Mal d'Egitto

Copti e musulmani

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falak
view post Posted on 22/9/2007, 17:44




Egitto - Gigantesca rissa tra cristiani e musulmani, 9 feriti e 25 arrestati

Nove persone sono rimaste ferite in una zuffa tra musulmani e cristiani avvenuta ieri sera ad Alessandria d'Egitto. La polizia è intervenuta effettuando 25 arresti. Gli scontri sono iniziati quando un gruppo di giovani musulmani ha insultato un cristiano che stava portando una donna musulmana a casa sua, nel quartiere di Sidi Bishr. A colpi di pietre e bottiglie, sono arrivati i rinforzi da ambo le parti. La gigantesca rissa ha fatto fermare il traffico, e i proiettili hanno danneggiato sei automobili.

22/09/2007

Alice-notizie
 
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hayaty
view post Posted on 27/9/2007, 23:25




EGITTO La contraddittoria situazione legale rende difficile l’opera della Chiesa, afferma Patriarca copto cattolico Naguib

27 set 07 - Nel corso di una sua recente visita alla sede dell’associazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS), Sua Beatitudine Antonios Naguib, Patriarca della Chiesa copta cattolica in Egitto, ha spiegato come la contraddittoria situazione legale del Paese stia ostacolando l’azione della Chiesa. Da un lato, infatti, la Costituzione garantisce la libertà religiosa e di coscienza, ma dall’altro lo stesso testo costituzionale consacra il principio per cui l’Islam è la religione di Stato e la legge islamica è la “fonte fondamentale del sistema legale”. Da questa ambigua situazione legale deriva, tra l’altro, la difficoltà ad ottenere licenze per costruire chiese. La Chiesa deve insistere molto per ottenere questi permessi - ha spiegato il Patriarca - a causa di una vecchia legge risalente al XIX secolo che ostacola la costruzione di edifici di culto per i cristiani. Il Patriarca Naguib ha, tuttavia, detto di sperare che presto le cose cambieranno, anche grazie alcune voci nella società egiziana favorevoli al riconoscimento di una parità di diritti per tutti i cittadini. Ad ogni modo, ha anche segnalato che attualmente c’è un trattamento molto arbitrario di tali questioni, la cui soluzione dipende in grande misura dalla buona volontà della persona responsabile.
La stragrande maggioranza della popolazione egiziana (quasi 80 milioni di abitanti) è musulmana. La Chiesa copto-ortodossa conta circa 8 milioni di fedeli, mentre quella copto-cattolica solo 250.000. La Chiesa cattolica ha sette diocesi e un totale di 11 Vescovi e 150 sacerdoti. Nonostante rappresenti una minoranza, gestisce numerose scuole e istituzioni sociali, tutte aperte anche ai membri di altre religioni.

Radio Vaticana
 
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falak
view post Posted on 27/10/2007, 02:13




Egitto: rissa tra musulmani e cristiani, 50 arresti


IL CAIRO - Cinquanta persone sono state arrestate nella provincia egiziana di Minya, a seguito di una rissa scoppiata tra musulmani e cristiani copti. Lo ha fatto sapere la polizia egiziana, precisando che nella rissa almeno 20 persone sono rimaste ferite. A scatenare la lite la protesta dei residenti musulmani di Izbat el Abid, contro l'allargamento di un monastero in un vicino villaggio. (Agr)

27 ott 02:41

CorrieredellaSera



 
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falak
view post Posted on 28/10/2007, 17:52




approfondimento:

Scontri, in Egitto, tra cristiani e musulmani in seguito alle voci sull’ampliamento di una chiesa. 12 feriti e 40 arresti

In Egitto, 12 persone sono rimaste ferite e altre 40 sono state arrestate al seguito di scontri tra cristiani e musulmani nella provincia di Al-Minia, circa 200 chilometri al sud del Cairo. Lo si apprende da fonti giudiziarie. Gli scontri sono iniziati giovedì, quando sono circolate voci circa l’intenzione, attribuita ad alcuni cristiani del villaggio di Giabal At-Tayr, di appropriarsi del terreno attiguo alla chiesa della Vergine Maria per ingrandire l’edificio religioso. Giovani musulmani del vicino villaggio Mantiqat Al-Abed hanno dato alle fiamme un deposito di proprietà di un cristiano e sono seguiti scontri tra le due comunità. La Chiesa copta chiede la promulgazione di una legge unificata che regolamenti la costruzione dei luoghi di culto islamici e cristiani, in sostituzione della legge tuttora in vigore dal periodo ottomano. La legge attuale sancisce che il permesso per l’edificazione o l’allargamento di una chiesa debba essere preventivamente rilasciato dalle autorità governative e da quelle preposte alla sicurezza. In Egitto, i copti sono circa 10 milioni, ortodossi in grandissima maggioranza, su una popolazione di 76 milioni di persone.

