Mal d'Egitto

Cattolici e copti

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O t t a
view post Posted on 21/3/2012, 22:52




Egitto: dall'Islam a Israele, le sfide del successore di Papa Shenouda

ultimo aggiornamento: 21 marzo 2012 - ore 13:03

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Dalla costruzione di nuove chiese ai rapporti con l'Islam, fino alla possbile apertuta al divorzio e alle relazioni con Israele. Sono numerose, e impegnative, le sfide che attendono il successore di Papa Shenouda III, morto sabato all'eta' di 88 anni dopo averne trascorsi quaranta a capo della Chiesa copta ortodossa in Egitto. Una figura riconosciuta e rispettata dai cristiani, ma anche dai musulmani per il suo alto senso dei valori e la cui ora mancanza fa temere per il futuro. Per questo una delle piu' grandi sfide che si trovera' ad affrontare il prossimo Papa copto sara' quella di seguire le orme di una delle figure piu' influenti della Cristianita' nella storia egiziana recente.

Sotto la guida di Shenouda, uomo dotato di grande carisma, la chiesa copta ha superato i confini regionali per diventare un'istituzione internazionale. Ha costruito chiese in Africa, compreso Kenya, Zimbabwe e Sud Africa, e costruito sedi distaccate della Chiesa copta negli Usa e in Canada. Ha anche fondato la prima Chiesa copta ortodossa in Sud America (a Sao Paolo, in Brasile), e una seconda in Bolivia. Quando divenne Papa nel 1971, c'erano solo quattro chiese copte nel Nord America, oggi ce ne sono circa 100.

"Il nuovo Papa dovra' affrontare molte sfide per l'instabilita' dell'Egitto ora - afferma l'analista politico egiziano Sameh Fawzy - ma la sfida maggiore sara' trovare qualcuno che possa seguire le orme di questo grande uomo. Papa Shenouda ha avuto talento nell'amministrare gli affari della Chiesa, non solo in Egitto, ma a livello regionale e internazionale. Chi gli succedera' dovra' seguire le sue orme e non sara' facile''.

IGN
 
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O t t a
view post Posted on 21/3/2012, 23:18




La morte di Papa Shenouda III, i Copti ancora più soli

Scritto da Alessandra Boga

mercoledì 21 marzo 2012

In migliaia hanno partecipato ieri nella cattedrale di S. Marco al Cairo ai funerali di Shenouda III di Alessandria, Papa della Chiesa cristiana ortodossa egiziana (chiamata comunemente ed impropriamente “copta”), morto sabato 17 marzo a 88 anni dopo una lunga malattia. Shenouda era il 117° successore proprio di S. Marco a capo della chiesa egiziano-ortodossa. Secondo le sue volontà testamentarie, egli sarà sepolto nel monastero di San Bishoy di Wadi Natrun nel Delta del Nilo, dove era stato mandato in esilio da Sadat (dopo la morte di quest’ultimo nel 1981 era stato fatto tornare da Hosni Mubarak, cacciato dalla rivoluzione lo scorso anno.

Il corpo del religioso, vestito con abiti e corona d’oro, è stato dapprima posizionato su un trono e poi adagiato in una cassa aperta in modo che si potesse rendergli omaggio. I fedeli hanno atteso anche per tutta la notte in una fila di più di 1 chilometro, fiancheggiata da veicoli militari, per potergli porgere l’ultimo saluto. Addirittura tre persone sarebbero morte schiacciate nella calca.

In base agli Statuti della Chiesa del 1957, il successore di Shenouda III sarà scelto da un consiglio formato dai chierici, funzionari ortodossi del presente e del passato, membri del nuovo Parlamento egiziano (purtroppo costituito in maggioranza da Fratelli musulmani e salafiti), consiglieri locali ed anche giornalisti, che lavoreranno per un paio di mesi per decidere. Nel frattempo ha assunto funzioni papali il vescovo Pachomious della provincia di Beheira nel Delta del Nilo.

Shenouda è stato eletto nel 1971 e ha avuto il difficile compito di traghettare la Chiesa ortodossa in un Egitto sempre più in balia dell’estremismo islamico. Fino alla morte di Nasser nel 1970, l’ex Terra dei Faraoni era stata un Paese laico, per quanto guidato in modo dittatoriale. Voci copte ricordano come in Egitto “si stesse bene” in particolare durante la monarchia, terminata nel 1952.

Note sono le persecuzioni religiose a cui sono soggetti i cristiani egiziani, che ufficialmente costituiscono il 10-11% della popolazione del Paese e la comunità cristiana più numerosa del mondo arabo.

