Mal d'Egitto

Elezioni Presidenziali e Legislative

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hayaty
view post Posted on 31/5/2010, 08:42




Partiti, movimenti, e prospettive per il cambiamento in Egitto
Il Fronte Nazionale per il Cambiamento fondato da ElBaradei ha certamente rappresentato una novità per la scena politica egiziana, ma non è finora riuscito ad eliminare la grande frammentazione che la caratterizza – scrive l’analista egiziano Amr el-Shobaki

30/05/2010

Tra i tanti effetti a catena causati dalla creazione del Fronte Nazionale per il Cambiamento ad opera di Mohamed ElBaradei nel febbraio 2010, vi è il fatto che ciò ha messo in chiaro che ci sono almeno due visioni di attivismo politico in Egitto, una riformista e l’altra rivoluzionaria. Fin dalla sua fondazione, il Fronte Nazionale ha preso le distanze da Kifaya (anche noto come Movimento Egiziano per il Cambiamento), così come dai gruppi nazionalisti radicali e da quelli islamisti, i quali abbracciano una visione rivoluzionaria e non sono riusciti a mobilitare molti seguaci né ad organizzare proteste durature. Allo stesso tempo, elementi più moderati di questi movimenti si sono uniti all’iniziativa di ElBaradei.

Dove si collocano i partiti politici egiziani in questo schema? Chiaramente i 24 partiti autorizzati del paese non sono il motore del dinamismo politico. Né lo sono stati negli ultimi tempi; nel loro complesso, alle elezioni parlamentari del 2005 essi hanno ottenuto solo nove seggi (cinque dei quali sono andati al partito liberale Wafd), di fronte agli 88 seggi ottenuti dai candidati indipendenti affiliati ai Fratelli Musulmani, un’organizzazione ufficialmente messa la bando. Ci sono molte ragioni che spiegano la debolezza dei partiti egiziani, comprese le restrizioni imposte dal regime e l’assenza generale della politica dalla vita pubblica, da molti anni a questa parte. Ma i partiti si trovano di fronte a scelte difficili, ora che devono confrontarsi con movimenti come quello di ElBaradei, oltre che con le prossime elezioni parlamentari e presidenziali.

Partiti e Movimenti

Le origini e le pratiche non democratiche del Partito Nazionale Democratico al potere si sono riflesse nei partiti di opposizione, che sono esistiti fin da quando l’Egitto adottò un sistema di limitato pluralismo nel 1976. I partiti di opposizione sono danneggiati dal fatto di essere guidati da leader “a vita”, e dalla mancanza di democrazia interna. (Attualmente l’unica competizione per la leadership è in corso nel Partito Wafd, tra il presidente Mahmoud Abaza e lo sfidante El-Sayyid Badawi). I partiti politici legali sono stati in gran parte assenti dalle nuove forme di protesta sociale e politica in continua evoluzione, e non sono riusciti a rinnovare il loro discorso politico né ad entrare in contatto con i giovani attivisti e con le altre nuove forze politiche.

La difficoltà dei partiti ad adattarsi ai nuovi sviluppi della politica egiziana si riflette nelle loro posizioni nei confronti del movimento di ElBaradei. Alcuni partiti legali, come il liberale “Fronte Democratico”, hanno sostenuto entusiasticamente il movimento e sono riusciti a reclutare giovani attivisti. Vale la pena sottolineare, tuttavia, che il Fronte Democratico non avrà diritto a nominare un candidato presidenziale nel 2011 perché è stato fondato meno di cinque anni fa.

I partiti d’opposizione più vecchi – il Wafd, il Tagammu’, e il Partito Nasserista – in un modo o nell’altro hanno tutti rifiutato ElBaradei. Il Wafd ha invitato ElBaradei – che ha legami familiari col partito – a unirsi al suo schieramento senza sostenere entusiasticamente il movimento dell’ex direttore dell’AIEA. Tagammu’ ha rifiutato il movimento, spinto dalla sua alleanza con il regime contro qualsiasi possibile sfidante, compresi sia la Fratellanza Musulmana che gruppi come quello di ElBaradei. Il partito Nasserista si oppone al movimento di ElBaradei sul piano politico e ideologico.

Ci sono anche tre partiti più giovani – il liberale Ghad, l’islamista Wasat, e il nasserista Karama – che, o non sono mai stati formalmente autorizzati (Wasat e Karama), o sono stati autorizzati ma hanno subito significative vessazioni da parte del regime (Ghad). Questi gruppi si sono uniti al Fronte Nazionale per il Cambiamento, ma i loro leader hanno anche criticato ElBaradei. In particolar modo, il leader di Karama, Hamdin Sabahi, e il leader del Ghad, Ayman Nour (che si era presentato contro Mubarak nel 2005), hanno detto di essere più qualificati per candidarsi alle presidenziali rispetto ad un individuo esterno alla scena politica egiziana come ElBaradei.