28/10/2007 14.34.21


radiovaticana



 
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hayaty
view post Posted on 12/11/2007, 15:54




Non propriamente in topic ma nemmeno off topic... Hay

Egitto. Human rights watch denuncia discriminazione religiosa

lunedì 12 novembre 2007

In un rapporto sulla libertà religiosa in Egitto, diffuso oggi al Cairo, Human rights watch (Hrw) e l'Iniziativa egiziana per i diritti personali (Eipr) denunciano le violazioni di cui sono vittime i cittadini che abbandonano la fede islamica oppure non appartengono alle tre religioni monoteistiche - cristianesimo, ebraismo, islam - come i Baha'i.

Il punto di discrimine è quindi la carta d’indentità, senza la quale in Egitto non si può accedere al servizio sanitario, al sistema scolastico, al mondo del lavoro, non si può prendere la patente, aprire un conto in banca, riscuotere la pensione del coniuge defunto.

"Tutti i cittadini egiziani di 16 anni o più vecchi – si legge nel rapporto - devono acquisire una carta d'identità nazionale che ne attesti, fra le altre informazioni, la fede religiosa. Human rights watch (Hrw) e l'Iniziativa egiziana per i diritti personali (Eipr) documentano in che modo funzionari del ministero degli Interni impediscono sistematicamente ai Baha'i e ai convertiti dall'Islam di registrare il loro credo effettivo nei documenti di identità. Lo fanno sulla base non di una legge egiziana, ma secondo la loro interpretazione della legge islamica, la Shari'a".

Nel rapporto vittime, avvocati, autorità religiose e civili raccontano la loro esperienza. Il problema, testimoniano gli intervistati, è sorto quando, quattro anni fa, il ministero degli Interni ha deciso di rinnovare l'anagrafe informatizzandola e centralizzandola presso il Dipartimento dello Stato civile. I nuovi documenti generati dal sistema non prevedono, come invece in passato, le opzioni 'altro' oppure uno spazio bianco alla voce religione. Entro il 2008, anche i documenti validi dovranno essere rinnovati secondo le nuove modalità. Coloro che dunque, in precedenza, avevano una carta d'identità, si trovano ora a non poterla più rinnovare, a meno di abiurare la propria fede.

Alcuni cittadini hanno comunque deciso di battersi contro gli abusi degli ufficiali del ministero degli Interni - che spesso impongono alle vittime di dirsi musulmani - impugnando la Costituzione, che vieta discriminazioni di tipo religioso, e facendo ricorso ai tribunali amministrativi. E' il caso di alcuni egiziani cristiani copti convertiti all'Islam e poi tornati sulla loro decisione: il giudizio della Corte amministrativa suprema è atteso per il 17 novembre. Il problema, comunque, "non è solo il documento stampato - sottolinea Hossam Bahgat, di Hrw - ma l'anagrafe elettronica, che permette di continuare a discriminare i cittadini sulla base di informazioni immagazzinate".

Agenzia Radicale
 
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hayaty
view post Posted on 13/11/2007, 22:41




Un articolo per il quale era arduo trovare la sezione apposita visto che spazia fra religione, politica, economia... Hay

EGITTO Sua Santità Shenouda III, capo della Chiesa copta dimesso da ospedale

IL CAIRO, 12 nov ’07 - Sua Santità Shenouda III, capo della Chiesa copta, è stato recentemente dimesso dopo 2 giorni di cure intensive presso un ospedale del Cairo. Le cause della degenza, stando ad un vescovo ausiliare ed allo staff medico, sarebbero imputabili a dei calcoli colicisti con stato febbrile, smentendo così le illazioni sul coma in cui sarebbe caduto l’84enne patriarca dopo la funzione domenicale. Salito al soglio patriarcale nel 1971, Shenuda III guida una Chiesa, quella copta, che nel solo Egitto conta più di otto milioni di credenti ossia più del 10% della popolazione, è la più grande comunità cristiana in un Paese di fede islamica. Le relazioni con i fedeli di Allah sono per lo più amichevoli, anche se i cristiani lamentano leggi discriminatorie spesso varate sull’onda emotiva degli attentati dei fondamentalisti. Nata nel I secolo dalla predicazione dell’evangelista Marco, la Chiesa copta, dal greco Αηγυπτος- Egitto, patriarcato dal III secolo con sede nominale ad Alessandria, è tra le più antiche con Roma ed Antiochia, poiché Costantinopoli e Gerusalemme vennero aggiunte nel secolo successivo.