Persecuzioni contro i cristiani egiziani intensificatesi con la “Primavera araba” e ora, senza il loro Papa, essi sono ancora più soli.

''E’ una grande perdita per l'Egitto'', ha dichiarato all'AFP il ministro del turismo Munir Fakhry Abdelnur, a sua volta copto, che di Shenouda era molto amico.

“L’Egitto piange” e “Addio, Papa Shenouda”, hanno titolato i quotidiani. Per la scomparsa del religioso egiziano sono arrivate le condoglianze di numerose personalità mondiali, a cominciare da Papa Benedetto XVI, che ha pregato per il suo omologo ortodosso. Il presidente americano Obama ha parlato dell’illustre defunto come “l'avvocato della tolleranza e del dialogo religioso” (che tra l’altro si era recato negli USA per sottoporsi a delle cure). Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro degli Esteri francese Alain Juppè, il quale ha dichiarato che Shenouda “'aveva sviluppato un dialogo con altre Chiese Cristiane e con l'Islam in uno spirito di tolleranza, lasciando un segno profondo nella storia del suo paese, l'Egitto''. Belle parole ha speso anche Il capo dell'Organizzazione della Conferenza Islamica Ekmeleddin Ihsanoglu, per cui questa è “grande perdita non solo per la comunità cristiana copta, ma per il mondo in generale''.

Infine il Sindaco di Roma Gianni Alemanno ha inviato il proprio cordoglio alla comunità copta della capitale orfana del suo Papa, anche perché “dopo i tragici attentati di Capodanno del 2011 tra il Campidoglio e la comunità da Lei guidata si è creato un rapporto e una collaborazione speciale che ha come obiettivo quello di garantire la libertà di religione in ogni parte del nostro Pianeta''.

Il Legno Storto
 
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O t t a
view post Posted on 6/4/2012, 09:12




Egitto, il destino dei copti nelle mani di un bambino

di Giovanni Panettiere

5 aprile 2012

E SE FOSSE un bambino a decidere il futuro della Chiesa? Se la mano di un chierichetto estraesse dall'urna il nome del successore di Benedetto XVI? State tranquilli, non accadrà. Non siamo mica in Egitto, dove le suggestioni (o i sogni) diventano realtà.

Laggiù la Chiesa copta ortodossa affida a un bimbo la scelta del nuovo patriarca di Alessandria, una sorta di papa per questa comunità dalle origini antiche. Come spiega la rivista dei gesuiti Popoli, toccherà a un chierichetto tirar fuori dall'arca d'argento uno dei tre bigliettini sui quali saranno riportati i nomi dei candidati al soglio pontificio. È così dal 1957 e sarà altrettanto per la successione di papa Shenouda III, deceduto lo scorso 17 marzo, a 88 anni.

Peccato che prima della fantomatica estrazione occorrerà attendere le calende greche. Sì, perché la definizione della terna sarà preceduta da un valzer di commissioni e sottocommissioni che porterà alla scelta del nuovo patriarca di Alessandria non prima di agosto. Colpa di una procedura bizantina, peraltro regolata da una legge civile, non da norme ecclesiali.

Dal Sinodo Lateranense (1059), svoltosi sotto il regno di papa Niccolò II, la Chiesa cattolica si affida ai cardinali per l'elezione del vescovo di Roma. I bambini non sono ammessi in Cappella Sistina, dove semmai è la gerontocrazia a farla da padrona. Vero, ma almeno la fumata bianca non conosce lungaggini.


quotidiano.net

 
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O t t a
view post Posted on 1/5/2012, 09:42




Aggiornato il: 30/04/2012
autore ANSA

Egitto: 14 candidati a Papa copto
Elezione successore papa Shenuda III prevista per settembr
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IL CAIRO - Sono 14 i vescovi copti che si sono candidati per la successione di Papa Shenuda III, capo della chiesa copta egiziana per oltre 30 anni, scomparso il 17 aprile. Lo ha annunciato al Cairo il consigliere legale della chiesa copta americana, Maged Riad, spiegando che l'elezione dovrebbe avvenire a settembre. La trafila e' lunga: partira' con la nomina di un collegio di un migliaio di grandi elettori e si concludera' con la scelta a sorte fra tre o forse quattro nomi da parte di un bimbo bendato.

msn

La notizia ANSA ha un errore: la data della morte di Papa Shenuda III è il 17 marzo 2012, non il 17 aprile.

Edited by O t t a - 1/5/2012, 18:08
 
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O t t a
view post Posted on 6/10/2012, 18:48




Egitto: al via giovedi' procedure nomina nuova papa copto
il successore di Shenuda III si conoscera' a dicembre


01 ottobre 2012 - 18:12

IL CAIRO - Inizieranno giovedi' le complesse procedure per nominare il nuovo papa della chiesa copta ortodossa in Egitto, dopo la morte di pope Shenuda III il 17 marzo di quest'anno.