I Fratelli Musulmani egiziani

I Fratelli Musulmani si sono comportati cautamente nei confronti del movimento di ElBaradei. Sebbene i leader della Fratellanza (diversamente da quelli del Ghad e di Karama) non abbiano criticato direttamente l’iniziativa di ElBaradei, soltanto pochi suoi membri hanno preso parte alle proteste organizzate dal Fronte Nazionale. In effetti, la Fratellanza sembra volere i vantaggi associati al fatto di appoggiare il movimento di ElBaradei, senza doversi impegnare realmente a suo favore. Da parte sua, ElBaradei è stato egualmente poco entusiasta nei riguardi del coinvolgimento dei Fratelli Musulmani. La Fratellanza ha quindi continuato a mobilitarsi a favore della propria agenda (liberare i suoi membri detenuti e organizzare proteste di solidarietà con Gaza) piuttosto che a favore delle riforme democratiche in Egitto.

L’approccio della Fratellanza nei confronti di ElBaradei consiste nel continuare a sottolineare di voler tenere in grande considerazione soprattutto l’unità del movimento. Nel frattempo, il regime ha optato per una strategia di confronto misurato – piuttosto che di conflitto totale – con gli sfidanti politici, compresi i Fratelli Musulmani. Gli sforzi del regime contro la Fratellanza, che comprendono arresti e altri provvedimenti, sono volti ad escluderla politicamente piuttosto che ad eliminare l’organizzazione.

El Baradei farà davvero la differenza?

Resta da chiedersi se il Fronte Nazionale rappresenti una nuova fase di opposizione in Egitto, o se sia soltanto un’altra pagina di una saga infinita. I movimenti di protesta politica che sono emersi in Egitto a partire dal 2004 (come Kifaya, il movimento del 6 Aprile, i blogger e i movimenti giovanili, così come i gruppi di giudici indipendenti, di giornalisti, e di professori universitari) hanno fatto affidamento soprattutto su una strategia di proteste contro la corruzione e l’assenza di democrazia. Ciò che è mancato finora è stato un serio tentativo di costruire un efficace fronte di opposizione che colleghi l’elite alle masse.

A questo proposito, l’emergere del movimento di ElBaradei ha dissipato alcuni timori ma ne ha sollevati altri. Da un lato, ElBaradei è riuscito ad ispirare molti cittadini e ha quindi prodotto un certo livello di dinamismo politico. Egli è stato capace di presentarsi come uno statista di statura internazionale interessato a riformare il suo paese. Ha ispirato il pensiero democratico – infatti, la sua popolarità tra l’opinione pubblica in generale, così come nelle elite, ha dimostrato la prontezza dell’Egitto ad abbracciare i valori democratici – e ha creato la sensazione dell’esistenza di una qualche scelta oltre ai due poli rappresentati dal regime e dai Fratelli Musulmani. Dall’altro lato, il Fronte Nazionale è stato costituito in modo frettoloso, dopo un incontro di due ore tra ElBaradei e alcuni attivisti politici, e comprende numerosi gruppi che rappresentano iniziative politiche fallite. A causa di queste debolezze, lo stesso Fronte Nazionale sembra essere già fallito come organizzazione.

ElBaradei stesso potrebbe avere un’ultima possibilità di contribuire alle riforme politiche in Egitto. Il suo ritorno arriva in un momento in cui il regime egiziano è sfinito da un aumento delle proteste politiche e sociali, e da una mancanza di consenso in merito a chi subentrerà al presidente Mubarak. Il meccanismo di successione a lungo pianificato è stato compromesso da una mancanza di sostegno popolare e dall’assenza di un chiaro appoggio da parte delle principali istituzioni statali. Ma per poter avere successo, ElBaradei dovrà distanziarsi da tutte le organizzazioni formali, perfino dal suo stesso Fronte Nazionale per il Cambiamento. Egli deve preservare la sua immagine evocativa fra i cittadini egiziani senza fare ricorso a strutture e a leadership istituzionali che non sono riuscite a presentare nulla di nuovo. Infine, le idee riformiste di ElBaradei dovrebbero guadagnarsi la fiducia delle istituzioni dello stato egiziano. Ciò dovrebbe essere facilitato dalla carriera di ElBaradei come diplomatico egiziano, e dal fatto che egli presenta un’alternativa riformista, piuttosto che rivoluzionaria, allo status quo.


MedArabNews
 
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hayaty
view post Posted on 4/6/2010, 22:00




Egitto, i Fratelli Musulmani a favore di el-Baradei

04/06/2010

Il nobel per la pace ed ex direttore dell'AIEA promuove una raccolta firme per avviare cambiamenti costituzionali - I Fratelli Musulmani danno pieno appoggio alla campagna di Mohammed el-Baradei per la raccolta di un milione di firme che ha l'obiettivo di promuovere importanti cambiamenti costituzionali. L'ex direttore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica vorrebbe candidarsi come indipendente nelle elezioni presidenziali previste nel 2011, ma la costituzione impedisce la partecipazione dei candidati che non sono appoggiati da un partito. Da quando è tornato in Egitto, pochi mesi fa, el-Baradei ha fondato la Assemblea per il Cambiamento (ANC) che raccoglie l'adesione degli intellettuali e degli oppositori del governo di Hosni Mubarak, appartenenti a tutto lo schieramento politico. L'Associazione di El-Baradei propone di cambiare gli ariticoli 76, 77 e 78 della Costituzione e chiede la fine dello stato d'emergenza, varato dopo la morte del presidente Anwar Sadat nel 1981 e che è stato recentemente confermato da Mubarak. I Fratelli Musulmani hanno dichiarato che intendono aiutare nella campagna per la raccolta firme in tutte le province del Paese. L'organizzazione vorrebbe anche appoggiare el-Baradei alle presidenziali del prossimo anno, anche se il nobel per la pace non ha ancora presentato ufficialmente la sua candidatura o un programma elettorale. "Parleremo della possibilità di stilare un'agenda comune", ha affermato il leader dei Fratelli Musulmani, Islam al-Ariyan. E' probabile che el-Baradei rifiuti questa proposta.