Radio Vaticana

Edited by hayaty - 17/11/2007, 23:40
 
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hayaty
view post Posted on 17/11/2007, 23:38




In Egitto la TV dei cristiani per contrastare il radicalismo islamico

Al Cairo i Fratelli musulmani vorrebbero mettere al bando i cristiani copti dai vertici dello Stato.
Nella capitale egiziana è stato ufficializzato lo statuto del nuovo partito che i Fratelli musulmani, storico gruppo islamico, intendono fondare. Ma che non potrà correre in alcuna elezione perché il presidente Mubarak lo ha da tempo messo al bando. E infatti, per vincere, i suoi uomini devono presentarsi come indipendenti.
Lo statuto del nuovo partito, illustrato dalla guida suprema dei Fratelli musulmani, impedisce alle donne e ai cristiani copti di diventare presidenti della repubblica.
Decisa la risposta della minoranza cristiana, secondo cui i Fratelli musulmani sarebbero gli ultimi a potersi esprimere su questi temi.
Di fronte alla crescente minaccia del radicalismo islamico, i copti rispondono anche con i mezzi di comunicazione. E infatti, entro il prossimo anno, il magnate egiziano e copto Naguib Sawiris vuole realizzare un nuovo progetto televisivo per contrastare al-Jazira, la CNN del Medio Oriente.
I cristiani d’Egitto lanciano quindi una loro televisione.
Ma chi è questo magnate?
Naguib Sawiris è al decimo posto nella classifica degli uomini più ricchi al mondo stilata dalla rivista americana Forbes.
Il suo patrimonio è stimato attorno ai dieci miliardi di dollari. Sawiris è dunque un miliardario che ha fatto i soldi nel settore delle telecomunicazioni.
È proprietario della compagnia telefonica Wind in Italia (acquistata due anni fa dall’Enel), della greca Hellas, e della mediorientale Orascom.
È sua l’emittente televisiva OTV di intrattenimento, e ora ha annunciato la nascita di due nuovi canali TV per combattere il radicalismo islamico nel suo paese.
Dei due canali, uno sarà di intrattenimento, l’altro di notizie.
L’obiettivo non è creare informazione cristiana quanto, piuttosto, privata (in un panorama dominato dai media di stato) e laica.
E quindi niente velo, un capo d’abbigliamento sempre più diffuso in Egitto, mentre un tempo non lo era.
Per questo, ha dichiarato Sawiris, “camminando per le strade del Cairo oggi mi sento straniero.
Mi sembra di essere nella Repubblica islamica di Ahmadinejad, dove il foulard è obbligatorio”.
In Egitto il velo non è imposto per legge, ma un numero sempre maggiore di donne lo indossa in segno di protesta nei confronti di un regime dittatoriale – quello del presidente Mubarak – sostenuto dall’Occidente.
Per combattere il radicalismo islamico, il magnate copto ha deciso di offrire prodotti televisivi diversi, in un panorama dove l’offerta è di fatto dominata dai conservatori religiosi.
Su un canale andranno in onda solo notizie, mentre sull’emittente dedicata all’intrattenimento ci saranno programmi per i giovani e film, arabi e stranieri, che non siano stati censurati.
Dopotutto, anche i copti sono conservatori e infatti il magnate precisa che “se un film va oltre i limiti dei costumi e delle tradizioni non sarà trasmesso. Ma se si deciderà di mandarlo in onda non subirà tagli”.

La Stampa
 
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hayaty
view post Posted on 24/11/2007, 10:36




EGITTO, DONNA CONDANNATA PER APOSTASIA INCONSAPEVOLE
Non sapeva che padre s'era convertito a Islam per breve periodo

23 nov
. - Le colpe dei padri non dovrebbero ricadere mai sui figli. E' un pensiero che deve aver attraversato spesso la mente di Shadiya Naji Ibrahim, una donna condannata a tre anni di prigione in Egitto per una doppia conversione del padre Naji Ibrahim - prima cristiano, poi islamico, poi di nuovo cristiano - di cui lei era del tutto inconsapevole. Si tratta di avvenimenti accaduti 45 anni fa, quando la quarantasettenne di oggi aveva solo due anni e raccontati oggi dal quotidiano palestinese Al Quds al Arabi.

La vicenda è kafkiana e ha i suoi presupposti nel 1962 quando il padre della donna, dopo un litigio con la moglie, decide di lasciare il Cristianesimo e d'abbracciare l'Islam. Una scelta, tutto sommato, comoda: la conversione gli avrebbe permesso infatti di risposarsi, visto che la fede musulmana prevede la possibilità di contrarre più di un matrimonio.

Naji, che con il passaggio alla Fede del Profeta aveva assunto il nome di Mustafa, dopo tre anni d'osservanza islamica, però, si stanca e vuole tornare con la prima moglie. Ma non può, perché la Legge islamica (Shariya) non può essere rinnegata. "E' apostasia - affermano i giudici che hanno condannato la donna - e la sentenza dell'Islam è inequivocabile per questo reato: la morte".