Comincia oggi un periodo di digiuno e di preghiera fino a giovedi' quando si avvierà l'esame delle 40 candidature, ha spiegato un componente del comitato elettorale Edwar Ghaled, all'agenzia Mena. Il comitato fissera' alcuni criteri per i candidati riducendo la rosa a cinque, o al massimo sette nomi. Il 24 novembre i grandi elettori, circa duemila fra religiosi, monaci, esperti di diritti religioso, ma anche semplici fedeli, ridurranno la rosa papale a tre nomi. Il 2 dicembre sara' un bambino copto di otto anni bendato a scegliere il nome del futuro pope dei copti egiziani, fra i tre nomi che avranno ottenuto il maggior numero di consensi. I copti in Egitto sono tra i dieci e i quindici milioni, a seconda dei calcoli.

ANSAmed
 
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O t t a
view post Posted on 14/10/2012, 08:07




Egitto: 5 candidati a papa chiesa copta
Probabile nomina a inizio dicembre


13 ottobre 2012

IL CAIRO - Sono 5, due vescovi e tre sacerdoti, i candidati al papato della chiesa copta ortodossa egiziana, dopo la morte il 16 marzo scorso di papa Shenuda III. Secondo informazioni diffuse nelle scorse settimane la rosa di 5 nomi dovrebbe essere ridotta a 3 a fine novembre dai 'grandi elettori' della Chiesa copta.
La scelta finale, forse a inizio dicembre, sara' affidata ad un bambino che, bendato, estrarra' a sorte il nome di uno dei candidati finali.
I copti in Egitto sono tra i 10-15 milioni.

La Gazzetta del Mezzogiorno
 
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O t t a
view post Posted on 16/10/2012, 14:28




16/10/2012

EGITTO - I cattolici egiziani a scuola di “formazione politica”

Il Cairo – Nelle prossime settimane le comunità cattoliche egiziane promuoveranno corsi di formazione socio-politica per favorire il discernimento comune davanti alla transizione piena di incognite in atto nel grande Paese africano. L'iniziativa intende rilanciare l'esperienza pilota già ispirata dal Patriarcato copto-cattolico dopo la fine del regime di Mubarak. “Ma adesso” spiega all'Agenzia Fides Botros Fahim Awad Hanna, Vescovo ausiliare di Alessandria dei copti cattolici “il Consiglio pastorale della Chiesa cattolica in Egitto nel suo incontro ai primi di ottobre ha raccomandato di potenziare questa opera di formazione, indicandola come priorità per tutte le comunità cattoliche egiziane di rito diverso”.
L'esigenza di favorire un giudizio non sprovveduto davanti ai rivolgimenti politici e sociali che stanno interessando l'Egitto è stata avvertita fin dalla prima fiammata della rivolta, iniziata nel gennaio 2011. “Già a marzo di quell'anno” racconta il Vescovo Fahim Hanna “ci siamo accorti che qualcosa bisognava pur fare. Abbiamo iniziato incontri quindicinali presso la sede del Patriarcato copto cattolico. Le riunioni erano frequentate da una media di ottanta persone, compresi parecchi musulmani. Molti dei presenti erano formatori che avrebbero a loro volta riportato i contenuti delle lezioni nelle comunità locali”. Gli incontri facevano costante riferimento alla Dottrina sociale della Chiesa. Tra i criteri-guida che ispiravano le sessioni c'erano sempre il rispetto dei diritti umani e la categoria laica di cittadinanza, valorizzata come base per una convivenza pacifica e libera da ogni discriminazione etnico-religiosa.
Adesso, davanti ai nuovi sviluppi dello scenario politico egiziano - segnati dalla grande fioritura di partiti e movimenti e dall'affermazione dei Fratelli Musulmani - , la necessità di confrontarsi con l'attualità politica appare ancora più pressante. Il Vescovo Fahim Hanna spiega: “L'assemblea costituente è al lavoro. Stiamo aspettando la nuova Costituzione. Si compiono scelte destinate a condizionare le nostre vite individuali e comunitarie. Man mano che escono le bozze, dobbiamo avere gli strumenti per saper analizzare, per maturare un'opinione chiara e saperla esprimere, in modo da poter dire si o no alla nuova Costituzione in maniera ragionevole”.

