Mal d'Egitto

Copti e musulmani

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O t t a
view post Posted on 12/9/2013, 13:49




12/09/2013 13:23


Rifugiato egiziano copto: Il conforto del Papa dopo il dolore di Minya

di Giulia Mazza

George gestiva un alimentari insieme alla famiglia: il 10 agosto gli islamisti l’hanno bombardato e hanno minacciato di morte lui e i suoi cari. Riesce a fuggire e da un mese è a Roma, in attesa che la sua domanda d’asilo politico sia accettata dalle autorità. In Egitto, dice “non c’è più posto per me. Non posso più vivere lì. La rivoluzione egiziana non è stata democratica”. Per i cristiani “la vita non è mai stata facile. Nessuno ci ha aiutato”.

"Ho visto il Papa al Centro Astalli (leggi articolo uscito ieri su AsiaNews ). Conoscerlo e ascoltare le sue parole mi ha confortato, soprattutto ora, in questa mia fuga dall'Egitto. Al momento mi sembra impossibile pensare di farvi ritorno. I ricordi belli ci sono e resteranno sempre dentro di me. Ma non c'è più posto per me nella mia terra". A parlare è George, cristiano copto di 27 anni, che ad agosto è scappato da Minya (Alto Egitto), la zona più colpita dalle violenze scatenate dagli islamisti dopo la destituzione di Mohammed Morsi. Ora si trova a Roma, dove ha chiesto asilo politico per ricominciare una nuova vita.

Diplomato all'Istituto commerciale, George gestiva insieme alla famiglia - padre, madre e un fratello più giovane - un supermercato, nel quartiere islamico della città. "Abbiamo sempre avuto problemi per il semplice fatto di essere cristiani - racconta -, ma la situazione è precipitata dopo la destituzione di Morsi. I Fratelli musulmani e gli islamisti hanno trattato la nostra comunità come se fosse 'colpevole' di quanto accaduto. Ci hanno preso di mira, siamo diventati un bersaglio".

Il buio arriva il 10 agosto scorso: "Stavo per entrare in negozio, quando un gruppo di islamisti mi ha fermato, ha lanciato una bomba e l'ha fatta esplodere. Hanno distrutto il mio lavoro così, davanti ai miei occhi, senza poter fare niente. Solo perché siamo cristiani. Poi si sono voltati verso di me, mi hanno puntato una pistola alla testa e mi hanno minacciato: 'Se dirai una sola parola di quanto accaduto prima uccideremo te, poi daremo fuoco alla tua casa ed elimineremo la tua famiglia'".

La distruzione del negozio apre una crepa profonda nell'animo del giovane. "È allora che ho deciso di scappare. Con un mio amico abbiamo raggiunto Il Cairo in macchina, è stato un viaggio difficile e pericoloso. Una volta arrivati lì abbiamo chiesto e ottenuto il visto per la Georgia. L'aereo faceva scalo a Roma: quando siamo scesi abbiamo chiesto asilo politico alla polizia aeroportuale". Giunti in Italia, George e il suo amico vanno prima a Milano, dove vive una nutrita comunità egiziana copta. Lì però nessuno è in grado di dare loro ospitalità. Conoscono un sacerdote del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), che li invita a tornare a Roma, dove forse potrà essere più facile trovare un letto dove dormire. "Averlo incontrato - confessa - è stato un vero segno del Signore. Per il momento passiamo le nostre giornate cercando un posto fisso dove stare, ma neanche la Caritas riesce ad aiutarci. È difficile, ma vado avanti".

Il prossimo 23 settembre i due cristiani avranno il primo incontro con le autorità italiane per richiedere l'asilo politico. "Se riuscirò a ottenerlo - spiega - voglio portare qui anche la mia famiglia. Loro sono rimasti a Minya e non hanno più nulla ormai. Le poche volte in cui riusciamo a sentirci la loro voce tradisce la paura e la preoccupazione che stanno vivendo". Per le minacce degli islamisti, sottolinea, "ma anche per la sopravvivenza: senza il negozio non hanno più modo di sostentarsi".