L'uomo non si dà per vinto e decide di ricorrere ai servigi d'un falsario, che gli produce documenti falsi in cui egli appare come cristiano. Tutto fila liscio per oltre un trentennio, ma nel 1996 accade l'irreparabile: il falsario viene arrestato e spiffera alla polizia anche il segreto di Naji-Mustafa. L'uomo viene subito arrestato e, a ricaduta, i ceppi si chiudono anche ai polsi della povera Shadiya.

Il meccanismo legale per il quale la donna sarebbe un'inconsapevole apostata è spietato. Non essendo valida la ri-conversione al Cristianesimo del padre, anche lei non può essere considerata cristiana, ma musulmana, visto che in Egitto i figli acquisiscono la religione dei padri. Ne consegue la condanna per aver dichiarato il falso al momento del matrimonio, contratto nel 1982 con un cristiano e quindi in aperta violazione di un'altra norma che impedisce a donne islamiche di sposare uomini appartenenti ad altre fedi.

La prima condanna in contumacia arriva nel 2000. Poi viene arrestata e il caso viene riaperto. Mercoledì, alla fine, la condanna definitiva. L'Alta Corte del Cairo non ha dubbi e "in una rapida udienza processuale - scrive il quotidiano - decide confermare la pena di tre anni di carcere". A poco valgono le sue proteste. "Io all'epoca avevo solo due anni - si lamenta la donna - e non potevo certo sapere che mio padre si era convertito all'Islam per un breve periodo". Ma la legge, si sa, non ammette ignoranza.

Virgilio Alice Notizie
 
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falak
view post Posted on 16/12/2007, 19:29




EGITTO: NEGOZI DI CRISTIANI ATTACCATI NEL SUD, SETTE ARRESTI

(AGI) - Il Cairo, 16 dic. - Almeno sette egiziani di religione musulmana sono stati arrestati perche' sospettati di avere attaccato diversi negozi di proprieta' di cristiani a Isna, nel sud del Paese. Lo hanno riferito fonti della sicurezza egiziane, secondo le quali, oltre ad almeno 13 negozi, anche la facciata di una chiesa e' rimasta danneggiata. Le tensioni tra la locale comunita' cristiana e quella musulmana sono esplose mercoledi'. Un gruppo di musulmani aveva circondato e distrutto la vetrina di un negozio di proprieta' di un cristiano, dove una ragazza musulmana avrebbe fatto sesso con due coetanei cristiani. Poi, la notte scorsa il proprietario cristiano di un negozio ha accusato una donna musulmana di aver rubato un telefonino cellulare: la donna e' stata fermata e in seguito rilasciata senza alcuna accusa formale.

16 Dicembre 2007

Agi
 
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falak
view post Posted on 17/12/2007, 20:03




Approfondimento:

Egitto: velo e cellulare provocano scontri tra musulmani e copti


Un cellulare rubato e un velo sollevato hanno fatto scatenare le violenze in una cittadina dell'Alto Egitto sabato scorso, quando almeno duemila musulmani hanno preso d'assalto una chiesa e dato fuoco a diversi negozi di cristiani. Non ci sono stati feriti, ha detto all'ANSA un prete di Esna, la città sul Nilo 150 chilometri a Nord di Asswan, ma la paura è stata tanta. La vicenda è indicativa di una crescente tensione fra la comunità grandemente maggioritaria islamica, principalmente sunnita, e quella cristiano copta, che denuncia un crescendo di discriminazioni.

Tutto è cominciato sabato pomeriggio quando il giovane proprietario copto di un negozio di telefonia mobile ha creduto che una ragazza musulmana si fosse appropriata di un cellulare. L'ha inseguita e una volta raggiunta, a una fermata d'autobus, le ha tolto il velo dal viso, scatenando la sua indignazione e l'ira dei familiari.

''Almeno duemila musulmani si sono radunati fuori dalla chiesa, erano le undici di sera - ha detto all'ANSA padre Mina, contattato telefonicamente dal Cairo - si sono scagliati contro la porta, ma trovandola chiusa hanno distrutto un crocefisso all'esterno e un'immagine della Vergine''.

In chiesa, c'erano solo dei vecchi fedeli che si sono messi a piangere. Non riuscendo a penetrare all'interno, la folla si è diretta verso il centro della cittadina distruggendo, dando fuoco e saccheggiando diversi negozi. ''Si sono comportati come dei veri animali'', ha detto un cristiano. Un comunicato del ministero dell'Interno, conferma l'incidente del cellulare, ma imputa la responsabilità delle violenze ad ambedue le parti, musulmani e copti.