Agenzia Fides
 
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O t t a
view post Posted on 25/10/2012, 10:06




Notizia del 24/10/2012 - 13:32:19

Egitto: una Tv per i cattolici per mostrare la ricchezza spirituale della Chiesa


Il suo nome sarà “Salam”, che in arabo vuol dire “pace”. Vedrà la luce entro il 2013, ma la fase progettuale è già entrata nel vivo. Sarà la prima rete televisiva cattolica egiziana, voce catodica del pluriforme cattolicesimo che vive e opera nel grande Paese ora guidato politicamente dai Fratelli Musulmani. Il progetto era in incubazione da tempo. “Ma qui - spiega all'agenzia Fides il vescovo Adel Zaki, vicario apostolico di Alessandria - ci sono 7 riti cattolici. Per intenderci e organizzare tutto a nome della Chiesa cattolica nel suo complesso sono stati necessari un po' di tempo e di pazienza”. Le ultime perplessità sono state accantonate solo da poche settimane, quando mons. Zaki ha ottenuto dall'assemblea dei vescovi cattolici d'Egitto la delega a portare avanti il progetto a nome di tutta la compagine cattolica nazionale, a condizione di non pesare sui bilanci delle Chiese locali. La rete televisiva avrà una sede in affitto in un edificio del Cairo a ridosso dell'episcopio latino. Un'agenzia specializzata è stata incaricata di elaborare un progetto della futura Tv che ne evidenzi le finalità e i costi. Si prevede che per la fase iniziale sarà necessario disporre di un budget di 5 milioni di euro. “Ma il progetto in allestimento - spiega il vescovo Zaki - dovrà indicare anche i costi ordinari, una volta che l'iniziativa sarà entrata a regime. Solo presentando un piano dettagliato e sostenibile potremo rendere operativa anche la ricerca di finanziamenti”. Gli interlocutori principali per la raccolta di fondi sono le Conferenze episcopali di Italia, Germania e Stati Uniti, coi rispettivi organismi per il sostegno alle altre Chiese. Ma il vescovo Zaki conta soprattutto “sulla provvidenza del Signore, che certo metterà sulla nostra strada qualcuno disposto ad aiutarci. Ci sono già egiziani facoltosi che dagli Stati Uniti o dall’Australia si sono detti entusiasti del progetto, e hanno assicurato il loro sostegno”. Sono cominciati i primi incontri con operatori televisivi già attivi su altri network, per selezionare lo staff incaricato di far partire l'impresa. Si inizierà con l'emissione di trasmissioni per due ore al giorno, per poi allargare progressivamente il palinsesto. “Ovviamente - spiega il vicario apostolico di Alessandria - siamo partiti cercando collaboratori all'interno della nostra comunità, e speriamo di attivare presto sinergie con le emittenti cattoliche di altri Paesi. Ma il primo criterio nella selezione del personale sarà la competenza. Potranno essere coinvolti anche copti ortodossi e musulmani”. Se molti dettagli operativi e finanziari del progetto appaiono ancora da definire, sono ben chiare le sue motivazioni ideali: “Anche il Sinodo in corso a Roma” avverte il vescovo Zaki” ha riconosciuto che i media, volenti o nolenti, sono diventati uno strumento per far arrivare alle persone l'annuncio del Vangelo. In Egitto la nostra identità cattolica spesso non viene distinta da quelle dei copti ortodossi e dei protestanti, che dispongono di parecchi network mediatici. Nell'attuale situazione egiziana, ci sembra utile avere uno strumento per mostrare a tutti la ricchezza dello sguardo cattolico, anche sul terreno della dottrina sociale. É un piccolo sogno che vogliamo realizzare in tutta umiltà, come contributo all'unità dei cristiani e di tutti gli egiziani”.

Radio Vaticana
 
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O t t a
view post Posted on 20/11/2012, 10:49




4 novembre 2012

Egitto, eletto il papa copto: è il vescovo Tawadros

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I copti in Egitto hanno un nuovo papa, è il vescovo Tawadros, scelto da un bambino che, con gli occhi bendati, ha estratto a sorte il suo nome da un calice di vetro, nel corso di una cerimonia religiosa. Il papa ad interim, Bakhomious, ha infilato le schede con i nomi dei tre 'finalisti' in un'urna trasparente, costantemente inquadrata da una camera fissa in diretta tv.

Video alla fonte

La Repubblica

Mi trovavo in vacanza in Egitto, in quei giorni, ed ho vissuto l'attesa dell'evento da parte di un copto, che lavorava nel resort, il quale era soddisfatto del risultato del sorteggio.
 