Tornando a parlare di Minya, George ricorda: "Il problema è che quella egiziana non è mai stata una rivoluzione democratica. Mai. Non lo è stata quando è caduto Mubarak, ancor meno quando Morsi è stato destituito. Tamarod è un movimento buono perché è democratico. È composto da cristiani e musulmani, ma i musulmani che convivono con noi in armonia sono pochissimi. I problemi con la comunità islamica ci sono sempre stati, non sono nati con i Fratelli musulmani". Anche durante la dittatura di Mubarak, confessa George, "c'erano dei problemi. Certo, rispetto a quello che viviamo oggi sembrano molto più piccoli. Ma in Egitto cristiani e musulmani non hanno mai vissuto davvero in pace. I cristiani non sono mai stati trattati in modo democratico. Non so il perché, ma è così. Io ho sempre avuto difficoltà con i musulmani. Noi cristiani copti siamo sempre stati guardati male. Anche la polizia, e poi l'esercito...". Il racconto si ferma. Riprende poco dopo, con fatica: "Nelle forze dell'ordine, nelle forze armate tutti sono musulmani e quasi nessuno è disposto ad aiutare i cristiani. Minya ha cambiato volto, è devastata. Né la polizia, né l'esercito sono venuti in nostro aiuto".

"Non posso più vivere in Egitto", ripete. "Spero di ricongiungermi presto con i miei cari, e ricominciare daccapo la nostra vita".

Asia News
 
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O t t a
view post Posted on 14/9/2013, 14:03




14 settembre 2013 - 09:13

Minya, un matrimonio fa rivivere la chiesa distrutta dagli islamisti

Mina e Justina, sono due giovani della parrocchia copta-ortodossa del Principe Tadros. Su pressione della coppia e dei loro familiari i sacerdoti hanno acconsentito ad aprire la chiesa pericolante dopo gli assalti dei fondamentalisti. Per dare ai novelli sposi un clima di festa la comunità ha addobbato a proprie spese l’interno dell’edificio. “Fin dall’infanzia questa è stata la nostra chiesa. Qui è dove siamo cresciuti. I sacerdoti ci hanno insegnato a pregare…Ora siamo felici”.

Minya - Un tavolo da giardino come altare, tappeti e icone prestate dalle varie famiglie per sostituire gli arredi sacri distrutti dagli islamisti, per permettere a una giovane coppia di sposarsi nella chiesa dove sono stati battezzati, dallo scorso 14 agosto ridotta a un cumulo di macerie. Mina e Justina sono due giovani cristiani di Minya (Alto Egitto), il loro matrimonio doveva celebrarsi un mesa fa nella chiesa del Principe Tadros, una delle più importanti della città. Il loro desiderio è stato distrutto dall'attacco dei Fratelli Musulmani che ha messo in ginocchio l'intera comunità cristiana. (vedi video alla fonte)

In un'intervista al giornale arabo el-Badil, Macarius, vescovo della diocesi di Minya, racconta che "l'incendio appiccato dagli islamisti ha distrutto tutto, anche l'enorme lampadario di ferro posto al centro del soffitto. Le colonne sono rimaste roventi per diversi giorni". Il prelato racconta che l'edificio è stato dichiarato inagibile dalle autorità, ma pochi giorni dopo la popolazione ha fatto pressione per poter rientrare nella loro chiesa per poter pregare. Il matrimonio di Mina e Justina è stata un'occasione per riportare la pastorale cristiana al centro della vita della comunità.

Il vescovo Macarius sottolinea che all'inizio ai due giovani era stato proposto di sposarsi sul sagrato, visto il pericolo di crolli e l'aria ancora satura di fumo e fuliggine, ma essi si sono rifiutati, affermando che le loro famiglie desideravano festeggiare il loro matrimonio in chiesa. I genitori e gli amici di Mina e Justina hanno addobbato a festa le rovine dell'edificio religioso. Ogni invitato si è portato da casa le sedie e coloro che non hanno subito furti tappeti, tendaggi e lampade.