Diciassette persone sono state fermate, afferma il comunicato. ''I nostri rapporti sono di solito ottimi'', ha detto padre Mina, parlando delle comunità di Esna, dove circa il 25 per cento dei 40 mila residenti è copto. In effetti, in particolare in Alto Egitto, c'è sempre stata tensione tra le due confessioni.

I copti, la principale comunità cristiana del Medio Oriente, sono circa il 10 per cento dei 76 milioni di egiziani. All'inizio della scorsa settimana, nella stessa zona, decine di musulmani hanno creato disordini in seguito alle voci di un presunto stupro di una ragazza musulmana da parte di giovani cristiani. La folla ha lanciato sassi e distrutto le finestre di una farmacia dove si diceva sarebbe avvenuto lo stupro. La polizia ha arrestato due copti, sospettati di avere rapito la ragazza, e li ha condannati a quindici giorni di detenzione per disordini a sfondo confessionale. A Capodanno del 2000, una disputa tra musulmani e copti nel villaggio di Kosheh si trasformò in una violenta battaglia con armi da fuoco che provocò la morte di 21 cristiani e di un musulmano.

Barbara Alighiero (ANSA).

lunedì 17 dicembre 2007

Agenziaradicale
 
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falak
view post Posted on 3/1/2008, 20:39




Un interessante articolo/lettera..per riflettere...Falak.

I Copti


(filmato, in inglese, su You tube)



all'Ambasciatore egiziano a Roma:Per quanto ancora il suo Governo continuerà a mentire?


Dal Dott. Arch. Ashraf H. Ramelah, Presidente di Voice of the Copts, riceviamo e pubblichiamo:



S.E. Ambasciatore Helmy Abd el Hameed Saleh Bedeir,
Ambasciata d'Egitto in Italia
Via Salaria, 267
Roma

S.E. Ambasciatore Nevein Semakah Halem
Ambasciata d'Egitto presso la Santa Sede
P.za della Città Leonina, 9
Roma

Sua Eccellenza Ambasciatore d'Egitto,

Le scrivo in qualità di Presidente dell'Organizzazione "Voice of the Copts" (La Voce dei Copti), associazione costituita in Italia e negli Stati Uniti per la protezione dei Copti (i Cristiani d'Egitto) contro le discriminazioni e le persecuzioni che la nostra comunità soffre quotidianamente in Egitto da anni.

Colgo l'occasione di inviarLe la seguente missiva con l'avvicinarsi del Natale della Chiesa Copta Ortodossa il prossimo 7 Gennaio, 2008. Ogni anno, infatti, diplomatici egiziani e membri del governo egiziano si recano a rendere visita alle Chiese Copte in Egitto e all'estero durante la festività natalizia. Nonostante siano sempre stati ricevuti dai nostri leader religiosi, vorrei chiarire che la loro presenza non è mai stata gradita. E' per questo motivo, che chiedo a Lei e agli altri diplomatici egiziani di annullare questa visita annuale di "facciata", perché non siete graditi.

Per anni, infatti, il governo Egiziano ha utilizzato il giorno del Natale della Chiesa Copta per dimostrare all'Occidente di promuovere il pluralismo religioso. Le visite degli ufficiali egiziani, inoltre, sono sempre accompagnate da messaggi di propaganda, in cui si sottolinea che il governo non fa distinzioni fra i suoi cittadini di qualsiasi credo essi siano. Ma così non è. Noi Copti (quasi quindici milioni di persone soltanto in Egitto) e altre minoranze come i Baha'i sono in realtà continuamente discriminati dal governo egiziano sia sul posto di lavoro, sia nella vita quotidiana.

Ovviamente, Lei, essendo parte dell'apparato del regime del Presidente Hosni Mubarak, affermerà che la popolazione Copta gode di diritti e che non esistono problemi settari in Egitto. Ebbene, Sua Eccellenza, Lei che ripresenta l'Egitto, per quanto tempo ancora potrà sostenere questa pantomima? Per quanto ancora il Suo governo continuerà a mentire, dicendo di rispettare la vita umana dei propri cittadini? Con quale coraggio può ancora dichiarare che in Egitto non esiste discriminazione contro i Copti, dopo gli avvenimenti di El Kosch, di Alessandria e di Isna?

Un tempo il nostro Egitto era il faro di una grande civiltà, ma oggi la dittatura lo ha portato verso l'autodistruzione. Oggi giorno, noi Copti viviamo nella paura, sapendo che qualsiasi cosa ci accada nessuna istituzione, nessun servizio di sicurezza si occuperà di proteggerci. Lo stesso vale per gli attivisti per i diritti umani, i quali sono arrestati, torturati e sodomizzati nelle prigioni, lasciando loro e l'Egitto senza più alcuna dignità.