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O t t a
view post Posted on 20/11/2012, 11:05




05/11/2012 - 09:09

EGITTO
Amba Tawadraus II è il 118mo Patriarca copto di Alessandria

di André Azzam

Ieri era il suo compleanno: ha 60 anni ed è un grande organizzatore dell'educazione della gioventù. Vuole rafforzare il valore dei giovani, cristiani e musulmani, che hanno compiuto la "rivoluzione dei gelsomini" e accrescere la collaborazione fra musulmani e cristiani per una piena integrazione nella società. In questi giorni molti musulmani hanno pregato coi cristiani per una buona scelta del patriarca. Ma essere cristiani è difficile nel Paese che vede la crescente influenza dei Fratelli Musulmani e dei salafiti.

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Il Cairo - Amba Tawadraus (Theodoros), vescovo di Behayra è il nuovo papa di Alessandria, patriarca di san Marco, capo della Chiesa copta ortodossa in Egitto e all'estero.

La sua nomina è avvenuta ieri dopo la messa presieduta da Amba Pakhomios, capo della Chiesa ad interim, dalla morte di Shenouda lo scorso 17 marzo. Un bambino di cinque anni, con gli occhi bendati, ha scelto il suo nome da un'urna che conteneva tre nomi. L'urna era stata posta sull'altare durante la messa.

Il piccolo che ha compiuto l'estrazione è stato scelto fra dodici "salmisti". Il giorno prima aveva detto a sua madre che "se sono scelto per l'elezione, prenderò il nome di Amba Tawadraus". Il nome del bambino è Bishoy, lo stesso nome del monastero a cui appartiene il nuovo patriarca. Tutte queste strane coincidenze fanno gridare a tutti che la scelta è "la scelta di Dio". Ieri moltissimi musulmani si sono congratulati con i loro amici cristiani per il nuovo capo della Chiesa, che dà lustro all'Egitto. A Damanhour, la città natale di Amba Tawadraus, la popolazione ha organizzato una festa piena di gioia, anche perché proprio ieri era il 60mo compleanno del nuovo papa di Alessandria.

Il nuovo patriarca dovrebbe conservare il suo nome, diventando papa Tawadraus II. Tawradaus I è stato il 40mo patriarca ; Tawradaus II è il 118mo. Egli è nato il 4 novembre del 1952 a Damanhour, a sudest di Alessandria, una città sul ramo di Rosetta del delta del Nilo. Nel 1975 si è laureato in farmacia all'università di Alessandria, seguita da una fellowship in Gran bretagna dell'Organizzazione mondiale della Sanità. Il 20 agosto del 1986 è entrato nel monastero di Wadi Natroun ed è divenuto sacerdote il 23 dicembre 1989. Il 15 febbraio 1990 ha cominciato il suo servizio pastorale nella sua diocesi di Behayra.

Il 15 giugno 1997 è divenuto vescovo. Il monastero di Amba Bishoy, nella sua diocesi è vicino al monastero siriano dove papa Shenouda era divenuto monaco. Shenouda stesso ha vissuto ad Amba Bishoy, sequestrato nel 1981 dall'allora presidente Anwar Sadat e tenuto lì fino al 1986.

Amba Tawadraus è noto per essere un brillante organizzatore. Ha già mostrato le sue capacità strutturando un percorso educativo religioso per i giovani, a partire dall'infanzia e vorrebbe diffonbdere questo metodo anche alla diaspora copta in Europa, Stati Uniti, Canada, Australia, per arricchire la Chiesa con differenti culture e preparare lo svuiluppo e il progresso della comunità per il futuro. Egli vuole sottolineare la profonda unità fra tutti i membri della Chiesa copta in Egitto e all'estero e considera importante il dare fiducia ai giovani che hanno fatto la rivoluzione del 15 gennaio 2011, che ha visto la collaborazione fra cristiani e musulmani.

Egli vuole anche potenziare la collaborazione fra cristiani e musulmani, entrambi importanti per la società egiziana, per una migliore integrazione sociale.

In Egitto, tutti pensano che la Chiesa copta ha in qualche modo un ruolo politico, oltre a quello religioso e spirituale, avendo una grande influenza sui fedeli.

Con grande meraviglia, molti musulmani hanno pregato insieme ai cristiani per una buona scelta del nuovo patriarca!

Un ex candidato alla presidenza, Abd al Moneim Abou al-Foutouh, ha dichiarato che "il Papa di Alessandria non è solo papa dei copti, ma di tutta la nazione". Egli ha ricordato che papa Ghobril (1131-1145) ha chiesto ai cristiani di usare la lingua araba per leggere e predicare il vangelo, e da allora "la Chiesa copta è divenuta una Chiesa per la nazione".

Il presidente Morsi è stato invitato a partecipare alla cerimonia di intronizzazione di Tawadraus II, il prossimo 18 novembre, nella cattedrale di san Marco al Cairo.