Alla celebrazione tenutasi ai primi di settembre hanno partecipato circa 60 persone. Al termine del rito il vescovo ha invitato gli sposi e i loro familiari a offrire la propria gioia e le loro preghiere per i cristiani di Minya e per la loro Chiesa perseguitata.

Alla fine della messa una troupe televisiva di el-Badil ha intervistato gli sposi, chiedendo perché avessero insistito per sposarsi all'interno dell'edificio e la loro sensazione davanti alla navata gremita di persone: "Fin dall'infanzia questa è stata la nostra chiesa. Qui è dove siamo cresciuti. I sacerdoti ci hanno insegnato a pregare...Ora siamo felici".

AsiaNews
 
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O t t a
view post Posted on 11/10/2013, 09:00




notizia del 11 ottobre 2013 - 08:15:44

Egitto: a due anni dalla strage di Maspero, i copti attendono ancora giustizia


Nel secondo anniversario della strage di Maspero, che il 9 ottobre 2011 vide 23 cristiani copti massacrati dai reparti dell'esercito egiziano, centinaia di militanti di movimenti e sigle legati alla comunità copta hanno organizzato al Cairo una veglia con candele nel luogo della carneficina, nei pressi del palazzo della televisione dove due anni fa i blindati militari travolsero i manifestanti cristiani che protestavano per le violenze subite da parte delle bande islamiste. I partecipanti alla veglia di mercoledì - riferisce l'agenzia Fides - esponendo le foto delle vittime di due anni fa, hanno denunciato di nuovo l'impunità di cui hanno finora goduto i responsabili della strage, puntando il dito contro l'ex generale Marshal Hussein Tantawi e gli alti rappresentanti dell'esercito di allora. Dopo la veglia, i manifestanti hanno provato a raggiungere in corteo piazza Tahrir, ma il loro tentativo è stato impedito dai reparti dell'esercito che hanno disperso la manifestazione ricorrendo al lancio di lacrimogeni. Nel secondo anniversario della strage, il vescovo copto ortodosso Abanub ha presieduto anche una veglia di preghiera e riflessione in memoria delle vittime nel monastero di San Simone il conciatore, a cui hanno preso parte diverse personalità politiche insieme ai militanti della Unione giovanile Maspero. Anche il vescovo copto – riferiscono fonti egiziane consultate dall'agenzia Fides – nel suo intervento ha rivolto un appello al governo e ai militari, ribadendo che i cristiani copti non dimenticheranno “fino all'ultimo respiro” i martiri di Maspero e continueranno a chiedere con insistenza che sia resa loro giustizia.


Radio Vaticana
 
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O t t a
view post Posted on 12/10/2013, 08:10





Egitto, i cristiani di Delga fuggiti dai Fratelli Musulmani «non torneranno più: temono di essere uccisi»


11 ottobre 2013

di Leone Grotti

Padre Ayoub Saleh, prete copto-cattolico, testimonia la paura dei cristiani in uno dei villaggi più colpiti dalla violenza dei Fratelli Musulmani


«La maggior parte delle famiglie cristiane che hanno dovuto lasciare il villaggio di Delga non faranno ritorno alle loro case perché temono di essere uccise». È quanto dichiarato ieri da padre Ayoub Saleh, prete della chiesa copto-cattolica di San Giorgio a Delga, Egitto. Moltissime famiglie cristiane sono scappate dal villaggio, in provincia di Minya, a causa delle violenze perpetrate dai Fratelli Musulmani a partire da agosto.

L’ODISSEA DI DELGA. Dopo la deposizione di Mohamed Morsi, il villaggio era stato conquistato dagli islamisti, che l’avevano trasformato in califfato e obbligato i cristiani a pagare la gizya, il tributo umiliante che secondo il Corano i dhimmi, i sudditi non musulmani di uno Stato islamico, devono pagare in cambio della protezione. L’esercito era riuscito a riprendere il villaggio a metà settembre ma non sono stati in grado di fermare le violenze.