Sua Eccellenza, Le voglio dire che noi non stiamo cercando alcuno scontro, ma anzi cerchiamo un dialogo e ci auguriamo che Lei sia capace di comprendere e spiegare al governo del Cairo che siamo stanchi e stufi di essere trattati come cittadini di serie B. Non vogliamo più vivere come stranieri nella nostra terra.

Ma prima che la Sua Ambasciata, come suo solito, chiami i quotidiani per dire che questa lettera non ripresenta alcuna realtà, con il Suo permesso vorrei elencare alcuni fatti relativi alle persecuzioni contro la Comunità Copta, avvenuti nel 2007 in Egitto:

1- Il sequestro di ragazze copte, violentate e costrette a convertirsi all'Islam da elementi dei Fratelli Musulmani, come la ragazza di "El Mahalla", Ange Hatef Kamel, Mary Farouk Fouad e altre, senza che i servizi di sicurezza egiziani si interessassero a loro.
2- L'arresto senza prove degli attivisti Cristiani, Peter Ezzat e Nader Fawzi Faltas, dell'organizzazione MECA, con sede in Canada e in Egitto. Ezat e Fawzi sono stati scarcerati soltanto dopo oltre quattro mesi, senza che l'accusa potesse presentare una sola prova.
3- Alcuni giorni dopo la scarcerazione di Peter Ezzat e Nader Fawzi Faltas, sono stati arrestate altre due persone, tra questi l'Avv. Mamduh Ramzy. Quest' ultimo è il difensore di parte civile nella causa sugli accadimenti nel 2000 a Kosch, nell'Alto Egitto, in cui sono stati uccisi ventuno Copti. Oggi, a otto anni di distanza, non soltanto non è stata fatta alcuna giustizia da parte del governo egiziano, ma addirittura, il regime Mubarak ha intimidito l'avvocato difensore, arrestandolo.
4- Andro e Mario, invece, sono due ragazzini che il governo Egiziano ha cercato in di convertire all' Islam, solo perché il loro padre era diventato musulmano. Un Imam nel tribunale del Cairo ha inoltre affermato che i figli devono seguire il genitore, convertito alla religione migliore. Il governo egiziano, pertanto, sembra volere annullare l'individuo e la libera scelta, intromettendosi in questioni personali come la fede.
5- Il subbuglio creato da Mohamed Bishoy Hegazy, convertito al Cristianesimo, che si è visto negare dal governo di potere modificare la religione nella sua carta d'identità. Purtroppo, infatti, il governo egiziano richiede ancora nel XXI secolo che sia specificata la religione nei documenti d'identità.

La lista è molto più ampia, ma voglio ricordare un altro fatto vergognoso, avvenuto a poche settimane dalla fine del 2007: i negozi bruciati e saccheggiati di Copti a Isna, nell'Alto Egitto. I danni hanno superato il milione e mezzo di dollari. E ancora una volta, il governo egiziano non ha fatto niente per aiutare le vittime.

Sua Eccellenza, dopo questo breve elenco di atti incivili e oltraggiosi, accaduti con la complicità della Polizia di Stato e del governo egiziano contro i propri cittadini, che chiedono soltanto di potere vivere pacificamente nel proprio Paese, Le vorrei porgere alcune domande. Fino a quando i Cristiani d'Egitto, le altre minoranze in Egitto, gli attivisti per i diritti umani e il pluralismo politico continueranno a vivere sotto assedio? Quale discorso ha in serbo il governo per i Copti la notte di Natale, dopo le sofferenze di quest'ultimo anno e degli anni che lo hanno preceduto?

Sua Eccellenza, noi Copti siamo pronti ad accogliere chiunque accetti il pluralismo religioso e l'universalità dei diritti umani. Ma fino a quando il governo egiziano non ci dimostrerà la propria volontà d'intenti, nessun membro del regime sarà il benvenuto.

Altre associazioni Copte in Canada, negli Stati Uniti e in altri Paesi d'Europa hanno inviato la medesima missiva. Sua Eccellenza, con questo non voglio che Lei creda che siamo degli ingenui, sappiamo benissimo che alla fine il 7 Gennaio andrete a visitare comunque le Chiese Copte e che nessuno oserà esprimere il proprio dissenso contro il regime. Dopotutto, voi continuate a intimidire le nostre famiglie in Egitto e sappiamo quanto dolore potete infliggerci. Non per questo, smetteremo di lottare e chiedere ai media di riportare la verità nel nome di quell'Egitto pluralistico degli anni trenta, di cui i nostri padri andavano fieri.