Virgilio Notizie
 
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hayaty
view post Posted on 7/6/2010, 15:37




Egitto: el-Baradei, non mi candido alle presidenziali

Il Cairo, 7 giu. - "Non mi candidero' alle prossime elezioni presidenziali e non scendero' in campo nella politica in Egitto". E' quanto ha annunciato l'ex capo dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea), Mohammed el-Baradei, al giornale arabo 'al-Quds al-Arabi'. "Allo stato attuale delle cose in Egitto e' meglio il non voto - ha affermato -. Chiedo quindi di boicottare le elezioni perche' ci troviamo in un paese dove vige una dittatura democratica, nel senso che restera' al potere sempre lo stesso partito. A queste condizioni non scendo in politica, perche' tanto vincerebbe sempre lo stesso partito che ora e' al governo".


Adnkronos
 
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hayaty
view post Posted on 8/6/2010, 12:45




Egitto: riuscirà ElBaradei a portare cambiamenti reali?

8/6/2010 - Ripreso da Egyptian Chronicles
DI ZEINOBIA, TRADUZIONE DI M.G. POZZI


È impossibile ignorare gli attacchi e lo scetticismo dei media egiziani nei confronti di Elbaradei, il supposto eroe del cambiamento, in realtà considerato un eroe di carta. Nelle ultime 73 ore le voci sul destino del Fronte Nazionale di Cambiamento (FNC) hanno fatto notizia, poi si è sparsa la voce dell'alleanza tra la Fratellanza Musulmana e Elbaradei, poi sono arrivate le dichiarazioni di Kandeel... ecc., ecc..
Non ho dubbi sul fatto che il regime stia utilizzando i mezzi più biechi per indebolire il FNL e schiacciarlo, per spedirlo via insieme alle Sorelle passate e creare un vuoto tra ElBaradei e la gente. Fin dall'annuncio del FNC ho temuto per il suo futuro, non a causa di Elbaradei e dei suoi continui viaggi, ma piuttosto per via degli altri membri del Fronte che se ne restano al Cairo 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Speriamo che ElBaradei riesca a sistemare le cose a livello interno.

Ma non posso nemmeno negare una certa gelosia dei vecchi attivisti politici nei confronti di ElBaradei, che si traduce in scetticismo e derisione, visto che l''uomo che ritorna da Vienna riesce compiere l'impresa che invece loro hanno fallito: raggiungere milioni di egiziani in tutto il mondo. Basta leggere un paio di tweet della vecchia scuola di attivisti e blogger per capire cosa intendo. Non so cosa voglia realmente quel gruppo ma l’unica spiegazione che riesco a trovare è che quei militanti adorano rimanere sotto i riflettori e detestano chiunque prenda il loro posto.

Una volta ElBaradei disse che stava cercando di cambiare una filosofia vecchia 7.000 anni e aveva ragione: questa è la nostra cultura, la nostra eredità e non vogliamo cambiarla; aspettiamo sempre il salvatore e non ci importa se X o Y ci scippano il trono d’Egitto, purchè noi si possa continuare a mangiare e a stare seduti sul nostro fondoschiena in attesa della stagione per la raccolta ma, sfortunatamente, adesso non abbiamo da mangiare, la raccolta non si vede e non abbiamo neppure un posto dove sederci. Ecco perchè considero la popolarità di ElBaradei e il suo appello al cambiamento un passo gigantesco per l’Egitto.

[Già direttore generale dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica dal 1997 e Premio Nobel per la Pace nel 2005, Mohamed El Baradei è tornato in Patria lo scorso febbraio ventilando la sua candidatura alle elezioni presidenziali del settembre 2011, pur se ancora non è chiaro se possa farlo a norma di legge.]
Rifaccio qui la domanda che ho già posto in passato: quando è stata l’ultima volta che avete visto gli egiziani reagire in questo modo nei confronti di qualcuno? Quand'è stata l’ultima volta che avete visto gli egiziani così attivi nel voler ripristinare i propri diritti politici?

Che danno ne avremmo se aspettassimo per offrire una possibilità a ElBaradei e al suo gruppo? Non vogliamo forse tutti un cambiamento pacifico e democratico, oppure semplicemente ci lamentiamo ma siamo secretamente innamorati del regime di Mubarak? Se è così allora dovremmo sottoporci a una terapia per la sindrome di Stoccolma.

E perchè limitarci ad aspettare e stare a guardare, piuttosto che incoraggiare questo tentativo? Se il cambiamento non si concretizzerà, non ci perdiamo nulla perché davanti alla storia noi ci abbiamo provato, ma se riusciamo ad arrivare al cambiamento avremo fatto veramente qualcosa di buono.