Nella Chiesa copta e nella popolazione vi è un senso di felicità per il nuovo patriarca, che dovrà affrontare molti temi delicati riguardo ai cristiani. Anche il loor numero fa problema ed è soggetto a molte interpretazioni: la stampa dice che i cristiani egiziani sono il 10-12%; molti studi specialistici dall'estero affermano che essi sono più del 15% della popolazione; ma i salafiti rivendicano che l'Egitto è musulmano al 95%.

Si può dire che la popolazione egiziana è sui 90 milioni , dei quali circa 17milioni sono cristiani. Come osservano molti studiosi, il numero non è la cosa più importante. Ciò che è significativo è il fatto che la Chiesa egiziana è molto presente nella nazione e i cristiani egiziani hanno dato un grande contributo al destino del Paese, non solo combattendo in diverse guerre e morendo da patrioti, ma anche lavorando nel "rinascimento (Nahda)" della lingua araba, nella letteratura, nei media, nelle arti e nei mestieri. Essi hanno pure condiviso l'impegno nel movimento nazionalista del XIX secolo e molti di loro hanno assunto importanti cariche nazionali come Nubar Pacha nel XIX secolo; il premier Boutros Ghali nel XX secolo. Ora la situazione è divenuta più dura a causa del crescente potere dei Fratelli Musulmani e degli estremisti salafiti.

AsiaNews
 
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O t t a
view post Posted on 21/11/2012, 01:52




Notizia del 20-11-2012 - 08:19:48

Egitto: prima intervista di Tawadros II, nuovo Patriarca copto ortodosso

Libertà di costruzione delle chiese, dialogo fra musulmani e cristiani, incremento della sharia nella costituzione, fuga dei copti all'estero ed educazione dei giovani, sono alcune delle tematiche toccate da Tawadros II nella sua prima intervista rilasciata il 14 novembre scorso al quotidiano egiziano Daily News Egypt. Il successore di Shenouda III - riferisce l'agenzia AsiaNews - sottolinea la sua preoccupazione per una deriva islamista dello Stato, vista come un pericolo non solo per i cristiani, ma per tutti i cittadini egiziani, che dovranno sottostare al volere di una minoranza della società. Ciò si evince dalla composizione dell'Assemblea costituente, di recente boicottata dalla Chiesa copta ortodossa e da altri partiti democratici a causa del monopolio di Fratelli musulmani e salafiti. Il nuovo patriarca insiste sul ruolo dei giovani autori della Rivoluzione dei gelsomini, che hanno demolito il muro di isolamento e di paura in cui erano rinchiusi i copti da decenni. Il loro desiderio di verità e di giustizia va però colmato testimoniando loro che la vera risposta risiede in Dio. Eletto lo scorso 5 novembre, Tawadros II si è stato ufficialmente insediato domenica scorsa come patriarca nella cattedrale di S. Marco al Cairo. La cerimonia in tre lingue (arabo, inglese e francese) si è svolta davanti a centinaia di fedeli e decine fra autorità civili e religiose. Assente il presidente Morsi, che ha inviato il suo Primo ministro Hisham Qandil. (R.P.)

Radio Vaticana
 
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hayaty
view post Posted on 27/11/2012, 16:13




Egitto. Clima teso: rinviata la riunione tra il Patriarca Tawadros II e i capi delle Chiese cattoliche

