostrato di voler ritirare il decreto con cui si e' attribuito poteri quasi illimitati ma ha comunque invitato le opposizioni a un incontro il prossimo sabato.


AGI
 
Top
O t t a
view post Posted on 8/12/2012, 09:03




Assalto pacifico della folla al palazzo del presidente Morsi cede sul referendum

di Gian Micalessin


Sabato, 08 dicembre 2012 - 07:58

Un presidente manovrato dell'ala più estremista dei Fratelli Musulmani. Un esercito diviso tra i generali passati al nuovo potere e quelli decisi ad assistere alla sua delegittimazione. Una Casa Bianca sempre più spaesata, incapace di esercitare la propria influenza nonostante il miliardo e mezzo di dollari annui garantiti al Cairo. Prigioniero di questo scenario da brivido, l'Egitto scivola lentamente verso il baratro.
Ieri sera decine di migliaia di dimostranti laici, liberali e copti riuniti sotto le bandiere del Fronte di Salvezza Nazionale hanno travolto le barriere di filo spinato intorno al palazzo presidenziale di Heliopolis chiedendo le immediate dimissioni del presidente Mohammed Morsi. Da parte sua il presidente sembra cercar spazio per una trattativa ventilando il rinvio di quel referendum del 15 dicembre con cui sperava di far ratificare la Costituzione. Ma in assenza di un comunicato ufficiale l'opposizione continua a rifiutare il dialogo. Il pericolo di nuovi scontri e di un'involuzione dalle conseguenze imprevedibili resta insomma dietro l'angolo. Per capirlo basta ascoltare gli slogan sempre più infiammati che accompagnano le manifestazioni di sostegno al regime. «Pane libertà e Sharia, l'Egitto è islamico e non sarà ne secolare né liberale» gridavano ieri migliaia di barbuti davanti alla moschea di Al Azhar durante i funerali di due compagni uccisi nei giorni scorsi.
L'estremismo degli slogan fa il paio con l'irriducibile durezza del discorso con cui Morsi ha ribadito, giovedì, la volontà di approvare la nuova Carta ispirata alla sharia. In quel discorso privo di spazi per il compromesso molti intravvedono l'influenza dell'ala dura della Fratellanza Islamica legata alla Suprema Guida Mohammed Badei. La corrente, guidata dai duri e puri del movimento, avrebbe di fatto estromesso l'ala riformista del gruppo stringendo un'alleanza con i salafiti. La Costituzione ispirata alla sharia sarebbe il simbolo irrinunciabile di quell'intesa. In questo scenario da incubo la posizione più paradossale appare quella di Barack Obama. «Il presidente – spiega un comunicato della Casa Bianca - sottolinea la necessità che tutti i leader politici egiziani mettano da parte le loro differenze e concordino un cammino capace di far avanzare l'Egitto». Obama insomma non fa distinzioni. Per lui il presidente e i capi dell'opposizione scesi in piazza per denunciare l'involuzione totalitaria del regime islamista sono sullo stesso piano. La bizzarra equidistanza dal potere fondamentalista e dall'opposizione liberale è la conseguenza dell'errore commesso affidando a Morsi la gestione della recente tregua di Gaza, che Obama teme di veder dissolversi qualora Morsi fosse costretto alle dimissioni.
In questo caotico scenario la posizione dell'esercito egiziano, tradizionale garante del potere laico, appare è ancora più complessa ed inusuale. Buona parte dei vertici delle Forze Armate sono apertamente allineati con Morsi e i Fratelli Musulmani sin dallo scorso agosto quando appoggiarono il colpo di mano conclusosi con l'uscita di scena del feldmaresciallo Tantawi e della giunta militare responsabile della deposizione di Mubarak. Non a caso la nuova Costituzione garantisce il mantenimento di tutte le prerogative dell'esercito. Prima fra tutte quell'assoluta autonomia finanziaria che proibisce a qualsiasi altra istituzione di mettere il naso nei suoi bilanci.