La Stampa
 
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O t t a
view post Posted on 30/6/2010, 15:55




EGITTO: ESPERTI, MEDIA POCO INDIPENDENTI ED EFFICACI

- CAIRO, 29 GIUGNO 2010 -

Media poco indipendenti ed efficaci, canali governativi lontani dagli esempi di Bbc o France 2, partiti di opposizione senza una strategia di comunicazione chiara. Alla vigilia delle prossime elezioni presidenziali del 2011, e' questo il quadro emerso oggi al Cairo nel corso di un seminario sull'informazione in Egitto, organizzato dalla delegazione Ue nella capitale egiziana. Secondo Hala Moustafa, redattrice capo della rivista ''Democrazia'', alcuni media considerati indipendenti si sono dimostrati ''fedeli'' al presidente Hosni Mubarak in occasione delle presidenziali del 2005. Mubarak ha occupato il 68% del tempo a disposizione dei candidati sul canale Dreem, il 40% invece sul canale Mehwar. Dal canto suo, la televisione pubblica egiziana ha tenuto un profilo imparziale, ''consacrando a ciascuno dei candidati lo stesso spazio di tempo''. Moustafa ha quindi rimproverato i 23 partiti politici presenti nel paese ''di non avere un'agenda chiara per poter competere, attraverso i media, con il Partito democratico (Pnd) attualmente al potere''. La giornalista ha quindi definito ''populisti'' e ''non popolari'' i mezzi di comunicazione, considerando anche l'ingerenza di alcune correnti, ad esempio quella dei Fratelli musulmani, nelle decisioni delle redazioni. Secondo Ali el-Sawy, politologo dell'Universita' del Cairo, in occasione delle ultime elezioni legislative i media ufficiali sono stati piu' ''aperti'' rispetto al passato e ''la prova e' che la televisione egiziana ha trasmesso in diretta le immagini dagli uffici elettorali in tutto il paese''. L'iniziativa pero' non e' riuscita a sensibilizzare l'elettorato. Troppi media, poco efficaci, secondo el-Sawy, hanno reso gli utenti piu' conservatori. Al contrario, sono i nuovi mezzi di comunicazione piu' sofisticati e diffusi ad avere la meglio, come blog e social network. Hossam Badrawi, membro del partito Pnd e militante delle riforme nel paese, ha accusato lo Stato di giocare un ruolo ''confuso'', un fattore che ha influenzato in maniera piu' o meno forte i media. L'opinione pubblica risulta quindi alla fine divisa, ad esempio tra uno Stato civile e religioso, un'economia di Stato e liberale, l'insegnamento pubblico e privato. Il politico ha fortemente criticato ''l'assenza di precisione e l'assenza di tolleranza'' in tutti i mezzi di comunicazione. Georgette Quellini, deputata al Parlamento egiziano, ha infine fatto appello ''alla neutralita' e all'indipendenza'' dei mezzi di comunicazione, che dovrebbero adottare un linguaggio comprensibile e osservare gli standard internazionali. In un contesto piu' ampio infatti, l'Egitto ha ancora molta strada da fare secondo Amr el-Choubaki, politologo al Centro per gli studi politici e strategici Al-Ahram. I media pro-governo egiziani, ha spiegato, sono ben lontani dal ''rispetto'' di cui godono canali come Bbc o France 2, ''che non dipendono ne' da un partito politico ne' da un governo''.

ANSAmed
 
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O t t a
view post Posted on 15/7/2010, 18:56




«Dopo Mubarak? La nostra speranza è ElBaradei»
La successione al rais. Parla l’analista Nabil Abdel Fattah