notizia del 27-11/2012 - 12:31

L'incontro annunciato del nuovo Patriarca copto ortodosso Tawadros II con una qualificata delegazione delle Chiese cattoliche egiziane – che avrebbe fornito anche l'occasione per concordare una posizione comune davanti all'emergenza attraversata dal Paese - è stato rimandato al prossimo 11 dicembre. A giustificare il rinvio è proprio la tensione che si respira in tutto l'Egitto e soprattutto nella capitale, dopo che i decreti costituzionali con cui il Presidente Morsi ha ampliato i propri poteri, hanno scatenato contestazioni anche violente contro il governo e le sedi dei Fratelli Musulmani. “In questa situazione - spiega all'agenzia Fides il vescovo di Assiut, Kirillos William, vicario patriarcale dei copti cattolici – si è pensato che non fosse prudente esporre a rischi una riunione di rappresentanti qualificati delle Chiese cristiane”. All'incontro avrebbero preso parte diversi vescovi cattolici, insieme a rappresentanti autorevoli del laicato. Il Patriarca Tawadros, dal monastero di Anba Bishoy in cui risiede, ha annullato anche un incontro in agenda con alcuni membri della sezione spirituale dei Fratelli Musulmani. Oggi a piazza Tahrir è in programma il presidio dei partiti e delle forze sociali che accusano il Presidente Morsi di avere ormai imboccato la via della svolta autoritaria. Secondo gli organizzatori, nel luogo-simbolo della rivoluzione egiziana confluiranno un milione di manifestanti. I Fratelli Musulmani hanno annullato una contemporanea mobilitazione indetta a sostegno del governo, motivandola come scelta responsabile volta a disinnescare possibili incidenti. “Ma alcuni osservatori - aggiunge a Fides il vescovo Kirillos - cominciano a parlare del rischio di guerra civile. Se la tensione politica e sociale non si raffredda, le cose potrebbero degenerare. Nelle sedi dei Fratelli Musulmani assaltate negli ultimi giorni, sarebbero state trovate anche armi e munizioni”. Sabato scorso, a motivo dello stato di emergenza, Tawadros aveva annullato all'ultimo momento anche la sua prima visita patriarcale ad Alessandria. In quel caso, come spiega all'agenzia Fides il vescovo cattolico latino Adel Zaki, vicario apostolico di Alessandria d'Egitto, a motivare il rinvio della trasferta non c'erano solo ragioni di sicurezza: “L'ingresso del Patriarca nella nostra città non può che essere una grande manifestazione di gioia popolare, con canti e musica e tanta allegria. In un momento come questo, i cristiani avrebbero dato l'impressione di vivere fuori dal mondo in cui vivono tutti. Come insegna San Paolo, occorre soffrire con coloro che soffrono e gioire con coloro che gioiscono”.


Radio Vaticana
 
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O t t a
view post Posted on 10/12/2012, 23:22




10 dicembre 2012

Egitto, il “gran rifiuto” del papa copto a Morsi

Il Cairo. Una fila di vescovi copti

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Tawadros declina l’invito del presidente, ansioso di legittimazioni non islamiste, al dialogo nazionale: “La nostra chiesa non fa politica”

di Giorgio Bernardelli

La Chiesa copta è stata fortemente sollecitata dalle autorità egiziane a prendere parte al «dialogo nazionale» convocato sabato scorso dal presidente Mohammed Morsi. Ma il papa copto Tawadros ha declinato l’invito, rispondendo che la Chiesa vede se stessa come un’istituzione religiosa il cui ruolo è pregare per l’Egitto. Aggiungendo che il dialogo politico spetta ai partiti e ai funzionari pubblici.

A rendere noto questo retroscena sullo scontro in corso al Cairo è stato oggi wataninet.com, il principale sito internet dei copti egiziani. Spiegando anche che tra i cristiani d’Egitto c’è molto consenso rispetto alla linea adottata dal patriarca. Non stupisce la notizia dell’insistenza di Morsi con Tawadros: come si ricorderà, infatti, il dialogo di sabato è stato boicottato dalle principali forze d’opposizione e il presidente era alla disperata ricerca di personalità estranee al mondo islamista. Peraltro l’incontro si è poi concluso con una retromarcia solo parziale da parte del presidente, che ha sì ritirato il decreto con cui si era attribuito poteri eccezionali ma ha anche confermato per sabato il referendum sulla nuova costituzione, contestata dalle minoranze e da buona parte della società civile. Lo scontro - dunque - resta aperto: domani sia l’opposizione sia i sostenitori di Morsi torneranno in piazza.

Tawadros aveva dichiarato fin dall’elezione di voler tenere separato l’ambito della vita della Chiesa da quello della politica. E in questi giorni sta parlando solo attraverso il suo account su Twitter, proponendo ogni mattina citazioni ad hoc dal libro dei Proverbi. «”Nel molto parlare non manca la colpa, chi frena le labbra è prudente” (Pr. 10,19). Abbiamo bisogno di onestà in ogni parola, slogan e preghiera», ha scritto ad esempio questa mattina.

Al di là delle convinzioni sui rapporti tra Chiesa e politica, in questo tipo di atteggiamento pesa comunque il fatto che i Fratelli Musulmani stiano puntando molto sulle divisioni confessionali. La presenza di partiti e associazioni copte tra le forze che in piazza si oppongono a Morsi viene trasformata in un «complotto istigato dalla Chiesa». E l’altra sera su Mirs25 - l’emittente tv del movimento islamista - il conduttore ha sostenuto apertamente che «il 50/60% dei manifestanti sono cristiani e a loro si devono le violenze». Una percentuale e un’accusa completamente fuori dalla realtà, che i copti non hanno fatto molta fatica ad interpretare come una minaccia.