Cordialmente,
Dott. Arch. Ashraf H. Ramelah
Presidente Voice of the Copts

E-mail: [email protected]
www.christianminorityrights.org

2008-01-03

Fonte:icn-news



 
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falak
view post Posted on 8/1/2008, 00:26




Approfondimento (vedi post precedente)


In Egitto la folta comunita' cristiana festeggia oggi il Natale
Il natale dei Copti

Chiesa a rendere omaggio alla festa cristiana. I copti della diaspora sono spesso criticati al livello interno

La settimana scorsa News ITALIA PRESS ha pubblicato un articolo che riguardava l’appello di De Voice of Copts- “Sua Eccellenza Ambasciatore d’Egitto, in occasione del Natale della Chiesa Copta Ortodossa, il 7 Gennaio, non si rechi in visita alle Chiese Copte. La Sua presenza non è gradita”. E’ questo, in estrema sintesi, l’invito, che era contenuto in una lunga lettera, ricevuto in dall’Ambasciatore d’Egitto in Italia, Nevein Semakah Halem, e come lui, da altri Ambasciatori egiziani in Europa e da quello in Canada e negli Stati Uniti d’America. La lettera all’Ambasciatore egiziano in Italia era firmata da Ashraf H. Ramelah, Presidente italiano de Voice of the Copts, l’associazione costituita in Italia e negli Stati Uniti per la protezione dei Copti (i Cristiani d’Egitto) contro le discriminazioni e le persecuzioni che “la nostra comunità soffre quotidianamente in Egitto da anni” come afferma il Presidente.

Oggi cade la ricorrenza del Natale per i Copti ma le autorità del governo egiziano non paiono aver accolto la richiesta dell’associazione, anzi sembra che il legame tra i copti e il governo egiziano sia piuttosto saldo. La comunità copta in Egitto non sembra poi sempre apprezzare le azioni di pressione che i copti della diaspora propongono dall’estero. Un punto di vista bene differente e comprensibile quello della minoranza copta in Egitto che deve sempre convivere con una maggioranza islamica e con alcuni gruppi radicali che non vedeno di buon occhio la presenza cristiana.
News ITALIA PRESS ha chiesto a Sally Khalifa Isaac, docente di Scienze Politiche all’Università del Cairo, membro della comunità copta con diversi anni di studio e ricerca in Italia, di analizzare la “questione copta” in Egitto, proprio oggi nel giorno di Natale.
“Dal 2004 - ha detto Sally Isaac - il governo egiziano di Mubarak ha deciso di fare il 7 di gennaio un giorno festivo per tutto il paese, mentre prima lo era soltanto per i copti, una mossa che in realtà è stata molto apprezzata dalla Chiesa copta in Egitto".

Come sono i rapporti tra i copti e il governo di Mubarak? “Si può dire che la chiesa egiziana sotto il Papa Shenuda III (in carica dal 1971) supporta il governo Mubarak. Quest’ultimo infatti essendo un governo moderato e non islamico, cerca la conciliazione con la chiesa per mantenere il supporto dei copti. Nonostante siano una minoranza infatti, non sono certo una piccola minoranza, poiché sono stimati essere circa 15 milioni e costituiscono una bella fetta di popolazione. Dall’altra parte la chiesa supporta il governo Mubarak sapendo che l’alternativa potrebbe essere solamente un governo islamico che la metterebbe in difficoltà.
Detto questo, non si può concludere che i copti stiano bene sotto il governo Mubarak. Ci sono numerose forme di discriminazione che i copti soffrono quotidianamente in Egitto, più a livello non-ufficiale che al livello ufficiale. In realtà un grande strato della società musulmana considera il copto un mezzo cittadino (quasi una persona senza cittadinanza).

Anche quest’anno i governanti egiziani si sono recati in chiesa senza alcun problema? "Come al solito è andato Gamal Mubarak, figlio del presidente, e c’era anche Osama Al Baz, consultante del Presidente per affari politici, e rappresentanti di diverse settori governativi: giudici, polizia, parlamento, eccetera.
Una delegazione di 20 parlamentari statunitensi (per la prima volta), più l’ambasciatore americano e britannico al Cairo erano presenti alla Cattedrale dove il Papa Shenuda III ha tenuto la messa del Natale.
Il fatto che la delega dei congressmen sia giunta in particolare per fare visita a papa Shenuda III e ad assistere alla messa del natale è fino ad ora un fatto inedito e anche in parte misterioso, specialmente poiché nessun commento né da parte del governo né dai mass media è stato fatto su questa visita. Anche oggi il quotidiano principale dell’Egitto (L’Ahram) non ha nemmeno menzionato la visita.

Come vedete voi copti egiziani le prese di posizione dei copti all’estero? "E’ importante menzionare in questo contesto che c’è una grande comunità copta negli stati uniti (di solito si riferisce a loro come alla lobby copta, o i copti della diaspora) che sottolineano le discriminazioni sui copti e le violazioni contro di loro, e cercano con diversi metodi di ottenere un supporto americano per i diritti dei copti in Egitto. Perciò, questi copti della diaspora sono di solito criticati al livello interno."