«LE FAMIGLIE NON TORNANO». Lo scorso 6 ottobre, infatti, un corteo islamico si è avvicinato a una stazione di polizia in città e ha cercato di assaltarlo. Negli scontri con la polizia sono morte due persone e altre due sono rimaste ferite. «La situazione della città – spiega padre Saleh – non permette all’80 per cento delle famiglie di tornare, la sicurezza non è ancora stata ristabilita».

CHIESE BRUCIATE. Dopo l’uccisione da parte dell’esercito di centinaia di sostenitori dei Fratelli Musulmani, che non hanno mai accettato la deposizione di Mohamed Morsi con proteste e sit-in nelle principali città egiziane, la Fratellanza ha bruciato 60 chiese in tutto il paese, oltre a decine di case e negozi.


Tempi
 
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O t t a
view post Posted on 21/10/2013, 23:46




Sparatoria davanti a chiesa al Cairo, 4 morti
Assalitori in sella a moto fanno fuoco, almeno tre morti


21 ottobre 2013 - 11:04

Un gruppo di sconosciuti ha ucciso quattro persone ieri sera durante un matrimonio davanti a una chiesa copta alla periferia del Cairo. Diciotto i feriti. Gli assalitori erano in sella a una moto quando hanno sparato. Subito dopo sono fuggiti. Thomas Daoud Ibrahim, un prete copto presente alla cerimo\nia, ha riferito di avere sentito degli spari e di essere uscito in tutta fretta dalla chiesa. Il religioso ha poi detto di avere visto i corpi di un uomo e di una donna e "molte persone ferite".

Forte la presenza questa mattina delle forze dell'ordine nel quartiere al Waraq. Le strade di accesso sono bloccate e sono in corso controlli e perquisizioni.

Il primo ministro egiziano Hazem el Beblawi ha condannato l'attacco, definendolo "criminale e vigliacco". "Simili atti deplorabili non riusciranno mai a seminare la divisione fra copti e musulmani", ha detto, sottolineando che i servizi di sicurezza sono al lavoro per arrestare gli assalitori.

Anche le principali autorita' religiose musulmane in Egitto hanno condannato l'attacco. Il gran imam di al Azhar, Ahmed el Tayyeb, ha definito l'attacco come un atto "criminale contro la religione e i valori". Il gran mufti Shawki Allam ha affermato che "le aggressioni contro le chiese sono atti proibiti dalla sharia islamica". Il Mufti ha fatto appello a musulmani e cristiani a serrare le fila per "sbarrare la strada a chi tenta di dividere il paese".

L'attivista copto Naguib Gobrail ha chiesto le dimissioni del governo egiziano, dopo l'attacco contro una chiesa copta al Cairo. In un comunicato Gobrail attribuisce la responsabilita' al premier Hazem el Beblawi e al ministro dell'interno Mohamed Ibrahim, accusandoli di avere mancato nel loro "dovere" di garantire la sicurezza delle chiese. Nel frattempo i giovani di Maspero, movimento di attivisti copti, ha indetto per domani una protesta alla sede del governo per chiedere che Ibrahim venga processato.

ANSA
 
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O t t a
view post Posted on 22/10/2013, 00:08




22 ottobre 2013 - 00:02

Egitto: migliaia a funerali copti uccisi

(ANSA) - IL CAIRO - Migliaia di persone hanno partecipato oggi ai funerali dei quattro copti, fra cui due bambine, uccisi ieri davanti ad un chiesa al Cairo, primo attentato contro questa comunità nella capitale egiziana dopo la destituzione a inizio luglio del presidente Mohamed Morsi. Un gruppo di preti - nella Chiesa della Vergine teatro del massacro - ha portato delle enormi croci. Intorno ai religiosi, una folla ha giurato di "difendere la croce" e ha scandito slogan chiedendo giustizia.