Il Giornale
 
Top
O t t a
view post Posted on 8/12/2012, 18:36




L’esercito egiziano rompe il silenzio

8 dicembre 2012 - 16:25

In Egitto l’esercito torna a farsi sentire. In un messaggio letto da un portavoce su radio e tv, i militari hanno fatto sapere che non “tollereranno più violenze” e hanno invitato le forze politiche a “dialogare” per evitare la “catastrofe”.

L’esercito, che fino alla caduta di Hosni Mubarak ha espresso tutti i presidenti dell’Egitto, ha visto fortemente ridimensionati i suoi poteri con l’avvento di Mohammed Morsi. Tuttavia l’attuale presidente non ha mai toccato gli interessi economici dei militari, che valgono il 15% del PIL del Paese.

Ma il nuovo precipitare degli eventi rischia di mettere in pericolo lo status quo.

Mohammed Badie, leader dei Fratelli Musulmani, che hanno portato Morsi alla presidenza, ha riaffermato la necessità che il referendum sulla nuova Costituzione si tenga il 15 dicembre.

Nessun passo indietro dunque di fronte all’opposizione, che ha bocciato la Carta perché troppo influenzata dalla sharia, la legge islamica; e di fronte all’apertura di Morsi, che aveva parlato di un possibile posticipo della data del referendum.

Molti egiziani rimproverano al presidente una scarsa personalità e lo vedono come mero esecutore della volontà dei Fratelli Musulmani.

Euronews
 
Top
O t t a
view post Posted on 8/12/2012, 23:28




Egitto, “Morsi pronto a modificare il decreto sui poteri”
Secondo il premier egiziano Hisham Kandil il presidente si sarebbe detto "pronto a discutere un rinvio del referendum costituzionale previsto per il 15 dicembre prossimo". L'opposizione egiziana ha lanciato un appello alla "gioventù egiziana affinché si tengano nuove manifestazioni di piazza" contro il regime


8 dicembre 2012

Sembra ammorbidirsi la posizione di Mohammed Morsi sui poteri che si è auto attribuito per decreto il 22 novembre scorso. Il presidente egiziano, dopo le proteste e i morti causati dagli scontri dei giorni scorsi, si è detto pronto infatti a “modificare” la norma con cui si è attribuito poteri quasi illimitati. A comunicarlo è stato il premier egiziano Hisham Kandil che, nel corso di un’intervista televisiva al canale privato Al-Mihwar, ha affermato che sei consiglieri di Morsi si sono incontrati con esponenti dell’opposizione per raccogliere le loro osservazioni con lo scopo di intervenire nella “dichiarazione costituzionale” emanata il 22 novembre ed elaborare un nuovo testo entro domani.

Il “Dialogo nazionale” messo in piedi questa mattina dal presidente, a cui non avevano partecipato gli esponenti del Fronte della Salvezza guidati da Mohamed ElBaradei, ha prodotto una commissione per la riforma del decreto della quale fa parte, tra gli altri, il leader del Partito Gad della Rivoluzione, Ayman Nur, che aveva conteso all’ex presidente Hosni Mubarak le elezioni del 2005 e che nelle passate elezioni faceva parte dell’alleanza dei Fratelli Musulmani. Nel corso del “Dialogo” Morsi si sarebbe detto pronto a discutere un rinvio del referendum costituzionale previsto per il 15 dicembre prossimo. Con il presidente egiziano si erano incontrati i presidenti del partito islamista moderato, al Wasat, Abu Laela Madi, e del salafista, al-Nur, Emal Abdel Gafur.

Tra i presenti inoltre, anche il gran imam di al-Azhar, la maggiore istituzione dell’islam sunnita, lo sceicco, Ahmed al-Tayyab, e il prestigioso predicatore islamico e leader del Partito dell’Egitto Amd Khaled. Presente all’incontro anche il presidente del Partito Libertà e Giustizia, Mohammed Katatni, la formazione guidata da Morsi prima di assumere la presidenza. Intanto, però l’opposizione egiziana ha lanciato un appello alla “gioventù affinché si tengano nuove manifestazioni di piazza” contro il regime.

Il Fatto Quotidiano
 
Top
71 replies since 23/11/2012, 10:29   579 views
  Share