di Lorenzo Biondi

15 luglio 2010

Hosni Mubarak sta bene, o almeno gli egiziani ne sono convinti. Ma «c’è un’alternativa per la guida del paese», spiega a Europa Nabil Abdel Fattah – politologo egiziano del Centro di studi strategici Al-Ahram, uno degli osservatori più ascoltati al Cairo e sul piano internazionale. L’alternativa si chiama Mohamed ElBaradei: l’ex direttore dell’Agenzia atomica internazionale (Aiea), premio Nobel per la pace nel 2005, avrebbe già portato una ventata d’aria liberale all’ombra delle piramidi. E ha teso la mano ai Fratelli musulmani: il partito islamista è stato bandito dall’Egitto, ma è tornato al centro delle cronache politiche dopo l’affermazione di 88 dei suoi candidati “indipendenti” alle elezioni del 2005. ElBaradei sarà una variabile da tenere in considerazione in vista delle elezioni parlamentari di fine anno e di quelle presidenziali previste per il 2011. In un paese assuefatto al trentennio del rais, l’ipotesi di avvicendamento al potere fa ancora paura.
Dottor Abdel Fattah, cosa si dice in Egitto della situazione clinica del presidente Mubarak?
Al momento ci sono aspettative positive, dopo che il presidente ha partecipato a un gran numero di cerimonie pubbliche e militari. L’egiziano medio ha la sensazione che Mubarak stia bene. È un dato importante: l’eredità dell’epoca autoritaria rende fondamentale il ruolo del presidente per la nostra cultura politica. È una tradizione calata nel subconscio della gente: dal 1952 a oggi regime, stato e presidente sono stati una cosa sola. Ma gli stereotipi stanno cambiando. C’è una richiesta di democrazia e di libertà, che tende a superare il legame strettissimo tra leader carismatico e regime autoritario.
Ipotizziamo per un attimo che la salute del presidente peggiorasse: cosa succederebbe nel paese?
Il principale candidato del partito di governo per le elezioni presidenziali dell’anno prossimo rimane Mubarak. Lo scenario di un passaggio di potere all’interno della sua famiglia si è indebolito. Sono in molti in Egitto ad aver paura per il futuro del regime nel dopo Mubarak. C’è conflitto tra le diverse fazioni politiche e sociali sulle sorti del regime: in vista delle elezioni presidenziali, è una causa di grande instabilità. C’è però una variabile nuova: Mohamed ElBaradei, un uomo rispettato in Egitto, nella regione e sulla scena globale.
Quindi Mubarak o ElBaradei...
Il potere è ancora tutto nelle mani delle istituzioni che guidano l’Egitto, ma ElBaradei ha portato una nuova atmosfera. È diventato una voce liberale per la trasformazione del regime da autoritario a democratico, e allo stesso tempo per il passaggio da un sistema che confonde la religione e lo stato verso un moderno stato nazionale. Benché per ora ElBaradei sia solo un “candidato” alla presidenza, sta esercitando una certa pressione sul governo egiziano; il messaggio che passa è la necessità dell’ammodernamento dello stato e di una maggiore uguaglianza di tutti i cittadini, anche per quanto riguarda l’integrazione tra cristiani e musulmani.
Parlando di rapporti tra religione e stato, come valuta le nuove relazioni che ElBaradei sta stringendo con i Fratelli musulmani?
I Fratelli musulmani hanno bisogno di ElBaradei per spezzare la barriera che il regime ha cercato di costruire tra loro e gli altri partiti d’opposizione. Il loro rapporto con la nuova leadership del partito [liberale] Al Wafd sta trasformando la Fratellanza in una forza centrale per il parlamento egiziano. ElBaradei ha bisogno di loro per portare dalla propria parte le altre forze politiche d’opposizione. Per la Fratellanza sarà difficile ripetere il successo del 2005, quando conquistò il 20% dei seggi; ma insieme ad Al Wafd ed al partito di governo è uno dei tre “poli” della politica egiziana.
Spostando l’attenzione al quadro internazionale: la spedizione libica che faceva rotta su Gaza è stata costretta ad attraccare in Egitto. Qual è il punto di vista egiziano su Gaza?
I Fratelli musulmani, alcuni nazionalisti arabi e le sinistre vorrebbero forzare il blocco israeliano, ma sono una minoranza. Per la maggioranza degli egiziani esistono le regole, gli accordi internazionali che ci siamo impegnati a rispettare. La sovranità nazionale egiziana deve essere difesa: è un concetto estraneo alla cultura politica della Fratellanza come a quella di Hamas, ancorate all’idea di “mondo islamico” – Dar al-Islam.
Qual è lo stato dei rapporti con Israele?
Finora l’Egitto ha cercato un ruolo di mediazione tra l’autorità palestinese e il governo israeliano. Francamente però l’esecutivo Netanyahu ha posto una lunga serie di ostacoli a qualsiasi trattativa. La discussione non può partire se non si fermano i nuovi insediamenti a Gerusalemme e in Cisgiordania: solo questo potrebbe creare nei paesi arabi un clima favorevole ai negoziati. Se il fronte della pace nella regione in questo momento è debole, è per colpa di Israele e non certo di Hezbollah.
ElBaradei conserverebbe lo stesso ruolo di mediazione per l’Egitto?
I suoi sforzi andrebbero nella direzione della pace e dei negoziati, attraverso il ruolo delle Nazioni Unite e del consiglio di sicurezza.

europaquotidiano
 
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O t t a
view post Posted on 18/7/2010, 15:52




Tre scenari per l’Egitto
- La successione di Mubarak sta arrivando al pettine, e la soluzione auspicabile non è la più probabile.
- L'Economist spera in un cambiamento ma non scommette su ElBaradei.

di Roberto Roccu

8 luglio 2010

Una barzelletta assai popolare dice molto dell’attuale stato d’animo dell’Egitto. Dio sta leggendo un giornale quando improvvisamente si rende conto che Hosni Mubarak è stato a capo dell’Egitto per quasi trent’anni. Dà ordine all’arcangelo Gabriele di scendere sulla terra e avvisare il presidente che è giunto il tempo che dica addio al suo popolo. “Veramente?”, reagisce Mubarak, cadendo dalle nuvole, “e dove vanno?”.