Il Secolo XIX
 
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O t t a
view post Posted on 24/10/2013, 15:15




Notizia del 23 ottobre 2013 - 12:32:29

Egitto: critiche dei cristiani a governo e forze di sicurezza per gli attacchi alle chiese

Durante l'attacco terroristico che domenica scorsa ha provocato la morte di quattro persone – comprese una bambina di 9 anni e una ragazza di 12 – e il ferimento di altre 18 invitati a un matrimonio copto, i poliziotti che avrebbero dovuto presidiare la chiesa durante la cerimonia erano assenti. Lo ha confermato alle fonti della stampa egiziana, il personale della stessa chiesa, fornendo così nuovi motivi all'insofferenza verso le forze di sicurezza che già serpeggia in alcuni ambienti cristiani. Ieri - riferisce l'agenzia Fides - i militanti dell'Unione giovanile Maspero – gruppo di giovani attivisti espressione della comunità copta ortodossa - hanno cancellato la manifestazione di protesta indetta dopo la strage per non fornire pretesto a azioni provocatorie fomentate da “infiltrati”, ma nel contempo, durante incontri avuti con rappresentanti del governo, hanno chiesto la rimozione del ministro degli interni Mohamed Ibrahim per la sua manifesta incapacità a proteggere i cristiani. Intanto, il sacerdote copto ortodosso Thomas Daoud Ibrahim, parroco della chiesa colpita dall'attacco terroristico, ha confermato che tra i feriti ci sono alcuni esponenti dei Fratelli Musulmani, invitati al matrimonio, e che membri del movimento islamista hanno partecipato ai soccorsi portati ai feriti dopo l'attentato.

Radio Vaticana
 
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O t t a
view post Posted on 29/10/2013, 08:32




CITAZIONE (O t t a @ 21/10/2013, 23:46) 
Sparatoria davanti a chiesa al Cairo, 4 morti
Assalitori in sella a moto fanno fuoco, almeno tre morti


21 ottobre 2013 - 11:04

Un gruppo di sconosciuti ha ucciso quattro persone ieri sera durante un matrimonio davanti a una chiesa copta alla periferia del Cairo.

ANSA

Aggiornamento

28 ottobre 2013 - 18:11

Egitto, patriarca copto: Vogliono trascinarci in guerra civile

«Il vero obiettivo dell’attentato era spingere i cristiani a chiedere l’intervento dei paesi occidentali, trasformando l’instabilità interna in un conflitto internazionale». È quanto dichiara ad Aiuto alla Chiesa che Soffre padre Hani Bakhoum Kiroulos, segretario del patriarca copto cattolico Ibrahim Isaac Sidrak. Per il sacerdote egiziano è questo il vero motivo dell’attacco avvenuto domenica 20 ottobre davanti alla Chiesa della Vergine Maria, nel sobborgo cairota di Warraq. Erano circa le 8.30 di mattina quando due uomini in motocicletta hanno aperto il fuoco contro gli invitati a un matrimonio che attendevano l’arrivo della sposa. Sono morte cinque persone tra cui due bambine di otto e dodici anni. «Credevano che colpendo la nostra comunità, ci avrebbero costretti a rivolgerci ad Europa e Stati Uniti – continua padre Hani – trascinandoci così in una guerra civile. Ma non funzionerà: noi cristiani abbiamo ampiamente dimostrato di essere genuinamente egiziani dopo quanto abbiamo subito questa estate». Come dichiarato di recente ad ACS dal patriarca Sidrak, nonostante le violenze dello scorso agosto i cristiani non hanno cercato un aiuto dall’estero e le Chiese copte hanno perfino invitato la comunità internazionale a non intervenire: un atteggiamento apprezzato da molti egiziani di religione islamica. Quanto accaduto a Warraq non deve però far pensare ad un conflitto tra musulmani e cristiani, un’idea che per padre Hani, «è semplicemente fuori dalla realtà. I copti non sono gli unici obiettivi degli estremisti, che attaccano le stesse istituzioni». Nei giorni scorsi alcuni esponenti della Fratellanza musulmana hanno preso le distanze da quanto avvenuto domenica 20 ottobre ed espresso il loro cordoglio. Il sacerdote egiziano preferisce non discutere della loro sincerità, tuttavia sottolinea che «molti fondamentalisti sono entrati in Egitto proprio durante la presidenza Morsi. Ed ora paghiamo le conseguenze del loro modo di governare». Il segretario del patriarca copto cattolico fa notare come negli ultimi due anni molti dei gruppi oltranzisti stanziati nella penisola del Sinai abbiano iniziato ad operare in tutto il paese. Agenti di polizia sono schierati a difesa di molte chiese, ma a causa dell’imprevedibilità degli attacchi estremisti è impossibile garantire la completa protezione dei fedeli. «Quello del terrorismo è un dramma che affligge tutti gli egiziani, non solo noi cristiani, ma è una guerra che l’Egitto deve combattere». La lotta al terrorismo è uno dei tre passi fondamentali che il paese deve compiere per uscire dalla crisi iniziata con la deposizione di Morsi. «Innanzitutto – spiega padre Hani - abbiamo bisogno di una nuova costituzione e di nuove elezioni presidenziali e parlamentari. Quindi occorre individuare gli elementi terroristici che destabilizzano lo stato e infine promuovere la riconciliazione tra i diversi gruppi. I Fratelli musulmani devono saper anteporre gli interessi del paese ai propri. Solo così l’Egitto potrà finalmente essere uno stato davvero civile e democratico».

