EGITTO/ El-Erian (Fratelli musulmani): scriveremo la Costituzione insieme ai cristianidi Pietro Vernizzivenerdì 20 maggio 2011
«L’obiettivo politico dei Fratelli musulmani è raggiungere il 30-35% dei seggi in Parlamento ed entrare a fare parte di un’ampia coalizione, in grado di rappresentare tutti gli egiziani, cristiani e islamici. Tutto ciò che riguarda il futuro del Paese, inclusa l’applicazione della Sharia, sarà discusso insieme coinvolgendo l’intera nazione e cercando il consenso più ampio possibile». Ad affermarlo è Essam el-Erian, vice presidente del partito Libertà e Giustizia, legato ai Fratelli musulmani, che mercoledì ha presentato il suo programma ufficiale e avviato una petizione per chiedere di essere ammesso alla sfida elettorale. Intervistato in esclusiva da Ilsussidiario.net, el-Erian ha escluso invece in modo categorico un’eventuale alleanza politica preferenziale con i salafiti. Sottolineando inoltre che per gli egiziani i turisti stranieri rappresentano la speranza per il futuro e che quindi sono i benvenuti e non corrono rischi.
El-Erian, qual è il significato e l’importanza di questa mossa dei Fratelli musulmani?Ciò che vogliamo è un nuovo Egitto, in grado di differenziarsi dal passato attraverso libere elezioni. Il nostro primo obiettivo è ottenere il 30-35% dei seggi del Parlamento, per poi confluire in un’ampia coalizione in grado di rappresentare tutte le correnti politiche dell’Egitto e di formare il nuovo governo.
In questa coalizione accetterete anche il partito al-Nahda legato ai salafiti?E’ molto lontano dalle nostre intenzioni l’idea di formare un’alleanza solo con i salafiti.
Quali saranno le vostre proposte per la nuova Costituzione? La Costituzione deve riflettere tutti gli egiziani: musulmani e cristiani, uomini e donne, giovani e anziani. Chi elaborerà la nuova carta fondamentale dovrà quindi trovare un equilibrio tra i differenti principi in cui credono i cittadini, stabilendo dei contrappesi per i diversi poteri, garantendo l’indipendenza della magistratura, realizzando uno Stato di diritto, laico e democratico, con un riferimento alla religione islamica.
In che modo avverrà questo riferimento?Affermando che i principi della Sharia sono la fonte principale della legge, e che questi principi della Sharia valgono sia per gli uomini sia per le istituzioni, a partire dal Parlamento e dalla Corte costituzionale.
La Sharia è presente nella Costituzione egiziana da decenni. Voi in che modo intendete applicarla? L’applicazione della Sharia spetta al Parlamento e al Consiglio dei ministri, e non al nostro partito. Se saremo al potere, faremo parte di una coalizione. Si tratterà quindi di una Sharia moderata, e non dell’interpretazione estremista portata avanti da alcuni. Il diritto civile egiziano proviene già in larga parte dal background della Sharia: il cambiamento sarà quindi limitato. Anche nel diritto penale sono già vigenti molti principi della Sharia. Quest’ultima non si applica per ora solo per le pene previste dall’Islam per i sette crimini principali (adulterio, diffamazione, consumo di alcolici, furto, apostasia, brigantaggio e trasgressione, Ndr). L’applicazione di queste pene richiederà una discussione approfondita all’interno del Parlamento e dovrà essere rivolta a prevenire questi delitti, piuttosto che a punirli. Noi comunque non abbiamo fretta di raggiungere questo obiettivo e intendiamo prima trovare un consenso generale a livello nazionale sulla legge e sui principi della Sharia.
Ma in concreto che riforme chiederete?Poco prima di morire, Sadat ordinò al Parlamento di creare una commissione per discutere su come applicare i principi e le prescrizioni della Sharia in Egitto. Conserviamo ancora la documentazione redatta da quella commissione e possiamo discuterla, leggerla e correggerla.
Accetterete i principi cristiani come fonte della legislazione alla pari della Sharia?La sua domanda riflette la paura dei nostri cittadini cristiani, che hanno uguali doveri e diritti dei musulmani. Ma la verità è che il cristianesimo non ha un proprio sistema di leggi. Quest’ultimo è presente invece nell’Antico Testamento, che però non assume valore normativo neppure nello stesso Stato d’Israele.
Che cosa farete per tutelare l’uguaglianza dei cristiani?E’ la stessa Sharia a garantire ai cristiani uguali diritti e doveri. E in uno Stato laico, non può essere compiuta alcuna discriminazione.
Abdul Moneim Abul Fotouh, esponente dei Fratelli musulmani, si è detto favorevole a consentire le conversioni dall’Islam al Cristianesimo. Lei che cosa ne pensa?Fotouh è una figura rispettabile, ma le sue dichiarazioni rappresentano le sue opinioni personali. La posizione ufficiale dei Fratelli musulmani è resa nota attraverso la nostra struttura organizzativa. Discutiamo tutte le opinioni e i punti di vista nella nostra istituzione, e quindi pubblichiamo le nostre dichiarazioni ufficiali sul nostro sito web.
Se vincerete le elezioni conserverete il trattato di pace con Israele?La decisione spetterà al nuovo Consiglio dei ministri, al presidente e al Parlamento. Tutti gli egiziani amano la pace, ma quest’ultima dipende da scelte bilaterali, e non dalla correttezza di una sola parte. La maggioranza degli egiziani sono quindi convinti del fatto che seguire la politica incoerente del governo israeliano non favorirà affatto la pace. E questo perché finora tutte le guerre arabo-israeliane, con l’eccezione di quella del ’73, sono state iniziate da Israele. Tuttora diverse minacce provengono dalla capitale israeliana, e non da Gaza, dal Sud del Libano, dalla Siria o dall’Iran. Queste minacce non possono costruire la pace nel Medio Oriente.
Che relazioni stabilirete con l’Italia e con gli altri Paesi occidentali?Con tutti questi Paesi abbiamo una lunga storia di conflitti, occupazioni, riconciliazioni e legami economici. Trovo simbolico che nei tempi antichi Antonio abbia occupato l’Egitto, ma si sia poi innamorato di Cleopatra. Noi egiziani siamo legati alla nostra identità nazionale, ma siamo pronti a stringere la mano e a offrire la nostra cooperazione a tutti i popoli del mondo.
Qual è il programma economico del vostro partito?Tutti gli egiziani stanno affrontando una situazione molto critica e hanno bisogno di grandi sforzi perché la produzione industriale ritorni a crescere. Molto dipende da come andrà la stagione turistica: se quest’estate un milione di persone sceglieranno l’Egitto per le loro vacanze, questo consentirà al Paese di risollevarsi. Proprio per questo desidero sottolineare che i turisti in Egitto sono i benvenuti e che per loro non esiste alcun pericolo. Tutti gli incidenti che si sono verificati finora sono tra egiziani ed egiziani e sono stati circoscritti, mentre le località turistiche e gli hotel sono sicuri.
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