La lunga attesa, la chiama l’Economist, in uno speciale all’interno dell’ultimo numero dedicato all’eredità che Mubarak si lascerà dietro, e alla questione della sua successione. Un’attesa che rischia di diventare sfibrante, soprattutto per quelli che hanno passato gli ultimi anni a riposizionarsi in vista della resa dei conti, che si avvicina ma non si sa bene quando arriverà. Persone come Omar Suleiman, capo dei servizi segreti (il temutissimo Mukhabarat), pronosticato come il più probabile successore di Mubarak già all’inizio del decennio ai primi problemi di salute del presidente, ed ora diventato a sua volta troppo vecchio per poter ambire alla successione. E indubbiamente pure il vecchio Hosni ci mette del suo, con la sua promessa/pretesa di governare “fino all’ultimo respiro”.

È soprattutto sulle dinamiche interne al regime che si concentra l’attenzione di Max Rodenbeck, autore dell’analisi sull’Economist, e sugli scenari che si apriranno per il paese quando Mubarak non ci sarà più:

Il piano del governo di mantenere il potere attraverso la solita tiritera elettorale probabilmente andrà avanti. Le previsioni di cambiamento si sono quasi sempre dimostrate sbagliate; normalmente si finisce per tirare avanti come al solito. Ma questa volta potrebbe andare diversamente. Per il paese vi sono tre scenari possibili. Potrebbe andare nella direzione della Russia ed essere governato da un “uomo forte” interno al sistema. Potrebbe potenzialmente anche andare nella direzione dell’Iran, e vedere il vecchio sistema spazzato via dalla rabbia. O potrebbe andare nella direzione della Turchia, ed evolvere in qualcosa di meno fragile e più auspicabile per tutti gli Egiziani.

L'articolo continua alla fonte: Il Post
 
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hayaty
view post Posted on 13/8/2010, 10:19




Egitto, il premio Nobel ElBaradei propone un cambiamento istituzionale

12/08/2010

Il diplomatico egiziano descrive l'attuale sistema politico del suo Paese come una struttura che va riformata per dare meno peso alla figura del capo - Il premio Nobel per la pace ed ex direttore dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea), Mohamed ElBaradei, in un'intervista alla Cnn ha fornito un ritratto di quello che è il sistema politico dell'Egitto, suo Paese natio, caratterizzato da un potere concentrato nelle mani di un leader forte e scarso rilievo dato invece alle istituzioni. ElBaradei, dopo aver lasciato il suo incarico all'Aiea, è tornato in Egitto per ritirarsi a vita privata ma il suo rientro ha creato aspettative popolari e un movimento politico che lo spingono a candidarsi alle prossime elezioni presidenziali che si terranno nell'autunno 2011. ElBaradei non ha lasciato intendere se si presenterà come candidato alla prossima tornata elettorale che lo vedrebbe sfidare l'attuale presidente Hosni Mubarak, in carica dal 1981. Il premio Nobel ha anche dichiarato di non essere interessato a un'investitura popolare del potere che lo consacrerebbe a una leadership di tipo faraonica, com'è quella attuale, che lui propone di riformare.


Virgilio Notizie
 
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O t t a
view post Posted on 23/8/2010, 10:24




23 agosto 2010 - 10,23

Fiction pre-elettorale sui Fratelli Musulmani: polemiche

-A due mesi dalle elezioni parlamentari, una fiction sui Fratelli Musulmani rende incandescente il clima politico in Egitto.La principale forza di opposizione, ufficialmente illegale ma tollerata dalle autorità, sostiene che la serie Tv è un subdolo attacco in vista dell'appuntamento con le urne del prossimo ottobre. Gli autori invece lo negano.I Fratelli Musulmani non possono presentarsi come partito alle elezioni, ma diversi suoi esponenti sono stati eletti in Parlamento dopo essersi candidati come indipendenti. La fiction, di cui sono andate finora in onda 12 puntate, racconta di un agente di polizia che alla fine degli anni Venti del secolo scorso, quando il gruppo fu fondato, indaga sui suoi leader. Il padre fondatore del movimento, Hassan al-Banna, che per molti è una figura leggendaria, viene dipinto come un uomo infido e assetato di potere. L'enfasi sulla vicenda è accentuata dal fatto che il serial è stato messo in onda durante il mese islamico del Ramadan, quando le famiglie si ritrovano per consumare insieme il pasto serale dopo il digiuno e uno dei periodi dell'anno in cui gli ascolti televisivi sono tra i più alti. "Gli autori vogliono semplicemente distruggerci", dice Mohsan Rady, un deputato appartenente ai Fratelli Musulmani. Altri esponenti del gruppo sostengono che la serie Tv è piena di errori fattuali.

virgilio.it/
 
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hayaty
view post Posted on 5/9/2010, 16:23




GOVERNO PUBBLICA FOTO FIGLIA ELBARADEI IN BIKINI

05 SET 2010

In Egitto per ElBaradei, leader dell'opposizione, il governo ha pubblicato foto della figlia in costume da bagno. Il tutto per screditarlo in vista della sua possibile candidatura alle presidenziali del 2011. L'ex segretario generale dell'Aiea (l'agenzia Onu per il nucleare), premio Nobel per la pace 2005, ha dichiarato al quotidiano l-Dostour, che la diffusione di queste foto su Facebook "rappresenta la sola risposta del regime a quelli che qui reclamano la democrazia", ha detto ElBaradei .