Prima Pagina News
 
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O t t a
view post Posted on 14/11/2013, 15:02




Aumentano i cristiani rapiti in Egitto

di Gian J. Morici

14 novembre 2013

C’è stato un picco nel rapimento di cristiani in Egitto. Il dato emerge da un’inchiesta condotta da Christian Science Monitor .

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Secondo i dati riportati dall’inchiesta, negli ultimi due anni più di cento egiziani, in maggioranza di fede cattolica, sarebbero stati rapiti per ottenere un riscatto. Il numero dei sequestri di persona è aumentato notevolmente dopo gli scontri avvenuti nel paese tra forze dell’ordine e sostenitori dei Fratelli Musulmani.

Una situazione che ha alimentato le paure della comunità cristiana in Egitto, che aveva già assistito al danneggiamento di luoghi di culto.

I cristiani – stando alle testimonianze raccolte – sarebbero stati presi di mira da bande criminali, oltre che per aspetti legati alla fede religiosa, per il minor rischio dovuto all’assenza di tribù e clan che possano reagire, a differenza di quanto non accade con molti musulmani residente nella parte meridionale dell’Egitto. Inoltre, il fatto che si tratti di una minoranza molto affiatata, fa sì che i rapitori ritengano sia più facile per le famiglie dei sequestrati raccogliere denaro da parenti ed amici per poter pagare il riscatto.

Familiari delle vittime e testimoni sostengono che la polizia preferisce far finta di ignorare il problema e che nella maggior parte dei casi i crimini restano impuniti.

Secondo un vescovo locale , solo due o tre persone sono state salvate dalla polizia . Le famiglie degli altri sono state lasciate a negoziare con i rapitori per conto proprio.

Un dramma che si aggiunge a quello dei tanti eritrei rapiti dalle tribù beduine nel Sinai, dietro al quale, oltre al ritorno economico per i predoni del deserto, si muovono le più grandi organizzazioni terroristiche che con il denaro dei riscatti pagati per la liberazione degli ostaggi finanziano le loro attività.

La Valle dei Templi
 
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O t t a
view post Posted on 2/12/2013, 17:51




Egitto: scontri tra estremisti cristiani e islamici, un morto

29 NOV 2013 - 18:31

Il Cairo - In Egitto e' di almeno un morto e sei feriti il bilancio di scontri fra estremisti cristiani e islamici a Deir Mawas, 250 chilometri a sud del Cairo. Lo ha riferito l'agenzia di stampa ufficiale 'Mena', secondo cui all'origine dei disordini c'e' la relazione sentimentale intrattenuta da un abitante copto con una concittadina musulmana.
La situazione nella localita' sulla sponda occidentale del Nilo, nella provincia centrale egiziana di Minya, e' degenerata nella notte quando un gruppo di facinorosi hanno appiccato il fuoco alle case di due cristiani.