Vaticaninsider La Stampa.it
 
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hayaty
view post Posted on 20/12/2012, 16:13




Egitto: le Chiese cristiane partecipano al dialogo nazionale

20/12/12 - 14:20


Vi erano anche i rappresentanti di tre Chiese cristiane alla quarta sessione del dialogo nazionale egiziano presieduta dal vice Presidente Mahmoud Mekky, che si svolto martedì scorso. In rappresentanza della Chiesa cattolica era presente padre Rafic Greiche, responsabile della comunicazione per i vescovi cattolici d’Egitto. Era presente - riferisce l'agenzia Fides - un rappresentante della Chiesa ortodossa ed uno di quella evangelica. La terza sessione del dialogo nazionale concerneva la nomina di 90 membri della Shura, la Camera Alta, dopo che l’ufficio del Presidente aveva chiesto ai partiti politici e alle chiese di proporre i loro candidati. Un mese fa le tre Chiese avevano ritirato la loro partecipazione all’Assemblea Costituente. I capi delle Chiese cristiane in Egitto si sono però dichiarati contrari al boicottaggio del referendum sulla nuova Costituzione che si svolge in due turni, il 15 e il 22 dicembre, pur esprimendo perplessità su alcuni punti del testo costituzionale.


Radio Vaticana
 
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view post Posted on 30/12/2012, 01:00




29 dicembre 2012

Dopo la primavera araba

L’amaro 2012 dei cristiani in Medio Oriente: “Ormai non ci resta che fuggire”

di Davide Vannucci

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«È stata la rivoluzione della dignità della persona», ripete con pacatezza unita a fermezza padre Faysal Hijazen, arabo cristiano, giordano di nascita, direttore generale delle scuole del patriarcato latino di Gerusalemme. Faysal fa spallucce di fronte alle dispute accademiche e giornalistiche occidentali, attorno ai concetti di primavera araba e di autunno islamista, e preferisce utilizzare un termine non estraneo al mondo arabo, quello di «rinascita»: «Finora abbiamo vissuto sotto il giogo di regimi totalitari. L’esperienza democratica ha bisogno di tempo per mettere radici. In Occidente, dopo la rivoluzione francese, avete avuto bisogno di più di un secolo per vedere una democrazia compiuta. Anche noi adesso abbiamo bisogno di tempo, per arrivare ad un cambiamento reale, e non superficiale».
Faysal fa un chiaro riferimento all’Egitto, dove «le elezioni sono state democratiche», ma «il presidente Morsi si comporta da autocrate». Se «quello che stiamo vivendo è il momento degli islamisti, gli unici che erano preparati a livello di organizzazione politica», è altrettanto vero che «anche i cristiani hanno partecipato a questa rivoluzione della dignità della persona».
A questo punto il direttore generale arresta il suo ragionamento, si concede una pausa e infine riconosce: «A dire la verità, i cristiani come minoranza si sentono più al sicuro sotto i regimi esistenti, come in Siria. I cristiani hanno paura a schierarsi contro Assad e preferiscono non entrare in una nuova fase in cui il fondamentalismo è lo sbocco più probabile». D’altronde, per analizzare i fatti occorre assumere la prospettiva di una minoranza che, all’interno dell’area, rischia di avere un ruolo sempre più residuale. Un secolo fa, secondo la Bbc, i cristiani erano circa un quinto della popolazione del Medio Oriente, mentre adesso non superano il cinque per cento.
Faysal aggiorna al ribasso le stime: «In questo momento rappresentiamo solo l’1,25 per cento. Le famiglie cristiane sono formate in media da cinque persone ed hanno un tasso di natalità troppo basso, se paragonato a quello delle famiglie musulmane, che arrivano a otto. Ma i fattori più importanti per spiegare questo fenomeno, a mio modo di vedere, sono due: la mancanza di sicurezza e l’assenza di lavoro. La disoccupazione è arrivata al 25 per cento, non solo in Palestina, ma anche nel resto del mondo arabo. Da molti mesi mesi in tutta l’area i funzionari statali, gli insegnanti non ricevono più lo stipendio, o ne ricevono solo una parte. I fondamentalismi spaventano la nostra comunità. L’unica soluzione, a questo punto, diventa l’emigrazione».
Anche a Gaza i cristiani sono in netta diminuzione, ricorda l’intellettuale giordano: «I rapporti con i responsabili di Hamas non sono tesi, ma la mentalità islamista che si sta diffondendo nella Striscia ha creato più di un problema, come dimostrano i ripetuti casi di conversione forzata all’islam». In fondo, le minoranze devono pensare anzitutto alla propria sopravvivenza, e i cristiani non fanno eccezione. Difficile che possano ritagliarsi un ruolo di mediazione in Palestina, tra Hamas e al Fatah, o tra Israele e l’Anp. Anche perché, ricorda mestamente Faysal, «non hanno il potere di imporre la riconciliazione».

Europaquotidiano
 
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