AGI
 
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hayaty
view post Posted on 8/9/2010, 18:32




Egitto:politica a colpi di scandali come in italia
Il Pnd di Mubarak annuncerà il prossimo luglio il suo candidato alla presidenza. Intanto prova a «distruggere» l’avversario più pericoloso, ElBaradei, diffondendo le foto della figlia in bikini e mentre beve vino. Quest'ultimo reagisce chiedendo boicottaggio elezioni legislative e presidenziali

Il Cairo, 7 settembre 2010
– Soltanto il prossimo luglio il Partito nazionale-democratico (Pnd) del rais Hosni Mubarak, al potere (assoluto) da decenni in Egitto, annuncerà il suo candidato alla presidenza della repubblica, due mesi prima dal voto. Lo ha comunicato il ministro per gli affari parlamentari Mufid Shehab. Nel frattempo, imitando i metodi che di solito usano i mezzi d’informazione che fanno capo al Presidente del Consiglio italiano Berlusconi, uno stretto alleato di Mubarak, il Pnd diffonde foto «compromettenti», per la conservatrice società egiziana, della figlia dell’avversario politico più pericoloso, Mohammed ElBaradei, premio Nobel per la pace nel 2005 ed ex direttore dell’Agenzia atomica internazionale (Aiea).

Le foto postate in Facebook e subito rilanciate dai mezzi d’informazione controllati dal regime, ritraggono Laila ElBaradei, residente a Londra, in costume da bagno e mentre beve vino al suo ricevimento di nozze. E’ evidente l’intento di colpire la sensibilità della popolazione di un paese dove le donne girano in pubblico sempre con il velo islamico e in spiaggia restano completamente vestite. L’uso dell’alcol peraltro è proibito ai musulmani. I responsabili dell’operazione di demolizione dell’immagine di ElBaradei non hanno mancato inoltre di sottolineare che la figlia dell’ex direttore dell’Aiea – diventato negli ultimi mesi il principale punto di riferimento per chi si batte per la democrazia in Egitto – è sposata con un cristiano.

Diversi dirigenti del Pnd hanno preso le distanze e condannato coloro che hanno postato in Facebook quelle foto ma ben pochi sono i dubbi sulle finalità degli autori dell’«iniziativa» bollata da ElBaradei, particolarmente irritato dall’accaduto, come «una risposta del regime a coloro i quali chiedono la democrazia». L'ex capo dell'Aiea ha reagito lanciando un appello per il boicottaggio delle prossime elezioni parlamentari (novembre 2010) e presidenziali (settembre 2011). "Se il governo continuera' a respingere le richieste di riforme democratiche, allora dovremmo scendere in strada e organizzare proteste di disobbedienza civile», ha esortato ElBaradei parlando ieri sera ad alcune centinaia di suoi sostenitori al Cairo. «Mantenete la calma e prepararatevi ad una lunga lotta...partecipare al voto vorrebbe dire andare contro la volontà popolare, che vuole invece condurre l'Egitto verso la democrazia», ha aggiunto.

ElBaradei ad inizio del 2010 era rientrato in Egitto dopo 12 anni trascorsi a Vienna, proponendosi come un possibile candidato alle presidenziali del 2011 – se verrà emendata dal Costituzione che di fatto esclude le candidature indipendenti – e avviando una campagna per le riforme democratiche e costituzionali. Da allora viene tenuto sotto costante pressione dai mezzi d’informazione controllati dal Pnd che, da parte sua, attende ancora di scegliere se candidare l’anziano e (pare) malato Hosni Mubarak per un sesto mandato presidenziale o suo figlio Gamal, indicato da anni come il futuro rais egiziano. Proprio in questi ultimi giorni sono circolate con maggior insistenza le indiscrezioni che vorrebbero Gamal pronto a candidarsi, a seguito del viaggio che il figlio dei rais ha effettuato a Washington in occasione della cerimonia per la ripresa dei negoziati diretti fra israeliani e palestinesi.

Gamal però non piace a tutti nel Pnd, in particolare agli alti ufficiali delle Forze Armate e dei servizi di sicurezza. Negli ultimi giorni nelle strade del Cairo, accanto ai poster in sostegno della candidatura di Gamal Mubarak, sono apparsi quelli in appoggio al capo dell’intelligence Omar Suleiman, per anni inviato speciale del presidente Mubarak. Le immagini di Suleiman, descritto come la «vera alternativa», tuttavia sono scomparse presto. Prosegue intanto la raccolta di firme a sostegno della campagna per le riforme democratiche lanciata da ElBaradei.