AGI
 
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O t t a
view post Posted on 15/12/2013, 08:51




Egitto:scontri religiosi,paga solo copto

Battaglia con islamici causò 7 morti, ergastolo a un cristiano

IL CAIRO, 14 DICEMBRE 2013

- Un copto e' stato condannato all'ergastolo, altri due cristiani a 15 anni e 8 anni e imputati musulmani a pene comprese fra appena 6 mesi e 5 anni per gli scontri interreligiosi scoppiati in aprile in un villaggio a nord del Cairo quando un ragazzino disegno' una croce sul muro di cinta di una moschea.
Negli scontri a el Khousous 7 persone persero la vita e 22 rimasero ferite.
Le violenze degenerarono in una battaglia in strada con l'uso di armi pesanti.

ANSA
 
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view post Posted on 1/1/2014, 23:11




1 gennaio 2014 - 14:25:01


Egitto: scontri tra islamisti e polizia davanti una chiesa al Cairo


Comincia tra le tensioni il nuovo anno in Egitto: nella serata di ieri al Cairo, un gruppo di militanti islamisti si è scontrato con la Polizia davanti ad una chiesa, mentre all’interno era in corso una celebrazione. Secondo quanto riferito da fonti della sicurezza egiziana, gli islamisti stavano prendendo parte ad una manifestazione organizzata dal gruppo dei Fratelli Musulmani, da poco inserito dalle autorità del Cairo nella lista delle organizzazioni terroristiche. La presenza delle Forze dell’ordine nei pressi dei luoghi di culto cristiani era stata rafforzata in vista del nuovo anno, ricordando quanto avvenuto il 31 dicembre 2010, quando 20 persone persero la vita per un attentato suicida davanti ad una chiesa. Non ha provocato invece vittime l’esplosione di un gasdotto nel Sinai, fatto saltare da un gruppo di ribelli ieri sera. (D.M.)


Radio Vaticana
 
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view post Posted on 1/1/2014, 23:28




1genneio 2014

Egitto, la paura tra i copti che si apprestano a celebrare il Natale


di Riccardo Noury

La tensione in Egitto è altissima, nella settimana che va da Capodanno al Natale ortodosso del 7 gennaio e che, per un’inopportuna coincidenza di calendario, vedrà il giorno dopo la seconda udienza del processo all’ex presidente Mohamed Morsi.

La fine del 2013 è stata segnata da attentati (prima e dopo l’emanazione del decreto che definisce “organizzazione terrorista” la Fratellanza musulmana), centinaia di arresti, tumulti e incendi all’università al-Azhar del Cairo e una decina di manifestanti uccisi.

La comunità copta teme di passare ancora una volta come capro espiatorio nello scontro che oppone il potere alla Fratellanza musulmana. Dopo l’ondata di attacchi e rappresaglie contro i copti successiva alla repressione di agosto, il 21 ottobre uomini armati a bordo di una motocicletta aprirono il fuoco contro una chiesa di Giza, dove era in corso un matrimonio, uccidendo quattro persone e ferendone 17.

A infiammare la situazione ci si è messo anche il portavoce del governo, Hany Salah, secondo il quale durante le festività del 6 e del 7 gennaio si attendono “attacchi terroristici incitati dalla Fratellanza musulmana”, che “approfitterà delle celebrazioni per incitare al caos e sostenere falsamente che il governo non è in grado di proteggere i luoghi di preghiera, specialmente le chiese cristiane”. Salah prevede che l’organizzazione messa al bando “cercherà di mostrare al mondo che lo stato egiziano non è capace di difendere i suoi cittadini, specialmente i cristiani”.

A non far stare tranquilla la minoranza copta ci sono, purtroppo, anche i precedenti: come i nove morti e gli 11 feriti di Qena, alla vigilia del 7 gennaio 2010, e i 23 morti e 97 feriti di Alessandria, nel corso del Capodanno 2011.