07 Gennaio 2008

newsitaliapress

 
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edenrose
view post Posted on 14/1/2008, 22:18




14 gennaio 2008 - 13.51

Egitto: attacco a monastero copto, un ferito

IL CAIRO - Un gruppo di una ventina di musulmani con armi automatiche ha attaccato una settimana fa un monastero copto, nell'Alto Egitto a 300 chilometri a sud del Cairo, ferendo un monaco e provocando diversi danni. Lo riferisce oggi la stampa egiziana e lo hanno confermato all'Ansa fonti del monastero che vogliono restare anonime.

L'incidente, l'8 gennaio, è avvenuto al monastero di Abo Fana, a Minya. Un gruppo di una quarantina di uomini, guidati da Samir el Lolly, ha attaccato per sei ore il monastero e ha distrutto quadri e proprietà, scrive il settimanale indipendente al Khamis. Uno dei frati è rimasto ferito. Un'inchiesta è in corso.

Un prete nel monastero, contattato telefonicamente dal Cairo, ha detto che non si tratta della prima volta e che le autorità religiose avevano già fatto richiesta perché venisse innalzato un muro di protezione intorno alla loro residenza.

Il conflitto religioso sembra essere legato a quello economico. Lo stesso el Lolly due anni fa ha chiesto al monastero il pagamento di 10 mila lire egiziane (circa 2000 franchi) perché reclama la proprietà della terra. "Vogliono che ce ne andiamo da qui", ha detto uno dei dodici monaci che vivono ad Abo Fana. Dispute tra musulmani e copti, il 10 per cento circa degli 80 milioni di egiziani, sono ormai abbastanza frequenti.

SDA-ATS

Fonte: swissinfo
 
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falak
view post Posted on 31/1/2008, 18:35




Hegazi, convertito dall’Islam, non può definirsi cristiano sulla carta d’identità

Secondo il tribunale supremo, egli ha sviato dalla tradizione egiziana. SecOndo il governo del Cairo, chiunque si converte a un’altra religione diversa dall’Islam “attenta all’unità nazionale”.

Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) – L’alta corte amministrativa dell’Egitto ha rigettato la richiesta di Mohammad Ahmad Hegazi di potersi registrare come cristiano sulla carta d’identità, dopo la sua conversione dall’Islam. Il tribunale ha stabilito che Hegazi, 25 anni, non ha seguito le procedure necessarie e svia dalla tradizione egiziana. “Le religioni monoteiste – ha spiegato la corte - sono state inviate da Dio secondo un ordine cronologico… Il fatto di ritornare dalla religione più recente a quella più antica è contro i nostri usi”. Chiunque fa una scelta come quella di Hegazi “si allontana dal diritto cammino e minaccia i principi, i valori, i precetti dell’Islam e la tradizione egiziana”.

Mohammad Ahmad Hegazi, si è convertito al cristianesimo diversi anni fa (alcuni dicono 9, altri 6 anni fa, fonti islamiche dicono invece da pochi mesi). Si è poi sposato con una donna di nome Zeinab, anch’essa divenuta cristiana, col nome di Cristina. Da oltre 6 mesi egli ha chiesto che la sua conversione venga riconosciuta anche sui suoi documenti. Dopo la che sua richiesta è stata rifiutata dall’amministrazione locale, egli si è rivolto direttamente al governo.

In Egitto, la carta d’identità riporta obbligatoriamente la religione. Da decenni il mondo liberale egiziano chiede la soppressione di questa voce nei documenti ufficiali, dato che essa serve solo a discriminare i non musulmani. Va notato che il cambio di religione dal cristianesimo all’Islam viene subito registrato nei documenti.

Il p. Samir Khalil Samir, gesuita egiziano, esperto dell’Islam ha spiegato ad AsiaNews: “La conversione dall’Islam è vista come uno scandalo religioso, sociale e politico. Se uno si converte al cristianesimo, incoraggia altri a seguirlo e diviene una piaga per la società. Se uno lascia l’Islam, diviene come un traditore e una spia contro la propria nazione e perciò merita la morte. Il governo egiziano, ad esempio, dice che chi si converte a un’altra religione, ‘attenta all’unità nazionale’”.

In Egitto non vi è la pena di morte per gli apostati, ma Hegazi ha ricevuto molte minacce di morte. Alla seduta della corte il 15 gennaio scorso Hegazi non ha potuto essere presente a causa di tali minacce. Alcuni giuristi islamici hanno accusato il governo di non fare abbastanza per fermare l’evangelizzazione cristiana. In Egitto la propaganda islamica è un dovere, mentre l’evagelizzazione cristiana è proibita.


31/01/2008 11:03


Asia News

 
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