Il pane e le rose
 
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hayaty
view post Posted on 8/9/2010, 18:56




Egitto. ElBaradei annuncia battaglia

07 Settembre 2010

A due mesi dalle elezioni legislative torna a farsi sentire l’opposizione egiziana. L’ex direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica ed ora principale antagonista del regime di Hosni Mubarak, Mohamed ElBaradei, ha invitato ieri la popolazione di tutto il Paese nordafricano a boicottare la chiamata alle urne del prossimo novembre affermando che “ogni persona che partecipa andrà contro la volontà nazionale”.
Da mesi ormai l’ex capo dell’Aiea e i suoi sostenitori hanno presentato al governo una serie di richieste volte a riformare l’assetto giurisdizionale dell’Egitto, così da garantire quel processo democratico che di fatto oggi non esiste. Nei quasi trent’anni di presidenza ininterrotta, infatti, Mubarak ha avuto modo di trasformare la repubblica egiziana in una dittatura mascherata da democrazia, facendo addirittura in modo che per i suoi avversari politici fosse impossibile affrontarlo in campagna elettorale. E proprio ElBaradei, all’indomani del suo ritorno in patria dopo i dodici anni passati in Svizzera, aveva annunciato la volontà di candidarsi alla presidenza dell’Egitto qualora le leggi che di fatto lo impediscono fossero state cambiate. Ma come era ampiamente prevedibile, ad oggi le richieste dell’opposizione non sono nemmeno state prese in considerazione e per di più l’attuale capo di Stato si appresta a cedere trono, scettro e corona, al figlio Gamal. Una “candidatura” che ha già raccolto il sostegno dello schieramento di maggioranza, il sedicente Partito democratico nazionale (Ndp).
ElBaradei ha poi confermato la sua intenzione di procedere in futuro anche a una raccolta di firme “per il cambiamento”, aggiungendo però che se anche questa iniziativa non dovesse avere successo l’opposizione proseguirà la sua lotta attraverso “manifestazioni pacifiche” e, se sarà necessario, “la disobbedienza civile, fino a quando il governo del Cairo non avrà risposto alle richieste di cambiamento”.
“La decisione di scendere in strada se il regime non risponderà alle richieste di cambiamento sarà l’inizio della fine di questo regime”, ha detto infine l’ex direttore dell’Aiea predicando però prudenza su questa che sarà soltanto l’ultima risorsa dell’opposizione. Nel corso degli ultimi anni, infatti, tutte le manifestazioni antigovernative sono state represse brutalmente dalla polizia, provocando in più di un’occasione morti e feriti che ancora non hanno trovato giustizia.


Rinascita
 
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hayaty
view post Posted on 12/9/2010, 15:14




El Baradei, boicottare elezioni
'Mancano garanzie reali per impedire frodi elettorali'

11 settembre, 17:28


L'ex capo dell'Agenzia per l'energia atomica Mohamed El Baradei ha deciso di boicottare le prossime legislative di novembre in Egitto. Il suo movimento (Associazione nazionale per il cambiamento) messo in piedi dall'uomo che molti considerano come un potenziale candidato per le presidenziali egiziane del prossimo anno, ha confermato in un comunicato di non volere partecipare a queste elezioni per 'la mancanza di garanzie reali per impedire frodi elettorali'.


ANSA
 
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hayaty
view post Posted on 17/9/2010, 22:24




Egitto, giovani attivisti per sostenere ElBaradei
Le elezioni presidenziali 2011 si avviciniano, e il Paese cerca nuove realtà

16/09/2010


E' forte il nuovo movimento giovanile in Egitto, che cerca di trovare campo d'azione negli spazi vuoti lasciati dall'opposizione all'attuale governo, sempre più divisa.
Il movimento, interamente composto da volontari, è ispirato dal pensiero di Mahatma Gandhi e Martin Luther King e segue con costanza ElBaradei, ex capo dell'Agenzia Atomica (Aiea).
Nei sei mesi scorsi circa 15mila giovani attivisti appogiando la leadership di Mohamed ElBaradei, cui il paese guarda come l'alternativa in cui credere.
"Abbiamo bisogno di qualcosa per sentirci parte di un unisco scopo", afferma un 18enne volontario Abdul-Rahman Salah. "Le persone stanno inziando a cambiare".
Ma El Baradei ha minacciato di boicottare le prossime elezioni presidenziali se non saranno scongiurati i rischi di una frode elettorale.
Il mandato di Hosni Mubarak, presidente ininterrottamente in carica dal 1981, giunge a scadenza, e a settembre 2011 si svolgeranno le nuove elezioni presidenziali.


Peace Reporter
 
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hayaty
view post Posted on 22/9/2010, 15:02




Egitto, manifestazioni contro Mubarak

21/09/2010 - 22:34

Centinaia di persone hanno manifestato nella centrale piazza Abdin, al Cairo, contro l’eventuale successione del presidente Hosni Mubarak da parte del figlio Gamal.
La polizia antisommossa, che ha presidiato la zona attorno all’ex palazzo reale, ora una delle sedi della presidenza egiziana, ha arrestato una ventina di manifestanti.
“La nostra richiesta – dice il manifestante Hamdeen Sabahi – è ovvia: non vogliamo una presidenza ereditaria, non vogliamo votare ancora per lo stesso presidente, non vogliamo elezioni fasulle”.
Una manifestazione simile si è tenuta ad Alessandria, dove sono stati compiuti 30 arresti.
La manifestazione del Cairo era organizzata da movimenti dell’opposizione. I manifestanti hanno intonato slogan a favore della revisione della Costituzione.
Secondo voci insistenti, Gamal Mubarak dovrebbe succedere al padre, quando ci saranno le elezioni presidenziali alla fine del prossimo anno.
Il raìs, per il momento, tace. Giovedì sarà a Roma dove incontrerà il capo del governo italiano Berlusconi.


(E' possibile guardare il video del servizio alla fonte)


Euronews
 
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