Hany Abdel Latif, portavoce del ministero dell’Interno, ha cercato di rassicurare tutti annunciando imponenti misure di sicurezza intorno alle chiese cristiane, con postazioni fisse e pattuglie mobili incaricate di assicurare lo svolgimento delle funzioni religiose. Il portavoce ha smentito la notizia che il governo abbia chiesto ai responsabili della chiesa copta di terminare in anticipo le messe.

Corriere della Sera
 
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view post Posted on 29/1/2014, 10:13




29/01/2014 - 09:01

Il Cairo, attaccata una chiesa copta-ortodossa. Un morto

Un gruppo di islamisti contro la chiesa della Vergine Maria: un poliziotto resta a terra nello scontro. Uno degli assalitori è stato fermato dai residenti, il secondo è stato arrestato in serata dalla polizia.

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Il Cairo - Un gruppo di uomini armati ha attaccato ieri pomeriggio le chiesa copta-ortodossa della Vergine Maria nel distretto "6 ottobre" del governatorato di Giza. La polizia ha risposto agli spari e nello scontro a fuoco è morto un poliziotto, mentre altri due sono rimasti feriti. I residenti sono riusciti a bloccare l'auto che trasportava gli assalitori e a fermarne uno, che è stato consegnato alle autorità. Il complice è stato arrestato alcune ore dopo dagli agenti. I due aggressori sono Mohamed Abdel-Hamid Ibrahim e Ahmed Mohamed Abdel-Rahman, entrambi attivi nel panorama estremista islamico.

Il Patriarca copto ortodosso Tawadros II ha condannato l'attacco e inviato un messaggio di condoglianze ai parenti del poliziotto ucciso. Padre Jerome Samir, sacerdote della diocesi del distretto, ha affermato all'agenzia Mcn direct che nei prossimi giorni aumenteranno le misure di sicurezza davanti agli edifici religiosi. "Metteremo delle guardie anche davanti alle chiese più piccole", ha sottolineato il sacerdote, spiegando che nella zona vi sono diverse milizie armate che "vogliono distruggere la pace".

L'Egitto è stato colpito da un'ondata di violenza dopo la cacciata dei Fratelli Musulmani dal governo avvenuta in seguito alla grande manifestazione di 30 milioni di persone del 30 giugno 2013. Gli islamisti hanno bollato i cristiani copti come sostenitori del nuovo governo filo-militare, accusato di aver lanciato una campagna violenta contro i membri della Fratellanza. A metà agosto, pochi giorni dopo lo scioglimento dei sit-in islamisti al Cairo, migliaia di estremisti hanno attaccato chiese ed abitazioni cristiane in tutto il Paese, distruggendo oltre 200 edifici.

L'approvazione della nuova Costituzione (che sostituisce quella islamista varata nel 2012) ha aumentato ancora di più le azioni sovversive dei Fratelli Musulmani contro l'esercito e i suoi sostenitori. Ieri, alcuni uomini armati hanno ucciso il gen. Mohamed Said, alto funzionario del ministero degli Interni egiziano. L'omicidio è avvenuto poche ore prima del processo contro l'ex presidente e leader islamista Mohamed Morsi, in corso al Cairo e un giorno dal via libera del Consiglio supremo dell'esercito (Scaf), che ha dato il via libera al gen. al-Sisi, ministro della Difesa, per una sua candidatura come futuro presidente.

AsiaNews
 
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O t t a
view post Posted on 26/4/2014, 15:39




26/04/2014 - 14:29

Scontri copti-musulmani a sud, 10 feriti

IL CAIRO - Dieci persone sono rimaste ferite, fra cui una donna, in violenti scontri con armi da fuoco tra copti e musulmani nella regione di el Bisseri nel governatorato di Assiut nel sud dell'Egitto. La polizia ha arrestato una decina di persone e la situazione sembra al momento sotto controllo.

Gli scontri odierni fanno seguito ad altri incidenti iniziati la scorsa settimana dopo un diverbio fra le due parti.

Ticinonline
 
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